30 dicembre 2016

Cinque buoni propositi per il 2017


Buongiorno a tutti! Il 2017 è ormai alle porte e quest'anno oltre al solito bilancio delle letture voglio anche fare qualche previsione futura. Diciamo che ho dei buoni propositi in mente e forse mettendoli per iscritto forse riuscirò a mantenerli (ho detto forse...).
Questo 2016 è stato un po' difficile. Solitamente so quali saranno i romanzi che mi faranno compagnia; non so i titoli ovviamente, ma la mia indole chiama a gran voce storie thriller da alternare a qualche buon romance. Magari ci casca un bel distopico e perché no, anche un bel romanzo per ragazzi non fa mai male. Quest'anno però tutte le mie certezze hanno vacillato. E' stato l'anno dei gné. L'anno in cui ho iniziato una quantità indecente di libri per poi mollarli senza alcun senso di colpa. L'anno in cui non me ne andava bene una. Sia chiaro, non c'è stato nessun blocco del lettore, come spesso è normale che capiti, sono stata proprio incontentabile io.
Quindi ho pensato che forse, spaziare tra altri lidi potrebbe farmi bene. O per scoprire nuove passioni, o per farmi tornare a braccia aperte tra le vecchie.
Quindi ecco che cosa voglio leggere nel 2017 :)

1. Antologie di racconti. Precisiamo, io ho sempre odiato i racconti, quindi mi sento totalmente idiota a scrivere una cosa del genere, ma credo che in questa categoria potrei aggiungere anche i romanzi brevi. Ne ho già alcuni pronti sul comodino, tipo Novella degli Scacchi di Stefan Zweig e Le Notti Bianche di Dostovskij.

 

2. Saghe familiari. Io che odio le saghe e le famiglie, voglio leggere saghe familiari. No vabbe', sto proprio raschiando il fondo del barile in fatto di coerenza... E' che sento il bisogno di allargare alcuni orizzonti, poi per carità, magari mi addentrerò in territori da cui scapperò a gambe levate, ma voglio provarci. In cima alla mia lista c'è la saga dei Cazalet e a ruota quella dell'Amica Geniale (che ho già completa!)

 

3. Editoria indipendente. Questa non è una novità, ormai il mio amore per l'editoria indipendente l'ho dichiarato più volte. Amo follemente la Marcos y Marcos, ma anche realtà più piccole, come quella del Castoro, de l'Ippocampo, di Casa Sirio. Quindi voglio continuare su questa strada e ampliare i miei orizzonti.

4. Libri "vecchi". La sindrome dell'accumulo è tipica di ogni lettore, ma io sono leggermente arrivata al limite. Non posso comprare libri che voglio leggere disperatamente e poi accantonarli perché ne voglio leggere disperatamente altri diecimila. Mi rendo anche conto che per molti essere un book blogger significa recensire sostanzialmente delle novità, ma io non ho mai aperto il sito con questo scopo. Anzi, se devo dirla tutta l'ho aperto per il motivo contrario: consigliare titoli da molti snobbati, rovistare nell'editoria alla ricerca di piccole chicche. Quindi niente... probabilmente il mio 2017 sarà l'anno dei remainders.

  

5. Fumetti e romanzi grafici. Quest'anno ne ho letti parecchi, forse più del solito, e voglio continuare su questa linea, anche perché ho scovato delle vere perle (vedi Bellezza e Dolci Tenebre). Vorrei addentrarmi nel fumetto seriale e punto Invincible di Kirkman: sarà lui la mia sfida fumettosa del 2017 8)


E i vostri buoni propositi quali sono?

28 dicembre 2016

Recensione, LA RAGAZZA SCOMPARSA di Jiro Taniguchi

Buongiorno lettori, come state? E soprattutto, come avete passato il Natale? Se avete dato un'occhiata qui sotto a destra vi sarete fatti un'idea di come ho passato le feste, ma ve le riassumo io che facciamo prima: mi sono trasformata nell'elfo personale di Babbo Natale <3
Ragazzi, io amo regalare, impacchettare, decorare, e chi più ne ha più ne metta. Adoro follemente questo periodo dell'anno in cui dimentico tutto quello che non c'entra con il Natale. Ma non mi sono dimenticata di voi, e nemmeno del blog, quindi eccomi qua. Però nessun consiglio spassionato, anzi. La recensione di oggi è di quelle "meh", il libro non è male, ma personalmente non mi ha fatto impazzire e sì, ci sono anche un po' rimasta male... mi aspettavo di più.

P.S. Ho letto un romanzo grafico strabiliante in questi giorni... devo solo trovare il modo giusto per parlarvene!

La Ragazza Scomparsa di Jiro Taniguchi

| Coconino Press, 2008 | pag. 336 | € 18,00 |
Shiga fa il guardiano di un rifugio sulle Alpi giapponesi, ma deve abbandonare le sue montagne per addentrarsi nella giungla della metropoli alla ricerca di una giovane scomparsa in uno dei quartieri più malfamati di Tokyo. Taniguchi continua a parlare di uomini in lotta, ma questa volta la natura è quella urbanizzata, e l'uomo combatte non con gli elementi ma con il suo simile. Il noir rivisto da uno dei più grandi e celebrati autori di manga.





Ho rincorso Jiro Taniguchi per anni, senza mai avere l'occasione di comprarlo, perché aspettavo una sorta di chiamata del destino, che in effetti è arrivata: La Ragazza Scomparsa scontato del 50% sul Libraccio. Mi è parsa una combo provvidenziale: 9 euro invece che 18, e l'unico suo romanzo a tinte thriller. Insomma, aveva senso resistere? No.
Ma se per tanto tempo sono stata titubante nell'avvicinarmi a questo mangaka un motivo c'era. Jiro Taniguchi è noto per il suo garbo, la sua delicatezza, non per niente accostato al suo nome c'è spesso l'aggettivo gentiluomo. Dov'è il problema? Be', io amo i bifolchi. 8)
Probabilmente (nonostante pensassi l'esatto contrario), ho letto il romanzo che meno si adatta a me, perché essere edulcorati e soft in un thriller non è cosa buona e giusta. Non a casa mia.
Ovviamente l'autore voleva focalizzarsi non tanto sul giallo in sé (cattivissimo tra l'altro) ma sulla figura di un uomo solitario e pieno di demoni che un giorno, per far fede a un antico patto di amicizia, abbandona le montagne giapponesi per addentrarsi nelle insidie della città.
Shiga è rigoroso, giusto, disciplinato, fa la guida sulle Alpi e gestisce un piccolo rifugio. L'altitudine, l'aria rarefatta e la natura incontaminata sono il suo ossigeno quotidiano, la semplicità di una vita priva di beni materiali lo mantengono in pace. E' subito evidente la netta divisione che ha voluto operare l'autore mettendo gli accenti su cosa è il bene e cosa è il male. La montagna e la città sono due realtà antistanti e inconciliabili, rappresentano la salvezza e la perdizione.

 

Quella di Shiga sarà una discesa agli inferi, la figlia di un amico morto anni prima è scomparsa e lui non può fare finta di niente, non può nemmeno aspettare i tempi della polizia. Deve sapere... e saprà.
Lo aspetta un'indagine sicuramente poco canonica, a suo modo anche ben strutturata, ma si arriva all'epilogo troppo in fretta e anche con troppa facilità.
Sicuramente una vita a pane e thriller hanno fortemente compromesso un reale coinvolgimento, ma quello che più mi è dispiaciuto è che la storia ha un risvolto davvero drammatico, e una componente voyeuristica che non andava così fortemente censurata. La narrazione non è leggera, assolutamente, ma si mantiene su un piano costantemente in bilico tra il detto e il non detto, il fatto e non fatto. E io non amo le mezze misure in questi casi, ma le posizioni nette e decise: o è bianco o è nero. Tanighuchi invece usa una palette emotiva ricca di sfumature delicatissime che non hanno infranto la mia corazza ma l'hanno resa ancora più inattaccabile.

Graficamente è ineccepibile. Disegni puliti, uso dei retini magistrale. Avevo già visto moltissime tavole di Tanighuchi e la ricercatezza del dettaglio, la cura che ha dei particolari, mi è sempre piaciuta molto. Proverò a leggere altro di suo, altro in cui l'aspetto intimista e il lato introspettivo non tentino di sposarsi con elementi che - a mio gusto - non dovrebbero incontrarsi mai.

* * *

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20 dicembre 2016

Libro VS Film - Sfida n°49

A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò random) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.
LIBRO VS SERIE TV
chi vincerà?

Oggi in sfida
Miss Peregrine - La Casa dei Ragazzi Speciali

 
Vince il Libro!

Buongiorno a tutti! Alzi la mano chi è già andato al cinema a vedere Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali! E alzi la mano chi ne è rimasto totalmente affascinato! Ecco, io sto ferma, non muovo un muscolo, non alzo nemmeno un ditino, perché insomma... per me tutto quello che tocca Tim Burton dovrebbe diventare oro, invece questa volta le cose sono andate in un modo che non mi sarei aspettata...

Con il romanzo (ricordate? qui la recensione) era stato subito amore, tutta la prima parte, quella in cui il protagonista affronta la morte del nonno e il successivo arrivo alla casa di Miss Peregrine mi aveva coinvolto tantissimo. Mi sentivo in una favola dai toni dark e le fotografie del romanzo avevano contribuito a una fortissima immedesimazione. Poi c'è stato un piccolo calo, come se l'entusiasmo e la magia si andassero ad esaurire poco alla volta, ma il libro non è lunghissimo e il finale aperto ti fa sperare che i seguiti siano all'altezza. Come saprete, ma se no ve lo dico, l'incanto non si è ripetuto e Hollow City mi ha delusa su diversi fronti (qui la recensione).
Con il film è successo un po' il contrario. Prima parte prevedibile, a tratti noiosa, recitazione mediocre, poi arriva Eva Green e CIAOOONE, la sua sola presenza manda in mille pezzi lo schermo e tutto assume una nuova luce. Qui Tim Burton ha fatto centro: se Miss Peregrine fosse stata una vecchia bacucca il film sarebbe stato un flop totale.
La scelta meno saggia? Samuel L.Jackson. A parte che non mi è mai piaciuto come attore, lo trovo eccessivo, troppo teatrale e con una voce a dir poco fastidiosa. Ricopre il ruolo del "cattivo" quindi che mi stia sulle balls va anche bene, ma nonostante tutto è una voce fuori dal coro.
Molto positivo invece che il regista abbia deciso di farsi sceneggiare il romanzo come se fosse autoconclusivo. Infatti se Ransom Rigg aveva chiuso una parentesi per aprirne una decisamente più grande, nel film il cerchio si chiude senza dare adito a nessun seguito.

Visivamente Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali è un film molto suggestivo non lo nego, anche se - effetti speciali a parte - la pellicola sembra permeata per buon a parte dai filtri di instagram, quelli tendenti ai toni freddi del blu e del grigio, ma emotivamente non ha toccato nessuna corda, non ci ho trovato il pathos del libro, e sapete bene che per me non è assolutamente scontato che il romanzo sia sempre migliore della sua trasposizione. In fondo con Big Fish (vedi libro VS film) Tim Burton aveva rimaneggiato un plot bello ma non memorabile dando vita a una delle pellicole più meravigliose di sempre. Miss Peregrine è carino, godibile, ma si dimentica, ed è un gran peccato.



E secondo voi?
Libro o Film?

15 dicembre 2016

Prossima Uscita: La Casa delle Foglie Rosse di Paullina Simons

Sono commossa. Ma tanto tanto tantoooo. Insomma è un sogno che si avvera. Per anni ho sperato, supplicato e pregato in aramaico che Paullina Simons venisse tradotta con regola e adesso sta finalmente succedendo.
Dopo Una Valigia Piena di Sogni (recensione), lo spin off della trilogia del Cavaliere d'Inverno (un romanzo che non mi ha coinvolto da subito, ma che alla fine si è guadagnato un posto specialissimo nel mio cuore e nella mia libreria) il 19 Gennaio 2017 ci aspetta La Casa delle Foglie Rosse, ovvero Red Leaves.

 

Uscito in America nel 1997 (vent'anni fa!!!!!) Red Leaves è la storia di quattro studenti che tra segreti, bugie e tradimenti si troveranno coinvolti in un omicidio. Un romanzo, secondo la critica, in cui Un bacio Prima di Morire di Ira Levin e Dio di Illusioni di Donna Tart sembrano essersi fusi in un complicato labirinto di follia.
Questa è una Simons quasi agli esordi, l'autrice forse non aveva ancora in mente la storia di Tatiana e Alexander (o sì? ), e sicuramente la sua penna non era poetica e raffinata come quella a cui siamo abituate, ma siccome di lei voglio conoscere tutto (e quando dico tutto intendo proprio tutto), aspetto con grande ansia La Casa delle Foglie Rosse.

Parte il conto alla rovescia 8)

9 dicembre 2016

L'Angolo del Fumetto diventa un Gruppo Facebook


Da rubrica a Gruppo Facebook. Eh sì, era inevitabile (non è vero, ma mi piaceva dirlo xD). Per quanto continuerò a parlare di fumetti qui sul blog e sulla pagina facebook mi sono resa conto che per molti lettori, questo mondo e quello dei libri viaggiano spesso su rotaie ben distinte. A me piacerebbe che non fosse così, ma nella stragrande maggioranza dei casi la scissione c'è. Devo prenderne atto.
Quindi, se avete voglia di chiacchierare della nona arte in ogni sua forma, ma anche di altro (film, libri, videogiochi, nerdate di ogni tipo), iscrivetevi! Siamo pochi ma boni. Esatto, boni, non buoni. E soprattutto abbiamo un fantastico non regolamento, perché mi hanno davvero stancato tutti quei gruppi in cui non puoi fare questo e quello, manco ci fosse la dittatura. Da me, finché esiste la buona educazione e il rispetto, tutto è concesso. Anche lo spam (se fatto in modo intelligente e non compulsivo).


Cosa regalare a Natale?

Buongiorno a tutti!
Oggi post non citofonato, di più! Il web ne è pieno, ma chi sono io per non unirmi alla massa?! Quindi parliamo di regali di Natale. Io per la cronaca mi sto comportando benissimo, un elfo di Babbo Natale mi fa un baffo, perché ho già preso 1/3 dei regali e non mi era mai successo. Ormai non sono io che entro nel mood natalizio e non è nemmeno il mood natalizio che entra in me (pensavate eh?!), ma... IO SONO LEGGENDA IL MOOD NATALIZIO... va be', sorvoliamo su queste cazzate e veniamo a noi.
Cosa regalare a un amante dei libri?
In effetti se non avete accesso alla wish list di un lettore comprare un doppione è tremendamente facile, ma per fortuna ci sono loro: le gift card!


Amazon ne ha di adorabili anche nella confezione, cliccate qui e sbizzarritevi, ma tenete conto che qualsiasi store on line ne ha, quindi basta orientarsi seguendo i gusti della persona a cui dovete fare un regalo. L'unica sfiga è che saprà quanto avete speso.

Altro regalo perfetto per un amante dei libri sono i funko pop! Io ne ho già diversi, ma è una specie di tunnel senza uscita.


Ce ne sono infiniti, di qualsiasi genere, ispirati a romanzi, film e fumetti. Dovete solo scegliere e sì, lo so, non è facile, ma l'effetto è assicurato e la spesa assolutamente contenuta. Io adoro anche la versione fatta a portachiavi che volendo si può semplicemente attaccare a una borsa o allo zaino.
Su Amazon c'è il mondo, ma essendo il 9 dicembre bisogna assolutamente ricorrere a Prime o comunque non a venditori americani o cinesi. Peccato perché ci sono prezzi stracciati, ma ci saremmo dovuti attivare almeno due mesi fa che è una roba quasi impensabile... io a settembre facevo shopping coi saldi estivi!
funko pop --> acquista su amazon
funko pop portachiavi --> acquista su amazon

Adesso non chiedetemi il perché di questo binomio, ma chi ama i libri ama le tazze. E soprattutto ama bere bevande caldee fumanti. Una super tazzona quindi non sarà mai di troppo, anche se ne possiede già millecinquecento: renderà migliore ogni domenica mattina, i pomeriggi sul divano e le foto su Instagram xD
Ovviamente bisogna regalare una nerdata.



Per i fan del Doctor Who ci sono set completi. Tazze, zuccheriere, teiere. Secondo me c'è pure un tardis vero e proprio se spulciamo per bene su Amazon. A questo link c'è l'inimmaginabile --> clicca.

Ci sono tazze bellissime anche su ebay, di Star Wars, Harry Potter, dei supereroi Marvel e DC, ma le spese di spedizioni fregano un po'. Però se fate un ordine cumulativo magari può convenire lo stesso, io ricorro sempre ad Amazon per comodità, sono veloci e hanno un po' di tutto, tipo le tazze di Mr Wonderful perfette da regalare a un'amica, alla mamma, alla fidanzata.



Sarà banale, ma anche i segnalibri non sono mai abbastanza. E io sarò strana, ma non li uso mai! In pratica se ne vedo uno carino lo compro a occhi chiusi, ma poi ho paura di rovinarlo e così lo ripongo in una scatola insieme a tutti gli altri. Cosa uso quindi? Biglietti della corriera, scontrini del supermercato, post it, fogli A4 piegati in due su cui scrivo appunti per la recensione. Però sono troppo belli... guardate questo...


La lampada che spunta dalle pagine la trovate a questo link, ma se siete orientati verso un segnalibro potreste addirittura realizzarne uno voi, i regali fatti a mano hanno sempre un qualcosa in più e online si trovano tutorial facilissimi. Però, se non avete tempo e voglia, Etsy vi salverà la vita.


Forse non lo sapete, ma chi non ha delle gambette che sbucano dalle pagine non è un lettore coi controca**i (io non le ho T_______T).
Secondo me quelle meglio realizzate su Etsy sono di AllBookMars e HolgaArt, non sono shop italiani, ma i tempi di spedizione sembrano essere relativamente brevi (6-8 giorni) quindi sareste in tempo per Natale, ma se volete andare sul sicuro ci sono delle alternative nostrane (non di gambette però.)
Da LaMammaCreativa trovate segnalibri tenerissimi a €1,50, mentre da Magicabulashop a € 8,00 c'è il boccino di Harry Potter che non può assolutamente mancare, anche solo per vegetare dentro a un volume del nostro maghetto preferito. Poi se amate le stranezze LovelyPezz a € 7,00 realizza dei segnalibri con l'arte dell'amigurumi, la tecnica giapponese per creare pupazzetti super kawaii.
Regalare un segnalibro è comunque facile. Entrate in una libreria Coop, Feltrinelli, IBS e fate man bassa :) !

Se il regalo invece è un po' più impegnativo (a livello economico) non date per scontato che un lettore abbia già un reader. A me per esempio non l'ha mai comprato nessuno (mi circondo di gente brutta e cattiva!) nonostante ce ne siano per tutte le tasche.


Il kindle quindi potrebbe essere una buona idea per quei lettori che non riescono a separarsi dalla carta (tipo me), ma che vorrebbero evitare di appesantire la valigia di 30 chili quando vanno in vacanza (sempre tipo me). Questo in foto costa € 69,99 (link amazon) è un modello base, ma fa il suo porco lavoro.
P.S. Io però lo vorrei retroilluminato... chiedo molto?

E adesso parliamo di libri veri e propri. Be' più o meno...

 

Mai 'Na Gioia di Stefano Guerrera. Il libro di storia dell'arte più pazzo del mondo è il parto di un successo nato su Facebook. Ovviamente è il libro perfetto anche - e soprattutto - per i non lettori, perché il numero di parole scritte si conta sulle dita di una mano ;) Però farsi due risate è un toccasana, quindi vi consiglio anche Commenti Memorabili, altro prodotto mediatico, a mio avviso uno dei migliori in circolazione.

E anche per oggi è tutto!
Ovviamente potete orientarvi anche su libri in carne e ossa,
per quelli vi basta andare nell'elenco recensioni 
e buttarvi sui titoli dalle quattro stelle in su ;)

5 dicembre 2016

Recensione, Ci Proteggerà la Neve di Ruta Sepetys

Buonasera a tutti cari lettori, come anticipato nel post precedente ecco la recensione della mia lettura a quasi cinque stelle. Be', non potevo salutare il 2016 senza il romanzo della Sepetys e come al solito quest'autrice non mi ha deluso affatto. Anzi, la trovo ogni volta più brava ed emozionante.
Se volete fare un regalo di Natale gradito al 100%, scegliete un suo libro <3

Ci Proteggerà la Neve di Ryta Sepetys

| Garzanti, 2016 | pag. 368 | € 16,90 |
Il vento solleva strati leggeri di fiocchi ghiacciati. Joana ha ventun anni e intorno a sé vede solo una distesa di neve. È fuggita dal suo paese, la Lituania. È fuggita da una colpa a cui non riesce a dare voce. Ma ora davanti a sé ha un nuovo nemico: è il 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia. Non ha altra scelta che scappare verso l'unica salvezza possibile: una nave pronta a salpare verso un luogo sicuro. Eppure la costa è lontana chilometri. Chilometri fatti di sete e fame. E Joana non è sola. Accanto a lei ci sono altre anime in fuga, ognuna dal proprio incubo, in viaggio verso la stessa meta. Emilia, una ragazza polacca che ha soli quindici anni aspetta un bambino, e Florian, un giovane prussiano che porta con sé il peso di un segreto inconfessabile. I due hanno bisogno di Joana. Perché lei non ha mai perso la speranza. Perché la guerra può radere al suolo intere città, ma non può annientare il coraggio e la voglia di vivere. È grazie a questa sua forza che Joana riesce ad aiutare Emilia nella gravidanza e a far breccia nel carattere chiuso e diffidente di Florian. I loro giorni e le loro notti hanno un'unica eco: sopravvivere. E quando la nave finalmente si intravede all'orizzonte, la paura vorrebbe riposare in un porto sicuro. Ma Joana sa che non si finisce mai di combattere per la propria vita, ed è pronta ad affrontare ogni ostacolo, ogni prova, ogni scherzo del destino. Finché guardando in alto vedrà un cielo infinito pieno di neve, saprà che quel candore le darà la forza per non arrendersi.
Voto:

Il 1° settembre 1939 la Germania aveva invaso la Polonia da ovest. 
Il 17 settembre 1939 la Russia aveva invaso la Polonia da est. 
Mi ricordavo quelle date.
Due nazioni in guerra avevano avvinghiato la Polonia come bambine che litigano per una bambola. Una la prendeva per una gamba, l'altra per un braccio. Tiravano così forte che un giorno la testa era saltata via.

Pensare alla Seconda Guerra Mondiale porta solitamente alla mente un unico orrore, quello dell'olocausto, ma la lista di persone sgradite non comprendeva solo ebrei, e spesso ce ne dimentichiamo. Tanto per fare un esempio, il progetto eugenetico di Hitler prevedeva lo sterminio di tutti i disabili (ciechi, ritardati, storpi, portatori di qualsiasi handicap, anche lieve) indipendentemente dall'etnia di appartenenza, in quanto l'essere imperfetto rappresentava un abominio. Anche Stalin fu un vero e proprio maestro del terrore. Nonostante nei gulag non ci fossero camere a gas e non venissero pianificati omicidi di massa, era il lavoro estenuante e le temperature che toccavano i -50 gradi a mietere vittime. In Avevano Spento Anche la Luna (qui la recensione) Ruta Sepetys ci racconta proprio questa pagina di storia dimenticata, il massacro silenzioso di ventiduemila polacchi, una strage non solo passata inosservata, ma addirittura insabbiata e mascherata che ancora oggi grida giustizia.

In Ci Proteggerà la Neve il periodo storico è un po' sempre lo stesso, ci spostiamo solo geograficamente, questa volta siamo in Germania, ed è un altro crimine - taciuto anch'esso - che l'autrice denuncia: l'affondamento del transatlantico Wilhem Gustloff su cui persero la vita diecimila persone. Per capire la proporzione della tragedia, basti pensare che il Titanic fece "solo" millecinquecento vittime.
Ma Ruta Sepetys, nata in America, di origini lituane, è nota per disseppellire segreti e scomode verità, e per raccontare una guerra priva di ideali e debordante di fanatismo, portatrice infetta di morte e orrore.
La sua penna ci parla di gente comune che tenta di salvare disperatamente i propri figli, di uomini e donne che confidano in un futuro migliore, ma che in realtà vorrebbero solo tornare al passato, in quegli anni in cui se vivere o morire non lo decideva un altro essere umano, ma il destino.
Per questo l'autrice ha voluto scrivere un romanzo a quattro voci, in poco più di trecentocinquanta pagine ha cercato di cancellare quella linea tragicamente netta che ci portava a mettere i "buoni" da una parte e i "cattivi" dall'altra e ha raccontato la storia di quattro anime braccate dal senso di colpa, dal destino, dalla vergogna e dalla paura. Joana, Florian, Emilia e Alfred. La lituana, il prussiano, la polacca e il tedesco.
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Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.

2 dicembre 2016

BILBOLBUL 2016


Buongiorno a tutti! Avrei voluto pubblicare questo post in concomitanza con il BilBOlBul, ma alla fine sono riuscita ad andarci solo sabato 26, ovvero il penultimo giorno, e tra una cosa e l'altra mi ritrovo a scrivere queste quattro righe con una settimana di ritardo! Sgrunt >.<
Ma non mi lamento (faccio solo un po' di scena, quella ci sta sempre! xD), infatti secondo la mia tabella di marcia virtuale sarei dovuta essere nel centro di Bologna di mattina presto, ma una serie di casini hanno mandato tutto all'aria. Per un attimo ho temuto che il BilBOlBul mi sarebbe saltato! Poi - miracolo! - il karma ha avuto pietà di me e alle 15,30 circa ero in Sala Borse dove si tenevano vari firmacopie. La sfiga è che ero sprovvista delle mie copie, ma ho comunque trovato autori gentili e ben disposti con cui scambiare quattro chiacchiere ;)

Sabato c'era davvero tanta roba, tra cui Chris Ware, il cartoonista texano diventato famoso per il suo tratto lineare, geometrico, spigoloso, in contrasto con le storie che racconta, spesso prive di contorni, molto intimiste, malinconiche. I temi sono la solitudine, l'alienazione, l'emarginazione. Tra l'altro presso la Fondazione del Monte si tiene una sua retrospettiva aperto fino al 7 Gennaio 2017 e sinceramente io non me la farei scappare, Ware è un fumettista davvero all'avanguardia, e la fila chilometrica che c'era al suo firmacopie lo dimostrava. Ragion per cui l'ho tristemente bypassata u.u


La mia prima tappa è stata l'illustratrice Elena Guidolin. Lei è un'amante delle chine, del bianco e nero, è palesemente a suo agio con atmosfere cupe e tra i reconditi più oscuri dell'anima. Questo suo lato dark, che trasporta magnificamente su carta, mi piace moltissimo. A dicembre, per Becco Giallo, uscirà "I segni addosso. Storie di ordinaria tortura" uno spaccato atroce in cui, come dice il sottotitolo, si parlerà di appunto tortura, dal fascismo fino ai giorno d'oggi. Perché ricordiamocelo, nell'ordinamento italiano questa pratica non è considerata reato.

Step number two.
Sara Colaone, per Coconico Press, autografava e "sketchava" Leda, Che solo amore e luce ha per confine, un romanzo grafico incentrato sulla figura dell'anarchica Leda Rafanelli, donna complessa, figura di spicco nel secolo scorso, corteggiata da Mussolini e musa ispiratrice del pittore Carlo Carrà.
Sara, disegnatrice e docente alle Belle Arti di Bologna, è stata gentilissima e molto disponibile e come ha ironicamente affermato "l'insuccesso non mi ha cambiata!". Ma il suo "insuccesso" lo invidio troppo, si vede che Sara è felice con una matita in mano. Essendo io stessa un prodotto del Dams (disciplina delle arti, musica e spettacolo), ed essendomi trovata a fare tutt'altro per poter pagare mutuo e bollette, guardo sempre con grandissima ammirazione chi riesce a vivere di ciò che ama.

Sara Colaone autografa Leda

Per finire ho puntato abbastanza in alto.
Otto Gabos è un artista a tutto tondo, insegna Arte del Fumetto alle Belle Arti (ma io a una sua lezione posso intrufolarmi?!) ed è un grandissimo disegnatore attivo da oltre trent'anni. Sarei potuta stare ore a guardarlo. Lui invece quando mi sono materializzata davanti al suo tavolo senza un suo libro da autografare deve aver pensato malissimo, tipo "ecco l'ennesima accattona di sketch...", ma ha mascherato benissimo ogni perplessità, devo ammetterlo, omaggiandomi di uno splendido disegno.

Otto Gabos disegna per i fan
Adesso ho solo un dubbio. Leggo prima Leda o il Viaggiatore Distante? Ho un debole per le graphic novel che parlano di vita vera (il tratto spigoloso di Sara poi, si sposa alla perfezione con una storia dal sapore del passato), ma sono molto attratta anche dai personaggi di Gabos, decisamente sfaccettati e complessi. Comunque sul mio comodino c'è posto per tutti, quindi... ambarabà ciccì coccò... ;)

Intanto vi lascio le foto di tutti gli sketch, così potete lucidarvi gli occhietti.

Sketch di Otto Gabos
Sketck di Sara Colaone
Sketch di Elena Guidolin
Per oggi è tutto, prendete questo post come una sorta di weekly recap, ho preferito non fare una cosa unica per non essere chilometrica come al solito, ma sono in arrivo anche altre news. Una veloce carrellata delle mie ultime letture fumettose, le new entry (poche ma buonissime!) e una recensione a più di quattro stelle. Che bello trovare libri che ti rubano l'anima <3

  

Buon week end e buone letture a tutti!

30 novembre 2016

Recensione, Special Exits di Joyce Farmer

Buongiorno lettori, oggi si torna a parlare della nona arte e lo faccio consigliandovi un romanzo che potrebbe essere un regalo di Natale perfetto. Lo consiglio anche a chi non mastica i fumetti, perché questa storia ha proprio il sapore di famiglia, di vita vera, di ricordi. Fa scendere la lacrimuccia, io vi avviso, ma ne vale assolutamente la pena <3

Special Exits di Joyce Farmer

| Eris Edizioni, 11/2016  | pag. 208 | € 17,00 |
Lars e Rachel sono due coniugi che affrontano la parte finale della propria vita - la vecchiaia, la malattia, la morte - accuditi con premurosa attenzione dalla figlia. Joyce Farmer racconta semplicemente ciò che ha vissuto prendendosi cura dei suoi genitori, concentrandosi sui dettagli della routine quotidiana, nello scorrere dei giorni e degli anni, creando un commovente ritratto di famiglia, dove non mancano momenti difficili, drammatici, ma neanche l'ironia dell'intimità. In questo mémoir grafico, realistico e senza sentimentalismi, creato in 10 anni di lavoro, l'autrice mostra la fragilità del periodo più difficile della vita, senza mai tirarsi indietro davanti agli imbarazzanti oltraggi della vecchiaia, con il lento decadere dei corpi e la mente che si confonde facilmente, non dimenticando il contesto di questa narrazione domestica fatta di frustrazioni e tenerezze: il presente nel South Los Angeles anni '80 e '90 e gli States della prima metà del '900 ricordati dai suoi genitori.
Voto:

Quante volte ho detto di essere in difficoltà nel parlare di un libro? Tante, lo so, e questa è una di quelle, ve lo dico subito. Perché? Perché Special Exits ha tirato un filo della memoria che credevo ben annodato, e ha scucito quei ricordi che cercavo di tenere al sicuro, al riparo dal cuore e dalla mente.
Special Exits parla di morte. In un panorama di letture in cui niente ormai ci spaventa più, ecco il grande mistero dell'universo in tutta la sua tragica veridicità.
Joyce Farmer, attraverso una serie di capitoli che fotografano gli ultimi quattro anni di vita dei suoi genitori, ci porta nella loro casa, una piccola abitazione tutta polvere, disordine e acciacchi, e ci racconta una storia fatta di quotidianità.
Mentre i denti della vecchiaia mordono impietosi la mente di Rachel e il corpo di Lars, i due anziani coniugi tentano in tutti i modi di non cambiare le loro consolidate abitudini e di adattarsi alla meno peggio a una condizione che sanno bene essere irreversibile. Mangiano cibi in scatola precotti, coccolano il loro amatissimo gatto, passano ore e ore (ma anche notti) sul divano a leggere, guardare la televisione, dormire. Intanto il tempo passa, un tempo che ormai ha poco da regalare, ma ogni attimo può diventare prezioso: un'occhiata complice, una risata, un abbraccio, una visita inaspettata. Credo che siano questi gli accenti più importanti del romanzo, quelli legati alla tenerezza di momenti che si temono possano essere gli ultimi.
Ma l'affresco della Farmer è curatissimo anche da altri punti di vista. L'autrice, esponente negli anni Sessanta del movimento underground statunitense (che prevedeva la libera espressione artistica, senza tutti quei vincoli tipici dei fumetti mainstream) non dimentica le problematiche legate ai quartieri di Los Angeles abitati esclusivamente da afroamericani, tra cui il pestaggio del tassista nero Rodney King che creò un'ulteriore spaccatura razziale, non troppo velatamente sottolinea le falle del sistema sanitario, e non mancano nemmeno brevi sprazzi di storia americana, come la morte del presidente Nixon. Ogni singolo evento è incastonato con discrezione, perché l'obiettivo è sempre puntato su Rachel e Lars; lei che poco alla volta perde la vista, il pudore, il contatto con la realtà; lui che pazientemente l'accudisce ringraziando i momenti in cui la moglie si abbandona al sonno sollevandolo da un peso di cui non riesce più a farsi carico.

 
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Joyce tappa i buchi, poco alla volta sempre più grossi, districandosi tra la sua casa e quella dei genitori, dividendosi tra lavoro e famiglia; Special Exits è un po' un diario a cuore aperto, un diario in cui l'autrice ha messo a nudo il suo essere figlia, con tanto di sacrifici, soddisfazioni, errori, gioie e sensi di colpa.
Ho sfogliato l'ultima pagina pensando a quanto deve essere stato difficile - e allo stesso tempo liberatorio - raccontare questa storia. Per me leggerla non sempre è stato semplice, probabilmente perché quel filo della memoria che la Farmer ha tirato teneva insieme i baci dei miei nonni, le nostre chiacchiere, le discussioni, la loro presenza solida e costante nella mia vita. Quando li ho persi quel filo però non si è strappato, si è solo annodato più volte su se stesso, perché i ricordi non bisogna lasciarli andare, tutt'altro, vanno imprigionati e tenuti al sicuro il più a lungo possibile.
Non ho detto nulla sull'aspetto grafico del romanzo, perché la parte emozionale ha avuto il sopravvento, ma come potete vedere il tratto è deciso, non ci sono sfumati, i bianchi e neri risultano netti; è il tipico stile underground, in cui elementi realistici e caricaturali si fondono. Ma andate oltre l'aspetto visivo, Special Exits è un libro da leggere, non da sfogliare. Sono molti gli autori che trasportano su carta parte della loro vita, ma questo particolare scorcio, così intimo e doloroso, privo di inutili retoriche, l'ho trovato davvero un bellissimo regalo, uno specchio in cui è facile riflettersi, giustamente inserito da AbeBooks nella lista dei “50 Essential Graphic Novels”.

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Alla prossima :)