T h e C a v e s o f S t e e l
| 1°edizione, 1953 | Edizione Mondadori, 2012 | pag. 259 | € 9,50 |
New York è irriconoscibile: niente più torri e grattacieli, ma un'immensa metropoli coperta che non viene mai a contatto con l'aria, dove milioni di uomini e donne brulicano come formiche su strade mobili. Dove, soprattutto, i robot stanno soffiando i posti di lavoro agli uomini a un ritmo sempre più preoccupante. E alle porte di New York si stende come una sfida Spacetown, la città degli Spaziali, dove tutto è lusso e ariosità, superbia e ostentazione. C'è da meravigliarsi che uno dei tanti terrestri scontenti ammazzi uno Spaziale, e che il caso rischi di diventare un incidente interplanetario? Per risolverlo bisogna ricorrere al miglior poliziotto della City, Lije Baley, e affidargli come compagno il miglior poliziotto di Spacetown, R. Daneel Olivaw. Il guaio è che quella R significa robot: sta per cominciare una sfida implacabile tra l'intelligenza umana e quella artificiale per risolvere l'omicidio più esplosivo che la Terra ricordi; e, per il lettore, una delle letture più appassionanti nel campo della fantascienza pura.
Voto:
R e c e n s i o n e
Non credo che sedici anni siano troppo pochi per leggere, capire e apprezzare Asimov, ma se mi pongo questo quesito il motivo è uno solo: dal padre della fantascienza mi aspettavo di più.
Abissi d'Acciaio viene presentato come un romanzo giallo ambientato in un universo fantascientifico e apparentemente lo è. Siamo tremila anni nel futuro e la Terra sta attraversando una crisi globale a livello economico e sociale (più o meno come adesso :P) quando viene rinvenuto il cadavere del dottor Sarton, uno scienziato specializzato in robotica. Al detective Elijah Baley vengono affidate le indagine con il supporto di R. Daneel Olivaw (dove R sta per robot) l'aiutante quasi perfetto...
Vediamo subito cosa non mi ha convinto.
Prima di tutto la detective story, in una parola: inutile. Il romanzo infatti a livello investigativo lascia molto a desiderare, in quanto non ci sono indizi, indiziati o moventi e si arriva alla risoluzione del caso solo a poche pagine dalla fine, grazie al lampo di genio di Elijah.
In secondo luogo se il futuro descritto da Asimov è interessante perchè veritiero e visionario al punto giusto, non mi ha conquistato a livello descrittivo, perchè molte cose non vengono approfondite o spiegate adeguatamente e quando lo stesso autore vuole fornire informazioni aggiuntive lo fa inserendole tra parentesi, cosa che non ho sopportato, visto l'uso spropositato!
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Ciclo dei Robot
1. The Caves of Steel (1954) - Abissi d'acciaio (o La metropoli sotterranea)
2. The Naked Sun (1957) - Il Sole Nudo
3. The Robots of Dawn (1983) - I robot dell'alba
4. Robots and Empire (1985) - I robot e l'Impero
2. The Naked Sun (1957) - Il Sole Nudo
3. The Robots of Dawn (1983) - I robot dell'alba
4. Robots and Empire (1985) - I robot e l'Impero
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Questo libro non era nella mia lista dei libri da leggere e nemmeno nella mia wish list, ma di sicuro se ci fosse stato dopo la tua recensione Gianfranco, l'avrei depennato.
RispondiEliminaMi è piaciuta tantissimo *___*! Sentita, spontanea ed esaustiva.
La mamma non sa quel che dice, se un libro non merita l'autore può anche rivoltarsi quanto vuole ^___*
16 anni? Ma sei un grande!
RispondiEliminaIo preferisco Philip K.Dick a Asimov,
ciao
Fabio
Dargli tre stelle e troppo non se le merita!! Fa acqua da tutte le parti a quando ho letto dalla recensione..
RispondiEliminaRicordo che lo elogiavi e ne parlavi bene di Asimov ma..forse e meglio cambiare genere Gianfry :P così sarai molto più soddisfatto :D
Di Asimov ho letto giusto l'antologia "Io, Robot" e ricordo che mi era piaciuto, anche se non mi piace la pura fantascienza... e le antologie ancora meno! Recensione onestissima, contenente i punti deboli e i punti forti del volume.
RispondiEliminaBravissimo Gianfranco! Silvia, direi che hai ufficialmente un nuovo, fidatissimo collaboratore.
@Giada
RispondiEliminaNo dai, magari ha ragione a recensirlo così, poi uno dice quello che vuole di un libro, però magari certi testi vanno contestualizzati, no? No? Ok, no...
@Mik
[Silvia, direi che hai ufficialmente un nuovo, fidatissimo collaboratore.]
Ahahaha, credo che questo sodalizio durerà poco... aspetta che riprenda la scuola...
@Giada
RispondiEliminaNonostante la sufficienza questo libro è stato una delusione, ma non per questo ho depennato Asimov, anzi sto pensando di dargli un'altra possibilità e leggere i seguiti :P
P.S. La mamma deve solo star zitta!
@Fabio
Grazie! Dick lo devo provare assolutamente!
@Rosy
<3
@Mr Ink
Abissi l'ho letto pensando fosse un giallo ambientato nel futuro, ma io per giallo intendo morto + indizi + sospetti + indagini + moventi vari + assassino finale. Qui c'è solo il morto + l'assassino finale, e manca tutto il resto...
P.S. Mi diverto a rompere le scatole a mia madre qui sul blog... credo che non si libererà di me tanto facilmente! :P
Forse 16 anni sono veramente pochi per capire Asimov, si tenga presente che il libro è del 1953 e che un certo tipo di "fantascienza", tecnologica, allora andava per la maggiore, ma il buon Dottore (così è soprannominato Asimov) aveva una vivissima intelligenza e la utilizzava creando situazioni "impossibili" da cui uscirne brillantemente; non è necessario spiegare tutto il contesto altrimenti il racconto sarebbe stato una noia mortale. Continua a leggere fantascienza ed Asimov, ma giudicalo come "storia" della fantascienza
RispondiEliminaho iniziato ha leggere Isaac con Abissi d'acciaio; mi sono fermato a metà, ma mi è stata molto utile questa lettura ora so perché l'umanità è su di un binario sbagliato apprezzare un libro del genere è puro infantilismo, d'altronde la folla ha necessità di vivere con il pensiero le idee degli altri ed è pronta a credere a qualsiasi scemenza come il fatto di essere stati raggiunti da esseri exstra terrestri quando è sufficente capire con il proprio ragionamento che nel nostro sistema solare i pianeti sono tutti disabitati (non ci sono segni di vita) e dunque se esseri intelligenti sono riusciti a costruire macchine perfette per raggiungerci da pianeti lontanissimi avrebbero una tale intelligenza e progresso che non avrebbero problemi a presentarsi.
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