Detto questo, passiamo al libro di oggi. Mamma mia, è da un sacco che non posto una vera recensione, faccio proprio la figura della latitante, ma la verità è che lo sono davvero >.<
Schegge di Sebastian Fitzek
| Elliot, collana Scatti, 2010 | pag. 360 | € 18,50 - € 9,90 |
Quando Marc Lucas, avvocato che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri, viene a conoscenza di un esperimento psichiatrico che potrebbe cancellare dalla sua memoria i terribili ricordi che l’accompagnano e lo tormentano dal giorno in cui sua moglie incinta ha perso la vita in un incidente automobilistico del quale lui si sente responsabile, non ha dubbi: la sola speranza di liberarsi di questo peso insopportabile vale il rischio infatti di sottoporsi all'esperimento. Ma, invece che concedergli sollievo e alleviare le sue pene, con l’inizio dei primi test l’orrore comincia a prendere possesso di ogni attimo della sua vita: di ritorno dalla clinica psichiatrica, la chiave di casa non apre più l’appartamento, il nome sul campanello non è più il suo e, quando la porta viene aperta dall’interno, l’incubo ha inizio… Intenso e mozzafiato, sorprendente e inaspettato, Schegge è il romanzo più recente di Sebastian Fitzek e quello che ne ha decretato la definitiva affermazione come il più originale giallista tedesco di questi ultimi anni.
Voto:
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Mi piace iniziare un suo libro e non capirci assolutamente nulla, mi piace trovarmi di fronte a enigmi apparentemente irrisolvibili per poi scoprire che la verità ce l'avevo proprio lì, davanti agli occhi, e mi piace come la logica e la scienza portino sempre a soluzioni plausibili per quando incredibili.
In pratica di Fitzek non amo i personaggi, ma le storie. Storie che sono come dei complicatissimi rebus e dei cervellotici sudoku. È vero che sentire sulla pelle le emozioni dei protagonisti è una cosa quasi fondamentale per me, ma se con i suoi romanzi non succede sinceramente non m'importa. L'unica cosa che davvero m'interessa è arrivare il prima possibile all'ultima pagina per dare una risposta alle innumerevoli domande che mi si sono formate nella mente.
In Schegge ci troviamo davanti al classico puzzle i cui pezzi sono stati sparpagliati nel modo più confuso possibile lungo le trecentosessanta pagine del romanzo, e tocca a Marc, un giovane assistente sociale laureato in legge, risolvere l'enigma di cui si trova essere vittima e protagonista. Tutto succede nel giro di poche ore. Improvvisamente nessuno lo riconosce più, le carte di credito non gli funzionano, alla scrivania del suo ufficio siede un altro uomo, e nell'appartamento in cui ha traslocato da poco vive la moglie morta settimane prima. Il caos regna sovrano, e più Marc cerca di darci un senso, più i collegamenti con la sua vita vera si spezzano: non ha un presente a cui aggrapparsi e i ricordi si rivelano inutili e vigliacchi traditori.
Ed è proprio sui ricordi che Fitzek ci pone un 'interessante interrogativo già dalle prime pagine. Cosa succederebbe se fosse possibile cancellare dalla mente umana tutto il dolore che la vita ci ha inflitto? Una madre non dovrebbe piangere la scomparsa di un figlio, una coppia si potrebbe gettare il divorzio alle spalle senza inutili piagnistei, e l'esistenza di ognuno di noi si snoderebbe senza pentimenti, rimorsi e sofferenza.
Ma non sono i colpi bassi a renderci più forti? Non sono le lacrime che abbiamo versato ad averci reso quello che siamo?
Eppure Marc riceve questa agghiacciante proposta da uno strano individuo e nonostante rifiuti di sottoporsi a un esperimento tanto folle, perché la sua vita sembra un cubo di rubik dalle facce scombinate?
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Mi sa che questo papà l'ha letto. Non so! Non lo sa manco lui, mi sa: ha una memoria prodigiosa per i titoli. :P Di Fitzek aveve letto La Terapia e, nonostante già avessi intuito il finale, mi aveva divertito parecchio. Tenterò con altro, prima o poi.
RispondiEliminanon ho mai letto nulla di quest'autore, ma con un gruppo di lettura per giugno leggerò anche io LA TERAPIA di fitzek! vediamo ^_^
RispondiElimina@Mr Ink
RispondiEliminaAhahaha, ne conosco di persone così x°D quindi capisco benissimo!
La Terapia è forse uno dei più divertenti, una volta finito sarebbe da rileggere dal principio!
@Angela
Mi ripeto, ma La Terapia è forse il mio preferito!
Fitzek è in assoluto uno dei miei scrittori preferiti, Schegge per me è uno dei meno potenti, ma vale comunque la pena leggerlo :)
RispondiEliminaUh le trame così intricate mi piacciono un sacco solitamente - almeno nei film - nei libri devo ancora provare e di sicuro darò a Fitzek una chance :D
RispondiEliminaLa cosa dei ricordi poi è già vista, ma mi affascina sempre U_U
Concordo al 100%, e non ho altro da aggiungere :D
RispondiElimina@Nico Donvito
RispondiEliminaPer ora l'unica delusione di Fitzek è stato Il Bambino che sinceramente mi ha annoiata. Schegge l'avrei solo alleggerito nella parte centrale, però se ripenso alla storia e a come è stata smontata e rimontata mi viene solo da battere le mani. Fitzek è geniale!
@Daydream
Sì che ti piacciono anche nei libri queste storie... prova prova!
@Camilla P
*batte cinque* :P
Bellissima recensione! ^__^ Non conoscevo l'autore ma devo assolutamente rimediare! E questo libro in particolare mi incuriosisce tantissimo!!! *__*
RispondiElimina@Siannalyn
RispondiEliminaSe ti piace il genere Fitzek è quasi una garanzia, se non ti piace è così semplice, immediato eppure intrigante che lo adorerai!
@Siannalyn
RispondiEliminaSe ti piace il genere Fitzek è quasi una garanzia, se non ti piace è così semplice, immediato eppure intrigante che lo adorerai!