19 luglio 2016

Recensione, Sette Minuti Dopo la Mezzanotte di Patrick Ness

Cari lettori, finalmente pubblico la recensione di questo gioiellino di libro che mi sono letta durante il viaggio che mi ha portato dall'Emilia Romagna alla Calabria. Sono arrivata a destinazione con un groppo in gola che non vi dico, ma sono felicissima di essermelo gustata al meglio, di averlo letto tutto d'un fiato e di averlo fatto mio pagina dopo pagina.
A questo punto attendo con ansia l'uscita del film.

Sette Minuti Dopo la Mezzanotte di Patrick Ness

| Mondadori, 2012 | pag. 222 | € 16,00 - € 10,00 |
Il mostro si presenta sette minuti dopo la mezzanotte. Proprio come fanno i mostri. Ma non è il mostro che Conor si aspettava. Il ragazzo si aspettava l'orribile incubo, quello che viene a trovarlo ogni notte da quando sua madre ha iniziato le cure mediche. Conor si aspettava l'entità fatta di tenebre, di vortici, di urla... No. Questo mostro è un po' diverso. È un albero. Antico e selvaggio. Antico come una storia perduta. Selvaggio come una storia indomabile. E vuole da Conor la cosa più pericolosa di tutte. La verità.




Voto:

Intorno a certe storie non si può girare intorno, è inutile, "la verità" è l'unica soluzione possibile.  
È questo che il MOSTRO cerca di insegnare al giovane Colin, un tredicenne che lotta quotidianamente contro la malattia della madre e la paura di perderla... ma è solo un momento, perché le cose si sistemeranno, lei si curerà e tutto tornerà come prima. Intanto lui pensa alla colazione, a far partire la lavatrice a buttare la spazzatura. Va a scuola, e quello è il momento più difficile dell'intera giornata. Da quando hanno saputo di sua madre nessuno lo guarda più, è come se improvvisamente fosse diventato invisibile; la maestra non lo interroga e non gli chiede i compiti, perché tanto lo giustificherebbe; i compagni non gli rivolgono una parola, perché non saprebbero cosa dirgli e l'unico momento in cui sente di esserci è quando i tre bulli della scuola se la prendono con lui.
A un quadro già non propriamente idilliaco un giorno si va ad aggiungere la nonna, che arriva per dare una mano, anche se... nessuno gliel'ha chiesta, lui e sua madre se la sono cavata sempre benissimo anche da soli. E poi dall'America ricompare suo padre, dopo averli abbandonati per ricostruirsi una nuova famiglia dall'altra parte dell'Oceano eccolo, tutto sorrisi, vane promesse e stupidi nomignoli con cui apostrofarlo.
Colin è sempre più esasperato. Nemmeno la notte gli è di conforto perché - o c'è l'INCUBO - o arriva il MOSTRO. Eppure non lo teme quel grande tasso che si sradica dal suolo assumendo, in un groviglio di rami e foglie, fattezze quasi umane; non lo teme nemmeno quando lo vede attraversare il piccolo cimitero, scende dalla collina e arriva alla finestra della sua camera.

Proprio non hai paura, vero?
- No. Non di te comunque.
Il mostro strinse gli occhi.
Ne avrai, disse. Prima della fine.

Il MOSTRO ha tre storie da raccontare. La quarta spetterà a Colin e dovrà essere la verità. Basta finzioni. Basta inganni. Basta bugie. 
Un romanzo delicatissimo e infinitamente commovente in cui la fantasia sovrasta la realtà, nascondendone in parte le brutture e le ipocrisie.
Mi ha ricordato Il Labirinto del Fauno perché dietro a una storia cupa, dark, dalle tinte quasi horror, si cela la vita, quella vera, che non fa sconti, non ha pietà, non guarda in faccia a nessuno. E il grande albero, dalle braccia nodose, con il suo caldo alito odoroso di terriccio, è una guida, un po' come i tre fantasmi del Natale di Dickens; lui mostra a Colin storie dai doppi risvolti in cui niente è come sembra, in cui spesso la verità è celata dall'egoismo, dall'invidia, dagli inganni, ma a fronte di una narrazione quasi surreale c'è una parabola profonda, veritiera, dura da digerire.
Sette Minuti Dopo la Mezzanotte doveva portare in copertina il nome di Siobhan Dowd (Il Mistero del London Eye, La Bambina Dimenticata dal Tempo), ma credo che l'autrice, scomparsa prematuramente, possa riposare sonni tranquilli; Patrick Ness, ha saputo dare identità a quei personaggi solo abbozzati, togliendo la polvere a un manoscritto che non poteva - non doveva - restare chiuso in un cassetto. Perché questa è una di quelle storie che fa del bene e del male allo stesso tempo. Da una parte ti mette le catene, dall'altra ti rende libero. 
Imperdibile l'edizione illustrata da Jim Kay (Harry Potter e la pietra filosofale) le cui chine rendono il tutto ancora più nero e opprimente, ma non fatevi fuorviare dal font macroscopico, dalla presenza di disegni e dalla classificazione standard che lo cataloga dai 12 anni in su. No. Patrick Ness racconta la storia di un tredicenne, imprigiona tra le pagine il suo dramma, la sua rabbia, i suoi incubi peggiori, ma in realtà è agli adulti che parla, perché se un bambino ha il potere di rifugiarsi nella fantasia, loro hanno il dovere di riportarlo alla vita vera. Quella vita che bisogna imparare a mordere e a prendere a calci, ma a cui capita di doversi anche arrendere.

Al cinema




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6 commenti:

  1. Splendido.
    E devo proprio acquistarne una copia.
    Lo voglio, in libreria!

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  2. Oddio, il paragone con Il Labirinto del Fauno mi spaventa... quanto ho pianto con quel film!
    Romina

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  3. Quante emozioni questo bellissimo romanzo! Voglio subito il film! Spero proprio che sia all'altezza delle aspettative (guai se non lo è!).
    Nell'attesa potrei vedermi The Orphanage, giusto per prendere confidenza con il regista, e poi ne hai parlato così bene...anche se, in tema horror, devo ancora riprendermi dal finale scioccante di Sinister O_O


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  4. @Mr >Ink
    è merito tuo se me l'hanno regalato!

    @Romina
    A chi lo dici!

    @Emy
    Eh sì... ti strizza come un mocio.
    Orphanage non è proprio un horror, o meglio lo è, ma ti giuro, è molto molto di più. Intenso come pochi.

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  5. Grazie Silvia per aver consigliato questo libro!
    Mi è piaciuto moltissimo.
    :*

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  6. Felicissima che ti sia piaciuto Nina :)

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