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Ci Proteggerà la Neve di Ryta Sepetys
| Garzanti, 2016 | pag. 368 | € 16,90 |
Il vento solleva strati leggeri di fiocchi ghiacciati. Joana ha ventun anni e intorno a sé vede solo una distesa di neve. È fuggita dal suo paese, la Lituania. È fuggita da una colpa a cui non riesce a dare voce. Ma ora davanti a sé ha un nuovo nemico: è il 1945 e la Prussia è invasa dalla Russia. Non ha altra scelta che scappare verso l'unica salvezza possibile: una nave pronta a salpare verso un luogo sicuro. Eppure la costa è lontana chilometri. Chilometri fatti di sete e fame. E Joana non è sola. Accanto a lei ci sono altre anime in fuga, ognuna dal proprio incubo, in viaggio verso la stessa meta. Emilia, una ragazza polacca che ha soli quindici anni aspetta un bambino, e Florian, un giovane prussiano che porta con sé il peso di un segreto inconfessabile. I due hanno bisogno di Joana. Perché lei non ha mai perso la speranza. Perché la guerra può radere al suolo intere città, ma non può annientare il coraggio e la voglia di vivere. È grazie a questa sua forza che Joana riesce ad aiutare Emilia nella gravidanza e a far breccia nel carattere chiuso e diffidente di Florian. I loro giorni e le loro notti hanno un'unica eco: sopravvivere. E quando la nave finalmente si intravede all'orizzonte, la paura vorrebbe riposare in un porto sicuro. Ma Joana sa che non si finisce mai di combattere per la propria vita, ed è pronta ad affrontare ogni ostacolo, ogni prova, ogni scherzo del destino. Finché guardando in alto vedrà un cielo infinito pieno di neve, saprà che quel candore le darà la forza per non arrendersi.
Voto:
Il 17 settembre 1939 la Russia aveva invaso la Polonia da est.
Mi ricordavo quelle date.
Due nazioni in guerra avevano avvinghiato la Polonia come bambine che litigano per una bambola. Una la prendeva per una gamba, l'altra per un braccio. Tiravano così forte che un giorno la testa era saltata via.
Due nazioni in guerra avevano avvinghiato la Polonia come bambine che litigano per una bambola. Una la prendeva per una gamba, l'altra per un braccio. Tiravano così forte che un giorno la testa era saltata via.
In Ci Proteggerà la Neve il periodo storico è un po' sempre lo stesso, ci spostiamo solo geograficamente, questa volta siamo in Germania, ed è un altro crimine - taciuto anch'esso - che l'autrice denuncia: l'affondamento del transatlantico Wilhem Gustloff su cui persero la vita diecimila persone. Per capire la proporzione della tragedia, basti pensare che il Titanic fece "solo" millecinquecento vittime.
Ma Ruta Sepetys, nata in America, di origini lituane, è nota per disseppellire segreti e scomode verità, e per raccontare una guerra priva di ideali e debordante di fanatismo, portatrice infetta di morte e orrore.
La sua penna ci parla di gente comune che tenta di salvare disperatamente i propri figli, di uomini e donne che confidano in un futuro migliore, ma che in realtà vorrebbero solo tornare al passato, in quegli anni in cui se vivere o morire non lo decideva un altro essere umano, ma il destino.
Per questo l'autrice ha voluto scrivere un romanzo a quattro voci, in poco più di trecentocinquanta pagine ha cercato di cancellare quella linea tragicamente netta che ci portava a mettere i "buoni" da una parte e i "cattivi" dall'altra e ha raccontato la storia di quattro anime braccate dal senso di colpa, dal destino, dalla vergogna e dalla paura. Joana, Florian, Emilia e Alfred. La lituana, il prussiano, la polacca e il tedesco.
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La sua penna ci parla di gente comune che tenta di salvare disperatamente i propri figli, di uomini e donne che confidano in un futuro migliore, ma che in realtà vorrebbero solo tornare al passato, in quegli anni in cui se vivere o morire non lo decideva un altro essere umano, ma il destino.
Per questo l'autrice ha voluto scrivere un romanzo a quattro voci, in poco più di trecentocinquanta pagine ha cercato di cancellare quella linea tragicamente netta che ci portava a mettere i "buoni" da una parte e i "cattivi" dall'altra e ha raccontato la storia di quattro anime braccate dal senso di colpa, dal destino, dalla vergogna e dalla paura. Joana, Florian, Emilia e Alfred. La lituana, il prussiano, la polacca e il tedesco.
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Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.
Vedi perché ti lovvo? Perché scrivi recensioni così. Mamma mia... i brividi. Ok, lo compro. Subito. Ora! Grazie! :*
RispondiElimina<3 lovvo... ma se metto due parole in fila in modo decente è merito dei libri belli, quando sono meh o bleah è difficilissimo. Soprattutto se sono meh. Quelli bleah è anche divertente massacrarli ;)
RispondiEliminawow che recensione meravigliosa, complimentissimi <3
RispondiEliminaUna recensione davvero splendida, Silvia!! Quest'autrice è sempre stata in wishlist, ma dopo aver letto queste parole sale ai primi posti!! Amo anche io i romanzi profondi e impegnativi emotivamente, oltretutto il fatto storico di cui parla non l'avevo mai sentito nominare, e ne sono molto incuriosita.
RispondiEliminaGrazie <3
Ragazze grazie, Alenixedda leggilo, non te ne pentirai!
RispondiEliminaQuesta sì, che è una recensione! Della Sepetys non ho ancora avuto il coraggio di leggere nulla... però a casa ad aspettarmi c'è già il suo Avevano spento anche la luna e in wishlist su Amazon ci sono sia questo, che l'altro suo romanzo, quello con ragazza/libri in copertina di cui ora mi sfugge il titolo. Immagino siano tutti tanto dolorosi quanto meravigliosi... o sbaglio? Devo solo aspettare il momento giusto... devo essere in vena di farmi spezzare il cuore X°D
RispondiEliminaLa Septys migliora di libro in libro, dipende se vuoi partire dal top o meno. Questo è stupendo, il migliore di tutti, ma anche Una Stanza Piena di Sogni è bellissimo.
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