So Tutto di Te di Clare Mackintosh
| De Agostini 01/2018 | pag. 444 | € 17,00 |
È il solito viso stanco quello che Zoe Walker, madre quarantenne e divorziata di due figli, intravede riflesso nel finestrino del treno che la sta riportando a casa. È un venerdì come tanti, e dopo un'intera settimana trascorsa ad assecondare un capo impossibile, tutto ciò che desidera è accoccolarsi sul divano tra le braccia del nuovo compagno, Simon. Ma mentre sfoglia impaziente e distratta una copia della London Gazette, la sua mano si blocca di colpo. Perché il volto di donna che pare fissarla da quelle pagine gualcite, un po' fuori fuoco ma inconfondibile in mezzo alle immagini equivoche delle hotline a pagamento, altri non è che il suo. E se i famigliari insistono che debba trattarsi di un errore o di uno scherzo, Zoe non può fare a meno di restarne turbata, anche quando l'indirizzo web che accompagna la foto si rivela inesistente. La sua inquietudine si trasforma in incubo quando, sullo stesso giornale e corredata dal solito indirizzo Internet, appare la foto di un'altra donna, che in capo a pochi giorni viene ritrovata uccisa alla periferia di Londra. Nessuno, nelle forze dell'ordine o in famiglia, sembra disposto a credere che tra l'omicidio e gli annunci del misterioso sito findtheone.com possa esistere un legame. Ma mentre il conto delle vittime sale inesorabile, il sospetto che quella di Zoe non sia semplice paranoia si fa strada nella mente dell'agente Kelly Swift, abile e impulsiva detective in cerca di riscatto.
Voto:
Di sicuro So Tutto di Te è quel tipo di romanzo che si guadagna punti un poco per volta, inizia come un diesel, procede mantenendo un'andatura costante, poi spinge l'acceleratore per culminare in un finale dal doppio twist davvero niente male.
A penalizzare un po' il tutto sono state le prime duecento pagine. Scorrevoli, scritte in modo lineare (a parte qualche passaggio leggermente confuso), ma poco coinvolgenti. Da una parte c'è la narrazione di Zoe, quarant'anni o poco più, un ex marito, due figli, un compagno che la adora, e una vita scandita dalla routine. Dall'altra Kelly Swift, un'agente di polizia fermamente convinta che ogni richiesta d'aiuto vada ascoltata e pronta a scavare nel passato delle vittime affinché nessuna domanda resti priva di risposta.
Le strade di queste due donne si incrociano nel momento in cui Zoe, sfogliando per caso la London Gazette, nota una sua foto su uno di quegli annunci che di equivoco hanno poco, e anche se inizialmente pensa a una strana coincidenza, ben presto una serie di episodi le danno conferma dell'esatto contrario. Qualcuno la sta seguendo. Qualcuno conosce ogni suo singolo spostamento, sa quale strada percorre la mattina e quale treno prende la sera e solo l'agente Swift sembra prendere sul serio le ansie di una donna che agli occhi di molti è semplicemente paranoica.
So tutte queste cose perché non ti è mai passato per la mente che qualcuno ti osservi.Che dire... sicuramente il tema affrontato da Clare Mackintosh è di estrema attualità, unisce il furto d'identità allo stalking, ti lascia con un forte senso di inquietudine e molti spunti su cui riflettere, ma non stiamo guardando uno speciale di Porta a Porta, bensì leggendo un thriller e la parte che dovrebbe fare da intrattenimento - a mio avviso la più importante - ha dei punti deboli, due per l'esattezza, ovvero il doppio pov e l'uso alternato della prima persona con la terza che - in questo contesto - non hanno motivo di coesistere.
La routine ti dà conforto. È familiare, ti tranquillizza.
La routine ti fa sentire al sicuro.
La routine ti ucciderà.
Sono in molti a non amare quei romanzi in cui i capitoli si aprono con il nome del personaggio, dicono che si rompa il patto con il lettore, perché un autore deve essere tanto bravo da farti capire sempre chi sta parlando, senza doverlo scrivere. Io non sono dello stesso avviso, ma la Mackintosh ha preferito non porsi il problema aggirandolo e usando la prima persona per Zoe e la terza per Kelly. Peccato che sia una terza persona "fasulla" perché l'obiettivo non spazia, resta sempre puntato su di lei, su un personaggio tra l'altro utile solo ai fini della trama, ma non così accattivante da volerne seguire le vicende personali. Che abbia avuto un problema di gestione della rabbia, che sua sorella sia stata vittima di un crimine irrisolto, che la sua vita sia un mezzo disastro... perdonate la franchezza, ma a me non fregava niente, anzi, mi distraeva da Zoe, l'unica che volevo seguire davvero (ero entrata in modalità stalker xD).
Fortunatamente la parte corposa del romanzo è dedicata proprio a lei. Stesso treno mattina e sera, stesso posto a sedere, magari anche stesso giornale da leggere per ammazzare il tempo, di sicuro stesso tragitto a piedi per arrivare in ufficio. In una Londra caotica in cui nessuno si conosce davvero Zoe dovrebbe essere un'ombra, un puntino tra un milione, ma basta poco per ritrovarsi alla mercé di chiunque. Una foto sui social, un click online, un like su Facebook...
Desiderare di essere invisibile e non poterlo essere è la grande falla del nostro secolo: non avere privacy, essere dei pesci in un acquario, vivere inconsapevolmente in un moderno Grande Fratello. Prendere atto di tutto questo può solo gettarti nella paranoia più totale ed è "divertente" vedere come la realtà di Zoe si deformi poco alla volta. L'autrice poi da questo punto di vista è furba, si sbilancia al punto giusto e i personaggi secondari te li fa conoscere per gradi, gettando un sasso e nascondendo la mano. Sono tutti sospettabili, ma innocenti fino a prova contraria.
Perfetto il finale che mi ha convinta a mettere un + vicino alle tre stelline. Senza quel doppio twist il romanzo sarebbe scivolato via in modo indolore, invece ti lascia in un angolo, da solo, a leccarti una ferita che non ti eri accorto di avere.
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Lascio stare, ché poco ispirava.
RispondiEliminaBe' argomenti bene i pro e i contro, sempre precisa :)
RispondiEliminaRomina
@mr ink
RispondiEliminaeh, sì, a te non piacerebbe, l'ho cmq trovato un romanzo più al femminile.
@Romina
Ci si prova xD
Io l'avevo trovato "tiepido" non un granché.
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