28 agosto 2018

Recensione, BULL MOUNTAIN di Brian Panowich

Si riparte con il blog e si riparte alla grande con il Book Bloggers BlabberingCome saprete (lo sapete vero? siete sempre sul pezzo, giusto?) la casa editrice del mese è la NN e oggi parliamo di un romanzo che se amate i noir, le faide familiari, le storie di vendetta e le emozioni forti, be', non potete proprio perdervi.

Bull Mountain di Brian Panowich

| NNE, 2017 | pag. 295 | € 18,00 | Bull Mountain #1 |

Clayton Burroughs appartiene a una famiglia di fuorilegge che, da generazioni, mantiene il controllo di Bull Mountain, trafficando whiskey di mais, marijuana e infine metanfetamina. Per lasciarsi alle spalle le sue origini, Clayton sposa la bella Kate e diventa lo sceriffo della città a valle. Ma quando l’agente federale Simon Holly minaccia di distruggere l’impero dei Burroughs, Clayton si trova a dover affrontare i ricordi, le paure, il disprezzo della famiglia e la volontà di redimere un passato di tradimenti, sangue e violenza. Con un ritmo serrato, la storia della famiglia Burroughs viene raccontata a turno da tutti i personaggi, fino all’imprevedibile epilogo.Paragonato ai mostri sacri del crime, del southern noir e delle saghe familiari, Bull Mountain ha una struttura che ricorda True Detective, dialoghi che rimandano a Breaking Bad e personaggi che sembrano usciti da Fargo. E con una scrittura luminosa ci parla dell’onestà e della fedeltà alle proprie radici, e di come a volte sia doloroso ma indispensabile distruggerle per poterle onorare e proteggere.Questo libro è per chi ama camminare in montagna per arrivare a bucare le nuvole e a vedere l’immensità del cielo, per chi decide ogni giorno di smettere di fumare e di bere, per chi indossa camicie di flanella rosse e blu, e per chi ha capito che appartenere a una terra, a una famiglia o a una persona, non vuole dire possederla ma amarla con tutto il cuore.
Dopo aver letto Bull Mountain ho capito una cosa. Non c'è un libro che possa escludere a priori dalla mia wish list, non c'è storia che non potrebbe colpirmi e appassionarmi per quanto lontana dalle mie corde. Tutto sta nel trovare un autore capace di premere i tasti giusti.
Brian Panawich deve aver intinto la penna nel whiskey  quando ha scritto Bull Mountain, un noir ad alta gradazione alcolica che parla di traffici illegali, produzione di metanfetamina, faide familiari e strade senza ritorno.
I personaggi sono vivi, palpitanti, guidati da istinti primordiali, non ci sono né santi né eroi e una cosa è certa, dei  Burroughs difficilmente vi dimenticherete. Tre generazioni di uomini ruvidi come la terra su cui sono cresciuti e spigolosi come le rocce delle montagne che custodiscono i loro segreti. Sono gente dal grilletto facile, conoscono il sapore del sangue, hanno braccia robuste per le troppe fosse scavate e odorano di muschio e polvere da sparo.
È di loro che vi ricorderete una volta sfogliata l'ultima pagina. Di Halford e Clayton Burroughs, dell'assassino e dello sceriffo. Di due fratelli uniti dal sangue ma divisi dall'onore.
Panowich descrive un'America rurale ostile e gretta governata da soli uomini in cui le donne sono per lo più una cornice, una mera necessità per sfogare i propri istinti e mettere al mondo quei figli che prenderanno il loro posto. Bambini che imbracceranno un fucile troppo presto, ragazzini costretti a guardare in faccia la morte quando ancora non sanno niente della vita. Non c'è etica, non c'è compassione, e sfuggire ai demoni di Bull Mountain sembra impossibile.
Struttura e stile sono i due grandi punti di forza del romanzo. Panawich nonostante sia al suo esordio sa essere tagliente, duro, incisivo e l'alternanza tra presente e passato non solo crea un grande dinamismo, ma offre continui tasselli da inserire nel grande e complicato puzzle dei Burroughs. Prende così forma un romanzo che mischia il genere hard boiled con il noir, il drammatico con il western; quasi trecento pagine da consumare avidamente e in silenzio, senza sapere da che parte schierarsi, senza condannare o assolvere nessuno. È la fame implacabile di giustizia e rivalsa che mi ha tenuta incollata alle pagine, perché per quanto si parli di illegalità, federali, traffici di armi e droga, Bull Mountain resterà sempre un romanzo sulla vita e sulla morte. Sui passaggi di testimone, sugli istinti che ci guidano e le braccia che ci confortano.
Trama semplice, personalità complesse e una storia vera, nerissima e corrotta fino al midollo. Assolutamente da leggere.

Acquista su Amazon


Il Book Bloggers Blabbering

6 agosto 2018

SI STACCA LA SPINA!


Lettori belli, vado in ferie! Resto attiva su Instagram, su Facebook, ed è ovviamente super attivo il Book Bloggers Blabbering (lui non si ferma mai!) che dedica Agosto alla meravigliosa casa editrice NN. A questo link trovate tutti gli aggiornamenti, iscrivetevi alla pagina e non ne perderete nemmeno uno!

Ci si risente il 20 Agosto, buoncaldo a tutti!

1 agosto 2018

Recensione, Jeremy Poldark di Winston Graham

Fanciulle - sì ormai mi rivolgo solo a voi perché di uomini che leggono questa saga secondo me non ne esistono e vi capisco - eccomi tornata a parlarvi del terzo libro di Poldark. Un libro che mi avevano detto essere il meno interessante e che invece ho apprezzato molto, trovo Graham bravissimo nelle parti descrittive e le pagine dedicate al processo di Ross mi ha tenuta incollata. Quindo GO GO, si procede, anche se adesso penso di prendermi una pausa, ho dieci giorni di ferie e mi aspettano altre letture!

Jeremy Poldark di Winston Graham

| Sonzogno, 2017 | pag. 336 | € 18,00 |
- saga Poldark 3/12 -

Comovaglia, 1790-1791. Il terzo volume della saga di Poldark si apre su uno dei momenti più cupi della vita di Ross e Demelza, distrutti dal lutto per la morte della figlia Julia. È in questa lugubre congiuntura che Ross viene messo sotto processo, con l'accusa di avere istigato il saccheggio di due navi naufragate, reato per il quale è prevista l'impiccagione. In un clima avvelenato da inimicizie e vecchi rancori, su cui grava la paura che lo spirito sovversivo della Rivoluzione francese possa dilagare anche nel resto d'Europa, il suo caso è delicato e controverso. E il nemico di sempre, George Warleggan, non esita a tramare perché si giunga a una condanna. Intanto, anche il matrimonio con Demelza attraversa un periodo molto critico: i rapporti si sono infatti raffreddati, minati da incertezze e incomprensioni, tanto più che all'orizzonte di Ross ricompare Elizabeth, mai dimenticata e ora più civettuola che mai. Quando la moglie gli rivela di essere di nuovo incinta, nell'animo di Ross si combattono sentimenti contrastanti: il bambino in arrivo offrirà alla coppia l'occasione per riavvicinarsi o li renderà ancora più distanti? E la nascita di Jeremy, che coincide con la decisione di riaprire una delle miniere di rame, quale fase inaugurerà nella vita di Ross?
Voto:

Tre libri in una settimana circa. Un record. Lo ammetto, aver seguito la serie tv mi ha permesso di capire al volo certi passaggi, di focalizzare immediatamente i vari personaggi, soprattutto quelli nuovi, e anche se solitamente vale la regola del "prima si legge poi si guarda", questa volta non mi pento del contrario. Sono due esperienze assolutamente complementari e poi immaginarsi Aidan Turner nei panni di Ross, be', è tutta un'altra faccenda. Trovo tra l'altro il personaggio del tenebroso capitano Poldark quello più "vero" e ben delineato. Un uomo difficile certo, pieno di controsensi e idiosincrasie, ostile, introverso, insolente, suscettibile e con una vena sarcastica che spesso sfocia nell'insolenza, ma Ross è anche profondamente devoto alle cause dei più deboli e se potesse porterebbe sulle sue spalle tutto il peso della Cornovaglia.
Peccato che abbia anche delle debolezze e che al momento quella più grande porti il nome di Elizabeth.
Da lettrice e spettatrice però non so quanto questo sentimento possa chiamarsi amore. Ross ha sempre ammirato Elizabeth, l'ha messa su un piedistallo, l'ha idealizzata e al ritorno dalla guerra ritrovarsela a un passo dal matrimonio con il cugino Francis ha creato una frattura insanabile non solo nel suo cuore, ma anche nel suo orgoglio.
Elizabeth è un prurito, un tarlo, una rivendicazione. E lei lo sa. Ohhh, eccome se lo sa, e quanto detesto il suo civettare con classe, quella sciocca consapevolezza tipica della gatta morta, ma non ha capito che a un uomo come Ross non puoi lanciare il sasso e nascondere la mano. Ovviamente detesto pure lui; nonostante ami Demelza non riesce a fare a meno di paragonare la sua imperfetta moglie alla sua impeccabile ex fidanzata. E vi dirò, a volte posso anche capirlo, perché a me Demelza non è che piaccia sempre, ma questo è un problema mio (e comunque Elizabeth NO tutta la vita).
"Che cosa sarebbe successo, si chiese, se avesse sposato me? Gli eventi sarebbero stati diversi? Gli esiti sarebbero stati diversi? Io ed Elizabeth saremmo stati più felici? Tutti noi siamo schiavi del nostro carattere. Forse ci sono elementi della sua e della mia natura che avrebbero reso difficile la nostra convivenza."
Ma facciamo un passo indietro e vediamo a che punto della trama siamo.
Il romanzo si apre su un momento decisamente drammatico della vita di Ross il quale, accusato di aver depredato il carico di una nave nei pressi di Hendrawna Beach è in attesa di essere processato. I capi di accusa sono tre: istigazione alla sommossa, saccheggio e aggressione a un funzionario della Corona. Tombola! La pena più probabile è la forca.
Ovviamente ai piani alti ci sono tante persone che si prodigheranno al massimo perché faccia la peggiore delle fini, in primis George Warleggan la cui avida mano vorrebbe potersi stringere non solo sulle miniere dei Poldark ma anche intorno al collo del suo acerrimo nemico; non mancheranno però dimostrazioni di vera amicizia e blandi tentativi di consegnare i fatti alla giustizia per come sono realmente andati, ma come ben sappiamo, spesso la verità ha un prezzo. E anche la menzogna.

Pensavo che arrivati a questo punto le cose potessero venirmi a noia, invece Graham riesce sempre a mantenere alto l'interesse scavando ancora di più nelle anime di Ross e Demelza che mai come adesso devono scendere a patti con il dolore (chi ha letto il romanzo precedente capirà) e spaziando nella vita di tutti i personaggi secondari facendone entrare in scena di nuovi. Caroline Penvenen, la ricca e cinica ereditiera, è una ventata d'aria fresca in un romanzo fatto di grandi incertezze; con la sua ironia sottile e tagliente, i modi provocatori e un cuore enorme celato sotto strati di pizzi e merletti, porterà del sano tormento allo spirito pacato del buon dottor Dwight Enys.
Intanto gli echi della guerra in Francia soffiano prepotenti oltre la Manica, il clima sociale è in grande fermento, si temono ribellioni, il malcontento sembra un male più difficile da debellare dello scorbuto e tanti saranno gli escamotage per risalire la china, alcuni leciti, altri un po' meno.
Con l'immancabile stile pacato, educato e molto inglese di Graham, prosegue questa saga che ha ancora tanto da dire ma che ha già detto tantissimo. Purtroppo non ci sono tante gioie, anzi. Ross è costantemente ossessionato dalla ricerca di nuovi fondi per finanziare la miniera, il denaro resta ancora l'unica merce da cui dipendono molte vite, e il disincanto, la malinconia e le preoccupazioni, l'hanno reso un uomo meno amorevole nei confronti della vita e - ahimé - anche dei suoi affetti. Poi c'è sempre il tarlo Elizabeth impossibile da debellare e pronto a divorarlo insinuando in lui nuovi dubbi.
"E che dire della giovane donna accanto a lui che aveva amato devotamente per quattro anni e amava ancora? Gli aveva dato più di quanto Elizabeth avrebbe mai potuto: mesi di perfetta armonia, fiducia incondizionata (che adesso lui stava tradendo con il pensiero). Ah, che assurdità. Quale uomo non si guardava attorno di tanto in tanto? E quale donna avrebbe mai potuto lamentarsi se quello sguardo non diventava qualcosa di più."
Un romanzo ricco di avvenimenti e che inizia a fare da spartiacque tra Ross e le due donne della sua vita, perché purtroppo sì, il triangolo l'avevo considerato, ma trovarselo sbattuto in faccia, nero su bianco, fa tutto un altro effetto. Non mi resta che aspettare, le acque si stanno muovendo e gli argini sono sempre più fragili...
Alla prossima 8)

La saga dei Poldark


*primo ciclo*
1. Ross Poldark (1783–87) - Ross Poldark - recensione
2. Demelza (1788–90) - Demelza - recensione
3. Jeremy Poldark (1790–91) - Jeremy Poldark
4. Warleggan (1792–93) - Warleggan
5. The Black Moon (1794–95) - La Luna Nera (09/2018, Sonzogno)
6. The Four Swans (1795–97) 
7. The Angry Tide (1798–99) 

*secondo ciclo*
8. The Stranger from the Sea (1810–11) 
9. The Miller's Dance (1812–13)
10. The Loving Cup (1813–15)
11. The Twisted Sword (1815) 
12. Bella Poldark (1818–20) 

Acquista su Amazon