10 maggio 2019

Recensione, THE KINGDOM di Jess Rothenberg

Capita di finire un libro e di volersi togliere subito un sassolino dalla scarpa. Io ne ho un sacchetto pieno. La delusione per essermi fidata a occhi chiusi della Rothenber è stata cocente. Bene Silvia, così impari.

The Kingdom di Jess Rothenberg

| DeA Planeta, 2019 | pag. 350 |

Voli virtuali negli universi dei propri libri preferiti. Nuotate in compagnia delle sirene. Safari tra elefanti a strisce e purosangue dalle ali di farfalla. Questo e molto altro diventa possibile quando si varcano i cancelli del Regno, il parco a tema più straordinario di tutti i tempi. Ma l’attrazione principale sono loro: le sette principesse androidi create per intrattenere i visitatori. Sempre bellissime, sempre sorridenti, sempre pronte a trasformare i sogni in realtà. Ana, una delle predilette dal pubblico, ama la vita nel Regno. La felicità delle famiglie che accoglie ogni mattina all’ingresso è la sua felicità. Tutto cambia, però, quando Ana incontra Owen. Owen, il ragazzo dagli occhi color cioccolato che lavora nello zoo del parco, è il primo umano che non la tratta come una macchina, il primo che le fa provare un’emozione non contemplata dagli ingegneri che hanno programmato i suoi circuiti: l’amore. E quando Owen sparisce nel nulla, lasciandosi dietro solo un braccialetto carbonizzato, la favola si trasforma in incubo. Accusata di omicidio, Ana si ritrova a combattere per la sua stessa vita, e scopre che nello scintillante Regno che ha sempre chiamato casa niente è come sembra… Echi di Westworld e Il racconto dell’ancella risuonano in questo romanzo folgorante, che ha il ritmo mozzafiato di un thriller ed è al contempo una struggente storia d’amore e una toccante riflessione su che cosa, in fondo, ci rende umani.
Voto:

Spesso i miei ricordi di viaggio sono associati alla lettura di un libro e non dimenticherò mai le ore passate in macchina con il naso tra le pagine di Storia Catastrofica di Te e di Me a ridere e a piangere. Era l'estate del 2012, il panorama fuori dai finestrini cambiava senza che me ne accorgessi, un attimo era giorno quello dopo faceva buio. E io ero sempre là. Con il naso tra le pagine, insieme a Brie, morta di crepacuore dopo che il suo fidanzato l'aveva lasciata.
Ma questa è un'altra storia e se volete saperne un po' di più qui c'è la recensione.
Veniamo a the Kingdom.
Quando ho visto le anteprime di questo libro non ho subito capito, sarà che ultimamente leggo sempre meno romanzi di questo genere, sarà che sono rincoglionita di mio, ma poi la lampadina si è accesa e il romanzo in 3, 2, 1 click, è finito nel carrello di Amazon. È bastato che associassi il nome dell'autrice all'estate del 2012.

Il libro è quindi arrivato, l'ho iniziato e finito in due giorni.
E adesso sono triste.
Sono triste perché non mi è piaciuto quanto Storia Catastrofica. E non ci va nemmeno vicino, sono proprio due mondi lontanissimi e non so se potrò mai perdonare all'autrice la delusione di non avermi fatto emozionare e soffrire come sette anni fa.
Ed è un peccato perché la trama aveva un certo potenziale.
Siamo bellissime. Siamo gentili. Siamo colorate come l'arcobaleno, create per celebrare l'armonia tra le nazioni e per riflettere la diversità del mondo in cui viviamo. Ci piace cantare, sorridere e donare. Non alziamo mai la voce. Il nostro scopo è compiacere. Non diciamo mai di no, a meno che non chiediate di dirlo. La vostra felicità è la nostra felicità. Ogni vostro desiderio è un ordine per noi.
Siamo intorno al 2050 e Ana, la nostra protagonista dal pessimo nome (in inglese di sicuro suona meglio che in italiano) vive all'interno del Regno, un immenso parco giochi a tema in cui veste i panni di una delle sette fantasiste. Deve accogliere i visitatori, sorridere, trasmettere gioia e scattare foto con grandi e piccini. Non è difficile, anche perché Ana è un ibrido, ed è programmata per realizzare i sogni altrui e dire sempre di sì.
Questo è il passato. Il presente la vede invece sotto processo. Ana ha già scontato diversi mesi in prigione ed è accusata di omicidio, ma una ragazza fatta di circuiti e ingranaggi può mentire? Può, attraverso una propria coscienza, decidere di un uccidere qualcuno?

Il romanzo, come avrete capito, tocca vari argomenti, si parla dal libero arbitrio, di anima, di rispetto, di abuso di potere, plagio e sottomissione. Tutto molto attuale, ma tutto raccontato con una velata leggerezza, con troppe cose non dette e vari sottintesi. Mi ha infastidito che l'autrice si addentri in certi territori, lanci il sasso e poi nasconda la mano. Non può. Non si fa. Lo trovo scorretto nei confronti del lettore. Dov'è la Rothenberg di Storia Catastrofica che non ha fatto un solo sconto a Brie? Dov'è il dolore, dove sono le lacrime, dov'è l'ansia di non voler finire un libro per paura di uscirne distrutta? Io non ho provato niente di tutto questo. Poteva succedere qualsiasi cosa che per me sarebbe stato uguale.
Lo stesso stile narrativo, così evocativo nel romanzo d'esordio, l'ho trovato molto più semplice e poco avvolgente e la storia d'amore - che non è alla base, ma funge comunque da cardine allo sviluppo della trama  - non mi ha minimamente fatto battere il cuore.
Insomma, The Kingdom si è rivelato essere è un libro come tanti. Né più né meno. Anzi, forse meno, perché quando un'autrice ti stravolge le viscere una volta, ti aspetti quanto meno che la seconda te le spappoli. Invece no. Nemmeno una piccola ulcera e questo Jess, non me lo dovevi fare! 

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