7 dicembre 2021

Recensione, LA MIA PREDILETTA di Romy Hausmann

| Giunti, 2020 - pag. 384 |
In una notte gelida, un'ambulanza porta in ospedale una donna investita da un'auto sul ciglio del bosco. È incosciente e senza documenti. Con lei c'è una bambina dalla pelle bianchissima e gli occhi di un azzurro glaciale. L'unica informazione che riesce a dare su sua madre è che si chiama Lena. A poco a poco, però, lo strano comportamento della piccola insospettisce i medici. Non conosce il suo cognome, né il nome di suo padre, né l'indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare». E il terrore sale quando la bambina afferma innocentemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, che sua madre «ha ucciso per sbaglio papà», ma non serve chiamare la polizia perché hanno lasciato il fratellino Jonathan a ripulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto... Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un'intuizione: quella donna non può essere che Lena Beck, la figlia del suo migliore amico, scomparsa 14 anni prima. Ma c'è qualcosa di vero in ciò che racconta quella strana bambina? Come ritrovare la capanna, il fratellino e il cadavere del rapitore, se davvero è stato ucciso? All'arrivo dei genitori di Lena in ospedale, una realtà ancora più sconcertante verrà alla luce. E sarà difficile districarsi in questa rete di verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.
Voto:

Bomba 💣💥

La Mia Prediletta ha uno dei più grandi pregi che un lettore cerchi in un thriller: si divora!
Personalmente l'ho ingerito senza nemmeno masticarlo, me lo sono goduta, mi sono calata nelle atmosfere disturbate che Romy Hausmann ha portato in scena e nonostante tratti un tema decisamente abusato nel genere - quello dei rapimenti - è permeato da un tale senso di inquietudine che metterlo giù risulta impossibile.

Tutto ha inizio quando una donna e una bambina vengono portate in ospedale in seguito a un incidente e la piccola Hannah, incolume, spiega a un'infermiera che la mamma a volte non è brava, non rispetta le regole e finisce per fare cose strane... tipo cercare di uccidere papà...😐😐😐
Hannah ha dodici anni, ha vissuto l'orrore senza riconoscerlo, e la verità che ci restituisce è distorta, disarmante, terrificante eppure innocente: offrire al lettore il suo pov credo sia stato il vero colpo di genio dell'autrice 💡

Abbiamo però molto altro: un padre che non si arrende alla scomparsa della figlia, una donna che cerca di riaffacciarsi alla vita, e un passato fatto di porte chiuse a chiave e finestre sbarrate dove in pochi metri quadrati qualcuno ha cercato di far nascere un fiore e trasformarlo in un campo di girasoli.

La prima parte, estremamente nera, evocativa, claustrofobica e misteriosa, l'ho preferita alla seconda, ma è normale che con il diramare delle ombre adrenalina ed endorfine calino. La realtà spesso ha un volto fin troppo normale e quando le tessere del puzzle finiscono al loro posto la storia può avere il sapore del già visto. Ma il potere di un buon romanzo a mio avviso non risiede sempre nella trama quanto nel modo in cui questa ci viene svelata. E Romy Hausmann nel farlo è stata straordinaria 🖤

P.S. Super consigliato a chi amato Ellie All'Improvviso.




2 commenti:

  1. Spero di leggerlo prestissimo! Sono sempre alla ricerca di thriller da divorare tutti d'un fiato, peccato che siano così rari *____*

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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