30 dicembre 2015

Recensione, Mister Sandman [Morgan Lost #3]

Morgan Lost, Mister Sandman
uscita mensile 12/2015
Sergio Bonelli Editore
pag.90 - € 3,50
L'analisi di questo terzo albo poteva essere una delle più difficili di sempre e allo stesso tempo una delle più semplici. Difficile se l'avessi fatta dopo una prima lettura, semplice al termine di una seconda in cui tutto è stato terribilmente più chiaro.
Il bello di questo fumetto, almeno per me, è scovare tra le pagine messaggi nascosti o, come in questo caso, palesemente rivelatori.
L'essenza dell'albo è intuibile nelle primissime tavole che ci mostrano Morgan al cinema durante la proiezione di The New Lilith. Attraverso poche inquadrature ci vengono mostrati un uomo e una donna - due amanti - e alle loro spalle un T-Rex e un Samurai fatti di lamiere che combattono la loro ultima, distruttiva battaglia.
Una metafora.
Una citazione.
Una sintesi.
Lilith - secondo la tradizione ebraica - è la donna creata per Adamo e la madre dei demoni.
Lilith per la Bonelli è un cronoagente che viaggia nel tempo uccidendo personaggi storici e cambiando così il corso della Storia.
Una duplice citazione che riassume Mister Sandman. Tutto quello che leggerete è una parentesi, un what if, una sorta di sliding doors.
Un sogno, come cita la canzone delle Chordettes, "Mr Sandman bring me a dream" - Mr Sandman regalami un sogno - ed è quello che Chiaverotti fa. Dopo averci fatto conoscere un Morgan tormentato e solo ecco che regala a questo suo figlio con più demoni che angeli una sorta di seconda possibilità, un film tutto suo, che ahimé è destinato a trasformarsi in un terribile incubo.



Mister Sandman racconta la storia di un uomo e una donna che nulla possono contro un fato che non vuole lasciar loro alcuna tregua. A scandire gli omicidi di una diabolica creatura il cui volto è coperto da una grottesca maschera in pelle, le  note delle Chordettes. Note melodiose che potrebbero accompagnare Morgan in un sonno fatto di speranza e amore e che invece cadenzano i folli colpi di un pazzo assassino.
Chiaverotti ha provato a spargere granelli di sabbia sugli occhi tatuati del suo protagonista, ma Mr Sandman li ha colorati di sangue.
Le ultime inquadrature chiudono il cerchio, mettono fine al sogno, perché quello, Morgan, non può ancora permetterselo.


Alla prossima

29 dicembre 2015

Xmas Recap (cosa passa la tv a Natale?)

Nonostante durante l'anno il mio week end top sia libro + divano (con bevanda annessa a seconda della stagione), a Natale mi guardo tutti i film che passano in televisione. Un'overdose di robe zuccherose ad alto tasso glicemico nel 99% dei casi, ma insomma, lo sapete, no? #anatalepuoi 8)
Quindi, ecco cosa mi sono messa in vena (e vi risparmio robe assolutamente indicibili per il vostro bene e perché una dignità ce l'ho ancora)

  

→ A una fiera del fumetto ho comprato Gizmo e questo la dice lunga sul mio amore per questa pellicola. Non c'è bisogno che ve lo dica, certi film sono delle finestre sul nostro passato e i Gremlins è uno di quei panorami che non mi stanco di osservare.

→  La notte del 25, tipo a mezzanotte, hanno trasmesso Biancaneve nella Foresta Nera. All'inizio - giuro - ho avuto il timore che si trattasse di un mezzo pornazzo, poi ho notato la presenza di Sigourney Weaver e ho pensato che poteva essere qualcosa di buono. Sbagliato. 
I presupposti non erano malaccio: ambientazione gotica, un tocco di horror, un principe che vale poco e un minatore che vale molto. Una favola stravolta, e per fortuna, perché del cavaliere con il nobile destriero non sappiamo più che farcene, mentre lo zappatore di pietre preziose che gironzola a torso nudo... ci piace 8) Se poi vi dico che il principe in questione aveva pure un parruccone biondo che lo faceva somigliare a Raffaella Carrà... voi che dite? Meglio uno dei sette nani, no?
La premessa non mi dispiaceva affatto, però a questo film mancano dei dialoghi convincenti, la giovanissima Monica Keena ha spesso un'espressione che sembra dire "che ci fa una ragazza come me in un posto come questo?" e nemmeno i deliri di una Weaver soggiogata dal dolore e da uno specchio malefico salvano una pellicola che sembra perdere in partenza. Peccato.


→  Neverland invece è una miniserie in due puntate che racconta la vera storia di Peter Pan, quando era ancora un bambino normale e viveva a Londra con altri orfani e Hook. Insieme erano dei felici ladruncoli e poi la storia la sapete già, diventeranno dei felici bimbi sperduti nemici di un perfido pirata, e in circa 180 minuti scoprirete come. Una storia un po' lenta anche se affascinante, nonostante ami retelling, prequel, sequel e spin off, mentre lo guardavo facevo anche altro (tipo mettermi lo smalto alle unghie dei piedi).

  

→  Devo ammettere che guardare La Storia Infinita ogni anno sta minando il mio indice di gradimento, però non ci posso fare niente, mi basta un fotogramma e torno bambina, sono di nuovo seduta al cinema con la mia amica di scuola, sono di nuovo incantata dalle avventure di Atreyu, sogno un fortunadrago e desidero come non mai stringere tra le mani il tomo di Michael Ende e toccare l'Auryn inciso sulla copertina. Se non si torna piccoli a Natale, quando lo si fa?

→  E poi la sera del 25 - rulli di tamburi - La Storia Fantastica. Non dovrei linkarvi la mia recensione (visto che vi ho già fatto due pa**e così per troppo tempo), ma eccola. Io A-DO-RO il romanzo di William Goldman - è genio puro - e anche se il film va a limare un po' di cose, in primis Bottondoro che diventa la classica principessa con le tre B (brava-bella-buona) quando nella realtà è una perfetta cretina, pazienza: la favola del vero amore non tramonta mai.

→ La mattina del 26 hanno trasmesso Il Mago di Oz, il vecchio film del 1939 con Judy Garland, un classico intramontabile che non potevo non vedere anche perché pochi giorni prima mi ero sorbita il prequel, ovvero quella gran ciofeca de Il Grande e Potente Oz. Gente, neppure la presenza e il fascino di James Franco hanno salvato quell'accozzaglia di immagini e grafica computer; sembrava un mix tra La Fabbrica di Cioccolato di Tim Burton e Avatar di James Cameron. In breve: non si poteva guardare!

 

→  Ah, poi ho visto anche la ca**ta di Natale per eccellenza, ovvero Christmas Story. Va bene che subisco il fascino delle lucini, dei regali, del volersi più bene, e bla bla, ma a tutto c'è un limite.
In breve è la storia di un povero disaddatato senza famiglia che viene ospitato a turno dagli abitanti del paese in cui vive e per mostrare riconoscenza lascia dei piccoli doni in legno la notte di Natale davanti alla porta di ognuno. Crescendo la cosa gli sfuggirà di mano, del tipo "conquisterò il mondo" 8|

→  Ieri sera per bilanciare un po' gli acidi e gli zuccheri mi sono vista Nightmare Nuovo Incubo, tra i sequel il migliore con Freddy. Ecco, con lui posso dire di aver messo a riposo il mio spirito natalizio anche se... lo so che sembra assurdo, ma anche questi film mi coccolano a modo loro, perché mi fanno tornare indietro nel tempo e mi riportano alla mente i miei tredici anni.

Se devo dire che ho visto solo roba buona no, 
ma mi sono tanto sentita in modalità natalizia <3 
E i vostri film di Natale quali sono stati?

26 dicembre 2015

Buone Feste!

Anche se in ritardo voglio augurare a tutti i lettori che mi seguono, a quelli che capitano qui di passaggio e a quelli che non ci capiteranno mai, buone feste. 
Che questo Natale possa portarvi tutto quello che desiderate <3 


22 dicembre 2015

Recensione, IL PORTO PROIBITO di Teresa Radice e Stefano Turconi

Ebbene signori,
vi dico come si diceva ai pellegrini:
sciogliete i calzari e deponete il bordone.
Siete arrivati alla meta.
Da anni aspettavo qua gente come voi
per far vivere altri fantasmi che ho in mente.

- I giganti della Montagna, Luigi Pirandello -

Il Porto Proibito di Teresa Radice
disegnati di Stefano Turconi
Bao Publishing, 07/2015
pag. 300 - € 21
Voto:
 

Ho finito questa graphic novel tutta made in Italy ieri sera e ancora mi porto dietro il rovesciarsi delle onde, i canti dei marinai, le malinconiche poesie recitate da Rebecca e una sensazione, strana ma tangibile, dal sapore romantico del 1800.
Il Porto Proibito di Teresa Radice, splendidamente illustrato dal marito Stefano Turconi, è un viaggio nei sentimenti e nei ricordi, tra identità perdute, affermate e riconquistate.
Se siete pronti a spiegare le vele e non temete i mari in burrasca, allora non perdete tempo; questo tomo di stoffa che tanto somiglia a un testo antico e prezioso è un biglietto di sola andata per un viaggio destinato a imprimersi nella memoria di ogni lettore. Promesso.

A imprigionarvi tra le pagine leggermente ingiallite dal tempo saranno una serie di elementi imprescindibili gli uni dagli altri, legati tra loro in modo indissolubile dalla matita di Stefano che nella sua mano, cresciuta in casa Disney, diventa pura poesia. Scorre morbida e leggera senza farti sentire la mancanza dei retini, degli inchiostri, dei colori e di tutti quegli artifici che non avrebbero reso altrettanto giustizia a un racconto che vuole tenerti sospeso in un limbo. Grazie alla sua sapiente arte ci perdiamo in un tratto ricco di particolari, denso di emozioni...e ne veniamo travolti.


Poi c'è la prosa di Teresa che sembra uscita da un romanzo di altri tempi. Una prosa a tratti lirica, pregna di citazioni - da Samuel Taylor Coleridge a William Wordsworth (che non a caso sono considerati i fondatori del romanticismo), ma soprattutto introspettiva, in grado di dare profondità e respiro a ogni singolo personaggio.
La storia parte in modo semplice, ma con Teresa e Stefano al timone questo viaggio è destinato a mandare in frantumi ogni bussola, a non seguire alcuna rotta.
Quando incontriamo Abel, un quindicenne senza memoria trovato svenuto su una spiaggia del Siam e riportato in Inghilterra dall'ufficiale che gli ha salvato la vita, crediamo che alla base del libro ci sia la scoperta di un passato inghiottito dalle onde e destinato a tornare a galla, ma non è così. Non solo almeno. Ne il Porto Proibito c'è la storia di un capitano che ha tradito la Patria e ha lasciato tre figlie a piangere la sua morte; c'è la storia di Rebecca, una prostituta che nelle poesie inglesi cerca le orme da seguire e la forza per farlo; c'è la storia di Nathan uno scozzese con un pezzo di cuore nel mare e un altro sulla terra ferma.

"Come vorrei incontrare te, dietro quell'angolo. E invece ci saranno altri mari, altre coste, altri porti: altra attesa, per poterti stringere di nuovo... Un tempo nemmeno sapevo cosa fosse l'attesa: mi prendevo tutto e subito, sbranavo la vita come se non avesse un domani, bramavo calore dalle braccia di sconosciute alle quali neanche chiedevo il nome. Vagavo inquieto, braccato dal passato...quando mi chiamarono le luci del Pillar: i camini accesi, il grembo caldo di un luogo ignoto... senza tracce di me. Entrai per perdermi... e ti trovai. Non sapevo che, da quel momento, non avrei cercato nessun'altra."
Avete letto il passo riportato qui sopra? Be', è questa la narrazione che amo. Parole che sono fuoco e dolore, in grado di trasmettere passione e struggimento.
Sfogliata l'ultima pagina il groppo che avevo in gola si è sciolto. Ogni singolo personaggio ha trovato la sua strada e io - lettrice ignara di quello a cui sarei andata incontro - mi sono sentita onorata di aver fatto parte di questo viaggio. Un viaggio a cui potrei dare tanti nomi, ma che lo riassumo con uno soltanto. Vita. Il Porto Proibito è questo. Vita. Vita che è perdita, ma anche riconquista. Vita che regala e poi pretende. Vita che non sempre sai di aver vissuto. Vita che è avventura, ma soprattutto casa. Vita che è un abbraccio e poi un silenzio. Vita che è nascita. E infine morte.


Possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle.
Possa il sole splendere caldo sul tuo viso,
la pioggia cadere dolcemente sui tuoi campi.
Che sia verde l’erba sulla quale cammini,
blu il cielo sopra di te.
Siano pure le gioie che ti circondano,
veri i cuori che ti amano.
Da ora in poi, possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle,
possano i caldi raggi del sole inondare la tua casa
e la mano di un amico esserti sempre vicina…
…e fino a quando, di nuovo, ci incontreremo,
possa Dio portarti sul palmo della sua mano.

- preghiera irlandese -








 

 




17 dicembre 2015

Recensione, MORGAN LOST - secondo tempo -

"Nel nome del buio e del sangue, 
io ti sposerò, Morgan Lost... 
Sarò tua per sempre... 
Ucciderò per te, morirò per te, 
ma ti supplico: non lasciarmi..."

Morgan Lost, Non Lasciarmi
uscita mensile 11/2015
Sergio Bonelli Editore
pag.90 - € 3,50
Voto:

Scandalo! Oggi esce il terzo albo di Morgan Lost e io non vi ho ancora parlato del secondo volume, anzi del secondo tempo, insomma di come si conclude la prima storia e di quali sono state le mie impressioni.
Allora... L'Uomo dell'Ultima Notte terminava con un vero e proprio colpo di scena, e la domanda che mi frullava in testa era solo una: l'autore saprà mantenere alte le aspettative? O farà uno di quei scivoloni che comportano fratture multiple con trauma cranico annesso?
Sappiate che Claudio Chiaverotti è uscito da questo esordio tutto intero e più in forma che mai; le promesse sono state ampiamente mantenute, a ragion veduta direi, perché i suoi lettori sono bravi e buoni e non si meritavano niente di meno ;)
Anche in questo albo ci sono numerose citazioni e riferimenti cinematografici, a partire dal titolo che rimanda al tragico romanzo di Kazuo Ishiguro in cui amore, dramma e distopia sono alla base di una storia che definire dolorosa è poco [Fabrizio De Tommaso nella copertina riprende anche la grafica a riquadri utilizzata per la locandina del film].
Ed è il dolore il fedele compagno del nostro protagonista, un dolore con radici ancora troppo fresche e poco profonde, un dolore che non può essere domato e che porta il nome di Lisbeth, la donna che amava e che è stata brutalmente uccisa. Un tarlo, un tormento, un buco nel cuore. Questo è Lisbeth per Morgan, ed è sempre per lei che ha iniziato a inseguire i killer di New Heliopolis chiudendo definitivamente il passato in un cassetto. Che l'abbia fatto per portare la pace in una città ormai corrotta e alla deriva, o per espiare la colpa di non aver salvato colei che doveva proteggere, non viene spiegato, ma credo sia ovvio; Morgan Lost non è un filantropo, è un uomo normale con pochi angeli e molti demoni al seguito. 
Ma a catturare non è solo la storia quanto l'ambientazione fisica e temporale, in cui passato e futuro convivono alla perfezione, in cui il buio prevale sulla luce e i miti egizi, i riti satanici e le credenze popolari non sono stati schiacciati dallo sviluppo tecnologico.
La tricromia poi è incredibilmente d'effetto, un espediente narrativo reso alla perfezione dall'Arancia Studio che ha colorato ad arte i bellissimi disegni di Giovanni Talami.
Questa volta nessun cliffhanger finale, ma l'epilogo apre comunque nuove porte in un mondo fatto di certezze che crollano e di mali che si propagano a macchia d'olio.
Insomma, non ha senso dirvi altro, se non fiondatevi in edicola che è appena uscito Mister Sandman.



Alla prossima 

11 dicembre 2015

Recensione, COME SEI BELLA STASERA di Carlene Thompson

Buongiorno a tutti! Oggi review di un giallo carino carino, anche se semplice e intuitivo ;)
Lo consiglio a tutti quei lettori che non amano le storie troppo cupe e macabre, e che la domenica pomeriggio non cambiano canale se capitano su un film con Miss Marple o Hercule Poirot.

Come Sei Bella Stasera di Carlene Thompson

| Marcos y Marcos, 2005 | pag. 495 | ristampa minimarcos € 10,00 |
La vita di Deborah scorre tranquilla: casa con giardino, due gemelli cui badare. Ma negli ultimi tempi il marito, Steve, è visibilmente tormentato e non vuole saperne di confidarsi con lei finché, all'improvviso, pochi giorni prima di Natale, scompare. Deborah chiama gli amici, la polizia. Si rende conto di non sapere molte cose sull'uomo che le viveva accanto. Di giorno in giorno emergono elementi nuovi, sempre più inquietanti. Chi si nascondeva in realtà dietro quello stimato professionista? Un maniaco, un serial killer? In un crescendo di colpi di scena, che la porteranno a dubitare di tutto e di tutti, scaverà a fondo nel passato del marito, fino a scontrarsi con l'atroce verità.

Voto:
 

Nonostante Nero Come il Ricordo resti al momento il mio giallo preferito di Carlene Thompson (ma si sa, spesso in un romanzo d'esordio è racchiuso tutto il genio di un autore), anche Come Sei Bella Stasera ha soddisfatto le mie aspettative regalandomi ore di piacevole intrattenimento e qualche brivido lungo la schiena.
Un giallo strutturato in modo molto classico, con svariate parti "a camera chiusa" e un'alternarsi di situazioni che tendono a confutare qualsiasi ipotesi precedentemente fatta mettendo in cattiva luce un personaggio dopo l'altro. Troppo facile non sospettare dei più buoni. Troppo facile sospettare dei più ambigui.
Il primo capitolo in cui lo strangolatore del vicolo entra in azione è agghiacciante, uno degli incipit più d'effetto che mi sia mai capitato di leggere in questo genere di romanzi; impossibile non venire intrappolati dalla rete di un'autrice che coi suoi thriller familiari ti fa sospettare di tutti e nessuno.

Pochi giorni prima di Natale, quando le case si tingono di oro e rosso, le luci illuminano i porticati e i vetri delle finestre riflettono il fuoco del camino, la vita di Deborah cambia drasticamente. Suo marito scompare e nonostante la donna debba cercare di non crollare per il bene dei suoi bambini le è impossibile non collegare tutto quello che sta succedendo con gli ambigui comportamenti che Steve aveva negli ultimi tempi.
E' vero che il loro non era un matrimonio idilliaco, ma nemmeno al capolinea. Eppure qualcosa non quadra e mentre gli amici più intimi, la polizia e addirittura l'fbi le si stringono intorno per proteggerla - ma anche per scavare nelle abitudini di una famiglia apparentemente perfetta - Deborah si sente sprofondare in un incubo, ma non sa che quello deve ancora arrivare...

Carlene Thompson non abbandona nemmeno in questo romanzo quelli che ormai si potrebbero definire i suoi marchi di fabbrica: una protagonista apparentemente normale che si scopre forte e determinata nel momento stesso in cui le certezze vengono meno, e una tipica famiglia borghese con armadi e tappeti pieni di scheletri e polvere. E' tra le mura di casa che scorrono i brividi, tra quelle mura che dovrebbero proteggerti e farti sentire al sicuro, ma che nascondono ombre, aprono porte e spostano oggetti.
Il taglio narrativo è come sempre ben fatto, ma forse questo libro è più indagatore e meno incalzante rispetto ad altri, soprattutto la prima parte che serve per portare in scena un discreto numero di personaggi con il loro fardello di colpe e pentimenti. Ma evidentemente il Natale rende tutti più buoni, perché io lo so, ne ho avuto la certezza, la Thompson se vuole sa essere molto più cupa e opprimente, mentre in questo caso ho intravisto la luce in fondo al tunnel molto prima di averlo attraversato del tutto. Non che sia un difetto, il romanzo in questo modo risulta più appetibile per quei palati meno amari del mio, ma se molti passaggi sono carichi di tensione e suspense, altri tendono ad alleggerire quel carico di ansia che vorresti ti attanagliasse costantemente.
La seconda parte però - la migliore - è quella che mi ha fatto consumare le pagine. Dare un volto al killer per i lettori più navigati sarà fin troppo semplice, ma il gioco degli incastri è il mio preferito, mi diverto nel vedere i tasselli del puzzle andare al loro posto e anche se avrei evitato l'epilogo, un mero tentativo di dare a Deborah più di quanto le è stato tolto, mi sono comunque appassionata alla storia, un mix tra Agatha Christie e Mary Higgins Clark.
Dai, mica male, un titolo tra l'altro perfetto per queste feste ormai alle porte, quindi che aspettate? Armatevi di plaid, tazza fumante e libro!

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