20 settembre 2016

Recensione, MAX di Sarah Cohen-Scali

Buonasera a tutti, oggi recensione! Volevo tenerla ancora un po' al caldo per dare la precedenza alle letture più vecchie, ma non posso. Max di Sarah Cohen-Scali mi è piaciuto tantissimo e devo condividere le mie impressioni con voi adesso. Di sicuro, al momento, il miglior romanzo del 2016.

MAX di Sarah Cohen-Scali

| Ippocampo, 04/2016 | pag. 480 | € 15,90 |

Max è il prototipo perfetto del programma "Lebensborn" iniziato da Himmler. Donne selezionate dai nazisti mettono al mondo puri rappresentanti della razza ariana, gioventù ideale destinata a rigenerare la Germania e poi l'Europa occupata dal Reich. Da pochi minuti prima della sua nascita Max personifica il male e descrive in prima persona di cosa sono capaci gli uomini in tempo di guerra. Assiste ai numerosi crimini commessi dai nazisti ed è tuttavia orgoglioso di far parte di questo sistema di cui ammira i codici. Sogna di frequentare la scuola di formazione per i futuri leader nazisti e di uccidere impunemente, cresce con l'ossessione di un mondo migliore e dell'invasione dell'Europa da una cosiddetta razza superiore. Prova un odio viscerale per gli ebrei. Max è già prestabilito come il Führer lo vuole. Solo dopo l'incontro e l'amicizia con Lukas, un giovane ebreo polacco, ribelle che si finge nazista, Max vedrà scosse tutte le sue certezze e prenderà coscienza dell'ingiustizia che si trova ad affrontare. Finalmente si presenterà agli occhi del lettore non più come un nemico, ma come vittima dell'indottrinamento nazista.
Voto: 

Max è un angelo ariano dal cuore di ghiaccio. Nato secondo il Programma Genetico Nazista Lebensborn, che prevedeva l'accoppiamento di esponenti delle SS con volontarie tedesche rigidamente selezionate, viene cresciuto in speciali strutture che hanno il solo scopo di trasformarlo in un vero e proprio esemplare da esibire: resistente come il cuoio e duro come l'acciaio Krupp.

Indottrinato ancor prima di venire al mondo, Max riconosce nella Germania e nel Fürer una madre e un padre, non ha amici, non sa cosa sia una carezza o un bacio, e aspetta fiducioso che il nazionalsocialismo spazzi via la feccia che contamina il Paese.
È sua la voce narrante, una voce spietata, crudele, totalmente indifferente al dolore e all'orrore; una voce in cui collimano, con disarmate disincanto, ingenuità e fanatismo. Una scelta incredibilmente coraggiosa quella dell'autrice. Solitamente i bambini nascono puri e innocenti, a privarli del loro lato buono sono la società e l'ambiente in cui crescono, invece qui succede esattamente il contrario. Max nasce già cattivo, come se il nazismo si potesse ereditare o diffondere al pari di un virus indebellabile. Però, quel mondo che doveva renderlo ancora più freddo e spietato, lo porta invece a provare qualcosa. Un qualcosa a cui non saprà inizialmente dare un nome e che somatizzerà attraverso terribili mal di pancia e notti insonni.

Va detto che Max (battezzato dalla Germania, Konrad), per buona parte del romanzo è una pedina nelle mani dei nazisti, ed è orgoglioso di esserlo. Ma soprattutto va detto che, nel bene e nel male, non lo odierete mai, nemmeno per un secondo. Quello che vede, quello che pensa, quello che fa... sono tutte cose inevitabili. Perché non è normale che un bambino giochi in cortile mentre i tedeschi fucilano i polacchi. Non è normale che una macchia di sangue abbia per lui lo stesso valore di uno schizzo di vernice. Non è normale che gli unici abbracci ricevuti siano quelle delle puttane delle SS. 
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Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.

11 commenti:

  1. Una cover che fa male quanto il suo contenuto, a quanto pare. Lo voglio. Ogni tanto letture così ci vogliono proprio. Per colpa tua ho letto Fuga dal Campo 14 e ne ho parlato per mesi. I miei amici ti odiano. Ahahahahah!

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  2. Sono sicura che ti piacerebbe, c'è un personaggio fantastico poi, Lukas, lo devi conoscere! Un ragazzo ebreo che fa vacillare l'inflessibile, piccolo Max...
    Poi ci sono un sacco di personaggi realmente esistiti, una serie di informazioni storiche incredibile, ma essendo tutto visto dagli occhi di un bambino manca quella pesantezza tipica di alcuni libri ambientati durante una guerra. Leggilo, fidati :)

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  3. wow con questo libro e questa recensione mi hai sconvolta, wow devo assolutamente leggerlo!

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  4. Certo che insisto, e sai che posso anche ricorrere alle maniere forti...

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  5. C'era da scommetterci che sarebbero arrivate le minacce. Comunque sappi che sto leggendo un'altra delle tue letture consigliate: The Program. Se questa non è obbedienza... ;D

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  6. Ma quanto sei bravaaaa, sono taaaanto taaaanto orgogliosa! E dimmi, ti piace? (attenta a come rispondi!) ^_____^

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  7. Sì sì mi piace, e non lo sto dicendo solo perchè sono sotto minaccia^^.
    Nonostante segua il filone di altri distopici incentrati sul controllo delle emozioni, The program ha i suoi picchi di originalità.
    All'inizio la protagonista mi sembrava un po' troppo debole di carattere, ma poi ha riacquistato punti.
    Tu hai letto anche The Treatment (Recensione! Recensione! :P), vero?

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  8. @Emy
    Io avevo trovato molto originale la struttura del romanzo, lui e lei stanno insieme dall'inizio e si vengono a sapere i particolari della loro storia attraverso vari flashback. Però l'autrice non si fa mancare nemmeno la fase dell'innamoramento vero e proprio, non dico come per non fare spoiler, ma insomma, avevo apprezzato molto il dinamismo della trama. Il seguito l'ho iniziato e mollato. Una noia °_____°

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