30 agosto 2019

Recensione, UNA PERFETTA BUGIA di Peter Swanson

Lettori buongiornissimo, bentrovati, spero che le vacanze siano andate alla grandissima e che dire... si riparte! Più carichi che mai!
Oggi nuova review! Ormai Swanson è un autore che leggo volentieri e questa nuova uscita Einaudi non me la potevo perdere. Una Perfetta Bugia non mi è dispiaciuto, diciamo che si colloca a metà strada tra Quelli Che Meritano di Essere Uccisi (ho amato la protagonista!) e Senti la Sua Paura (ho odiato la protagonista). Avrei dovuto leggerlo al mare. Come lettura da ombrellone sarebbe stata perfetta.

Una Perfetta Bugia di Peter Swanson

| Einaudi 2019 | pag. 316 |

Pochi giorni prima di laurearsi, Harry riceve una telefonata. Suo padre è morto e la polizia pensa si tratti di un incidente. A comunicarglielo è la matrigna, Alice, e Harry non può far altro che tornare a casa e cercare di capire, con l'aiuto della donna, cosa sia successo. Ma quando al suo arrivo conosce Grace, un'intrigante ragazza che sembra collegata alla sua famiglia, le certezze sul passato di suo padre iniziano a sgretolarsi mostrando un uomo molto diverso da quello che il figlio conosceva. Anche la matrigna, che lui ha sempre trovato irresistibile, pare decisa a sedurlo. Ipnotizzato da queste due donne, smarrito fra le ombre del passato e le inquietudini del presente, Harry non riesce più a orientarsi. Sa soltanto che Alice e Grace nascondono segreti pericolosi e forse mortali. E che nessuna di loro dice la verità.
Voto:

Probabilmente il colpo di fulmine che c'è stato con Quelli Che Meritano di Essere Uccisi (qui la recensione), il primo romanzo che ho letto di Swanson, non si ripeterà più e questa è una cosa che mi devo stampare a chiare lettere in testa.
Partiamo però col dire che Una Perfetta Bugia mi stava piacendo, fino a tre quarti dalla fine la lettura è proceduta spedita, non riuscivo a staccarmi dalle pagine, poi è arrivato il momento in cui l'autore ha dovuto tirare i fili della trama, svelare i retroscena di un omicidio malamente travestito da suicidio, e qualcosa non ha funzionato. Cosa? Il momento clou. Quello in cui dovresti avere il cuore in gola e l'ansia a palla. Il problema è che Swanson sa tratteggiare molto bene personaggi deviati, le situazioni che crea sono morbose oltre ogni limite, ma nel momento in cui deve dare una scossa emotiva (e ci sono delle situazioni che lo richiedono!) fa un po' cilecca. E anche se l'epilogo l'ho trovato perfetto le trenta pagine che l'hanno preceduto non sono state all'altezza.
Peccato. Si stava per beccare quattro stelle piene e ci ha rimesso mezzo voto.
Dio perdona, io no.

Ma veniamo al romanzo. Ancora una volta l'autore ci propone la solita, apprezzatissima (almeno da me!) struttura narrativa, quella in cui presente e passato si alternano.
Da una parte c'è la storia di Harry, un ragazzo poco più che ventenne il cui mondo cade a pezzi il giorno in cui la sua matrigna, Alice, gli comunica che il padre è morto cadendo dalla scogliera durante la sua consueta passeggiata. Dall'altra, mentre i segreti invece che svelarsi si infittiscono, è la Alice adolescente che impariamo a conoscere. Lei, sua madre e il patrigno. Un rapporto ambiguo dai risvolti prevedibili, eppure Swanson saprà mantenere alta la tensione, perché - non mi stancherò mai di dirlo - come modella lui i personaggi borderline in pochi lo sanno fare. Più in generale mi viene da dire che eccelle nella parte noir, meno in quella puramente gialla. Nei suoi libri bisogna fregarsene del "chi" e a volte anche del "perché". Io mi sono divertita nel vedere come alcuni personaggi prendessero forma. Come l'autore riuscisse a farmeli conoscere attraverso le loro folli azioni. Come alcuni risultassero ambigui, altri impermeabili ai sensi colpa, altri ancora divorati dalla bramosia.
L'uso della terza persona, che si mantiene distaccato, volutamente distaccato, anzi diciamo pure necessariamente distaccato, è una caratteristica di Swanson che - unito a uno stile asciutto - impedisce alle maschere di cadere e gli permette di mantenere un alone di indecifrabile mistero intorno ai suoi personaggi. Ma non c'è niente da fare, quelli palesemente disturbati restano comunque i migliori e si meriterebbero sempre un posto in prima fila. Com'è stato con Lily (sì, vi stresso con Quelli Che Meritano di Essere Uccisi, è la mia Bibbia che ci posso fare!), pazza in modo onesto e consapevole. Una vera star.

Comunque Una Perfetta Bugia si è rivelato un buon libro d'intrattenimento, nulla da dire, non il thriller della vita, ma mi aspetto - anzi pretendo! - che l'autore prossimamente sforni un nuovo piccolo capolavoro. Lo so. Probabilmente invecchierò nell'attesa...

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