6 giugno 2013

Cosa mi sono perso... # 8

Ragazz*, sono alle prese con Insurgent, sono sull'orlo del collasso nervoso e di una crisi isterica e sapendo che a breve mi ritroverò a sbattere la testa contro il muro e forse sarò impossibilitata dallo scrivere sul blog per deficit mentali irreversibili, ho pensato bene di farlo subito, finché sono ancora capace di intendere e di volere.
Quindi perché non stare in tema e parlare di distopia?
Di titoli freschi di stampa ormai ne abbiamo a bizzeffe, ma oggi ho rispolverato la rigattiera che è in me e sono andata a scartabellare tra i vecchi titoli per conoscere i "padri" di questo genere che tanto sta andando di moda. Ma adesso è una moda, anni fa era un monito.
Tutti conosciamo 1984, la Fattoria degli Animali, Il Signore delle Mosche, Fahrenheit 451, ma io non conoscevo "Noi".
"Noi", scritto dal russo Evgenij Zamjátin tra il 1919 e il 1921 dopo aver vissuto sulla propria pelle la Rivoluzione del 1905 e quella del 1917, racconta un futuro distopico dove l'individualità è stata del tutto annientata. Gli uomini non hanno più nemmeno un nome, ma solo dei codici a identificarli, la testa e il cuore però sono sempre gli stessi e la ribellione sarà quindi inevitabile.
"Noi" precede Orwell di 30 anni e credo che per conoscere la distopia di oggi non sia male scoprire quella di ieri, spesso nata su ispirazione degli orrori della guerra e dei regimi totalitari. "Noi" infatti subì una durissima censura dal Regime Sovietico, a tal punto che venne pubblicato in inglese nel 1924 e in russo solo nel 1984.
Insomma, uno di quei romanzi che per me è diventato un must read.
Nella città di vetro e di acciaio dello Stato Unico gli individui sono ridotti a numeri e vivono nel rigoroso rispetto dell'autorità del Benefattore, garante assoluto di una felicità "matematicamente" calcolata. Non esistono né vita privata né intimità. Le pareti degli edifici sono trasparenti, e anche il tempo dell'amore è scandito da orari e modalità rigorose. Scritto in forma di diario tenuto dal costruttore di una macchina spaziale, l'Integrale elettrico, che avrebbe il compito di esportare in tutto l'universo "il benefico giogo della ragione", "Noi" incarna una delle più sofisticate e lucide anti-utopie della letteratura novecentesca.



Curiosi? Poco poco? Tanto tanto?

9 commenti:

Lara ha detto...

curiosa di conoscere il motivo del tuo futuro trauma cranico!

Sara.88 ha detto...

Lo devo assolutamente avere!!!
Adoro quando ci fai fare questi tuffi nel passato :)

SilviaLeggiamo ha detto...

@Lara
Laraaa, spero di essere in grado di dirtelo! O meglio, spero di essere ancora tra voi per poterlo fare!

@Sara
Grazie Sara ^^ Adoro condividere le mie scoperte, anche se forse per molti scopro l'acqua calda :P

Emy ha detto...

Non ho mai letto nessun romanzo distopico di "ieri", forse dovrei sopperire a questa mia carenza ed evitare per un po' quelli odierni, che a quanto pare non fanno molto bene alla salute mentale^^.
Torna in te se non vuoi che ti rimettano quella particolare camicetta che si allaccia sul retro ;D

SilviaLeggiamo ha detto...

@Emy
Sono in me *si slaccia la scomoda camicetta*
Dicevo... *___* ho finito Insurgent, no vabbe' non c'entra niente... dicevo... certo che devi provare con qualche libro del passato, adesso non so come questo possa essere (ma spero di scoprirlo), ma ci sono davvero dei titoli che vale la pena recuperare!
*adesso che ha finito di scrivere le rimettono la camicia*

Emy ha detto...

Appena mi arriva l'ispirazione recupero uno dei titoli citati orientandomi con le tue recensioni; mmh...vedo che manca quella di "Fahrenheit 451", e non sarebbe male avere anche quella di "Noi"...puoi provvedere? Sai, per avere un quadro completo ;D

SilviaLeggiamo ha detto...

Certo, farò il possibile, posso prendermela comoda o hai fretta? XD

Emy ha detto...

Prenditi tutto il tempo che ti serve =)

SilviaLeggiamo ha detto...

Grazie xD
*tira un sospiro di sollievo*