La Dottrina del Male di Alessandro Berselli
| Elliot, 2019 | pag. 150 |
Ivan Cataldo è uno spin doctor, un guru della comunicazione politica seducente e carismatico, con un matrimonio appagante e un’invidiabile posizione socioeconomica. Le sue certezze professionali e affettive cominciano a sgretolarsi nel momento in cui alla MindFactory, l’agenzia della quale è amministratore delegato, si presenta il portavoce di una misteriosa organizzazione che si dichiara in grado di vincere le elezioni in tutti gli Stati nevralgici, Italia compresa, per creare un nuovo ordine mondiale. Chiamato a seguirne la campagna mediatica, Cataldo è dapprima riluttante ma poi, affascinato dal loro manifesto di partito, decide di accettare l’incarico. Sarà il più grande errore della sua vita. Noir distopico e intimista, La dottrina del male riflette sugli inquietanti scenari di dominio all’orizzonte e ne indaga le ripercussioni psicologiche, domandandosi a quale prezzo siamo disposti a vendere la nostra integrità.Berselli, come Morozzi, è il mio faro nella nebbia. Quando sono persa, quando non so dove andare, lui mi indica la strada e per chiudere il mese del Book Bloggers Blabbering di ottobre, dedicato alla casa editrice Elliot, non potevo scegliere altro che il suo ultimo romanzo, La Dottrina del Male.
Ancora una volta l'autore bolognese affronta un tema a lui caro: quello della caduta negli inferi dei suoi protagonisti.
Dopo la viziata e annoiata Ludovica de Le Siamesi e l'insoddisfatto Claudio Roveri di Non Fare la Cosa Giusta, siori e siore, ecco a voi Ivan Cataldo, guru della comunicazione, abilissimo nel vendere servizi alla categoria più odiata del mondo: quella politica.
Ed è la politica il fil rouge che tiene insieme i vari pezzi della storia, una politica che non ha un vero e proprio credo e non si basa sull'abilità oratoria degli esponenti di partito, ma punta tutto sulla seduzione.
Quella che subirà Ivan Cataldo sarà una sorta di anestesia emotiva. Lui che aveva tutto, una moglie innamorata, una figlia in gamba e un'altra in arrivo, si troverà genuflesso ai piedi di un perverso vangelo e diventerà un devoto praticante di una religione che promette successo e potere... ma in cambio di cosa? Be', come in ogni patto con il diavolo che si rispetti, la merce di scambio è sempre una sola: la propria anima.
La morale è semplice. Non siamo bianchi e non siamo neri. Non siamo buoni e non siamo cattivi. Siamo solo poveri uomini in balia delle tentazioni. A volte virtuosi e a volte no. Che cercano di fare del loro meglio, ma che il più delle volte si trovano a scegliere il loro peggio.Dopo un inizio non particolarmente travolgente ma, mea culpa, la sola parola "politica" mi fa sbadigliare e alzare gli occhi al cielo, impariamo a conoscere quest'uomo che tra festini di dubbia morale, morti improvvise e taciti ricatti, si ritrova a sovvertire l'ordine dei suoi valori quasi senza rendersene conto, anteponendo il successo e il denaro alle proprie convinzioni.
Ivan impara a simulare indifferenza, mente a se stesso, mente alla sua famiglia e si trasforma in una maschera di imperturbabile e finta onestà. Vendere un'illusione, in un paese di grande disaffezione generale, sembra la cosa più normale del mondo, ma varrà il prezzo pagato?
Visionario, in parte lungimirante e come al solito cattivo, La Dottrina del Male si conferma un buon titolo, ma non il migliore di Alessandro Berselli. Manca a mio avviso un background un po' più solido e un finale - perché lui è bravissimo negli epiloghi malefici - ancora più d'effetto (almeno rispetto a quelli a cui ci aveva abituati).
Resto però in trepidante attesa di una sua nuova fatica in cui poter esplorare i contorti labirinti della mente umana. Sempre senza sconti. Sempre senza pietà per nessuno 8)