Buongiorno popolo del web, oggi chiacchiericcio virtuale!
E' da quando ho finito
di Carne e di Carta (
qui la recensione) che ho voglia di contattare Mirya, ma ero lontana da qualsiasi forma di civiltà (in Calabria anche se ti metti davanti a un ripetitore - incredibile ma vero - non c'è mai linea) e quindi ho dovuto aspettare di tornare nel XXI secolo.
Il tempo di riprendere le redini della mia frenetica (
ma quando mai?!) vita che, dita sulla tastiera, le ho scritto.
Be' gente, Mirya è una pazza e questo chiacchiericcio mi ha divertita da matti. L'avrei voluta pure io una prof di lettere aka blogger aka scrittrice, infatti la prima domanda che le ho posto è stata:
ma i tuoi colleghi/studenti sanno di questa tua doppia tripla identità? C'è un motivo particolare se quando scrivi usi uno pseudonimo? (e senza che me ne accorgessi l'intervista è iniziata!)
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cover #1 |
Mirya: Motivo banalissimo: ho iniziato sul web usando Mirya come nick e più tardi ho scoperto che utilizzare uno pseudonimo era più sicuro, impedisce di rintracciarti a chi ti vuole lapidare o a chi ti vuole rubare le mutande (spesso si tratta della stessa persona); poi ho mantenuto quel nick anche per non creare confusione (soprattutto ai poveri lapidatori in cerca di mutande, almeno sanno riconoscermi ovunque). Studenti e colleghi scoprono che scrivo se me lo chiedono, perché sono una persona onesta e rispondo sempre sinceramente - tranne a domande riguardo le mie mutande. Ma siccome sono anche riservata, non introduco mai di mia volontà conversazioni riguardanti la mia vita privata - e scrivere è sempre in qualche modo privato: pensa alle mutande. Ecco, ho appena capito perché me le vogliono rubare.
Io no, giuro! Sono affezionata alle mie!
Guarda, personalmente ho un bellissimo ricordo del mio prof di lettere, è stato lui a farmi amare i romanzi classici che tutti trovavano pallosi, e quindi la domanda nasce spontanea. Come sei coi tuoi studenti? E come sono loro con te?
Mirya: A proposito di fantasia e del fatto che non ne ho: non sono molto diversa da Chiara, la protagonista di "Di carne e di carta". Un po' più tirannica, forse. E loro non sono molto diversi dagli alunni che descrivo in "Di carne e di carta", come Sivieri e la Frezzoni. Un po' più tiranneggiati, forse. In sostanza, direi che ridiamo parecchio. Io rido di loro, e loro ridono per non piangere.
Quindi nei tuoi scritti c'è tanto di te e della vita che ti circonda? So che Di Carne e di Carta è nato come fanfiction (l'ho imparato a posteriori, ma io purtroppo non seguo nulla a rate, sono anche nemica dei telefilm, insomma sono un caso disperato), precisamente come ti è venuta l'idea di questa storia?
P.S. E se tu sei Chiara... chi è Leonardo?
Mirya: Per carità no, questo mi porterebbe a scrivere le mie tragiche memorie adolescenziali - Dio ce ne scampi e liberi, e liberi me da quelle memorie. Ma come dico all'inizio, penso che la fantasia non sia che un modo più interessante di vedere la realtà, perciò è chiaro che la realtà ci finisce sempre in mezzo, altrimenti rischi di scrivere di fumo senza arrosto. A tal proposito, Leonardo è l'arrosto, o lo sarebbe se mai lo incontrassi. Per mia e sua fortuna, non esiste affatto, o non ha ancora incrociato la mia strada. Leonardo è la mia risposta al 'giustificazionalismo', come io chiamo la mania di giustificare i personaggi in genere maschili (in genere bellissimi, in genere anche ricchissimi), perché hanno avuto traumi giovanili. Per me non ci sono giustificazioni per essere uno stercorario: le persone migliori che ho conosciuto nella mia vita avevano storie durissime; le persone peggiori avevano vissuto sciocchezze che nella loro mente erano divenute traumi intollerabili per cui si sentivano in diritto di ferire il prossimo. E anche di fronte a traumi intollerabili, credo che la scelta di spingere avanti la pallina di cacca o un mazzo di fiori sia sempre tua. Perciò la motivazione per il comportamento da stercorario di Leonardo è, come disse il buon Fantozzi, 'una cagata pazzesca'. So che tutti si aspettavano chissà quale evento terribile nella sua vita: ebbene no, gli stercorari sono tali per loro natura. Perciò forse non sarebbero buoni nemmeno arrosto, con quel retrogusto da pallina...
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cover #2 |
Uh, a me piace l'arrosto! E devo ammettere che se mi è piaciuto Leonardo è grazie a te e a come hai saputo tratteggiarlo. Gli eccessi mi fanno storcere il naso, però mi attraggono anche.
Quanto è durata la stesura del romanzo? Molte autrici italiane sono esterofile, mentre tu hai giocato in casa, nella bellissima Ferrara, come mai non hai sentito l'esigenza di varcare i confini?
Mirya: Sono dovuta andare a ricontrollare, perché il mio calendario interno è sregolato - è quello che mi permette di compiere ogni anno gli stessi vent'anni. La prima stesura ha richiesto circa otto mesi, la revisione, anni dopo, soltanto un mese, perché avevo ormai il giusto distacco dalla storia per tagliare senza pietà. Io sono stata troppo poco all'estero per ambientarci degnamente una storia che richieda così largo uso di esterni realistici, e poi amo Ferrara, come una mantide religiosa ama il suo maschio. Per me vale sempre la regola di raccontare ciò che conosco, quando posso, o documentarmi in modo da conoscere ciò che racconto, quando serve. Siccome qui non serviva ho preferito giocare in casa.
Quando hai iniziato Di Carne e di Carta sapevi già come si sarebbe sviluppata la storia tra Chiara e Leonardo e come sarebbe finita?
Mirya: Dunque, in genere quando comincio una storia so esattamente come andrà a finire, perché la prima cosa che faccio è creare i personaggi. Una volta individuata ogni loro caratteristica, dal modo di parlare al modo di vestire ai gusti in fatto di cibo, sesso e film (non necessariamente in quest'ordine), so cosa accade quando li metto insieme e in genere li metto insieme proprio per questo, con notevole bastardaggine. Ci possono essere aggiustamenti in itinere, i capitoli nel mezzo possono allargarsi o rimpicciolirsi o cambiare rotta, qualcuno si dimostra anche più scemo di quel che credevo, ma il finale di solito resta e non perché io tiranneggi i miei personaggi (non sono studenti), ma perché li viviseziono prima e dopo non hanno più segreti per me.
A posteriori cambieresti qualcosa?
Mirya: Taglierei ancora, e credo che ogni volta che mi trovassi a rileggere il libro taglierei di nuovo - sono nella fase cesoia, perciò mio marito tende a guardarmi con sospetto. Avevo pensato di cambiare l'età di Chiara, dal momento che molti lettori hanno trovato incredibile che sia di ruolo così giovane, ma la sua età si basa sulla mia esperienza: io ho accumulato titoli su titoli e sono entrata di ruolo appunto molto giovane, e allora, invece di accarezzare l'ego di chi pensa che non si possa fare perché non ce l'ha fatta, forse dovrei accarezzare le speranze di chi si sforza per farcela: sì, si può anche riuscire ad entrare di ruolo giovani, e si può anche fare un Dottorato senza smettere di lavorare. Io in mezzo ci ho fatto anche un bambino! Non demordete, se volete insegnare e fare ricerca: come disse Frankenstein Junior, 'si può fare!'.
Hai pensato di proporre Di Carne e di Carta a qualche Casa Editrice o ti sei affidata subito al self?
Mirya: Sono andata subito di self perché non credo che il self vada usato come seconda opzione: si può scegliere tra CE e self ma non come lo scarto una dell'altro o viceversa. In realtà non credevo nemmeno che qualcuno sarebbe stato interessato a "Di carne e di carta", dal momento che la vecchia versione è ancora su efp e ci resterà per rispetto a chi l'ha letta e recensita. Era più un regalo per i lettori che mi seguono affezionati sul web da anni. Poi è andata in modo sorprendente, grazie soprattutto a voi blogger e al passaparola. Non so dirti se continuerò per questa strada o sceglierò diversamente; dopotutto, sono la donna dei 'forse'.
E nel mondo del self... autori/autrici preferiti/e? (che domanda cattiva)
Mentre nel mondo dell'editoria mondiale i romanzi che più hai amato?
Mirya: Non avrai nomi da me, puoi torturami in eterno ma non cederò! Se invece mi offri Benedict Cumberbatch su un piatto d'argento, potrei anche cedere. Non voglio rischiare di offendere nessuno né di dimenticare nessuno, quindi tengo la bocca chiusa sui miei libri self preferiti.
Sui romanzi di respiro mondiale, invece, anche, ma qui perché proprio non saprei scegliere. Sono una da un libro al giorno e almeno ogni anno ce ne sono quattro o cinque che ritengo imperdibili, per cui non chiedermi titoli e dammi Benedict!
piccola digressione.
io: certo che i libri li bevi! come fai?!?!
Mirya: leggo mentre mi lavo i denti, mentre cucino, mentre mi asciugo i capelli, mentre mi depilo, e sto cercando un modo per attaccare il kindle in doccia impermeabilizzandolo
Sento che Benedict mi avrebbe detto non solo gli autori che ama, ma pure quelli che schifa e anche con una certa soddisfazione! Mettiamola così allora, l'ultimo libro che hai letto e che non riuscivi a interrompere prima della parola "fine".
Mirya: Ti dico gli ultimi tre che mi hanno coinvolta molto, negli ultimi dieci giorni: John Boyne, "Il bambino con il pigiama a righe"; Rainbow Rowell, "Per una volta nella vita" e James Dashner, "La via di fuga".
Torno in territorio neutrale.
Cosa puoi dirci del tuo prossimo romanzo, Trentatré, che dovrebbe uscire a fine anno?
Mirya: Posso dire che spero di farvi molto ridere e poi molto piangere e che vi farò sicuramente molto storcere il naso, perché parlerò per bocca di Dio. Il che è quel che faccio ogni giorno in classe, comunque.
Si capisce che ami il tuo lavoro, sai? (Adesso non dirmi che lo odi ti prego!)
Hai sempre voluto fare l'insegnante? Ed è nato prima il tuo amore per la lettura o la scrittura?
Mirya: Ho sempre voluto fare l'assassina prezzolata, poi ho scoperto che era illegale e ho ripiegato sul lavoro più simile: l'insegnante. Credo di aver deciso in prima elementare, in mezzo ci sono state fasi in cui volevo fare la ballerina e la biologa marina, ma comunque anche l'insegnante. Sono sempre stata brava nello sdoppiamento della personalità. Poiché ho iniziato a leggere prima delle elementari, direi che è nato prima l'amore per la lettura, ma poiché la prima cosa che ho letto era la marca di una birra, potrebbe anche essere nato prima il mio amore per la birra. E da qualche parte ci devono essere stati anche un uovo e una gallina.
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Eddie Redmayne |
Quindi confessa, durante questa chiacchierata quante birre ti sei scolata?
Mirya: Dovendo nel contempo giocare col bambino, ho preferito restare lucida. Il che è stato profondamente sbagliato, perché si affrontano sempre meglio le battaglie dei dinosauri con una birra in corpo.
Mirya, io sono quella delle domande sceme, fattene una ragione, per cui adesso voglio ("
vorrei", l'educazione prima di tutto)
sapere come ti è venuto in mente di usare il volto di Eddie Redmayne per la copertina del tuo romanzo!
Mirya: Non sapevo nemmeno chi fosse, prima che lo scegliesse la mia grafica, e continuo a non sapere chi sia. Eddie ha vinto perché è un ragazzo che si offre con generosità: infatti il suo volto è disponibile gratuitamente anche per scopi commerciali (quelli di un libro), mentre tutti gli altri sono a pagamento. La verità è che non mi interessava di chi fosse il volto, perché sarebbe comunque servito solo come base per le scritte (l'uomo di carta), altrimenti avrei dovuto cercare ad ogni costo uno moro o che mi muovesse lo stomaco.
E chi pagherebbe per la sua faccia?
Adesso si spiega tutto, guarda... sono sollevata, perché lui non poteva essere Leo!
A questo punto direi di chiudere il chiacchiericcio con un po' di auto promozione.
A chi consiglieresti "Di carne e di carta", e a chi no?
Ma soprattutto, a chi consiglieresti Trentatré? E chi dovrebbe evitarlo?
Mirya: Consiglierei "Di carne e di carta" a chi ha voglia di una lettura leggera ma non troppo (le turbe mentali dei protagonisti scemi complicano un po' le cose) e a chi crede che la vita vada presa in ridere e gli uomini anche (o a calci nel sedere, ma sempre ridendo). Non lo consiglierei a chi cerca personaggi tutto d'un pezzo, traumi devastanti da superare e il lieto fine canonico. Consiglierei "Trentatré" più o meno alle stesse persone - il prerequisito di saper ridere della vita è sempre fondamentale nelle mie storie - e non lo consiglierei a chi è molto certo delle sue idee religiose e molto sensibile a riguardo - anche in questo caso, per leggerlo, bisogna saperci ridere su.
Mirya, sei stata gentilissima, tengo le altre 999 domande per quando avrò letto Trentatré, e per ringraziarti...
Eccolo, tutto per te!
Link esterni:
»
Mirya su efp
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il blog di Mirya
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"Di carne e di carta" su goodreads
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"Di carne e di carta" su amazon
Cari followers e lettori di passaggio,
se avete domande approfittatene,
Mirya soddisferà tutte le vostre curiosità!
Studenti, fatevi sotto, è il momento per vendicarsi!