8 novembre 2016

Recensione, QUESTO LIBRO NON ESISTE di Marilù Oliva

Buongiorno a tutti!
Allora, oggi parto con un'introduzione diversa dal solito, anzi con una dichiarazione d'amore. Sapete già quanto io ami le copertine della Elliot, ma da oggi amo anche la loro carta. Ragazzi, è in-di-strut-ti-bi-le! Il romanzo in questione l'ho portato con me ovunque, ed è vero, io cerco sempre di averne molta cura, ma tra metti e togli dalla borsa qualcosa come dieci volte al giorno, un piccolo segno d'usura a volte arriva. Questa volta no. Bordi perfetti, angoli che non si sono smussati. La gioia di ogni lettore feticista. Detto questo se il libro in questione facesse schifo, chi se ne fregherebbe della cover suggestiva e dell'edizione a prova di graffio, ma il romanzo è davvero bello, quindi accattatevillo!

Questo Libro Non Esiste di Marilù Oliva

| Elliot, 2016 | pag.239 | € 16,00 |
Mathias, un aspirante scrittore, perde incautamente il manoscritto che sarebbe potuto diventare il libro della sua vita. Deciso a recuperarlo, comincia la spola tra gli editori e i critici cui ha spedito il cartaceo, ma un omicidio imprevisto ostacola i suoi piani, coinvolgendolo in prima persona. Intanto riemergono antiche nevrosi, come il demone del tempo o il ricordo del nonno materno, che l'ha cresciuto tra rimproveri e oppressioni, frustrando il suo sogno infantile di diventare astrofisico. Un capofamiglia taciturno e autoritario che aveva dedicato l'ultima fase della sua esistenza alla costruzione di una macchina del tempo, trasmettendo a Mathias la passione per il cielo e le stelle. Con gli anni questo amore per il firmamento si è trasformato in un prezioso strumento per classificare e decifrare l'animo umano: ogni amicizia, relazione, perfino l'amore può essere paragonato a una costellazione o a un elemento cosmico. Ed è forse nei misteri della volta celeste che il protagonista di questo romanzo potrà cercare qualche indizio per far luce sul delitto, ma soprattutto un sentiero terreno che lo conduca a dare un senso alla propria vita.
Voto:

"Nell'irripetibilità dell'arte si cova parte del suo miracolo.
Altrimenti si chiama fabbrica."

Se il sottotitolo del romanzo non fosse stato "storia di una macchina del tempo" forse non avrei mai iniziato Questo Libro Non Esiste, e avrei perso molto, perché tra le sue pagine si nasconde un mix stupendo fatto di profonde riflessioni e puro intrattenimento, un intrattenimento capace di sfociare in divertenti anagrammi e acrostici da ricercare tra le righe. Saggio, romanzo, settimana enigmistica. All in one.

A conquistarmi immediatamente è stato lo stile tagliente e vivido dell'autrice e la caratterizzazione di un personaggio decisamente insolito, lontanissimo dall'essere un eroe. Anzi, se devo dirla tutta, Mathias Onaru è il protagonista più vile e codardo che mi sia mai capitato di incontrare. Difficile odiarlo però, perché la sua infanzia - complicata, negata, disturbata - l'ha reso l'uomo insicuro e inappagato che è.
Mathias ha voluto bene solamente a suo nonno, un uomo dalla presenza terribile e ingombrante che l'ha reso spettatore indifeso di insulti, rimproveri, atti di violenza e dei deliri di un vecchio che credeva di poter cambiare il corso degli eventi e manipolare il tempo. Mathias, a dieci anni, non capiva, si faceva carico di quella follia e l'assecondava con arrendevole devozione.
Oggi, a distanza di trent'anni, cerca quello che non ha mai avuto nella menzogna. Abita a Roma anche se tutti lo credono in America e la sera, a scaldargli il letto e un piatto di pasta, c'è Luce, la donna più perfetta del mondo di cui però non è innamorato.
Mathias, senza troppi giri di parole, è un fallito.
Non riesce ad amare chi gli fa del bene, intreccia relazioni inconcludenti e professionalmente è a un bivio; ha scritto un libro, ma è ancora a caccia di un editore che lo tolga dall'anonimato e gli permetta una sorta di rivendicazione umana e professionale.
Poi gli eventi remano contro. Il manoscritto viene rubato, uno degli editori che l'aveva ricevuto muore assassinato e la verità assume toni quasi rocamboleschi. Ma vi dirò, a me della trama fine a se stessa importava davvero poco, che Mathias ritrovasse il suo libro o che venisse svelata l'identità dell'assassino, era quasi ininfluente. A rapirmi è stata la prosa e tutto quello che racchiude. Una satira pungente sul mondo autocratico dell'editoria e una bellissima riflessione priva di retorica sul tempo che passa, fagocita, distrugge e inganna.
Marilù Oliva ha affrontato questa tematica - da punti di vista differenti - in altri suoi romanzi che voglio assolutamente recuperare; ne Le Sultane parla degli ultimi rintocchi del tempo, ne Lo Zoo di come si tenti di contrastarne l'intercedere. Questa volta invece con il tempo un po' ci gioca, gli si avvicina, tenta di carpirne i segreti. Ma come dice Mathias, il tempo deve averlo inventato un grande impostore, perché troppe volte riesce a farla franca.
In un alternarsi di passato e presente, tra amori che finiscono, amicizie che si sfaldano, affetti che si perdono, i grandi interrogativi dell'universo prendono forma in un romanzo arguto e intelligente, un romanzo che in termini temporali vi ruberà poche ore, ma che in termini atomistici avrà l'effetto di una supernova. 

"Se non mi vuoi dimmi una bugia.
Se mi vuoi anche tu, dimmi la verità."

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

QUalcuno ha detto viaggi nel tempo? *___*
Fra

SilviaLeggiamo ha detto...

Emh... mah, boh, chissà... ;)