30 agosto 2014

Recensione. CAMBIO GOMME di S. M. May

♪ ♫  Uno su mille ce la fa... 

e non dico altro.

Cambio Gomme di S. M. May

| autopubblicato | 2014 | pag. 117 ca | € 1,79 ebook | € 4,00 cartaceo |
Lara Haralds - The Strange Matchmaker #1
Edmonton, Canada. Un meccanico tutto muscoli e dal gran sorriso, un giovane manager fascinoso ma diffidente, una scrittrice di romanzi rosa in crisi d’ispirazione: l’officina di Nathan Cleni è davvero un luogo ricco di sorprese, dove si entra per un cambio gomme e si esce con una revisione al cuore.
Ma non fatevi ingannare dalle apparenze e dall’inserimento temporaneo di una donna tra due maschi.
Questo strano triangolo sarà in realtà l’occasione che permetterà a Nathan e Kean di capire qualcosa di più di se stessi, dei sogni che inseguono da tempo e del loro voler essere una coppia. Nonostante tutto.
Una storia eroticamente ironica, dedicata a tutti quelli che si amano, nonostante tutto.

Voto:

Non avete idea di quante volte abbia preso in mano un romanzo M/M per poi richiuderlo dopo una cinquantina di pagine. E non avete idea di quante volte avrei voluto parlarvene, ma sapevo di non averne le competenze e quindi ho preferito stare zitta piuttosto che fare la figura della portinaia che ciacola senza conoscere gli inquilini.
Una cosa è certa, sono una lettrice schifosamente etero.
Non riesco ad appassionarmi a un romance che tratta l'amore omosessuale e probabilmente non succederà mai. Non ho pregiudizi di nessun tipo (adoro Maurice di E. M. Forster) ma troppe smancerie man to man mi distraggono, minano la mia attenzione, e non va bene leggere un libro e intanto pensare a cosa cucinare per cena (soprattutto se si odia cucinare...).
Cos'ha di diverso Cambio Gomme?
Intanto fa ridere, e se è vero che una donna si può innamorare di un uomo per la sua simpatia, vi garantisco che lo stesso può succedere anche con un romanzo capace di strappare un sorriso dopo l'altro!
E poi c'è lei: Lara Haralds. Una donna in un romance M/M... che genialata! E non una donna qualsiasi, ma una giovane scrittrice dalla vena drammatica che si trova costretta a seguire i consigli della sua agente e a produrre quanto di più commerciale possa esistere per arrivare a fine mese.
"I lettori di oggi vogliono una saporita bistecca di manzo sbattuta sul piatto, e non uno striminzito piattino di sushi. Al diavolo la dieta! La gente vuole accendere l'e-reader, iniziare a leggere e abbuffarsi di passioni contrastate e carnalità!"

L'inizio è qualcosa di strepitoso, strizza l'occhio al romance e poi lo rigira come una frittata. Ma con garbo. Con ironia. Con educazione.
Lara poi è una forza della natura. Sarà anche la protagonista più improbabile che mi aspettavo di incontrare, ma mi ha fatto piegare in due dal ridere. La sua goffa innocenza cozza da morire con il piano bieco e meschino che mette in atto per avere del materiale su cui lavorare (guarda caso, deve scrivere un romance M/M su commissione!), e vi assicuro che il libro merita di essere letto solo per le sue elucubrazioni mentali!
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27 agosto 2014

Chiacchiericcio con Mirya

Buongiorno popolo del web, oggi chiacchiericcio virtuale!
E' da quando ho finito di Carne e di Carta (qui la recensione) che ho voglia di contattare Mirya, ma ero lontana da qualsiasi forma di civiltà (in Calabria anche se ti metti davanti a un ripetitore - incredibile ma vero - non c'è mai linea) e quindi ho dovuto aspettare di tornare nel XXI secolo.
Il tempo di riprendere le redini della mia frenetica (ma quando mai?!) vita che, dita sulla tastiera, le ho scritto.
Be' gente, Mirya è una pazza e questo chiacchiericcio mi ha divertita da matti. L'avrei voluta pure io una prof di lettere aka blogger aka scrittrice, infatti la prima domanda che le ho posto è stata: ma i tuoi colleghi/studenti sanno di questa tua doppia tripla identità? C'è un motivo particolare se quando scrivi usi uno pseudonimo? (e senza che me ne accorgessi l'intervista è iniziata!)
cover #1
Mirya: Motivo banalissimo: ho iniziato sul web usando Mirya come nick e più tardi ho scoperto che utilizzare uno pseudonimo era più sicuro, impedisce di rintracciarti a chi ti vuole lapidare o a chi ti vuole rubare le mutande (spesso si tratta della stessa persona); poi ho mantenuto quel nick anche per non creare confusione (soprattutto ai poveri lapidatori in cerca di mutande, almeno sanno riconoscermi ovunque). Studenti e colleghi scoprono che scrivo se me lo chiedono, perché sono una persona onesta e rispondo sempre sinceramente - tranne a domande riguardo le mie mutande. Ma siccome sono anche riservata, non introduco mai di mia volontà conversazioni riguardanti la mia vita privata - e scrivere è sempre in qualche modo privato: pensa alle mutande. Ecco, ho appena capito perché me le vogliono rubare.

Io no, giuro! Sono affezionata alle mie!
Guarda, personalmente ho un bellissimo ricordo del mio prof di lettere, è stato lui a farmi amare i romanzi classici che tutti trovavano pallosi, e quindi la domanda nasce spontanea.
Come sei coi tuoi studenti? E come sono loro con te? 
Mirya: A proposito di fantasia e del fatto che non ne ho: non sono molto diversa da Chiara, la protagonista di "Di carne e di carta". Un po' più tirannica, forse. E loro non sono molto diversi dagli alunni che descrivo in "Di carne e di carta", come Sivieri e la Frezzoni. Un po' più tiranneggiati, forse. In sostanza, direi che ridiamo parecchio. Io rido di loro, e loro ridono per non piangere.

Quindi nei tuoi scritti c'è tanto di te e della vita che ti circonda? So che Di Carne e di Carta è nato come fanfiction (l'ho imparato a posteriori, ma io purtroppo non seguo nulla a rate, sono anche nemica dei telefilm, insomma sono un caso disperato), precisamente come ti è venuta l'idea di questa storia? 
P.S. E se tu sei Chiara... chi è Leonardo?
Mirya: Per carità no, questo mi porterebbe a scrivere le mie tragiche memorie adolescenziali - Dio ce ne scampi e liberi, e liberi me da quelle memorie. Ma come dico all'inizio, penso che la fantasia non sia che un modo più interessante di vedere la realtà, perciò è chiaro che la realtà ci finisce sempre in mezzo, altrimenti rischi di scrivere di fumo senza arrosto. A tal proposito, Leonardo è l'arrosto, o lo sarebbe se mai lo incontrassi. Per mia e sua fortuna, non esiste affatto, o non ha ancora incrociato la mia strada. Leonardo è la mia risposta al 'giustificazionalismo', come io chiamo la mania di giustificare i personaggi in genere maschili (in genere bellissimi, in genere anche ricchissimi), perché hanno avuto traumi giovanili. Per me non ci sono giustificazioni per essere uno stercorario: le persone migliori che ho conosciuto nella mia vita avevano storie durissime; le persone peggiori avevano vissuto sciocchezze che nella loro mente erano divenute traumi intollerabili per cui si sentivano in diritto di ferire il prossimo. E anche di fronte a traumi intollerabili, credo che la scelta di spingere avanti la pallina di cacca o un mazzo di fiori sia sempre tua. Perciò la motivazione per il comportamento da stercorario di Leonardo è, come disse il buon Fantozzi, 'una cagata pazzesca'. So che tutti si aspettavano chissà quale evento terribile nella sua vita: ebbene no, gli stercorari sono tali per loro natura. Perciò forse non sarebbero buoni nemmeno arrosto, con quel retrogusto da pallina...

cover #2
Uh, a me piace l'arrosto! E devo ammettere che se mi è piaciuto Leonardo è grazie a te e a come hai saputo tratteggiarlo. Gli eccessi mi fanno storcere il naso, però mi attraggono anche. 
Quanto è durata la stesura del romanzo? Molte autrici italiane sono esterofile, mentre tu hai giocato in casa, nella bellissima Ferrara, come mai non hai sentito l'esigenza di varcare i confini?
Mirya: Sono dovuta andare a ricontrollare, perché il mio calendario interno è sregolato - è quello che mi permette di compiere ogni anno gli stessi vent'anni. La prima stesura ha richiesto circa otto mesi, la revisione, anni dopo, soltanto un mese, perché avevo ormai il giusto distacco dalla storia per tagliare senza pietà. Io sono stata troppo poco all'estero per ambientarci degnamente una storia che richieda così largo uso di esterni realistici, e poi amo Ferrara, come una mantide religiosa ama il suo maschio. Per me vale sempre la regola di raccontare ciò che conosco, quando posso, o documentarmi in modo da conoscere ciò che racconto, quando serve. Siccome qui non serviva ho preferito giocare in casa.

Quando hai iniziato Di Carne e di Carta sapevi già come si sarebbe sviluppata la storia tra Chiara e Leonardo e come sarebbe finita? 
Mirya: Dunque, in genere quando comincio una storia so esattamente come andrà a finire, perché la prima cosa che faccio è creare i personaggi. Una volta individuata ogni loro caratteristica, dal modo di parlare al modo di vestire ai gusti in fatto di cibo, sesso e film (non necessariamente in quest'ordine), so cosa accade quando li metto insieme e in genere li metto insieme proprio per questo, con notevole bastardaggine. Ci possono essere aggiustamenti in itinere, i capitoli nel mezzo possono allargarsi o rimpicciolirsi o cambiare rotta, qualcuno si dimostra anche più scemo di quel che credevo, ma il finale di solito resta e non perché io tiranneggi i miei personaggi (non sono studenti), ma perché li viviseziono prima e dopo non hanno più segreti per me.

A posteriori cambieresti qualcosa?
Mirya: Taglierei ancora, e credo che ogni volta che mi trovassi a rileggere il libro taglierei di nuovo - sono nella fase cesoia, perciò mio marito tende a guardarmi con sospetto. Avevo pensato di cambiare l'età di Chiara, dal momento che molti lettori hanno trovato incredibile che sia di ruolo così giovane, ma la sua età si basa sulla mia esperienza: io ho accumulato titoli su titoli e sono entrata di ruolo appunto molto giovane, e allora, invece di accarezzare l'ego di chi pensa che non si possa fare perché non ce l'ha fatta, forse dovrei accarezzare le speranze di chi si sforza per farcela: sì, si può anche riuscire ad entrare di ruolo giovani, e si può anche fare un Dottorato senza smettere di lavorare. Io in mezzo ci ho fatto anche un bambino! Non demordete, se volete insegnare e fare ricerca: come disse Frankenstein Junior, 'si può fare!'.

Hai pensato di proporre Di Carne e di Carta a qualche Casa Editrice o ti sei affidata subito al self?
Mirya: Sono andata subito di self perché non credo che il self vada usato come seconda opzione: si può scegliere tra CE e self ma non come lo scarto una dell'altro o viceversa. In realtà non credevo nemmeno che qualcuno sarebbe stato interessato a "Di carne e di carta", dal momento che la vecchia versione è ancora su efp e ci resterà per rispetto a chi l'ha letta e recensita. Era più un regalo per i lettori che mi seguono affezionati sul web da anni. Poi è andata in modo sorprendente, grazie soprattutto a voi blogger e al passaparola. Non so dirti se continuerò per questa strada o sceglierò diversamente; dopotutto, sono la donna dei 'forse'.

E nel mondo del self... autori/autrici preferiti/e? (che domanda cattiva)
Mentre nel mondo dell'editoria mondiale i romanzi che più hai amato?
Mirya: Non avrai nomi da me, puoi torturami in eterno ma non cederò! Se invece mi offri Benedict Cumberbatch su un piatto d'argento, potrei anche cedere. Non voglio rischiare di offendere nessuno né di dimenticare nessuno, quindi tengo la bocca chiusa sui miei libri self preferiti. 
Sui romanzi di respiro mondiale, invece, anche, ma qui perché proprio non saprei scegliere. Sono una da un libro al giorno e almeno ogni anno ce ne sono quattro o cinque che ritengo imperdibili, per cui non chiedermi titoli e dammi Benedict!

piccola digressione.
io: certo che i libri li bevi! come fai?!?!
Mirya: leggo mentre mi lavo i denti, mentre cucino, mentre mi asciugo i capelli, mentre mi depilo, e sto cercando un modo per attaccare il kindle in doccia impermeabilizzandolo


Sento che Benedict mi avrebbe detto non solo gli autori che ama, ma pure quelli che schifa e anche con una certa soddisfazione! Mettiamola così allora, l'ultimo libro che hai letto e che non riuscivi a interrompere prima della parola "fine".
Mirya: Ti dico gli ultimi tre che mi hanno coinvolta molto, negli ultimi dieci giorni: John Boyne, "Il bambino con il pigiama a righe"; Rainbow Rowell, "Per una volta nella vita" e James Dashner, "La via di fuga".

Torno in territorio neutrale. 
Cosa puoi dirci del tuo prossimo romanzo, Trentatré, che dovrebbe uscire a fine anno?
Mirya: Posso dire che spero di farvi molto ridere e poi molto piangere e che vi farò sicuramente molto storcere il naso, perché parlerò per bocca di Dio. Il che è quel che faccio ogni giorno in classe, comunque.

Si capisce che ami il tuo lavoro, sai? (Adesso non dirmi che lo odi ti prego!)
Hai sempre voluto fare l'insegnante? Ed è nato prima il tuo amore per la lettura o la scrittura?
Mirya: Ho sempre voluto fare l'assassina prezzolata, poi ho scoperto che era illegale e ho ripiegato sul lavoro più simile: l'insegnante. Credo di aver deciso in prima elementare, in mezzo ci sono state fasi in cui volevo fare la ballerina e la biologa marina, ma comunque anche l'insegnante. Sono sempre stata brava nello sdoppiamento della personalità. Poiché ho iniziato a leggere prima delle elementari, direi che è nato prima l'amore per la lettura, ma poiché la prima cosa che ho letto era la marca di una birra, potrebbe anche essere nato prima il mio amore per la birra. E da qualche parte ci devono essere stati anche un uovo e una gallina.

Eddie Redmayne
Quindi confessa, durante questa chiacchierata quante birre ti sei scolata?
Mirya: Dovendo nel contempo giocare col bambino, ho preferito restare lucida. Il che è stato profondamente sbagliato, perché si affrontano sempre meglio le battaglie dei dinosauri con una birra in corpo.

Mirya, io sono quella delle domande sceme, fattene una ragione, per cui adesso voglio ("vorrei", l'educazione prima di tutto) sapere come ti è venuto in mente di usare il volto di Eddie Redmayne per la copertina del tuo romanzo!
Mirya: Non sapevo nemmeno chi fosse, prima che lo scegliesse la mia grafica, e continuo a non sapere chi sia. Eddie ha vinto perché è un ragazzo che si offre con generosità: infatti il suo volto è disponibile gratuitamente anche per scopi commerciali (quelli di un libro), mentre tutti gli altri sono a pagamento. La verità è che non mi interessava di chi fosse il volto, perché sarebbe comunque servito solo come base per le scritte (l'uomo di carta), altrimenti avrei dovuto cercare ad ogni costo uno moro o che mi muovesse lo stomaco.

E chi pagherebbe per la sua faccia?
Adesso si spiega tutto, guarda... sono sollevata, perché lui non poteva essere Leo!
A questo punto direi di chiudere il chiacchiericcio con un po' di auto promozione.
A chi consiglieresti "Di carne e di carta", e a chi no?
Ma soprattutto, a chi consiglieresti Trentatré? E chi dovrebbe evitarlo?

Mirya: Consiglierei "Di carne e di carta" a chi ha voglia di una lettura leggera ma non troppo (le turbe mentali dei protagonisti scemi complicano un po' le cose) e a chi crede che la vita vada presa in ridere e gli uomini anche (o a calci nel sedere, ma sempre ridendo). Non lo consiglierei a chi cerca personaggi tutto d'un pezzo, traumi devastanti da superare e il lieto fine canonico. Consiglierei "Trentatré" più o meno alle stesse persone - il prerequisito di saper ridere della vita è sempre fondamentale nelle mie storie - e non lo consiglierei a chi è molto certo delle sue idee religiose e molto sensibile a riguardo - anche in questo caso, per leggerlo, bisogna saperci ridere su.

Mirya, sei stata gentilissima, tengo le altre 999 domande per quando avrò letto Trentatré, e per ringraziarti...


Eccolo, tutto per te!

Link esterni:
» Mirya su efp
» il blog di Mirya
» "Di carne e di carta" su goodreads
» "Di carne e di carta" su amazon


Cari followers e lettori di passaggio,
se avete domande approfittatene,
Mirya soddisferà tutte le vostre curiosità!
Studenti, fatevi sotto, è il momento per vendicarsi!

26 agosto 2014

Recensione Locke & Key #3 #4 #5 di Joe Hill

Ormai lo sapete, Locke & Key è la mia graphic novel preferita, e quando mi sono accorta di essere così indietro con le recensioni mi è preso un colpo. D'ora in poi vi parlerò di una serie solo quando sarà terminata, salvo darvi qualche sprazzo d'opinione un po' qua e un po' là. Dove capita insomma.
Ma basta cianciare e veniamo al sodo! Tre recensioni una di fila all'altra in attesa del sesto volume, l'ultimo della serie. Non sapete che fatica parlarvene senza fare spoiler e senza dire tutto quello che mi frulla per la testa e che voglio conservare per il gran finale!


La Corona delle Ombre
serie: Locke & Key #3
autore: Joe Hill
disegnatore: Gabriel Rodriguez
Magic Press, 2013


voto: ★★★★½
» recensione

Le Chiavi del Regno
serie: Locke & Key #4
autore: Joe Hill
disegnatore: Gabriel Rodriguez
Magic Press, 2014


voto: ★★★½
» recensione

Ingranaggi
serie: Locke & Key #5
autore: Joe Hill
disegnatore: Gabriel Rodriguez
Magic Press, 2014


voto: ★★★★½
» recensione


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23 agosto 2014

Weekly Recap #108

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Oggi avrei da dirvi mille mila cose! Vorrei mostrarvi qualche new entry, dovrei ringraziare una blogger per un premio, vorrei farvi conoscere il nuovo arrivo di casa e dovrei anche parlarvi di un paio di film. Però una cosa ha la priorità su tutto. Non riesco ad aspettare oltre, sono troppo, troppissimo in fibrillazione per Outlander la serie tv tratta dai romanzi di Diana Gabaldon, prodotta dalla Starz.
Al momento sono usciti due episodi (staserà andrà in onda il terzo) e per quanto sia consapevole che è troppo presto per sventolare striscioni, intonare Vincerò e suonare le trombette, io sto facendo tutte queste tre cose insieme. Ah, ho anche un nuovo mantra.


Tutte insieme girls!
Sposta quel kilt! Sposta quel kilt!

Dopo questo momento di fangirl mi ricompongo (voi continuate pure!) e vengo al sodo.
Sono sicura come mi chiamo Silvia che chi ha amato i romanzi sta già amando anche la serie tv (dite di no e vi bannerò dalla mia vita virtuale), al contrario chi non li ha mai letti forse ha qualche perplessità, ma può dormire sonni tranquilli, siamo solo all'inizio e il bello deve ancora venire ovviamente.
I due episodi andati in onda sono decisamente introduttivi, ma curatissimi e ricchi di dettagli.
Il primo ci mostra la vita di Claire, la Guerra è appena finita e lei, riunitasi al marito Frank si concede col consorte una seconda luna di miele. Attraverso questo viaggio conosciamo una donna passionale, disinibita, intelligente oltre che colta e un uomo tutto d'un pezzo con la testa persa tra i libri (oltre che tra le gambe della moglie) intento a voler scoprire le sue origini e quelle di tutto il suo albero genealogico. Insieme visitano Inverness, gironzolano tra le rovine di antichi castelli e a Craigg Na Dun assistono di nascosto a una danza rituale all'interno di un cerchio di pietre (scena meravigliosa). E' qui il nodo di tutta la storia. E' qui che inizia il viaggio di Claire. Basta un solo tocco della dura roccia e si ritroverà catapultata nel passato, due secoli indietro. L'episodio pilota finisce poco dopo in suo arrivo in epoca straniera, dove l'unica straniera invece è proprio lei. Avevo gli occhi a cuore, i peli della braccia dritti e la mascella sulla tastiera del computer. Non ero felice, di più!
Ma la seconda puntata mi ha reso ancora più felice, perché ci permette i conoscere Jamie (sposta quel kilt! sposta quel kilt!) l'eroe più eroico di tutti gli eroi e giuro che non c'è un protagonista di cui abbia letto la storia che mi abbia soddisfatto al 100% sul grande schermo come lui: Sam Heughan. E non perché sia bello, alto e figo, ma proprio perché è Jamie. E' la reincarnazione del mio immaginario protagonista. E' un'epifania letteraria!
Sia chiaro, anche Catriona è un'ottima Claire, ma Sam Heughan è un altro mondo.
Che dire poi di Jamie. Be', lui è un ragazzo pieno d'onore, coraggio e altruismo e già in questo secondo episodio lo potrete intuire. Claire ovviamente cercherà in tutti i modi di riattraversare il cerchio e tornare da Frank, ma sinceramente... cosa ci torna a fare nel presente quando nel passato può avere uno così?
A questo punto urge un appunto. Finora nella serie tv non sono successe chissà quali cose, ma nel romanzo era lo stesso. Il pregio della Gabaldon è che ha un talento innato e ha unito un lavoro di minuziose ricerche alle emozioni che solo la sua penna può far scaturire. La storia è un continuo crescendo, per cui il mio consiglio è questo. Prima leggete il romanzo, poi rifatevi gli occhi con la serie tv. 
Io per esempio ho iniziato La Straniera (anni e anni fa) senza sapere cosa mi aspettasse.
Ricordo ancora benissimo i passaggi evocativi che mi permettevano di vedere, sentire e toccare ogni cosa. Ricordo benissimo i sobbalzi del cuore e le capriole dello stomaco. E ricordo che a fine lettura avrei voluto mollare tutto, andare a scoprire la Scozia e magari attraversare anche un cerchio di pietre (solo se al di là ci fosse stato un Jamie tutto mio ad aspettarmi)! Deliri da lettrici. Le controindicazioni dei romanzi con l'eco. 
Il romanzo sa spaccarti il cuore per i momenti di infinita dolcezza e sensualità ma sa anche spaccarti in due lo stomaco per gli atti di estrema crudeltà che l'autrice non ci risparmia e nemmeno la serie tv lo farà da quello che ho potuto vedere.  La Starz ci renderà pan per focaccia e io non avrei voluto niente di meno, anche se tremo già per la scena finale di questa prima stagione. Però voglio avere di nuovo quei mal di pancia. Voglio tutti i miei organi interni sottosopra e sento che può succedere! La sceneggiatura mi sembra perfetta. La regia ottima. Il cast meraviglioso. Le musiche suggestive. Insomma per me questa serie è un sogno che si avvera. Mi sono bastate le delicate note della sigla iniziale a farmi commuovere, perché io so cosa c'è dietro a quelle scene, anzi noi lo sappiamo. Noi lettrici di Outlander. E sappiamo che quello che succederà non è niente rispetto a quello che abbiamo visto finora.
Davvero, non sto più nella pelle. Ma dico davvero, leggete il romanzo. Per quanto la serie sia fatta bene e, almeno per ora, sia fedele al libro, la parola scritta non potrà mai finire sul grande schermo.

E adesso tutte insieme!
Sposta quel kilt! Sposta quel kilt!

New Entry


Come Inciampare nel Principe Azzurro di Anna Premoli [x]
La Ragazza del 6E di A.R. Torre [x]
Il Coraggio della Libellula di Deborah Ellis [x]

Sono curiosa di scoprire Anna, vincitrice del Premio Bancarella con Ti Prego Lasciati Odiare, e ringrazio Claudia per questo regalo (thanks darling!). Spero di aggiungere la Premoli alla non lunghissima, ma nemmeno più cortissima, lista di autori italiani che mi vanno a genio!
La Ragazza del 6E m'ispira un botto. E' la storia di una donna che si è volutamente reclusa in casa e si mantiene offrendo prestazioni sessuali agli uomini che fanno la fila fuori dalla sua porta. Ma perché non uscire se fa entrare chiunque? Ecco, io voglio scoprirlo.
Invece Il Coraggio della Libellula, nonostante la cover parecchio dark faccia pensare a un thriller oscuro, credo sia un romanzo adatto anche a un pubblico young adult, ma spero di sbagliare. Quando leggo romanzi di questo genere voglio il male nella sua forma più estrema e crudele (sì, non sono normale).

* * *

Mi tocca fermarmi qui! Tutto quello che non sono riuscita a dirvi ve lo racconterò la settimana prossima, promesso. Intanto sintonizzatevi su Outlander!

20 agosto 2014

Recensione, DUE VARIANTI DI ME di Dani Atkins

Arieccomi qui con una nuova review! Oggi vi parlo di un romanzo apparentemente semplice ma in realtà pieno di sostanza. Si legge in un attimo, ma una volta finito non vi abbandonerà subito.

Due Varianti di Me di Dani Atkins

| Fabbri Life, 07/2014 | pag. 285 | € 14,90 |
Cosa faresti se il destino ti offrisse una seconda possibilità?
Rachel ha vent’anni, amici meravigliosi e tutto il futuro davanti. In tasca, la lettera di ammissione alla più prestigiosa scuola di giornalismo inglese. Poi, una terribile disgrazia.
E due vite diverse che l’aspettano. Cinque anni più tardi…
Per la prima volta da quella notte fatale, Rachel sta tornando nel paesino in cui è cresciuta. Sul volto ha una cicatrice, a ricordarle in ogni istante il segno indelebile dell’incidente che ha infranto i suoi sogni e le ha portato via il suo migliore amico.
Ma quando per una caduta banale batte la testa e si risveglia in ospedale, tutto intorno a lei è cambiato. È come se il suo mondo, dal momento dell’incidente, avesse preso un binario diverso. Ora ha il lavoro che ha sempre desiderato, un elegante appartamento a Londra, e il suo migliore amico è lì, accanto a lei. Sarebbe bellissimo se l’orologio fosse tornato indietro. Ma la vita non funziona in questo modo… o sì?
Sorprendente, romantico, straziante, Due varianti di me ha conquistato le lettrici inglesi: autopubblicato in rete, è diventato immediatamente un bestseller, attirando l’attenzione degli editori di tutto il mondo. Non riuscirete a smettere di leggere e, arrivati alla fine, non potrete trattenere le lacrime.
Voto:

Iniziare Due Varianti di Me senza sapere nulla della trama è stata la mia fortuna, perché questo romanzo per quanto non mi abbia ricordato nulla di già letto (a parte forse Zenzero e Cannella) ha sicuramente il sapore del già visto. Ripercorre i passi dei film alla Sliding Doors e di tutte quelle storie che giocano con il destino e le seconde possibilità. Abbraccia anche la teoria dei mondi paralleli, di come ogni singolo gesto dia origine a nuove vite, a infinite vite, e di come queste possano entrare in collisione tra loro.

Rachel, la protagonista, in seguito a un incidente che la coinvolgerà insieme a un gruppo di amici, si ritroverà cinque anni dopo a un bivio: e se le cose fossero andate diversamente durante quella fatidica sera, cosa sarebbe successo? Le risposte non tarderanno ad arrivare.
La "vecchia" Rachel era sola, afflitta da terribili emicranie, aveva un padre gravemente malato, e il suo migliore amico era morto.
Nella "nuova" vita il genitore scoppia di salute, Jimmy è vivo e vegeto e lei, oltre a essersi professionalmente realizzata, è fidanzata con Matt, il ragazzo con cui stava ai tempi della scuola.
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18 agosto 2014

Recensione, DI CARNE E DI CARTA di Mirya

Non sapevo di quale libro parlarvi per primo e alla fine ho sorteggiato lasciando questa ardua decisione nelle mani del destino! Tocca a Mirya e al suo romanzo autopubblicato aprire le danze e non posso che esserne felice, perché anche se non mi ha conquistata dalla prima pagina mi sono fatta trasportare dallo stile e dalla qualità dell'autrice. Mirya ha classe e si vede, difetti a mio gusto ce ne sono, ma quattro stelle Di Carne e di Carta se le merita tutte!

Di Carne e di Carta di Mirya

| autopubblicato, 06/2014 | € 2,68 |

Chiara vive di carta. Insegna, studia e legge di tutto. Sui libri e coi libri è cresciuta, i libri sono stati la sua famiglia e i suoi migliori amici e dai libri ha appreso l’amore: l’amore per le pagine ma anche per gli uomini che in quelle pagine vivono. Leonardo entra nella sua vita per seguirla nel Dottorato di ricerca, ed è un uomo concentrato sulla realtà di carne: per lui il distacco dalle parole scritte è vitale e non accetta l’approccio passionale di Chiara. Ma è stato davvero un caso, a portarlo da lei, o c’è una trama anche dietro al loro incontro?
Tra un canto di Dante e una canzone degli ABBA si combatte la guerra tra la carne e la carta, una guerra che non ha vincitori né perdenti e che forse non ha nemmeno schieramenti.









Voto:

Come poteva per lui essere l'Inferno, 
ciò che per lei era il Paradiso?

Ammetto di aver iniziato il romanzo di Mirya grazie ai commenti sul web e ai consigli delle amiche, grazie a quel miracolo anche detto passaparola, perché titolo e cover non mi attiravano per niente. Lo so, sono motivi stupidi per non leggere un libro, motivi del tutto superficiali e bla bla bla... Lo so. Ma tant'è, e ormai non perdo nemmeno più tempo a giustificarmi.
Il titolo poi mi ricordava una tesina che feci ai tempi della scuola e che avevo intitolato "Dalla Carta alla Carne". Questo fattore forse avrebbe dovuto stimolare la mia curiosità, invece no, effetto contrario anche in questo caso. Non so perché... e ci ho pure ragionato sopra, ma non sono venuta a capo di niente. Di certo non mi aspettavo di trovarci delle similitudini, non avevo mica scritto un romanzo! Io parlavo dei personaggi dei romanzi che avevano trovato un volto nel cinema, Mirya invece ci parla di Chiara, una ventisettenne convinta di non poter provare sulla propria pelle la passione struggente e incendiaria che sente attraverso i testi letterari.
Insomma, razionalmente non so perché imboccassi tante strade tranne quella di Di Carne e di Carta, ma sotto sotto sapevo che a quello STOP avrei dovuto fermarmi prima o poi. E l'ho fatto. Cambierei ancora titolo e copertina, ma il contenuto, che poi è quello che realmente conta, mi ha gradualmente conquistata.
Mi sono divertita con le citazioni dantesche, coi riferimenti a Novecento e Orgoglio e Pregiudizio, a canticchiare le canzoni degli ABBA e a recitare Leopardi.  A volte avrei bacchettato Mirya per aver ostentato un po' troppo il suo amore per la carta, ma tra un rimprovero virtuale e l'altro mi sono sciolta. 
Sfogliata l'ultima pagina ero talmente liquefatta che avrei potuto dare al romanzo mezzo voto in più, e l'avrei fatto volentieri in nome di un capitolo che racchiude la perfetta essenza dell'anti romance e di cui avevo sinceramente bisogno: mentre Leonardo offre a Chiara il suo pegno d'amore ero in standing ovation. L'unico problema è che a diciotto anni volevo fare la professoressa e deve essermi rimasta incollata adosso una qualche vena di stronzaggine, quindi quattro stelle, ma giuro, meritatissime (immaginatevi quattro stelle belle panciute e super brillanti).
Al contrario se avessi dovuto dare un voto dopo le prime ottanta pagine sarei stata seriamente in difficoltà. All'inizio mi sembrava tutto troppo esagerato. Leonardo che tratta Chiara come la più totale delle nullità e con parole esasperanti al limite dell'umana comprensione (mai rapporto di odio/amore è iniziato con intenzioni peggiori e apparentemente immotivate). Alessandra, la migliore amica della situazione, che colora ogni battuta con continue allusioni sessuali (il solito cliché). Chiara che educa i suoi studenti con fermezza e passione, ma allo stesso tempo si diverte a sfotterli dosando bastone e carota (la perfetta prof. moderna che si lascia però andare a qualche scambio di battuta un po' troppo confidenziale, altro cliché). Qualcosa graffiava le mie corde. Qualcosa non mi convinceva.
Tutto questo succedeva all'inizio.
Tutto questo succedeva quando il colpo di fulmine non mi aveva ancora colpito.
Il "problema" è che Mirya sa scrivere porca miseria, e io davanti a una bella penna non capisco più niente ed entro in modalità "fai di me ciò che vuoi"! Infatti se all'inizio venivo respinta dalla storia per colpa di parole e passaggi un po' troppo altisonanti, a un certo punto mi ci sono trovata dentro, quasi senza rendermene conto. Mirya era riuscita a incastrarmi, mi aveva resa succube della sua prosa, e nonostante qualche forzatura stilistica mi ha fatto amare Di Carne e di Carta, tanto da perdonargli alcuni difetti.
Mi è piaciuta (in modo crescente) Chiara, una ventisettenne idealista con la rara capacità di saper ancora sognare e sperare, nonostante tutti i "se" del suo passato e i "forse" del futuro. Una donna - come la definisce Leonardo - capace di ubriacarsi di letteratura colta di giorno e romanzetti rosa di notte, troppo amante della parola scritta e poco della vita vera.
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16 agosto 2014

I'm Back!


Yeeee, sono tornata! Oddio non avete idea di quanto mi sia mancato quest'angolino, ma durante le tre settimane di ferie ho letto abbastanza e nei prossimi giorni scoprirete anche cosa!
Dall'ultimo post (un po' malinconico, non è da me) sono successe un sacco di cose. Mi sono abbronzata, mi sono riempita le chiappe di punture di zanzare killer (ho fatto anche le foto ma non le pubblico o dovrei mettere la limitazione al blog per contenuti che potrebbero urtare la sensibilità altrui), ho patito il caldo del sud e visto che mi sono lamentata sono stata punita e a casa ho trovato un freddo bestia (18 gradi la mattina del 16 Agosto! Ma stiamo per entrare in una nuova era glaciale?), ho trovato un cane da adottare al canile, non ho perso nemmeno un chilo nonostante i buoni propositi mandati a monte per colpa dei contorni di mia suocera prevalentemente a base di patate e peperoni fritti (a cui non so resistere) e mi sono ri-po-sa-ta come non mi riposavo da un sacco di tempo!
Adesso vi toccherà sopportare di nuovo i miei scleri! Perché ho riossigenato il fisico, ma la testa è sempre quella. Bacata.
Giusto per darvi un assaggio ecco tre dei sette libri (più una graphic novel) che ho letto. Tutti romanzi soft, nessuna schifezza, ma ovviamente qualcuno semplicemente carino qualcun altro decisamente degno di nota.

  

Ho già scritto quasi tutte le recensioni quindi non tarderò a snocciolarvele!
A presto 
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