24 luglio 2018

Recensione, Demelza di Winston Graham

Continua la lettura della saga di Poldark e continuano i miei scleri mentre guardo la serie tv... la luce in fondo al tunnel è ancora lontana.

Demelza di Winston Graham

| Sonzogno, 2017 | pag.491 | € 19,00 |
- saga Poldark 2/12 -

Cornovaglia, 1788-1790. Le nozze tra Ross, gentiluomo dal carattere forte, avverso alle convenzioni sociali, e Demelza, bella, brillante, ma figlia di un povero minatore, hanno scandalizzato l'alta società locale, che non approva il matrimonio di un nobile con una plebea. E così Demelza, pur facendo il possibile per assumere le maniere di una signora raffinata, fatica a conciliare il mondo da cui proviene con quello cui ora appartiene, e sì sente umiliata dai modi altezzosi di chi la circonda. Questo non le impedisce però di stare al fianco di Ross, che si trova ad affrontare la grave crisi economica in cui versa il distretto: l'industria del rame è infatti sull'orlo del collasso a causa di banchieri senza scrupoli, come lo spietato George Warleggan. Mentre dalla Francia soffiano i venti della rivoluzione e il malcontento dei minatori, ridotti alla fame, sembra pronto a esplodere, Ross decide di sfidare i potenti nel tentativo di riportare giustizia e prosperità nella terra che ama, nonostante il rischio di perdere tutto ciò che ha costruito. Tra sfarzosi eventi mondani, passioni maledette e amori ritrovati, tempeste di feroce bellezza e naufragi che sembrano benedizioni per la povera gente, Ross e Demelza tornano con il secondo episodio della saga di Poldark.
Voto:

Essendomi avvicinata ai romanzi grazie alla serie tv c'è una domanda che mi sento rivolgere spesso "Ma quanto ami Ross Poldark?". Non ho una risposta a dire il vero, perché il suo è un personaggio davvero complesso, fatto di istinto e senso del dovere, duro come le rocce delle sue miniera e impetuoso come il mare della Cornovaglia. E sulla carta non ha la faccia di Aidan Turner che ammettiamolo, aiuta un bel po'.
Partiamo comunque col dire che questo è il libro di Demelza. La tredicenne raccolta dalla strada è diventata una donna, quella che per Ross era una benda per curare una ferita è ora parte integrante del suo cuore, lei l'ha reso una persona migliore, ma certi tratti di un carattere non puoi cambiarli. Ross Poldark resterà sempre un uomo abituato a dare ordini e a compiacere se stesso, indifferente alle regole che governano l'alta società e con un'innata abilità nel farsi più nemici che amici. Questa spavalderia gli costerà cara, lo sappiamo.
E se da una parte abbiamo un Ross sempre più preso dagli affari della miniera il cui destino è malauguratamente legato all'improbabile benevolenza di George Warleggan, banchiere senza scrupoli, dall'altra abbiamo una Demelza che cerca in tutti i modi di farsi accettare in società, perfettamente conscia di non rivestire un ruolo semplice. Troverà un porto sicuro nell'amicizia con la cugina di Ross, Verity, che l'ha sempre accolta a braccia aperte, fin da quando, durante la sua prima visita a Nampara, le disse "Pensi davvero che mi importi da dove vieni o della tua famiglia o se sai fare l'inchino? Queste cose non sono tutto". Ed è nel sacro nome di questo nuovo legame che si troverà costretta a mentire a Ross, incrinando non solo il loro equilibrio praticamente perfetto, ma danneggiandolo tanto negli affetti quanto negli affari.
Una Demelza quindi più matura, propositiva, sempre pronta a difendere l'amore, ma non ancora abbastanza forte per calcolare e sopportare le conseguenze delle sue azioni. Personalmente, per quanto fedelissima al romanzo, la Demelza della serie tv ha delle piccolissime sfumature che me la fanno preferire. Saranno gli occhioni innocenti con cui Eleonor Tomlinson guarda Aidan Turner, sarà la sceneggiatura di Debbie Horsfield che spinge sempre i tasti giusti, ma l'autore la fa piangere e singhiozzare ancora un po' troppo spesso, mentre io la voglio risoluta, volitiva, tenace. Lo so, non ditemelo, mi aspettano altri dieci libri, c'è tempo...

Le parti in cui viene descritta la vita rurale, il duro lavoro nelle miniere e di come il clima, le maree e i raccolti siano determinanti per sopravvivere ai gelidi inverni della Cornovaglia, restano le mie preferite. Il popolo vessato, sfiancato dal lavoro, la misera moralità che contraddistingue la nobiltà, e la giustizia, corrotta ieri come oggi, restano i temi più cari a Winston Graham e continuano a fare da sfondo alle travagliate vite dei vari personaggi.
Si fa strada nel cuore del lettore la vicenda di Jim Carter che sta scontando una condanna di due anni per bracconaggio, entra in scena il gentile dottor Dwight Enys, c'è l'infatuazione di Zacky Martin per Keren Smith e la  discesa agli inferi di Francis continua implacabile. E poi, ovviamente, c'è l'impudenza di Ross, quella guai se venisse a mancare. Ma questo è anche il romanzo delle perdite, di quelle spaccature insanabili, di quei dolori con cui bisogna imparare a convivere.
Un altro bel tomo da leggere tutto d'un fiato, narrato con un piacevolissimo stile démodé a metà strada tra la narrativa classica e quella contemporanea, capace di calare il lettore in un altro tempo e in un altro luogo con straordinaria efficacia.
E adesso, anche se so cosa mi aspetta in Jeremy Poldark, non vedo l'ora di averlo tra le mani.
"Mai aspettarsi che un Poldark si comporti in modo razionale, io l'ho imparato molto tempo fa. Siamo impazienti, incredibilmente impazienti. E suscettibili; siamo irremovibili nelle nostre simpatie e antipatie, e irragionevoli, molto più di quanto avrei mai pensato." Ross
"Siate cauto con la legge, capitano. È una cosa volubile e stizzosa e, certo, potete beffarla una mezza dozzina di volte, ma lasciate solo che cominci a interessarsi a voi e vi accorgerete che è difficile liberarsi dalla sua stretta." McNeil a Ross
La serie tv



Nota: i Romanzi Ross Poldark Demelza, sono riassunti nella prima Stagione prodotta dalla BBC.

La saga dei Poldark


*primo ciclo*
1. Ross Poldark (1783–87) - Ross Poldark - recensione
2. Demelza (1788–90) - Demelza
3. Jeremy Poldark (1790–91) - Jeremy Poldark
4. Warleggan (1792–93) - Warleggan
5. The Black Moon (1794–95) - La Luna Nera (09/2018, Sonzogno)
6. The Four Swans (1795–97) 
7. The Angry Tide (1798–99) 

*secondo ciclo*
8. The Stranger from the Sea (1810–11) 
9. The Miller's Dance (1812–13)
10. The Loving Cup (1813–15)
11. The Twisted Sword (1815) 
12. Bella Poldark (1818–20) 

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19 luglio 2018

Recensione, Ross Poldark di Winston Graham

Addio mondo. Quando parte una ship tutto il resto svanisce. E adesso non mangio e non dormo più, ma leggo e guardo Poldark in un loop che spero abbia fine prima che mi si consumino gli occhi.

Ross Poldark di Winston Graham

| Sonzogno, 2016 | pag.431 | € 18,50 |
- saga Poldark 1/12 -

Cornovaglia, 1783. Ross Poldark, figlio di un piccolo possidente morto da poco, torna a casa, esausto e provato, dopo aver combattuto per l'esercito inglese nella Rivoluzione americana. Ora è un uomo maturo, non più l'avventato ed estroverso ragazzo che aveva dovuto abbandonare l'Inghilterra per problemi con la legge. Desidera soltanto lasciarsi il passato alle spalle e riabbracciare la sua promessa sposa, la bella Elizabeth. La sera stessa del suo arrivo, però, scopre che, anche a causa di voci che lo davano per morto, la donna sta per convolare a nozze con un altro uomo. Non solo: Nampara, la casa avita, si trova in uno stato di abbandono, cui ha contribuito anche una coppia di vecchi servi, fedeli ma ubriaconi. Devastato dalla perdita del suo grande amore, Ross decide di rimettere in sesto Nampara e di concentrarsi sugli affari che il padre ha lasciato andare a rotoli, tornando a coltivare le terre e lanciandosi nell'apertura di una nuova miniera. Viene aiutato dalla cugina Verity, dai due servi e da Demelza, una rozza ma vivace ragazzina che ha salvato da un pestaggio e che, impietosito, ha preso a lavorare con sé come sguattera. Nella terra ventosa di Cornovaglia si intrecciano i destini dei membri della famiglia Poldark, primo fra tutti il forte e affascinante Ross, ma anche della gentile Verity, di Elizabeth, tormentata da segrete preoccupazioni, e di Demelza che, diventata una bellissima donna, è determinata a conquistare il cuore dell'uomo che le ha cambiato la vita.
Voto:

È davvero strano come a volte ci si appassioni a una storia.
Avevo sentito parlare di Poldark quando Sky nel 2016 ha mandato in onda la serie tv della BBC, ma prevedendo centomila stagioni ho subito bypassato, mi conosco, sono una che si annoia in fretta e non sopporta le attese.
Poi poche settimane fa vedo la pubblicità su Canale 5. "Ah" mi dico "Adesso la trasmettono anche in chiaro...". In estate non c'è mai niente di minimamente decente da guardare così penso di darci una possibilità. Ci penso così intensamente e con così tanta convinzione... che poi mi dimentico °__°
Perdo le prime due puntate, ma decido di recuperarle e le guardo in streaming... OHMYGOD! Qualcosa scatta, qualcosa che non mi succedeva da un bel po' di tempo e il dilemma si fa strada nella mia mente di lettrice malata. E adesso? Che faccio??? Recupero tutti i libri? Vado avanti con la serie tv? Mi spoilero il mondo?
Cerco i romanzi su internet e mi si accende un'altra lampadina. Per me è quasi un segno del destino. Su google immagini escono le vecchie edizioni (tagliate e censurate) dei romanzi che uscivano su Intimità e che mia nonna leggeva. Lei era una grande appassionata di storie d'amore, sarebbe stata una romance addicted senza ombra di dubbio e il mio lato pink lo devo tutto a lei. Anche la mia passione per la lettura probabilmente. Quindi sì, è deciso, devo leggere Poldark. Lei ne sarebbe tanto felice.

E così eccomi qua, a parlarvi del primo romanzo di una serie che ne conta dodici (stica**i)
È il 1783 quando il capitano Ross Poldark fa ritorno in Cornovaglia dopo aver combattuto nella guerra d'Indipendenza, ma quello che lo aspetta è un crudele benvenuto. Suo padre è morto, la dimora di famiglia è in rovina e la donna che ama sta per sposare un altro. Ma Ross non si piega al destino funesto, al contrario, lo prende di petto. Nonostante sia un aristocratico non ha paura di sporcarsi le mani e di mettersi al pari con la sua gente, decide quindi di riaprire la vecchia miniera di famiglia e si prodiga in ogni modo possibile per dare cibo e lavoro ai paesani. In tutto questo Elizabeth resta il suo tarlo fisso, ma Ross è un uomo orgoglioso, pieno di sé e a parte qualche momento in cui il suo animo sembra cedere a un sentimento ancora vivo, non le chiede mai nulla. Anzi. Si dimostra un perfetto gentiluomo, consapevole del fatto che ora è la moglie del cugino Francis.
Nel frattempo, come aiuto in cucina, Ross assume una cenciosa ragazzina per salvarla dalle mani troppo pesanti di un padre ubriaco e violento. Demelza ha solo tredici anni, ma il suo temperamento è sanguigno, il lavoro non la spaventa e in poco tempo si dimostra un aiuto molto più valido dei vecchi servitori Jud e Prudie, che solo una cosa sanno fare bene: scolarsi litri di rum.

Il romanzo copre un arco temporale che va dal 1783 alla fine del 1787 e in questi quattro anni sono tante le cose che cambieranno in un susseguirsi di lotte di potere e duelli improvvisati. Ma al di là di tutto, come dice il titolo, questo è il libro di Ross, del suo cambiamento, del suo diventare uomo. Devo dire che alcune parti sono più veloci di altre, ma l'autore tende a riprendere sempre quello che abbandona e i titoli successivi ce ne daranno conferma. La prima metà invece potrà sembrare noiosa in quanto incentrata sul lavoro del protagonista e la rieducazione di Demelza, ma in realtà l'autore non è mai tedioso o prolisso, e tutto risulta sempre molto scorrevole.
Ross Poldark è un protagonista pieno di sfaccettature, a tratti è il classico eroe romantico, in altri momenti è solo un uomo con pochi pregi e svariati difetti. Non è facile per lui dare voce ai sentimenti più intimi, tanto meno comprenderli, spesso è l'istinto del momento a guidarlo e sovente sbaglia. Questo primo libro racconta la sua redenzione. Di come lo spazio del suo cuore occupato da Elizabeth si rimpicciolisca per fare posto a Demelza. Le due donne sono così diverse - quello che ha una non ha l'altra - che c'è da chiedersi come Ross possa amarle entrambe. Elizabeth è rigore e compostezza, pelle di porcellana, abiti senza pieghe; impeccabile in ogni circostanza e sempre pronta a dire e fare quello che l'etichetta richiede. Demelza invece è l'esatto opposto: capelli scarmigliati, abiti impolverati, un cane come migliore amico. Diventerà una donna sotto gli occhi inconsapevoli di Ross e saprà conquistarlo e renderlo fiero, regalandogli una pace che credeva irraggiungibile.

Se Ross Poldark fosse uno dei romance che ho letto per anni le cose sarebbero finite qui, all'apice della felicità, con il ricordo del primo amore archiviato e nuove prospettive per il futuro, ma Winston Graham ha voluto raccontare una storia lunga circa quarant'anni e dalla vita, quella vera, possiamo aspettarci solo ritorsioni e tormenti.
Il corollario di personaggi poi è vastissimo e sicuramente ogni storia è destinata a incastonarsi in un'altra. Al momento nutro un affetto particolare per la docile e sottomessa cugina Verity, divisa tra l'amore e il dovere, e per l'imprudente Jimmy, dedito al bracconaggio pur di garantire un pasto caldo alla famiglia. È inoltre impossibile non farsi sopraffare da ondate di biasimo per Francis, il pavido e insicuro cugino di Ross, o sorridere per le continue nefaste previsioni di zia Agatha che ormai ha visto nascere sei generazioni di Poldark e ancora non ci pensa proprio di finire sottoterra. Invece non so ancora definire George Warleggan. Il villain di turno? L'antagonista per eccellenza? Non lo so. George Warleggan è un uomo che si è creato dal nulla, nessuno gli ha mai dato niente, ma lui si è preso tutto. Sicuramente siamo solo all'inizio della sua scalata sociale, probabilmente non saranno nemmeno i soldi la futura merce di scambio, perché George, di Ross Poldark, detesta la felicità e probabilmente farà di tutto per strappargliela.

Devo dire che sono felicissima di aver scoperto questa saga, mi ha fatto tornare a galla tutta la passione che ho sempre nutrito per il romanzo storico e anche se dodici libri mi fanno paura per ora mi crogiolo nell'entusiasmo del momento.
Un appunto sullo stile però è doveroso. Ross Poldark è stato scritto negli anni Quaranta e per quanto  alcuni dialoghi godano di una leggera artificiosità, la narrazione di Graham è di rara scorrevolezza e dotata di una inaspettata dose di ironia. Peccato che a volte si senta che a dar voce a Demelza sia la penna di uomo, ma contestualizzando il tutto all'epoca in cui si svolgono le vicende ci può anche stare. Demelza infatti, per quanto sia un personaggio moderno e fuori dagli schemi, non è colta, non è raffinata e vive all'ombra di un uomo che ammira senza riserve, meravigliandosi giorno dopo giorno di come lui abbia potuto sceglierla anche solo per un attimo e lo ammetto, da donna, in alcuni momenti, mi ha irritata. Ma è giovane e di tempo per cambiare ce n'è...
Sugli altri invece niente da obiettare. L'intera psicologia dei personaggi è resa dal narratore omnisciente, ma si evince facilmente anche dai dialoghi, Graham presta molta attenzione nel differenziare il parlato a seconda della classe sociale di appartenenza, così come cura il periodo storico che fa da sfondo alle vicende. La Cornovaglia tra il XVIII e il XIX secolo ha prodotto i due terzi del fabbisogno mondiale di rame e l'immigrazione in quella terra volubile e desolata è stata massiccia. Ma al lavoro non sempre corrispondeva un guadagno sicuro ed essere proprietari di una miniera poteva significare grande fortuna o rovinosa caduta. Però era ed è una terra di grandissimo fascino che sferza il cuore, riempe gli occhi, brucia la pelle. Vedo ancora Nampara con le sue imponenti scogliere, le onde indomite che si riversano sulla spiaggia e sento quella forza imprevedibile regolata solo dalle leggi della natura.
Quattrocentotrenta pagine consumate in due sere. La gioia mista a paura nel sapere che me ne aspettano altrettante e poi ancora, e ancora. Per ora mi godo quell'attimo di pace duramente conquistato dai protagonisti. Nell'attesa che la marea travolga tutto.

Poldark, BBC 2015
La saga dei Poldark


*primo ciclo*
1. Ross Poldark (1783–87) - Ross Poldark
2. Demelza (1788–90) - Demelza
3. Jeremy Poldark (1790–91) - Jeremy Poldark
4. Warleggan (1792–93) - Warleggan
5. The Black Moon (1794–95) - La Luna Nera 
6. The Four Swans (1795–97) 
7. The Angry Tide (1798–99) 

*secondo ciclo*
8. The Stranger from the Sea (1810–11) 
9. The Miller's Dance (1812–13)
10. The Loving Cup (1813–15)
11. The Twisted Sword (1815) 
12. Bella Poldark (1818–20) 


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15 luglio 2018

Recensione, L'Ape Regina di Gianluca Morozzi

Recensione super veloce per un romanzo super corto e super divertente. La parola d'ordine in questo post, se non l'avete capito, sarà proprio super, perché si parla di supereroi e superpoteri. E Morozzi lo fa in modo davvero super.

L'APE REGINA di Gianluca Morozzi

| Fernandel, 05/2018 | pag. 123 | € 12,00 |

Lucas Bentivoglio ha sedici anni e poche totalizzanti passioni: l'attrice Gal Gadot, la commessa del centro commerciale di nome Daisy e i supereroi bolognesi degli anni Quaranta: il Partigiano, il Fulmine Felsineo, il Sergente Due Torri, persino l'improponibile, imbarazzante Uomo Fuco. Da anni non ha rapporti con il nonno, che vive in una tetra villa con le sue amanti bambine. Lamia Lerici ha vent'anni, e tutti pensano che sia pazza. Non è pazza: convive dalla nascita con Tarantula, un ragnetto psichico che se ne sta nel suo cervello e che sa creare illusioni realistiche. Lamia è bellissima, desiderata da tutti, ma calibra le sue storie potenziali sugli standard irraggiungibili di una serie televisiva intitolata "Doctor Who". Quando Lucas scopre di essere il nipote di uno di quei quattro supereroi bolognesi, erede dei suoi poteri e del suo costume, e di essere destinato a scontrarsi con l'Ape Regina, a sua volta nipote di una supercriminale nazista, i loro destini si incroceranno.
Voto:

Supereroi al contrario. Cultura pop. Ribaltamento dei ruoli e dei cliché. Datemi patatine, fumetti e Morozzi e mi fate felice. Ma anche gelato, pizza, sushi... vabbe' questa è un'altra storia...
Dopo che Marvel e DC hanno riempito le scene di supereroi stramegacazzuti ecco che arriva l'Uomo Fuco con il suo superpotere di dubbio valore e un costume a dir poco imbarazzante. Non si può dire che Lucas Bentivoglio, sedici anni, una passione smodata per Gale Gadot, youporn e la commessa del banco profumi al centro commerciale, sia felicissimo di questa eredità. Sì, ok, è vero che da grandi poteri derivano grandi responsabilità ma lui vola a stento, nemmeno troppo in alto, e ha questo raggio-ronzio che dovrebbe stordire il nemico (dovrebbe)... quindi capirete... anche le responsabilità vanno ridimensionate, no?
La premessa del romanzo (purtroppo troppo breve) è tragicomica e una volta letto anche solo il primo capitolo sarà impossibile fermarsi.
È buffo quello che pensi quando stai per essere trucidato.
A un passo da una morte orribile, che comprende decapitazione e cannibalismo, è curioso che ti venga in mente una battuta che hai letto chissà dove, e che suona più o meno così: «Un uomo non dimentica mai la prima e l’ultima volta che ha fatto l’amore. Specialmente quando coincidono».
Ecco.
Io sto per fare l’amore per la prima volta. E siccome subito dopo morirò, direi che sarà senza dubbio anche l’ultima.
Un’altra cosa che ho letto da qualche parte è: «La cosa peggiore che può accaderti è che i tuoi sogni si avverino».
In effetti, uno dei miei sogni era di perdere la verginità insieme a una ragazza bionda bellissima, per poi mandare le sue foto al mio amico Seppia e farlo schiantare di invidia.
E io, Lucas Bentivoglio, sto per perdere la verginità con una bionda bellissima. Bella di una bellezza inconcepibile, sul serio.
Però non so se riuscirò a inviare a Seppia una sua foto. Dovrei essere molto molto veloce, scattarla e spedirla prima che si manifestino quei dettagli, la decapitazione, il cannibalismo, quei piccoli inconvenienti di cui sto per scoprire la portata.
Insomma, morire senza potermi vantare con Seppia di aver perso la verginità con una bionda bellissima mi fa desiderare di restare in vita qualche altro minuto.
Ma da come lei si avvicina e mi guarda famelica mentre si lecca le labbra temo di non averlo, qualche altro minuto.
Come avrete intuito il nostro povero Lucas sta per fare una brutta fine. Più precisamente sta per essere mangiato dall'Ape Regina. 
Ci insegna Quark che il destino del fuco è copulare, ingravidare e poi morire nel più atroce dei modi, in un vero e proprio suicidio sessuale. E Lucas - da bravo Uomo Fuco - non sa resistere al richiamo dell'Ape Regina, una super cattiva dotata di super feromoni che non aspetta altro che staccargli la testa.
Insomma, più che un superpotere, a Lucas è toccata una maledizione in piena regola.

Non aggiungo altro della trama perché è giusto che vi godiate quell'oretta e mezza che vi porterà via il libro, vi dico solo che oltre ai due personaggi sopra citati ci sono ad attendervi anche un nonno morente che divide la sua enorme villa con un'amante ventenne, e una ragazza che in molti credono pazza ma che invece è costretta a vivere con un ragno nel cervello: Tarantula.

Bene, direi che adesso potete avventurarvi tra queste folli pagine. Se amate Morozzi  questo libro - ricco di citazioni e omaggi che faranno andare in brodo di giuggiole nerd & c. (se poi siete fan del Doctor Who, ciaone proprio) - è una piccola chicca che non potrà mancare alla vostra collezione. Se invece volete cominciare da questo per approcciarvi all'autore, be', sappiate che Morozzi è anche altro. L'Ape Regina è un  piacevole assaggio. Poi ci sono romanzi come Blackout e Gli Annientatori che sono dei veri e propri banchetti.

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5 luglio 2018

Recensione, L'Inferno È Vuoto di Giuliano Pesce

Lettori buongiornissimo. Oh... ma che caldo fa? Anzi, ma che afa c'è? Mi sento un pesce in una pozzanghera... urge ricostituente potente, tipo Polase, o come mi hanno consigliato, qualche alternativa economica a base di magnesio. Altrimenti non vado. Per fortuna ci sono letture capaci di tirarmi su, come questa ;)

L'Inferno È Vuoto di Giuliano Pesce

| Marcos Y Marcos, 2018 | pag. 251 € 18,00 |

È domenica e tutto va storto. Il papa si butta dal balcone e Roma affonda nel caos. A Milano, Fabio Acerbi, agli ordini di un editore molto grande, corre a prendere il treno. Sogna di scrivere un best seller, ha già appuntamento con un cardinale. Ma chi è questa rossa, sul sedile di fronte, con le iridi così verdi da mettere a disagio? Poi c'è Alberto Gasman, che si sveglia in una saletta dell'Hype Club: alle prese con visioni fluorescenti, il cadavere di un presentatore stroncato dalla coca e una minorenne in cerca di guai. Il Cobra non lo paga certo per questo, ed è la volta che lo punirà. Se impalandolo, bruciandolo vivo o affidandogli una missione suicida, Alberto Gasman lo scoprirà presto, perché il Cobra lo aspetta alle tre. Ma chi è questa bella che sale le scale? Capelli rossi, collo leggero e fragile, un neo sulla guancia da baciare. Cosa ci fa nel bordello da cui il Cobra manovra la città? È martedì e tutto gira a mulinello. La nipote del prefetto è scomparsa, e spuntano cadaveri in ogni angolo. Il commissario De Santis balza da un verbale all'altro, spiritato: i misteri danno senso all'esistenza, e a lui è scoccata la scintilla. Qualcosa lega Fabio Acerbi, il Cobra e Alberto Gasman. Ma chi era quella donna di rara bellezza, al Grand Hotel Semiramide? Gli occhi verdi, ferini: i capelli che cadono sulla schiena come lava incandescente.
Voto:

"Siamo tutti angeli, prima di cadere"

Non sapevo di amare il genere pulp finché non ho letto Adios Muchachos di Daniel Chavarria. Qui trovate la recensione, se vi va leggetela, ma in ogni caso cercate di procurarvi il libro che è un gioiellino di perversione e follia.
Non sapevo nemmeno che L'Inferno È Vuoto fosse un romanzo simile, un po' hardboiled, un po' satira, un po' commedia, un po' tanto sopra le righe, ma comunque capace di comunicare un messaggio forte in mezzo a una delirante baraonda di sesso, droga e rock'n roll. Poco rock'n roll per la verità, in compenso sesso e droga a palla.
Il romanzo inizia col botto: il Papa si suicida gettandosi dalla finestra durante l'Angelus della domenica e nel giro di mezzo secondo il mondo è in delirio. Non fa nemmeno in tempo a schiantarsi al suolo che, mentre i fedeli lo piangono, sui social gli hashtag si sprecano, registi e attori sono già pronti per girare un film e le case editrici non vedono l'ora di andare in stampa con il best seller dell'anno. Così Fabio Acerbi, sotto copertura, viene spedito tra le file del Vaticano per carpire i segreti del Santo Padre e scrivere non una banalissima biografia, ma un libro inchiesta da urlo. Peccato che Fabio non sia esattamente un cronista d'assalto, ma un timido e insicuro scrittore con tante storie ancora chiuse nel cassetto, relegato da anni all'"ufficio vedove" dove gestisce i rapporti con i congiunti dei defunti per i diritti d'autore. Ma forse questa è l'occasione della vita e non può farsela scappare.
In una Roma meno sacrale seguiamo invece le vicende di Alberto Gasman che per una serie di vicissitudini che non sto qui a elencare si è trovato a lavorare per il Cobra, il signore incontrastato della malavita. Dopo una notte di bagordi in cui ha fatto divertire un po' troppo il famoso presentatore Willy Carnaroli (aka Gerri Scotti :D), Alberto si sveglia la mattina e trova il suo cliente morto stecchito; Bara e Beccamorto si occupano di far sparire la salma, ma le cose precipitano, nuovi morti spuntano nei momenti meno opportuni, una rossa mozzafiato fa girare la testa a chiunque incroci i suoi occhi verdi e mentre le vicende si incastrano una con l'altra la storia si fa poco alla volta sempre più delirante e rocambolesca.

Un romanzo senza santi nè eroi, in cui la regola è una sola: vietato affezionarsi a qualcuno di loro. Ma è quasi impossibile visto che l'autore li colora di eccessi e sfottò, i personaggi sono reali per un verso, vere e proprie caricature dall'altro. È il gioco delle maschere e Giuliano Pesce le fa cadere una a una, fino al finale che posso definire in un solo modo: assolutamente perfetto. Siamo "noi" a non esserlo. Sempre alla ricerca di un posto nel mondo, eterni insoddisfatti, vendicatori incalliti, vittime del sistema e di un ego che non concede tregua.
Divertente, arguto e irriverente L'Inferno è Vuoto regala dell'(in)sano intrattenimento e se proprio devo trovargli un difetto... ecco, forse c'è un po' troppa carne al fuoco. Giuliano Pesce si diverte un sacco a vestire i panni dell'abile burattinaio, ma tira i fili su un palcoscenico in cui non sempre è facile farci stare tutti. Eppure ci riesce. Il Cobra, il Nibbio, il Topo, il Ragno, Alberto Gasman, Fabio Acerbi, la rossa, il commissario De Santis, l'agente Mancini. E ancora. Il cardinale Bianchetti, don Quirico, Bara, Beccamorto... Nessuno ha il ruolo di semplice comparsa, la caratterizzazione è immediata, precisa, tagliente, ma rischia di soffocare la trama che in certi punti è veloce quanto un colpo di proiettile.
Il romanzo però merita. Una prova sicuramente superata, dopo Io e Henry l'autore ha voluto spingersi oltre il baratro, guardare giù e raccontarci quello che ci aspetta: "il lieto fine? Quello esiste solo nelle favole. La vita è una merda; e poi si muore". Quindi siete avvisati 8)

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3 luglio 2018

Recap #170 - New Entry

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Non lo dico mai (be', quasi mai), ma spesso i miei acquisti sono frutto di buoni Amazon che ricevo grazie ai vostri click (se comprate accedendo dal banner qui sopra o da uno dei link in fondo al post, prendo una piccola commissione) oppure provengono da Google che in base alle visite mensili "paga" il blog. Insomma grazie. Io uso tutto per parlarvi di libri, per comprarne di nuovi sperando, nel mio piccolo, di darvi consigli utili. Poi - siccome non si è mai contenti - spendo anche i miei soldi 🙈
Partiamo quindi dalla fine, ovvero dal mio ultimo ordine Libraccio 8)


Questo ordine aveva un senso. Il 16 Giugno dovevo andare a Mare di Libri e volevo recuperare i titoli della cinquina finalista per tempo. Ne ho presi due, quelli che mi ispiravano di più, ma sono arrivati con un notevole ritardo e non li ho potuti leggere prima del festival. Pazienza.
De La Natura della Grazia di William Kent non so praticamente nulla, ma mi fido ciecamente delle scelte di Mare di Libri e della Neri Pozza. Invece di The Hate U Give se ne è stra-parlato sul web e come sempre fatico a farmi travolgere dall'onda promozionale, sono sempre scettica di fronte allo spam massiccio di un romanzo, ma è un problema mio, infatti le eccezioni ci sono, tipo questa :) Il romanzo di Angie Thomas tra l'altro ha vinto l'edizione Mare di Libri come miglior libro per ragazzi e sarà sicuramente una delle mie prossime letture.
Il Lungo Inganno non potevo non prenderlo. Nessuno ha gridato al capolavoro, i giudizi sono mediamente buoni ma non stellari, però io di Swanson voglio tutto. Con Quelli Che Meritano di Essere Uccisi (qui la recensione) mi ha conquistato e quando amo un autore mi piace crogiolarmi rimirando la sua produzione al completo in bella mostra sulla libreria. Poi la cover... bellissima.
Infine Il Bambino Silenzioso. Questo lo puntavo da un po', da quando è uscito in lingua originale, complice una cover moooolto più suggestiva di quella italiana e i commenti dei lettori di Goodreads. Poi lo sconto Libraccio ha fatto il resto... potevo non prenderlo?

Il 16 Giugno sono finalmente andata a Mare di Libri (a proposito, qui c'è il post dedicato all'evento). Da brava lettrice mi piace finanziare il festival comprando qualcosa sul posto ed ero certa che mi sarei portata a casa solo Thronhill di Pam Smy. Invece ho ceduto anche al fascino dell'edizione super accattivante de Il Rinomato Catalogo Walker & Dawn di Davide Morosinotto (quella rilegata è ancora più super <3) e ho fatto non bene, di più! Il romanzo - vincitore del premio Andersen 2017 - l'ho divorato nel giro di due o tre giorni. Troppo, troppo carino!

È poi finalmente giunto il momento tanto atteso. Spendere e spandere il super buono Amazon. *occhi a cuore*


Devo dire qualcosa? Servono parole? Non avevo mai preso tanti libri tutti in una volta 😍 e quando è arrivato il corriere volevo saltargli in braccio dalla gioia! (Piccolo appunto. Solitamente spacchetto nelle stories di Instagram quindi seguitemi anche lì, da bravi @Silvia_inunclick )

Allora... *si sfrega le mani*, veniamo al sodo. 
Ho preso due romanzi di Pam Muñoz Ryan, il Sognatore ed Echo. Il Sognatore è proprio un romanzo per bambini, nonostante conti 381 pagine è scritto in grande (in verde!) ed è ricco di illustrazioni, in una serata, massimo due, lo si finisce. Però è adorabile. Ed è bellissimo come un romanzo per bambini possa far riflettere tanto anche un adulto. In breve parla del piccolo Neftalì e della sua infanzia non semplice: un padre che non lo comprende, le parole come unico rifugio, la testa perennemente tra le nuove. E ci racconta di come - crescendo - pur di mantenere saldi i propri ideali, Neftalì decise di scrivere usando uno pseudonimo. Quello di Pablo Neruda. 
Echo invece inizia come una favola (leggete l'incipit su Amazon, io me ne sono innamorata così!) e poi cambia registro. C'è un elemento magico a fare da sfondo alla storia, ma c'è soprattutto la Guerra e la musica, quella musica capace di salvare vite e cambiare destini...
Sempre durante le mie interminabili ricerche ho scoperto La Città dei Ladri di David Benioff, un romanzo per ragazzi ambientato nella Leningrado del 1941. Apro una piccola parentesi. Mi sono un po' rotta di questa etichetta "romanzo per ragazzi". Romanzo. Punto. Una volta non esistevano distinzioni simili; Il Buio Oltre la Siepe era un libro per tutti, adesso è diventato un classico per ragazzi. Ma non è che se i protagonisti sono giovanissimi debbano esserlo pure i lettori. Vabbe', chiudo la parentesi che non c'entra un fico, ma questa classificazione mi sta facendo un po' innervosire. 
Dicevo... La Città dei Ladri... (ehm, cosa dicevo??? *alzheimer is going...*) ah sì, La Città dei Ladri è un romanzo scritto da un autore a cui dobbiamo dar del "lei". Io non lo conoscevo e di questo mi pento. David Banioff è #nientepopodimenoche lo sceneggiatore di Games of Thrones e di film come Il Cacciatore di Aquiloni, X-Men le origini, Stay nei Labirinti della Mente (meraviglioso tra l'altro, una roba che quando l'hai finito lo ricominci perché lo stai shippando anche senza averci capito niente). Ha pubblicato anche  il romanzo La Venticinquesima Ora da cui ha tratto un film Spike Lee. Insomma, come si dice, mica pizza e fichi. Tra l'altro è uno dei romanzi che ha letto Morosinotto mentre si preparava alla stesura de La Sfolgorante Luce di Due Stelle Rosse.

Ho poi preso Le Meraviglie del Possibile perché dopo aver amato Fiori per Algernon (vi parlo del libro e del film qui) volevo leggere la genesi del romanzo e in questo tomo c'è il racconto da cui tutto è partito. Ma ci sono tantissimi altri racconti da cui non vedo l'ora di farmi sconvolgere, e se la smetto di accumulare libri forse ce la farò... 8| Però sono fiera di me, mi sto appassionando alle antologie, sto trovando la mia strada anche all'interno di questo genere, che bello :D

Andiamo avanti, magari un po' più velocemente. Chi Non Muore è una lettura salvagente, perché quando non si sa cosa iniziare Morozzi è sempre una buona idea (Gli Annientatori e Black Out sono stati un'ottima compagnia);  Psycho non ha bisogni di presentazioni, e forse nemmeno La Casa di Tom Rob Smith, autore che ho imparato ad amare con il bellissimo Bambino 44
Il Signore degli Orfani chissà quando mai lo leggerò, però la trama è proprio "roba mia": sfighe a palla in una Corea del Nord isolata e folle.
Infine - e se siete arrivati fin qui vi stimo! - Saga 8, il fumetto della vita. Qui trovate la recensione dei primi quattro volumi.

Ma le new entry non sono finite. *si attacca alla bombola d'ossigeno e continua a scrivere*


Partiamo dall'alto. Rimini Graffiti è il romanzo di Nicola Arcangeli che ho presentato alla Biblioteca di Ozzano dell'Emilia (qui il post); il mio cuore ce l'ha sempre Solo il Vento lo Ascoltava (sono troppo sensibile ai viaggi nel tempo e qui trovate la recensione), ma se amate le storie di formazione a sfondo paranormale anche qui c'è trippa per gatti ;)
Notte Inquieta l'ho vinto a un giveaway, stento quasi a crederci, non vinco mai nemmeno le cartine delle caramelle usate, e poi - all'improvviso - mi porto a casa un Marcos Y Marcos!
Paesaggio Con Mano Invisibile l'ho adorato (più ci penso e più lo amo) è un romanzo semplicemente geniale e non mi dilungo oltre visto che l'ho recensito qui. Invece è già sul comodino La Guerra del Cioccolato un libro che a mio avviso merita una certa attenzione. Uscito per la prima volta nel 1974 al tempo fece parecchio discutere per il linguaggio esplicito, i chiari riferimenti sessuali e gli argomenti trattati: società segrete e studenti anarchici. Sono passati quarantaquattro gatti anni, vediamo che effetto può fare adesso.
Jack di Sara di Furia sarà il mio debutto con l'autrice e con La Corte Editore, una casa editrice che apprezzo tantissimo per la cura che mette nelle pubblicazioni. E si sa, una bella confezione è un ottimo punto di partenza per noi #bookporn. Poi si parla di Jack. Di quel Jack... quello che ammazza, squarta e sembra averla fatta franca nei secoli e nei secoli. Amen. Comunque voglio anche i romanzi di Lanzetta e la serie apocalittica di the last girl. Così, tanto per dire...
Volpe e Fuoco Resta Con Me sono stati due arrivi inaspettati della Baldini Castoldi che ha inaugurato con questi due titoli la collana "più" per un target young adult. Vedremo cosa ci aspetta tra queste pagine :) intanto stacco il boccale, torno a respirare l'aria inquinata e vi saluto!

Link Amazon:
E le vostre new entry quali sono state?
Libri belli-bellissimi ne avete letti?

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