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17 luglio 2023

Labirinti di Franck Thilliez [saga Caleb Traskman 3/3]

| Fazi Editore 30/05/2023 | pagine 334 |

Devo farmene una ragione, La trilogia di Caleb Traskman è finita. L'ha detto Thilliez, anche se personalmente di lui mi fido quanto di un politico italiano 😅

Labirinti è il romanzo meno labirintico dei tre, ma questa non vuole essere una critica, anzi, finalmente si parte senza capire un tubo e si sfoglia l'ultima pagina avendo un quadro chiaro e preciso della situazione. 

Tra l'altro mi sono più volte chiesta se Francuzzo nostro fosse un genio del thriller (A) o un abile illusionista (B) e adesso ho la risposta.
Accendo la B.

Intanto come sa giocare coi numeri lui, nessuno mai. Un vero mago!
Prendiamo Camille, il primo personaggio che incontriamo in Labirinti.
Camille: 3+1+13+9+12+12+5=55
E 55 sono i capitoli.
E Gabriel in C'era Due Volte ha 55 anni.
E Thilliez ha voluto che il libro uscisse assolutamente il 5/5
E potrei continuare...

In numerologia il 55 è il numero dell'istinto, del cambiamento ed è in assoluto il numero che rappresenta la nascita di un'idea.
Coincidenze? Non credo. Anche perché è proprio Thilliez a lanciare una serie di esche a cui - un lettore con varie turbe mentali (tipo me) - non può che abboccare; personalmente non appena ho incontrato un personaggio che di cognome fa Fibonacci ho applicato la sua stringa alla qualunque 😆😅 

Giochetti inutili ai fine della trama? Penso proprio di sì. 

Divertimento a parte (perché è innegabile che io viva i suoi libri come dei trip enigmistici), conscia del fatto che leggerò ogni sua pubblicazione, con Thilliez continuo un po' a prendermi a testate.

1. Gioca sempre, sempre, sempre con la memoria dei suoi personaggi e non solo in questa trilogia, l'ha fatto in Puzzle, l'ha fatto nel Sogno e l'avrà fatto anche in libri che devo ancora leggere e che lui forse deve ancora scrivere. Diciamo che alla lunga mi sembra un po' un "voler vincere facile", ecco.

2. Nonostante parli di traumi, vendette, nefandezze al limite dell'umana comprensione, io resto incollata alle pagine per la trama, non per l'empatia che sviluppo nei confronti di qualcuno. Curiosità a mille, battito cardiaco perlopiù regolare.

3. Anche se i suoi cattivi sono veramente CATTIVI, non entrano di diritto nella mia personale classifica di best villain. Nessuno turberà i miei sonni. Nessuno verrà a farmi visita nei miei incubi. Peccato 😆

Labirinti resta comunque un valido thriller d'intrattenimento, il mio cuore è tutto per il Manoscritto e... avete visto che alla fine del romanzo c'è un "vero" labirinto? Avete scoperto cosa farne della parola che viene fuori risolvendolo?

Adoro questi trucchetti, quindi mi tocca dirlo, merci pour tout Franck, à la prochaine fois. (l'avrò scritto bene? mah... ne dubito)


Trilogia Caleb Traskman:
  1.  Il Manoscritto - recensione | sezione spoiler
  2. C'Era Due Volte - recensione | sezione spoiler 
  3. Labirinti - sezione spoiler (per il link al file segreto)

17 gennaio 2023

Non Lasciarmi Sola di Nancy Tucker

 

| Piemme 09/2022 | pag. 346 |

"Era bastato così poco, pensai. Così poco per sentirmi così potente." Una mattina di primavera, un solo, velocissimo attimo. Chrissie sa fare un sacco di cose: per esempio, sa come rubare qualche caramella dal negozietto all'angolo senza farsi scoprire, sa come nascondersi giocando a nascondino senza farsi trovare, e sa qual è il muro migliore per fare le verticali. Ma adesso ha un segreto. E avere un segreto le fa sentire un piacevole solletico alla pancia, come quando ha bevuto troppa Coca. A casa, con la sua famiglia, dove il cibo scarseggia e ancor più scarseggia l'amore, non si sente mai così. Quindici anni dopo, Julia cerca di essere una brava madre per la sua bambina di cinque anni. Ha sempre paura di non esserlo, in verità; ha paura di non avere soldi per comprarle da mangiare, o per le scarpe nuove, e si preoccupa senza sosta di quello che le altre mamme pensano di lei. Ma soprattutto ha paura che qualcuno possa portargliela via, la sua Molly. E quando cominciano le telefonate, cui Julia è troppo terrorizzata per rispondere, è chiaro che qualcuno ha scoperto quello che ha fatto quand'era bambina, e che la tormenta ancora oggi. Rendendola la peggiore delle madri possibili. Perché forse è arrivato il momento di affrontare la verità, e chiedersi: può essere possibile la redenzione per qualcuno che ha rubato la vita di un altro?
Voto:

Non mi aspettavo di chiudere l'anno con una lettura capace di scuotermi le viscere e di farmi provare tanto malessere. E invece è successo.


Questa è la storia di Chrissie che ha otto anni ed è un'assassina.
Ma è anche la storia di Chrissie che di anni ne ha 25 anni, ed è una madre.

❓ La prima domanda che ci si pone è: può un'infanticida ricoprire questo ruolo?
Una domanda dalla risposta quasi scontata, per una protagonista che di certo non vuole farsi amare. Le parole con cui si presenta sono queste. "Oggi ho ucciso un bambino. Gli ho tenuto le mani intorno alla gola, ho sentito il suo sangue pomparmi forte contro i pollici. Lui si è dimenato e ha scalciato e un ginocchio mi ha preso in pancia, una fitta atroce. Ho ringhiato. Ho stretto. Il sudore rendeva la pelle scivolosa, ma non ho mollato, ho stretto e stretto fino a farmi sbiancare le unghie. E stato più facile del previsto."

❓ Però poi arriva la seconda domanda. Quali sono i danni collaterali di una famiglia disfunzionale?
E così conosciamo una bambina le cui uniche certezze sono un frigo vuoto e una casa senza elettricità fatta di lenzuola sporche e vestiti non lavati. Chrissie cresce senza una guida, è un animale selvatico, ruba le caramelle, scrocca le merende dalle amiche, beve i fondi delle bibite che trova nella spazzatura.
Ed è cattiva, fatta di vetro, capace di ferire gli altri essendo semplicemente se stessa.
Non le scorre sangue nelle vene, ma un liquido nero di odio-voglia-bisogno.

Prepotente, autoritaria, mastica l'inferno e lo sputa senza provare un minimo di pietà, anzi. Uccidere Steven l'ha fatta sentire quasi Dio. E mentre la polizia indaga lei si sente al sicuro come non mai, perché il suo segreto è il suo potere.

Nancy Tucker mette in scena una tragedia, un dramma psicologico senza pari, e lo fa con una padronanza di linguaggio incredibile, uno stile irto di spine che si conficcheranno una a una nel cuore di un lettore impreparato.
Perché l'avrete capito, questo non è un libro per tutti, io mi sono trovata in bilico tra mille contrastanti emozioni. Ho voluto un po' bene a Chrissie. L'ho odiata tantissimo. Ho detestato i suoi genitori e tutti gli abitanti del paese che le hanno girato le spalle. Ma li ho anche capiti. Per Chrissie le persone erano miniere e lei estraeva l'impossibile. Prendeva tutto. Anche quello che non le apparteneva.

Davvero un esordio destabilizzante. La voce di Chrissie la sentirete per molto molto tempo rimbombarvi nella testa. Indimenticabile.

The First Day of Spring tradotto in Non Lasciarmi Sola (??🤨) ha un paio di post in giro per il web, ma ne meriterebbe mille di più. Però possiamo rimediare… no?!

27 ottobre 2022

Perché Hai Paura? di Jérôme Loubry

| Sem editore, 27/05/2021 | pag. 352 | € 19,00 |
1986, Normandia. Sandrine Vaudrier, una giovane giornalista, apprende che la nonna materna Suzie, che non ha mai conosciuto, è morta e le ha lasciato in eredità tutti i suoi averi. Deve quindi svuotare la sua casa, dove viveva da sola, su un’isoletta poco distante dalla costa atlantica. Quando arriva sull’isola, grigia e fredda, Sandrine scopre che è abitata soltanto da quattro anziani organizzati quasi in un’autarchia. Tutti descrivono sua nonna come una persona cordiale e affascinante. Tuttavia, l’atmosfera è strana in quel luogo... In poche ore Sandrine si rende conto che gli abitanti nascondono un segreto. Qualcosa o qualcuno li terrorizza. Ma allora perché nessuno di loro lascia mai l’isola? Cosa è successo ai bambini della colonia nata dopo la guerra e chiusa nel 1949? Chi era veramente sua nonna? Sandrine verrà ritrovata pochi giorni dopo mentre vaga su una spiaggia con i vestiti coperti di sangue non suo...
Voto:
 (credo...)


Senza tanti giri di parole:
1° giorno di lettura
😌🤓
2° giorno di lettura
😵‍💫🤯😱
3° giorno di lettura
💣🚀💥
Ultime dieci pagine
😐😐🙄

Traduco.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo.
Era da tanto, tantissimo tempo che una lettura non mi prendeva in modo così compulsivo. Atmosfere cupe e misteriose quanto i bui labirinti dell’animo umano. Un’isola da cui è impossibile scappare. I cieli plumbei. Gli orizzonti che poco a poco sbiadiscono. E poi lui, il Re degli Elfi, pronto a trasformare i sogni dei bambini in terribili incubi.

Perché Hai Paura? (in francese Les Refuges) è un'escalation di emozioni; i continui colpi di scena, ma soprattutto la trama in sé - decisamente visiva grazie alla straordinaria penna di Jérôme Loubry - mi hanno fatto dimenticare il sonno e la fame... e allora, perché quelle emoticon finali?

Perché c'è un “però”.
E io odio essere quella dei "se" e dei "però" 🙄🙄

Ma le ultime pagine, quelle che avrebbero dovuto darmi il colpo di grazia, non sono state all'altezza delle precedenti 😢
Non è facile spiegare quello che ho provato perché il finale ha perfettamente senso e fa anche molto riflettere, ma l'ho trovato #toomuch. 

Solitamente, nel giudizio di un thriller, la parte in cui l'autore tira tutti i fili della storia pesa tantissimo, è la resa dei conti con il lettore, è un momento di grandissima tensione per me, e se per tutto il libro le emozioni sono stati in continua ascesa con l'epilogo non è scoppiato il fuoco d'artificio.

Bello ugualmente. Non è assolutamente un finale che ha rovinato tutto, però io lo volevo diverso 😆

Quindi vi chiedo… a fronte di una lettura al cardiopalma, quanto pesa, nel giudizio di un thriller, un finale non proprio soddisfacente?




LA STIRPE E IL SANGUE di Lorenza Ghinelli

| Bompiani, 01/06/2022 | pag.176 | € 18,00 |
Anno 1442. L’esercito ottomano al comando di Murad II irrompe in Valacchia devastando i villaggi. Tra le capanne divorate dalla violenza nasce Radu, un bambino affetto da una rara forma di anemia che riuscirà a sopravvivere solo grazie alla caparbietà di Maria, sua madre, e a quella della sorella Anna. I tre sfuggono all’invasione rifugiandosi nella foresta, ma l’efferatezza dei lupi e degli orsi impallidisce dinnanzi a quella degli uomini. Anna e Maria si trovano così costrette, per resistere, a infrangere ogni regola, e insegneranno a Radu un’ostinata resistenza e una ferocia che ha l’impudenza di rivelarsi necessaria. La loro è la storia di un esilio, e di una scalata che rovescia il potere affogandolo nel suo stesso sangue. La sopravvivenza come codice morale, l’amore come unica gomena. E a legarli, sopra ogni cosa, il rito del sangue che Maria insegna a Radu e che lo tiene in vita, unendo così il suo destino di giovane uomo alla leggenda che porterà Vlad l’Impalatore, meglio noto come Dracula, a imporsi nell’immaginario collettivo.

Voto:

Era da un bel po' che un libro non mi teneva incollata alle sue pagine. Davo la colpa al caldo e alla stanchezza (🫠) ma credo che il problema fosse un altro a questo punto; con il romanzo giusto la colonnina di mercurio può pure toccare i 40 gradi che prima di collassare il libro lo finisci.La Stirpe e il Sangue è una storia breve, magnetica, dai tratti gotici.
Inizia in Valacchia nel 1442, il tempo poi passa, ma non gli orrori che con l'avvento di Vlad Dracul diventano sempre più sanguinari.

C’è una donna che tenta di sopravvivere e di mantenere in vita i suoi figli e c’è un neonato che riesce a restare aggrappato a questo mondo nonostante la morte trovi in lui qualcosa di irresistibile.

E poi ci sono gli uomini. Quelli che dimostrano il loro valore mettendo i paesi a ferro e fuoco, quelli che le mani le usano per distruggere e non per costruire, quelli che si sentono virili nel momento in cui le donne le prendono con la forza.

In un contesto buio e violento che si porta addosso il sapore delle leggende ancestrali dove la fantasia si mescola alla realtà più bieca, @lorenzaghinelli è a suo agio come non mai.
Una penna ruvida come la terra su cui si muovono i suoi personaggi e densa come il sangue che scorre nelle loro vene, con un finale così perfetto ed evocativo da essere indimenticabile.

A completare il tutto le suggestive illustrazioni di @darkam_arcadia 🖤

Hai già letto un romanzo di Lorenza di Ghinelli? Il tuo preferito?
Nel caso la risposta fosse negativa potresti iniziare proprio da questo 🦇😎

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7 dicembre 2021

Recensione, LA MIA PREDILETTA di Romy Hausmann

| Giunti, 2020 - pag. 384 |
In una notte gelida, un'ambulanza porta in ospedale una donna investita da un'auto sul ciglio del bosco. È incosciente e senza documenti. Con lei c'è una bambina dalla pelle bianchissima e gli occhi di un azzurro glaciale. L'unica informazione che riesce a dare su sua madre è che si chiama Lena. A poco a poco, però, lo strano comportamento della piccola insospettisce i medici. Non conosce il suo cognome, né il nome di suo padre, né l'indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare». E il terrore sale quando la bambina afferma innocentemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, che sua madre «ha ucciso per sbaglio papà», ma non serve chiamare la polizia perché hanno lasciato il fratellino Jonathan a ripulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto... Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un'intuizione: quella donna non può essere che Lena Beck, la figlia del suo migliore amico, scomparsa 14 anni prima. Ma c'è qualcosa di vero in ciò che racconta quella strana bambina? Come ritrovare la capanna, il fratellino e il cadavere del rapitore, se davvero è stato ucciso? All'arrivo dei genitori di Lena in ospedale, una realtà ancora più sconcertante verrà alla luce. E sarà difficile districarsi in questa rete di verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.
Voto:

Bomba 💣💥

La Mia Prediletta ha uno dei più grandi pregi che un lettore cerchi in un thriller: si divora!
Personalmente l'ho ingerito senza nemmeno masticarlo, me lo sono goduta, mi sono calata nelle atmosfere disturbate che Romy Hausmann ha portato in scena e nonostante tratti un tema decisamente abusato nel genere - quello dei rapimenti - è permeato da un tale senso di inquietudine che metterlo giù risulta impossibile.

Tutto ha inizio quando una donna e una bambina vengono portate in ospedale in seguito a un incidente e la piccola Hannah, incolume, spiega a un'infermiera che la mamma a volte non è brava, non rispetta le regole e finisce per fare cose strane... tipo cercare di uccidere papà...😐😐😐
Hannah ha dodici anni, ha vissuto l'orrore senza riconoscerlo, e la verità che ci restituisce è distorta, disarmante, terrificante eppure innocente: offrire al lettore il suo pov credo sia stato il vero colpo di genio dell'autrice 💡

Abbiamo però molto altro: un padre che non si arrende alla scomparsa della figlia, una donna che cerca di riaffacciarsi alla vita, e un passato fatto di porte chiuse a chiave e finestre sbarrate dove in pochi metri quadrati qualcuno ha cercato di far nascere un fiore e trasformarlo in un campo di girasoli.

La prima parte, estremamente nera, evocativa, claustrofobica e misteriosa, l'ho preferita alla seconda, ma è normale che con il diramare delle ombre adrenalina ed endorfine calino. La realtà spesso ha un volto fin troppo normale e quando le tessere del puzzle finiscono al loro posto la storia può avere il sapore del già visto. Ma il potere di un buon romanzo a mio avviso non risiede sempre nella trama quanto nel modo in cui questa ci viene svelata. E Romy Hausmann nel farlo è stata straordinaria 🖤

P.S. Super consigliato a chi amato Ellie All'Improvviso.




3 novembre 2021

Recensione, PINOCCHIO di Winshluss

Posso iniziare il post con compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo... o non è carino?  

Allora ridimensiono il tutto con: leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo...😎

Pinocchio di Winshluss


Comicon Edizioni 2014 - pag 194
Una mattina Geppetto ha un'idea: perché non costruire un piccolo robottino indistruttibile da vendere come arma di distruzione di massa all'esercito? Il tutto mentre una dittatura autoritaria prende il potere nel Paese dei Balocchi e Jiminy lo Scarafaggio Parlante resta senza casa. Come dite? Non proprio il Pinocchio che vi ricordavate? È questo che accade quando l'italiano più famoso del mondo incontra il genio visionario di Winshluss alias Vincent Paronnaud, un autore dal percorso tanto atipico quanto prolifico, che divide il suo tempo tra il tavolo da disegno, la regia di film animazione, la scultura, la musica e le sue collezioni di giochi e giocattoli.
Voto:

Visto il titolo del fumetto questa storia dovrebbe iniziare con "c'era una volta", ma considerando il contenuto… direi che non è il caso 😅
Il #Pinocchio che troverete tra queste pagine infatti sembra un innocente robot domestico, ma in realtà è una pericolosa arma bellica che Geppetto vuole vendere all’esercito.
A scoprire per prima le doti nascoste di Pinocchio è Svetlana, l’annoiata moglie dell’avido inventore, che ha la bellissima idea di usare il naso del robottino come fosse un sexy toys, senza sapere che sta per trastullarsi su un lanciafiamme dall’innesco facile. È così che il matrimonio tra Geppetto e Svetlana va in fumo.
È così che inizia Pinocchio di #Winshluss.


Un unico consiglio: astenersi anime candide 🙅🏼‍♀️

Tutti gli altri corrano a leggerlo 💨

Vi aspetta una storia sporca, violenta, politicamente scorretta, dove il cinismo regna sovrano.
Nessuna bugia raccontata, solo tanta verità nel fotografare - in modo spietato - un mondo corrotto totalmente privo di etica. Ogni azione è mossa dall'avidità, dalla fame di potere, dallo spasmodico bisogno di arricchirsi. Non c'è pietà, non c'è giustizia, non c'è amore per il prossimo.

Lucifero ha un padre violento, Biancaneve vive con Sette Nani stupratori, il grillo parlante è un fastidioso scarafaggio che prende fissa dimora nella testa di Pinocchio mandando in tilt i suoi circuiti e trasformandolo in una mina vagante.
Tanti sono gli omaggi al mondo della letteratura, del cinema (quello a Superman è geniale), del fumetto undeground e pure della musica!

Nonostante sia in gran parte un Silent Book “Pinocchio” è un romanzo grafico dalla voce potentissima e non privo di morale: è meglio restare un burattino fatto di lamiere piuttosto che trasformarsi in un uomo dal cuore di ferro.

Riassumo il tutto con CAPOLAVORO 🤖

Nel 2009 Pinocchio ha vinto il "fauve d'or" al Festival d'Angoulême come miglior albo a fumetti uscito nel 2008.
Winshluss è lo pseudonimo di Vincent Parannaud, classe 1970, regista, fumettista e animatore franvese che ha collaborato con marjane Satrapi alla realizzazione del film Persepolis.



13 ottobre 2021

Recensione, LO SCULTORE di Scott McCloud


| Bao Publishing, 2015 | € 21,00 | pag. 487 |

Mamma mia che magone mi ha fatto venire questo romanzo grafico.
E come sempre, dopo aver sfogliato l'ultima pagina, dopo averlo metabolizzato, sono andata a leggere sul web qualche recensione "autorevole" scoprendo che in diversi hanno criticato lo Scultore di Scott McCloud. Il pubblico invece l'ha amato. Bene, sono fiera e soprattutto felice di far parte della "massa".


La storia è molto semplice, eppure efficace. David Smith è un anonimo artista che ha perso tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto. Per questo quando la Morte gli propone di barattare la sua vita in cambio di duecento giorni in cui potrà plasmare la materia a mani nude e liberare il suo estro creativo, lui accetta. Non ha niente a cui aggrapparsi, se non l'arte.
Finché non succede una cosa del tutto inaspettata. David si innamora. E a questo punto il countdown diventa un incubo a cui è impossibile sottrarsi, ma allo stesso tempo, quella vita che ha sempre disprezzato, varrà la pena di essere assaporata in ogni suo istante.

Al di là della riflessione - importante - sul tempo che ci rimane e su come dovremmo utilizzarlo, durante la lettura è successa la cosa più bella che potesse accadere. Mi sono affezionata ai personaggi, li ho capiti nonostante siano caratterizzati da diosincrasie e difetti, anzi, forse ho voluto bene a ognuno di loro proprio perché così imperfetti e malinconici.
David è ingenuo, egocentrico, sociopatico e ha un problema con le promesse che non devono essere infrante per nessuna ragione al mondo, anche le più stupide, come quella di non guardare film svedesi, tanto più che lo stesso McCloud lo schernisce facendolo giocare ripetutamente a scacchi con la Morte, un chiaro omaggio a Ingmar Bergman e al suo capolavoro Il Settimo Sigillo, film indovinate un po'? Esatto, svedese.

L'arte viene vista come rifugio e tormento. Salvezza e dannazione. Per David diventa l'unico mezzo per essere visto, per non cadere nell'oblio, per sfiorare l'immortalità. Solo che l'arte è potente, ma i sentimenti lo sono di più. Concetti come famiglia, amicizia, religione vengono analizzati in modo sottile e delicato, lasciando al lettore il giusto spazio dentro cui inserirsi, perché l'autore non giudica, non si schiera, non cerca di far passare alcuna verità e soprattutto nessuna morale.

Che dire... Bello, bello, bello. Forse non sarà un fumetto impeccabile sotto tutti i punti di vista, ma la storia coinvolgente, la scrittura vivida, il disegno pulito ed evocativo, l'azzurro come unico colore dominante, emblema dell'idealismo e simbolo della creatività, mi hanno (s)travolta nel profondo.
Scott McCloud mi ha colpita nel centro del cuore. E un po' l'ha fatto a pezzettini 💔


28 agosto 2020

Recensione, IL MARATONETA di William Goldman

Marcos Y Marcos, 2020

Voto:

Finalmente riesco a dire qualcosa su Il Maratoneta anche qui sul blog, perché non lasciare traccia del mio pensiero su questo libro mi sa di illegale.
Amato? Di più!
Dopo le gioie che ha saputo regalarmi con la Principessa Sposa (qui la recensione), William Goldman torna a fare centro! Questa volta siamo in territorio thriller, ai confini con il noir e la spy story e se volete godere al 100% di questa avventura 1) non leggete la trama 2) non leggete nemmeno la prefazione. Partite alla cieca... quello che troverete, ve l'assicuro, vi piacerà un mondo.
Perché? Perché qui ci sono un paio di colpi di scena da cardiopalma, un capitolo cult in grado di farvi provare dolore fisico, un protagonista meraviglioso (che a tratti mi ha ricordato Forrest Gump) e poi lei, la strepitosa penna di Goldman che vi farà ridere e tremare allo stesso tempo. Come l'ironia si possa sposare con la suspense in modo così sapiente e intelligente non lo so, ma questo autore, quando scrive, compie dei veri e propri miracoli.

Della trama sarei propensa a non dire nulla. Sappiate solo che siamo a New York negli anni Settanta e che Babe - un giovane tutto spigoli e ossa, un po' goffo, tanto ingenuo, ma molto intelligente - si troverà invischiato in eventi più grandi di lui che affondano in un passato nemmeno troppo lontano. E questo passato si chiama "nazismo".

Che altro dire... non fatevi spaventare dal sottogenere, io detesto le spy story e tutti quei romanzi con intrighi politici e agenti segreti, ma non è questo il caso; Il Maratoneta è un romanzo per tutti, facile da seguire eppure sorprendente nel suo sviluppo con personaggi ricchi di sfaccettature, fatti di limiti da superare e ossessioni con cui convivere.
Goldman si conferma uno degli artisti più versatili del secolo scorso, abilissimo come sceneggiatore cinematografico e geniale come autore.
Un suo grande pregio (uno dei tanti!), è stato sicuramente quello di scrivere senza rinunciare alla propria onestà intellettuale. A lui non interessava soddisfare il pubblico, "tanto a Hollywood nessuno sa niente": prevedere un successo o un flop era praticamente impossibile, quindi tanto valeva fare le cose seguendo esclusivamente l'istinto e la passione.

Io ero così entusiasta una volta sfogliata l’ultima pagina che mi sono procurata subito il seguito (concepito dopo ben dodici anni dal maratoneta!) e anche se so già che in Fratelli non troverò la perfetta traduzione di Tilde Arcelli Riva (gran bel lavoro!!!) e che il Maratoneta poteva benissimo essere un romanzo autonomo... chi se ne frega. Alla #Goldmania non ci si sottrae.




Titolo originale: Marathon Man
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1976
Durata: 125 min
Regia: John Schlesinger

Cast: Dustin Hoffman, Laurence Olivier, Roy Scheider, Marthe Keller


Trama: Il giovane ebreo newyorkese Thomas Babe Levy, studente universitario, divide le sue giornate studiando e allenandosi alla corsa di fondo nel Central Park  e amoreggiando con Elsa, una collega svizzera incontrata all'università. La sua vita scorre tranquilla fino al giorno in cui suo fratello Doc non gli fa visita e...

13 luglio 2020

Recensione, FALCE di Neal Shusterman

Buongiorno carissimi lettori,
oggi vi lascio il mio pensiero su Falce, romanzo attesissimo facente parte di una trilogia che onestamente avrei tanto voluto leggere tutta insieme. Sono pretenziosa? Sì? Emh... lo so... -_-

FALCE di Neal Shusterman

| Mondadori Oscar Fantastica, 2020 | pag. 360 |
- trilogia delle Falci #1 -

Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori.
A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti.
Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare.
Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso.
Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.
Voto:

Ragazzi, il momento è giunto, è tempo di parlare di Falce.
Mamma mia che ansia che ho! Colpa dell'attesa che mi ha logorata fino al midollo, perché da quando ho letto Unwind (nel lontano 2012, qui la recensione), Shusterman è diventato uno dei miei autori per ragazzi preferiti. Tematiche importanti, mondi distopici da far accapponare la pelle, il continuo conflitto tra etica e morale... tutta roba mia insomma, quel tipo di roba che mi piace da morire!
Ma veniamo al punto.
Falce mi è piaciuto? Sì.
Quanto Unwind? No.
C'è però da dire che sono due romanzi concepiti in modo totalmente diverso e come tali non andrebbero paragonati (brutta Silvia che lo fai!), perché mentre Unwind è un libro che, pur facendo parte di una serie, ha uno sviluppo da non farti sentire la mancanza dei seguiti (mai tradotti tra l'altro!), Falce sì. Falce è un romanzo introduttivo a tutti gli effetti e nonostante un finale a suo modo appagante la storia bisogna assolutamente continuarla, non ci si può fermare lì! È vero che molte domande trovano una risposta, ma allo stesso tempo nuovi scenari si aprono, l'asse della prospettiva si sposta... e poi c'è qualcosa che ancora mi sfugge, un senso logico che non mi fa rendere questo mondo del tutto credibile. Terrificante sì, credibile al 100% no...
Di sicuro però è un libro che si divora. Come si fa a non voler scoprire i risvolti di una società in cui la morte è stata sconfitta grazie al progresso e poi reintrodotta per sopperire a una crescita demografica incontrollata?! La risposta a questo problema ha un nome: Compagnia delle Falci. Una sorta di società costituita da uomini e donne addestrati per "spigolare" un determinato numero di persone ogni tot giorni/mesi/anni... c'è chi lo fa con una certa etica e chi invece per il puro gusto di versare del sangue.
Citra e Rowan sono i due protagonisti, due apprendiste Falci. Lei razionale e competitiva, lui lacerato dai dubbi, un mix di luci e ombre che conferma quanto Shusterman sia più a suo agio coi personaggi maschili.
È palese da che parte io stia. Ho un debole per i personaggi ricchi di sfaccettature e un avversione per chi sembra sapere sempre quello che vuole (anche perché - a sedici anni - puoi saperlo davvero?), ma prevedo grandi cambiamenti da entrambe le parti, quindi aspetto. Nonostante Citra non l'abbia sempre capita del tutto - e sicuramente la narrazione in terza persona mi abbia impedito di entrare nella sua testa e vedere il mondo attraverso i suoi occhi - io aspetto... Fiduciosa anche.

Se dovessi dare un voto a Falce in questo momento ci darei 3,5/5 (perché sono tirchia e continuerò a esserlo!), perché mi da l'idea di una serie da giudicare nella sua interezza; confido quindi in un rapido work in progress da parte della Oscar Vault che ci vizia sempre un sacco con edizioni fighissime e pubblicazioni lampo. Io poi sono l'impazienza fatta persona quando si parla di libri, un po' per carattere e un po' perché la memoria ormai è quella che è...

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