A volte bastano poche parole per consigliare o meno un libro. Io non so se ho il dono della sintesi, di sicuro non sono prolissa, ma mi rendo conto che a distanza di tempo dalla lettura di un romanzo ho le idee più chiare. Quindi mi chiedo, è meglio scrivere di getto o a freddo? Per me vale sempre la prima regola - leggere e buttare già le proprie impressioni immediatamente - ma a volte mi capita di fare il contrario e mi sento un po' in colpa. Tipo oggi che vi parlo de Il Creasogni. L'ho chiuso con un sorriso che è svanito troppo in fretta e lo sapete, per me un romanzo deve avere l'eco, e quanto questa è più lunga, quanto più il libro è bello. Però, se mi fossi messa davanti alla tastiera appena sfogliata l'ultima pagina sono certa che avrei enfatizzato quella sensazione di piacevole leggerezza che mi aveva trasmesso. Be', voi fate 1+1 e avrete l'idea generale che mi sono fatta ;)
P.S. ma solo io detesto che "eco" sia femminile? Leggevo sulla Treccani che in molti lo usano al maschile... mi sa che mi converto e sgrammatizzo senza rimorsi!
Il Creasogni di Simone Toscano
| Ultra, 03/2015 | pag. 190 | € 16,00 |
Il Signor Ettore è un uomo schivo, di poche parole, con un velo di tristezza negli occhi. Nulla si conosce di lui, se non che possiede un dono speciale: sa di quale materia sono fatti i sogni. Ne conosce l'essenza lieve, che ha imparato a modellare, nella forma e nei colori, nelle sfumature e nei dettagli, riuscendo a creare visioni bellissime e avvolgenti. Nella piccola comunità di Mangiatrecase spetta a lui il compito di esaudire le richieste di chi, pur tra mille difficoltà, non vuole rinunciare a inseguire un sogno. Per tutti costruisce illusioni su misura, tranne che per sé e per la sua particolare "famiglia": una cagnetta che lo segue come un'ombra, e un bambino, spuntato anche lui dal nulla. Dietro questa apparente serenità ribolle però un mondo di speranze infrante, di assenze e rimpianti, di amori perduti. Sarà un evento drammatico come l'improvvisa scomparsa del bambino a risvegliare i cuori dei protagonisti che troveranno la forza di superare le difficoltà della vita e di sognare ancora, con coraggio. Un romanzo lieve e delicato come un sogno, ingenuo e difficile come l'amore, vero come la vita stessa.
Le recensioni che mi vengono di getto appartengono solitamente a due tipologie di libri. Quelli che ho amato alla follia e quelli che non ho apprezzato proprio per niente. Procrastinare non mi piace, ma purtroppo mi capita quando un romanzo mi mette in difficoltà, com'è successo con Il Creasogni, romanzo carinissimo da cui però - visto l'incipt insolito e suggestivo - mi aspettavo qualcosa di più.
Forse è un mio limite non saper prendere certi libri per quello che sono e questo non è altro che una favola: scorrevole, semplice e in bilico tra realtà e fantasia.
Cos'ho io contro le favole? Assolutamente nulla, anzi, c'è ancora una bambina con le trecce e le ginocchia sbucciate che scalpita dentro di me, ma chissà perché credevo che il Signor Ettore mi avrebbe regalato emozioni diverse.
Sentendo il parere di altri lettore mi ha fatto strano constatare che a molti non è piaciuto l'inizio, ma si sono trovati coinvolti nella storia poco alla volta, quando a me invece è successo esattamente il contrario (sono strana, l'ho sempre saputo u.u). Ho trovato le prime pagine delicate, impalpabili e le parole, cariche di detti e non detti, mi avevano riempito di aspettative. Vedevo il Signor Ettore intento a creare sogni per le persone, mentre lui - malinconico, solo e introverso - non era più capace di farlo. Vedevo gli abitanti del paese correre a casa sua con assurde richieste e mi piaceva, perché sognare fa bene, dovrebbe quasi essere un diritto inalienabile. Mangiatrecase lo figuravo come un paese quasi naif e la storia si stava dipingendo ai miei occhi al pari di un quadro di Chagall dove gli accenni all'infanzia e all'ingenuità sono palpabili, e dove la fantasia fa tutto il resto. E in definitiva è così, un romanzo che si sfoglia con piacere, che ci parla dell'amore in tutte le sue forme e che a un certo punto si tinge di avventura. Stranamente è questa la parte che ho preferito di meno e che ha influenzato la mi asticella di gradimento. Avrei preferito che l'autore raccontasse di meno e si concentrasse sulle emozioni, invece, poco a poco, la parte naif del libro ha cancellato quella surreale e visionaria che tanto stavo amando, lasciando il posto a un quadro in cui tutto è ben definito e forse un po' troppo stereotipato.
In definitiva però Il Creasogni è romanzo/racconto strutturato bene, con lampi di originalità che si vanno a incastrare in quella noiosa e banale quotidianità capace di ingrigire la vita di ognuno di noi. Ma è da noi che dipendono luci e colori, ed è questo il messaggio di fondo; mai sottovalutare il potere delle piccole cose, mai sottovalutare la forza devastante di un "ti voglio bene".
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4 commenti:
non ho letto questo libro, sembra interessante ;)
io sono da recensioni scritte di getto e molto di pancia, soprattutto se il libro in questione mi è piaciuto... non resisto e scrivo subito il mio parere, che chiaramente poi rischia di essere molto "emotivo".
però le sento più "oneste", le mie recensioni a caldo, nel senso di più corrispondenti allo stato d'animo in cui la lettura mi ha lasciato.
poi è chiaro che magari, rileggendola dopo del tempo, qualcosa mi vien voglia di modificarla :D
Uhm nonostante la premessa sia interessante, non so °-° non mi ispira più di tanto stranamente :s
Sembra che ormai l'abbiamo letto tutti, manco solo io :P
Non mi ha convinto granché, sai già.
Non lo ricordo nemmeno più.
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