Non vi parlo di un libro fresco di stampa, ma di un romanzo che ormai ha più di dieci anni ed è l'ultimo titolo stand alone di Ken Follett il quale ultimamente sembra aver abbracciato la politica delle saghe. Per carità, sicuramente la Century Trilogy (la sua ultima fatica) è una serie bellissima, ma spero che torni sui suoi passi e ci regali altri romanzi autoconclusivi.
Intanto immergiamoci Nel Bianco.
Nel Bianco di Ken Follett
| Mondadori, 2004, 2006 | pag. 400 ca |
È la vigilia di Natale. In una cittadina non lontana da Glasgow scatta l'allarme rosso in un elegante edificio vittoriano, sede dell'Oxenford Medical. Qualcuno, nonostante i sofisticati sistemi di sorveglianza, è riuscito a sottrarre dall'area protetta due dosi di un farmaco sperimentale, un antidoto del Madoba-2, una pericolosa variante del virus Ebola su cui da tempo si stanno conducendo ricerche. Il dipartimento della Difesa americano, che ha fatto grossi investimenti sul progetto, non nasconde la sua preoccupazione. E così pure Stanley Oxenford, lo scienziato proprietario del laboratorio, e Antonia Gallo, la sua affascinante collaboratrice, responsabile della sicurezza. Nessuno di loro sa che questo è solo l'antefatto...
Voto:
Ken Follett per me è un po' un'àncora di salvezza, i suoi libri sanno farmi compagnia, le trame mi intrigano e spesso riescono anche a sorprendermi. Sono romanzi molto visivi i suoi, il cinema attinge da questi scritti continuamente, e fa bene, come ho detto più volte sono sceneggiature già pronte per l'uso, anche se i risultati spesso non sono proprio eccelsi... ma va be', non addentriamoci in questo spinoso territorio...
Ho iniziato Nel Bianco perché volevo una storia che mi piacesse al 100%, dopo le delusioni estive mi serviva qualcosa per riprendermi, e posso dire di aver fatto bene anche se Follett ha innegabilmente scritto di meglio. I pregi però sono altrettanto innegabili e forse risulterò ripetitiva, ma mi stupisce sempre il mondo in cui l'autore riesce a rendere semplici anche gli argomenti più complessi. Ho definito spesso i suoi romanzi "leggeri" e non per sminuirne il valore, tutt'altro. Grazie a lui mi sono avvicinata a thriller di spionaggio che non avrei pensato di prendere in considerazione nemmeno sotto tortura, e alla fine me ne sono pure innamorata. Per non parlare delle biotecnologie affrontate ne Il Terzo Gemello, la genetica sembrava più facile della tabellina del due, e il libro - wooow - uno dei più belli mai letti!
La trama di Nel Bianco avrebbe potuto frenarmi, si parla di bioterrorismo e diciamocelo, se sulla copertina ci fosse stato il nome di uno dei tanti Pinco Pallino che affollano le librerie, e non di Ken Follett, avrei pensato "chissà che palla assurda!", invece mi sono immediatamente ritrovata incollata alle pagine. Una sensazione piacevolmente prevedibile. A volte fa bene sapere con chi si ha a che fare e Follett fidelizza più della carta Coop.
Purtroppo però con il voto non posso sbilanciarmi troppo in quanto Nel Bianco - ahimé - scarseggia un po' di colpi di scena e si sviluppa in modo perlopiù prevedibile. Nonostante tutto gode di un ritmo eccellente e il corollario di personaggi su cui Follett sposta l'obiettivo a più riprese è variegato e ben definito; la lettura in questo modo non è mai lineare, non ha momenti di stallo, ma è come un film fatto di numerosi piani sequenza, di inquadrature sempre differenti che si susseguono instancabilmente.
Pensavo che mi sarei affezionata a Toni Gallo, una protagonista tosta e volitiva, ma alla fine non è successo. Stranamente Kit, l'antagonista, mi ha colpito più di tutti. Lui, così fragile, incapace di concludere qualcosa di buono nella vita, il perfetto fallito, il reietto della società, il figlio che nessun padre vorrebbe avere, è stato il vero motivo che mi ha spinto a finire il libro.
Incredibile? Mica tanto.
Toni è troppo perfetta. Si occupa della sicurezza dei laboratori del "Cremlino" e nonostante non riesca a impedire che una variante mortale del virus Ebola venga trafugata, non apparirà mai come una perdente. Tutt'altro. Reagisce con determinazione e coraggio, si mette in prima linea in una caccia all'uomo e contro il tempo che sembra non avere fine nonostante duri soloquarantotto ore, e prima di sfogliare l'ultima pagina sappiamo già che riuscirà a salvare il mondo e a conquistare il cuore dell'uomo che ama. Insomma, brava, le facciamo un applauso, ma fino a che punto appassiona l'eroina perfetta?
Diciamo che a volte funziona, in altri casi un po' meno, e stavolta la mia attenzione si è spostata su Kit, il ragazzo senza anima.
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Nota: Nel 2009 è uscita un'omonima miniserie televisiva diretta da Peter Keglevic ed interpretata da Isabella Ferrari, Heiner Lauterbach e Huub Stapel. (per la cronaca, sono felice di non averla vista)
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4 commenti:
Un bravo autore, per carità, ma io lo trovo una palla.
Non ci riesco proprio, oh. Questo, indirettamente, lo conosco per la fiction mezza italiana in cui ricordo c'erano Massimo Poggio e la Autiere. E invece, ti dirò, non era niente male.
Oddio io ho visto degli spezzoni e mi è scesa la mandibola, mi ha messo anche un po' tristezza vedere la prot. interpretata da Isabella Ferrari che non corrisponde nemmeno un po' alla Toni del libro. E' vero che non si giudica un prodotto da queste cose, ma sono una persona fondamentalmente superficiale xD
Cmq di solito Follett non mi annoia. Il Terzo Gemello l'ho proprio adorato e anche titoli meno famosi mi hanno divertita, tipo Codice a Zero. Invece non sono una fan sfegatata dei Pilastri della Terra, il suo capolavoro.
Quello l'ho sempre iniziato e l'ho sempre trovato bellissimo, però mai finito.
Sono andato direttamente di mini-serie anche in quel caso.
Ecco, quella serie in effetti è fatta bene, si vede che ci hanno investito!
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