1 luglio 2019

Recensione, IL SORRISO DELLO STRUZZO di Zidrou e Springer

Un po' di (in)sano horror vi manca? Bene. Ecco la storia che fa per voi.

Il Sorriso dello Struzzo di Zidrou, Springer

| Panini, 2019 | pag. 72 | € 19,00 | 

Pep alleva struzzi da anni, la sua vita procede piatta e monotona in compagnia della moglie Dora. Una sera, Pep la porta con sé in aperta campagna, e la uccide con violenza, per poi abbandonarne il corpo in un pozzo. Al ritorno a casa, Dora è viva e vegeta, e da il benvenuto a suo marito sulla soglia di casa... Un racconto cupo e forte, l'orrore entra nella routine della vita quotidiana, dalla quale sembra non esserci via di fuga.
Voto:

Pep, un allevatore di struzzi, una notte porta la moglie in aperta campagna e la uccide, buttando poi il corpo in un pozzo. Chiama l'amante, le dice "è andata!", si cambia i vestiti zuppi di sangue e ritorna a casa dove - immaginate lo shock -  la ben poco gentil consorte lo attende in cucina, con quel suo solito fastidioso sorriso stampato sulla faccia e una corona di bigodini in testa: Dora è ancora viva. Ma com'è possibile?

Allora... Ricordiamoci una cosa. Quando stringiamo tra le mani un racconto dell'orrore a tutti gli effetti nightmares come true. E l'incubo più grande di Pep è proprio quello di condividere l'eternità con una donna pedante come Dora e non sollazzarsi in totale libertà la giovane amante. Vi assicuro che a un certo punto tiferete per lui, anche se meritano un po' tutti di finire con il cranio sfondato: di brava gente qui non ce n'è.

Il Sorriso dello Struzzo è una macabra storia di desideri irraggiungibili che sfiora gli immaginifici territori di Ai Confini della Realtà e Zidrou, nel panorama di un genere fin troppo bistrattato per i miei gusti, si rivela una ventata d'aria fresca. Personaggi negativi, gretti, ignoranti, si muovono in una campagna rurale e decadente in cui gli struzzi sono la metafora perfetta per raccontare la stupidità degli uomini che si credono migliori degli animali che allevano, quando è vero l'esatto contrario.

Graficamente l'impatto è forte. La palette cromatica alterna colori caldi e freddi rimandando alle varie fasi del giorno (mattina, pomeriggio, sera, notte) e i volti dei personaggi, deformati e grotteschi, sono lo specchio delle loro frustrazioni e della pochezza che li caratterizza.
Il fumetto, breve ma intenso, con dialoghi al fulmicotone, ha solo pregi e nessun difetto. L'unico limite è dato dall'esiguo numero di pagine, l'albo ne conta una settantina circa compresa la parte finale in cui è riportata per intero Elle était souriante una canzone del 1908 che ha ispirato Zidrou durante la stesura, ma vi assicuro che allungare il brodo non sarebbe servito a niente. Se alcune storie sono dei colpi di fucile questa è una raffica di mitra.

Insomma, se il macabro vi solletica, se il cinismo vi contraddistingue e se l'horror è la vostra seconda casa, mettete subito Il Sorriso dello Struzzo in wish list. Vi assicuro che è tutto molto orribile. Quindi tutto molto bello 8)


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