17 ottobre 2019

Recensione, IL MANOSCRITTO di Franck Thilliez

Lettori, buonasera, oggi vi lascio la recensione di un thriller che mi è piaciuto veramente molto, anzi, più ci penso e più lo amo! È pieno di enigmi, è super cervellotico, ma è anche geniale. Peccato che non sia di immediata comprensione e questo potrebbe essere un pregio da una parte (perché stuzzica l'ingegno), ma anche un difetto dall'altra (perché genera frustrazione).
Se amate le sfide però, non potete farvelo scappare!

Il Manoscritto di Franck Thilliez

| Fazi, 2019 | pag. 478 |

Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un'altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.
Voto:
Un romanzo è un gioco di illusioni, tutto è vero quanto è falso, e la storia inizia a esistere solo nel momento in cui voi la leggete.
Ho il cervello che mi fuma. Esco dalla lettura del Manoscritto e vedo enigmi ovunque, anche forse dove non ci sono. Non appena ho iniziato il romanzo ho attivato il mio personalissimo radar investigativo per poi disattivarlo e farmi trascinare dalla lettura, ma inevitabilmente, alla fine, ho dovuto rimetterlo in funzione.
Che dire. Criptico, labirintico, contorto, un vero gioco di specchi. 
Un libro, nel libro, nel libro. Autori che scrivono di altri autori e che si sono a loro volta ispirati ai grandi nomi del panorama "giallo" con tanto di riferimenti paralleli a Misery di Stephen King, ma soprattutto ai vari Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle.
Un metaromanzo al cubo. Un'equazione matematica piena di incognite. E adesso che ho sfogliato l'ultima pagina devo spegnere l'incendio che ho in testa, perché davvero, tante cose quadrano, alcune secondo me non del tutto, ma so che ci sono dei tasselli che ancora devo mettere al posto giusto in questo immenso puzzle tridimensionale (se qualcuno ha bisogno di aiuto c'è la sezione spoiler!).

Provo a riassumere la trama a grandi linee.
Nella prefazione (da leggere con estrema attenzione!) ci viene detto che Caleb Traskman, noto autore di thriller, ha lasciato incompiuto un romanzo a dieci pagine dalla fine e che il figlio, J.L. Traskman, l'ha portato a termine perché, grazie agli indizi disseminati dal genitore, la soluzione era a portata di mano. Bastava trovarla.
Quello che noi leggeremo è, per l'appunto, Il Manoscritto di Caleb Traskman, la storia di una famiglia andata in pezzi nel momento in cui la figlia viene rapita e di lei si perdono le tracce. Le vicende si svolgono quattro anni dopo la scomparsa di Sarah: la madre, Leane Morgan, si è buttata a capofitto nel lavoro e ha appena pubblicato il suo ultimo romanzo (che - indovinate un po'? - si intitola Il Manoscritto e parla di un'autrice che... vabbe', non ve lo dico, sorpresa!) mentre il padre, Jullian Morgan, non ha mai trovato pace e sopravvive dedicandosi alla ricerca spasmodica di un solo indizio che possa portarlo a scoprire la verità sulla morte della figlia: per tutti, Sarah, è una delle vittime di Andy Jeanson, il killer soprannominato "il Viaggiatore", nonostante del suo corpo non ci siano tracce. Intanto, dentro al cofano di un'automobile, viene ritrovato il cadavere di una donna e Vic Altran, poliziotto della sezione Omicidi di Grenoble, inizia a indagare...

Ecco, direi che non serve sapere altro, probabilmente creerei della confusione inutile e non ha molto senso, spiegarlo è più complicato che leggerlo, quindi preparatevi a essere catapultati in una vicenda torbida fatta di continui incastri in cui a muoversi sulla scena saranno personaggi dotati di ipermnesia, amnesia, criptomnesia. La memoria gioca un ruolo fondamentale, non c'è ombra di dubbio, ma la lettura non presenta intoppi, anzi, è fluida, veloce, avvincente, cruda. E Thilliez, non ci risparmia nulla. Teste mozzate, gente senza faccia, cadaveri mutilati, dark web, colpi di scena a ripetizione.
La struttura a incastro, in cui una serie di sottotrame ne vanno a creare una unica più grande, mi ha ricordato quella del Suggeritore di Donato Carrisi (romanzo top!), ma l'autore in questo caso si diverte a giocare con il lettore, riempe il libro di indizi per poi  lasciarci attoniti di fronte a un finale a dir poco criptico. Ma il bello è proprio qui. Il romanzo si rivela sì ingarbugliato, ma anche estremamente stimolante nel suo essere apparentemente illogico!
«Sai cos’è la misdirection?».«Una tecnica illusionista che consiste nel focalizzare l’attenzione del pubblico su un punto preciso mentre si svolge un’altra azione.»
Capite? Il Manoscritto è un grande misdirection.
Nonostante ci siano degli apparenti depistaggi, nonostante un lettore di gialli sia portato a non prendere per oro colato tutto quello che legge (il narratore se è affidabile o meno spesso lo si scopre solo alla fine), Thilliez ce la fa sotto il naso e il mio consiglio è quello di non farvi troppe domande. Leggete bene la prefazione però. Poi leggete attentamente l'ultima frase del libro. E non fermatevi qui, perché il bello viene adesso. Perché il romanzo di Thilliez comincia a pagina 7.

Che dire quindi... un thriller di grandissimo intrattenimento, peccato che il meccanismo non sia proprio così evidente, peccato manchino delle istruzioni per l'uso, ma per l'autore scrivere è come giocare una partita a scacchi ed evidentemente punta a vincere. Ma io sono un osso duro. E lo ammetto, non è stato facile sbrogliare la matassa, pensavo che Sebastian Fitzek mi bruciasse i neuroni, ma qui siamo stati a un passo dall'armageddon. Però ne è valsa la pena: per le atmosfere macabre, per le scene splatter, per la tensione che si crea, per i personaggi tormentati e ovviamente per il gioco di specchi. Davvero wow, un titolo a dir poco  le-ta-le.

N.B. Le parole sottolineate… non sono sottolineate a caso xD

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Sezione SPOILER


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sei bravissima, ti seguo sempre su instagram ma mi sembrava carino lasciarti un messaggio anche qui. Adoro sentirti parlare di libri e Il Manoscritto lo leggerò al più presto!
Camilla

SilviaLeggiamo ha detto...

Camilla grazie, ormai sono più là che qua, ma nonostante l'attenzione si sia spostata maggiormente sui social il blog resta per me un punto di riferimento. Fammi sapere poi come troverai il Manoscritto!

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