Buon caldissimo e afosissimo pomeriggio! Gente, ma che è successo? Qui sui colli bolognesi non si respira °_______°
Durante le ferie avevo già abbozzato la recensione su Word, ma anche fare copia e incolla mi è costato uno sforzo immane!
Comunque... la recensione! Oggi parliamo del libro che avevo in lettura il giorno in cui sono partita e che - come previsto - non si è rivelato niente di che. Poi dipende sempre da cosa si cerca, ma L'Invito di Ruth Ware faccio fatica a identificarlo come un thriller mozzafiato. Al massimo posso classificarlo come lettura da ombrellone.
Durante le ferie avevo già abbozzato la recensione su Word, ma anche fare copia e incolla mi è costato uno sforzo immane!
Comunque... la recensione! Oggi parliamo del libro che avevo in lettura il giorno in cui sono partita e che - come previsto - non si è rivelato niente di che. Poi dipende sempre da cosa si cerca, ma L'Invito di Ruth Ware faccio fatica a identificarlo come un thriller mozzafiato. Al massimo posso classificarlo come lettura da ombrellone.
L'INVITO di Ruth Ware
| Corbaccio, 2015 | pag. 348 | € 16,90 |
Dieci anni cambiano una persona. A dieci anni dalla fine del liceo Leonora Shaw, Nora, ne ha fatta di strada: è diventata una scrittrice, la sua vita è scandita dal lavoro alla scrivania nel suo monolocale dell'East End londinese, dalle tazze di caffè e dalle corse nel parco. Della vecchia Leonora non resta più nulla, nemmeno il nomignolo di allora, Lée. Tutti possono avere mille buoni motivi per non frequentare gli amici di un tempo, per troncare con il passato, per incominciare una nuova vita. E Nora ha un ottimo motivo. Eppure, quando riceve l'invito all'addio al nubilato della sua ex amica del cuore, si fa strada in lei un assurdo senso di colpa unito a un assurdo sentimento di riconoscenza verso Clare per essersi fatta viva dopo dieci anni. Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici, e di colpo si trova catapultata indietro nel tempo di dieci anni, in quel passato che ha meticolosamente cercato di cancellare. E capisce di aver commesso un errore. Il peggior errore della sua vita...
Voto:
L'Invito di Ruth Ware viene definito "un thriller psicologico che aggancia il lettore fin dalla prima pagina e lo conduce nei recessi della psiche umana", ed è il romanzo d'esordio di una trentottenne che è stata cameriera, insegnate di inglese e addetta all'ufficio stampa della Vintage Pubblishing. Adesso a quanto pare è un'autrice a tutti gli effetti, visto che anche Wulf Dorn ne ha tessuto le lodi.
Ovviamente non sono d'accordo praticamente su tutto.
Di psicologico c'è poco, il lettore si ritrova a sbadigliare dopo venti pagine ed è tutto così prevedibile e all'acqua di rose che mi sono chiesta il perché di tanto successo.
Come trama e intreccio L'Invito mi ha ricordato i romantic suspense che leggevo svariati anni fa nella collana Harlequin Mira, si "salva" solo perché la componente rosa non è preponderante, ma se devo dirla tutta a me quella collana piaceva parecchio, non ti dava false speranze, ma manteneva quello che prometteva, mentre in questo caso non posso dire la stessa cosa.
Ho sentito aria di fregatura nel momento stesso in cui ho conosciuto Nora, la protagonista, una giovane scrittrice di thriller che da dieci anni ha tagliato i ponti con la sua vecchia vita per puro istinto di autoconservazione. Quando però Claire, l'amica con cui ha condiviso gran parte dell'adolescenza, la invita al suo addio al nubilato, lei accetta di rituffarsi in quel passato che le ha causato i dolori più grandi.
Non sa perché, ma sente che non può tirarsi indietro. Nonostante non voglia andarci, nonostante una miriade di strane sensazioni le affollino la mente, lei parte per passare un week end con gente di cui non sa praticamente nulla, perché al contrario di quello che dice la trama sul risvolto - cito: Sebbene con riluttanza, accetta di trascorrere un weekend in una villa nei boschi del Northumberland insieme ai vecchi amici [...] - delle sei persone invitate lei ne conosce solo due.
Un incipt che manca un po' di credibilità, ma che è servito alla Ware per ricreare un'atmosfera in perfetto (si fa per dire) stile Dieci Piccoli Indiani e rinchiudere in una grande e suggestiva casa di vetro Nora e gli altri personaggi. Personaggi decisamente sottotono, privi di spessore, legati tra loro da vecchi e taciti rancori che non mancheranno di venire a galla secondo un copione letto e riletto.
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Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.
6 commenti:
Ahahah, bellissima la frase conclusiva della recensione.
Dopo la cantonata con la Piemme, evito pure questo. Sai già.
Evito pure io. Ho letto svariate recensioni poco entusiaste, la tua fa uscire il romanzo velocemente dalla WL. Senza rimpianti.
Uhm peccato °-° anche se la trama non era particolarmente originale... era invitante :'D credo comunque che lo eviterò. Di roba non-sense prevedibile non ne ho proprio voglia. I libri di questo genere con me funzionano solo se mi lasciano a bocca aperta dallo stupore e non per gli sbadigli :P
@Mr Ink
Presto saprai cosa penso anche del thriller della Piemme ^^
@La libreria di Tessa
Se si amano i thriller eviterei, se si vuole una lettura soft si può tentare.
@daydream
Ecco, qui non stupisce niente, le cose vanno esattamente come uno se le immagina.
Ma ma ma ma....
Bentornata!!!! Finalmente una ventata di aria fresca!
Ma mi sa che ti conveniva stare in vacanza, qui ci si scioglie!
Letture deludenti pure le mie, aggiungici che non ero in vacanza, quindi bel periodino.
Aspetto con ansia altre recensioni!
Marta
Sono tornata e il caldo mi ha devastata!
Le letture deludenti continuano... sono triste T_T
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