13 giugno 2017

Recensione, iBOY di Kevin Brooks

E dopo aver pensato di frantumarmi un iPhone in testa per potermi collegare a internet con la forza del pensiero e senza pagare la bolletta, ho pensato che forse era meglio tornare coi piedi per terra e scrivere la recensione dell'ultimo romanzo pubblicato dalla Piemme di Kevin Brooks che, tra l'altro, a me eè proprio piaciuto. Violento, cattivo, anche un po' dolce. Non il solito Brooks, la sua vena sadica evidentemente non era ancora del tutto formata, ma il segno lo lascia lo stesso. 

iBoy di Kevin Brooks

| Piemme, 16/05/2017 | pag. 245 | € 16,50 |

Prima dell'incidente che lo ha mandato in coma, Tom Harvey era un ragazzo come tanti. Ma ora si è risvegliato con il potere di sapere e vedere tutto. I frammenti di iPhone che sono rimasti nel suo cervello lo hanno trasformato in un super computer, una sorta di mente artificiale iperconnessa. Tom può arrivare ovunque, tutte le risposte a domande che non sa nemmeno di aver posto sono già lì, nella sua testa. E dopo aver scoperto della violenza subita da Lucy, la ragazza di cui è innamorato, Tom usa i suoi poteri per punire le gang che dettano legge nel quartiere. Ma qual è il confine tra giustizia e vendetta?
Voto:

Che Kevin Brooks fosse bravo l'avevo già intuito, dovevo solo capire se oltre a una spiccata vena sadica avesse anche un cuore. La risposta è sì, o almeno ce l'aveva quando nel 2010, tre anni prima di Bunker Diary (recensione), l'autore inglese ha creato iBoy, il supereroe che ai margini di una Londra sporca e corrotta cerca vendetta. E lo fa per amore.

Tom Harvey è un adolescente come tanti, senza una particolare storia da raccontare e senza alcuna abilità; ha una ragazza nel cuore, l'amica di una vita, la bambina con cui è cresciuto e a cui non riesce a dichiararsi. Poi tutto cambia nel giro di un attimo. Tom deve incontrare Lucy, sta andando proprio da lei quando un iPhone lanciato dal trentesimo piano gli frantuma il cranio e lo manda in coma per due settimane. In quello stesso momento un gruppo di Corvi - una gang di Crown Town - sta violentando la sua Lucy e pestando a sangue il fratello di lei, Ben.

Capirete che come inizio non è il classico incipit da romanzo young adult, ma cosa vi aspettavate? Kevin Brooks non è uno che ci va per sottile, ai suoi personaggi non promette happy end, rose e fiori, ma violenza e morte. Ed è questo che fa la differenza. Alla storia del supereroe a servizio del bene chi ci avrebbe creduto? Invece Tom, quando si sveglia in un letto d'ospedale con dei frammenti di cellulare nel cervello che gli permettono di collegarsi a internet (sì, il world wide web è entrato in lui) capisce che può portare un po' di pace nell'anima tormentata di Lucy distruggendo ogni singola persona che ha osato metterle le mani addosso. Di certo, non pensa di salvare l'intero Pianeta.

"Addio normalità. Bello averti conosciuta"

Si trasforma così in iBoy, il ragazzo che la sera si cala il cappuccio sugli occhi, accende la sua cyber-pelle e spegne il cuore, perché la pietà non sa più cosa sia. Non puoi saperlo quando tutto lo schifo del mondo si è riversato nella tua testa e nella tua vita. Non puoi nemmeno sperarlo quando vivi in una giungla di cemento, cassonetti, siringhe e auto bruciate. È già tutto tremendamente complicato così.
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5 commenti:

Mr Ink ha detto...

Sai già. Non mi ha entusiasmato, per una volta, ma Brooks è sempre godibilissimo.

SilviaLeggiamo ha detto...

Mi sono entusiasmata io per tutti e due :)

Emy ha detto...

In genere le storie crude e violente non rientrano nelle mie corde, ma dato che c'è quel po' di dolcezza si può fare. E poi sono curiosa di vedere all'opera la mente del protagonista dopo la frantumazione dell'iPhone :)

SilviaLeggiamo ha detto...

Emy, sì, si - può fa-re! *frankenstein junior insegna*
Invece Bunker Diary non credo proprio che possa fare al caso tuo!

Emy ha detto...

Infatti Bunker Diary, nonostante mi sia piaciuta la tua recensione, non l'ho mai messo in lista ^_^'

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