27 novembre 2018

Io e il libri

  

Io e i libri

Oggi sentivo il bisogno di parlare di libri e lettura in altri termini, senza l'uso di una recensione o di un'anteprima, forse sproloquierò, probabilmente divagherò e di quello che scriverò non troverete né un capo né una coda, ma ci sono giorni che funzionano così e vanno assolutamente assecondati.
Nella mia vita ho letto per tanti motivi, per passione soprattutto, ma anche per evasione, per scappare da momenti brutti della vita, per imparare e per mettermi alla prova.
Ho sempre letto "per i fatti miei", perché una volta (e detta così sembro Matusalemme) non c'erano i social, non c'era la condivisione e se i tuoi amici preferivano le discoteche alle letture stavi fregata. Parlavi con il muro. E spesso avevi anche ragione.
Adesso internet ci fa sentire meno "soli". C'è il gruppo per questo, per quello e per quell'altro e ci sono un sacco di pagine e canali in cui si chiacchiera di libri. Mi ci sono avvicinata in punta di piedi a questo universo così lontano da me, sono una pessima promotrice dei miei post, spesso non mi condivide nessuno perché anche quando un libro mi piace ci trovo comunque il pelo nell'uovo e se non lo dico sto male, ma sono fatta così, con il tempo sono diventata razionale, forse un tantinello cinica e il mio entusiasmo, per quanto onnipresente, non sarà mai pari a quello di una ventenne.
Ma non divaghiamo.
Come dicevo, a questo universo mi ci sono avvicinata in punta di piedi, eppure non ho mai smesso di fare dei piccoli passi in avanti. Ho iniziato a seguire bookstagrammer, youtuber (i bookblogger sono i miei primi amori e sempre lo saranno) e ho iniziato a provare interesse verso persone che la pensano in modo completamente diverso da me. Perché? Non ci ho mai riflettuto troppo, so solo che se non mi piace un romanzo trovo stimolante sentire l'altra campana, vedere il lato opposto della medaglia. Certo, il libro continuerà a non piacermi, ma il punto non è quello, il punto è sentirsi appagati da un confronto, amare la diversità di pensiero.
Direi che questo 2018 è stato il mio anno social. E non credo sia troppo presto per stilare un bilancio assolutamente positivo. Il profilo che usavo su instagram (@silvia_inunclick) solo per cose personali ormai è totalmente incentrato sui libri e mi ha permesso di conoscere persone che condividono la mia passione e che tutti i giorni mi regalano un sorriso, un pensiero o un consiglio. Ho comprato come una matta nonostante mi fossi ripromessa di non farlo, fintanto che l'hashtag #povertànontitemo è diventato quello che più mi rappresenta. E mi sono divertita. Ho preso il web e la rete con leggerezza e ironia, ho cercato di tenermi alla larga dalle polemiche (anche se a volte sono loro a trovarmi, incredibile!) e sento di aver superato alcuni limiti e abbattuto delle barriere. Servono a questo i libri, no?
Infine credo che negli anni la lettura mi abbia resa più riflessiva ed empatica e sicuramente più felice. Perché la vita è una roba troppo seria, spesso troppo triste, e una via di fuga serve sempre <3


18 novembre 2018

Recensione, TOSCA DEL BOSCHI di Teresa Radice e Stefano Turconi

Lettori buonasera, è tempo di recuperare le recensioni lasciate indietro e parto con Tosca dei Boschi, fumetto che ho recuperato a Lucca Comics in questa bellissima edizione, ahimé, già esaurita.

Tosca dei Boschi di Teresa Radice e Stefano Turconi

| Bao Publishing, 2018 | pag. 160 | età: dai 5/8 anni in su |
variant edition
Teresa Radice e Stefano Turconi sono diventati in pochi anni autori di riferimento per il moderno Fumetto italiano. Con questa nuova avventura, studiata per un pubblico di tutte le età, ci portano tra Firenze e Siena, in pieno Rinascimento. E la piccola, incredibile Tosca sarà la nostra guida in un mondo tanto familiare quanto misterioso e ricco di avventure, in una storia destinata a fare epoca
Voto:

Meraviglia delle meraviglie.
Questa variant non si può commentare in altro modo, è un vero e proprio gioiellino che in foto non rende affatto. Per il Lucca Comics 2018 la Bao Publishing ha voluto dare un tocco di pregio all'ultima fatica Radice-Turconi con un'edizione che si rifà alle miniature medioevali decorate su foglia d'oro con tanto di titolo ornato da un bellissimo capolettera.
Tosca dei Boschi è una storia evergreen, senza tempo e senza età, ambientata nella Toscana del XIV, e più precisamente nel periodo in cui Firenze era sotto il controllo di Gualtieri VI di Brienne, duca nominale di Atene che, se da una parte mitigò i dissapori tra guelfi e ghibellini perché neutrale alle due fazioni, dall'altra attuò una rigida politica economica che portò il popolo a un generale malcontento.
È in questo clima fatto di tensioni e dissapori che Teresa Radice e Stefano Turconi raccontano una storia che - a onor del vero - sa di già letta (e riletta), ma gode di una tale cura e ricercatezza che è impossibile non amarla.
Non ci sorprenderà vedere Lucilla, la dolce figlia del Duca di Castelguelfo, desiderare una vita diversa da quella di palazzo, e prima l'amicizia con Tosca (una ladruncola dal cuore d'oro) e poi l'amore per Rinaldo (timido aedo di corte), la porteranno a vincere quel tipo di battaglia che non si combatte con spade, arco e frecce.
Immagino che l'epilogo l'avrete già intuito, vi anticipo anche che i "cattivi" gli individuerete subito e che gli intrecci non vi stupiranno, ma se amate i vecchi film Disney, un po' alla Robin Hood tanto per intenderci, allora non vi serve sapere altro: Tosca dei Boschi vi conquisterà!
Teresa Radice tra l'altro non lascia mai nulla al caso, lo dimostrano i testi che rimandano alla parlata toscana dell'epoca, i versi del Petrarca che fanno da "colonna sonora" alla storia d'amore tra Lucilla e Rinaldo e poi ci sono i disegni di Stefano Turconi, che molto spesso hanno più voce della parola stessa.
Un romanzo grafico che è un po' favola e un po' realtà e che non posso non consigliare, a meno che non abbiate un'anima nera come del Grinch e non abbiate mai aperto un libro che iniziasse con "C'era una volta..."

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Nota: Il fumetto è stato commissionate dall'editore francese Dargaud ed è uscito in Francia e in tre albi da circa quarantacinque pagine l'uno.

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7 novembre 2018

Recap #172 - Speciale Lucca Comics 2018

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.
 

Lucca bagnato Lucca fortunato. Mhhh... sì, più o meno :$
Ma me l'aspettavo, nonostante abbia tentato di negare l'evidenza fino all'ultimo, il meteo non prometteva niente di buono. Poi figuriamoci, quest'anno che mi ero organizzata al meglio, il minimo che potesse capitarmi era una catastrofe naturale. Quindi è andata pure bene :)
Ecco, a proposito di organizzazione, due paroline sul mio meraviglioso zaino.


Ho comprato su Amazon (perché avevo fretta che arrivasse, ma lo trovate anche su Aliexpress a 12/13 euro, anziché 18/20) il finto kanken, anche detto zaino #povertànontitemo (new brand presto in commercio)
A Lucca ero l'unica sfigata ad averlo, tutti in spalla sfoggiavano prodotti originali, ma sinceramente quei cento euro ho preferito spenderli in carta,  piuttosto che in stoffa. C'è poi da dire che io non uso tantissimo lo zaino, quindi non aveva senso investire in un prodotto del genere. Per chi viaggia spesso, studia, gira un sacco... è diverso, lo capisco.   
Comunque avevo detto che il mio più fedele alleato di Lucca sarebbe stato l'Oki, perché non c'è fiera/festival che finisca con un bel brindisi a base di analgesici, invece quest'anno mi è andata di lusso. Non mi sono caricata come un cammello, ma lo zaino ha sicuramente fatto il suo porco lavoro.
Secondo acquisto pre-Lucca un Power Rangers Bank. Ragazzi, mi sono sentita come quando a Mario Bross vincevo una vita. O due. Finalmente sono arrivata a fine giornata con la carica al massimo, finalmente non mi sono trattenuta dal fare foto e video, finalmente sono entrata nel XXI secolo!!!
Vi lascio i link di queste due cosucce nel caso vi interessino, i prezzi cambiano sempre, ma vabbe', lo sapete anche voi come funziona Amazon su questi prodotti, oggi lo sconto c'è, domani no, e via così...


Ma veniamo al festival vero e proprio. Eccomi qui, sul pulmino che porta alle mura della città, più felice di quando andavo in gita con la scuola. Ero ancora nella fase #pioggianontitemo

Amica e io, un binomio vincente
Prima tappa: stand Napoleone.
Avevo prenotato online Fanculo Favolandia (l'ultimo albo!) con lo sketch di Skottino e sono arrivata con quasi un'ora di anticipo. Il rischio di perderselo non c'era, ma meglio stare dalla parte dei bottoni. Io poi adoro quest'uomo, sempre sorridente, capace di partorire storie così terapeutiche. Odio Favolandia mi mancherà, Gertrude in questi due anni è stata una sana dose di benzodiazepine :D

Tratto da https://www.my-personaltrainer.it/farmaci-malattie/farmaci-ansia.html


Skottie Young  ♥


Dopo lo sketch della psicopatica, emh, Gertrude, ho gironzolato un po' per lo stand Bao e cosa hanno visto i miei bulbi oculari? Tosca dei Boschi di Radice - Turconi. :o
Mi ero ripromessa di non prenderlo. Anzi, di non sfogliarlo nemmeno, perché so benissimo il potere ipnotico dei disegni di Stefano, e invece l'ho fatto, e tutto per colpa della meravigliosa variant, con questa stupenda copertina che ricorda le miniature finemente confezionate dai frati medioevali. E niente, ci sono cascata.
Perché non avrei dovuto vi state chiedendo? Perché dopo Non Stancarti di Andare (qui la recensione) volevo andarci coi piedi di piombo, ma non è stato possibile. I ragazzi della Bao devono aver spruzzato degli oppiacei nel loro perimetro o non si spiega. Sì, perché io solitamente ho una volontà di ferro.
Dal loro stand me ne sono andata comunque felice. Evidentemente spruzzano roba buona.

sovracoperta e libro
Teresa Radice e Stefano Turconi
Ho poi incontrato Paola Barbato (selfie obbligatorio) e Rita Petruccioli che l'anno scorso mi ha fatto uno degli sketch più belli della vita (questo). Tra l'altro Rita, che quest'anno era allo stand Castoro per aver illustrato Appunti, cose private, storie vere e inventate di Matita HB, tornerà alla Bao con Gli Anni e non vedo l'ora. Rita, sarò il tuo incubo. Preparati *_*

 
Paola Barbato (foto a sx) - Rita Petruccioli (foto a dx)
Zerocalcare
Dopo essermi ingurgitata un paninazzo con verdure, prosciutto e mozzarella, sono volata allo stand Astorina dove la mattina avevo fatto rifornimento di gadget per mia mamma (calendario, calamite, sottobicchiere, spille, tutto di Diabolik ovviamente) e mi ero presa il numerino per lo sketch di Giuseppe di Bernardo. Che dire... Non dico niente, va'. Guardate la meraviglia!


Giuseppe di Bernardo al lavoro
Il diluvio tanto annunciato è poi giunto. Io ero preparata, avevo portato la mantellina per non bagnarmi, ma questa volta ho toppato. Ragazzi, sicuramente lo saprete già, ma le mantelline per la pioggia che vendono i cinesi non tengono la pioggia :|
Comunque no problem, io e Amica ci infiliamo a Palazzo Ducale dove tra le varie mostre c'era quella di Benjamin Lacombe che amo, amo, amo e ancora amo. A tal proposito la domanda sorge spontanea, perché lo amo e non ho nemmeno un suo libro? Rimedierò. E anche presto 8)

I capelli avevano già un naturale effetto alghe marine
La giornata come sempre è volata, dopo il caffettino di rito (rigorosamente al ginseng), siamo tornate al pullman e via in albergo. Ma Lucca non è Lucca senza le foto ai cosplay, purtroppo non erano tantissimi, ma il vincitore di quest'anno è senza dubbio lui: Sale YODAto.
P.S. Altre foto le trovate su Instagram: @silvia_inunclick


Ah, ho anche ricevuto un regalo. Il funko pop più bello del mondo, quello che adesso è a casa, sulla mensola, vicino a Norman Bates di Psycho. Non ho parole per descriverlo tanto è figo. Alfred, I ❤ You.


Vorrei dire che è tutto, ma no, non lo è, adesso scatta il momento polemica. Sarò breve comunque, perché odio le polemiche, ma non è che si può sempre vedere il mondo rosa.
Ho sempre trovato il Lucca Comics un evento ben gestito e altrettanto ben organizzato, per questo mi sono meravigliata del casino successo venerdì pomeriggio durante le ore di pioggia.
Code chilometriche e stand vuoti. Ripeto. Code chilometriche e stand vuoti. Gente inzuppata fino alle mutande e stand vuoti. Stand vuoti e code chilometriche. Non ripeto più che il messaggio mi sembra chiaro.
I ragazzi agli ingressi a dire: ci hanno ordinato di far entrare trenta persone ogni dieci minuti che poi sono diventati trenta. Ma di persone ne uscivano anche quaranta o cinquanta in quel lasso di tempo e il risultato era sempre lo stesso: stand vuoti, gente in fila.
Potrei dire che il problema non mi ha toccato, perché quello che dovevo fare l'avevo fatto, ma mi è dispiaciuto per chi invece in quegli stand doveva ancora entrare. Tra l'altro avevo commissionato un disegno a una ragazza della scuola del fumetto e non sono potuta andare a ritirarlo, nemmeno pregando in aramaico.
Poi, seconda nota dolente. il servizio navetta del ritorno. Pullman enormi per i parcheggi vuoti e micro (tipo bus per asili) per i parcheggi pieni (vedi Polo Fiera). E niente. Quaranta minuti sotto l'acqua ed ero la copia di Laura Palmer. La prossima volta parto da Bologna così che ho il cosplay pronto.


Lucca Comics resta comunque un posto bellissimo.

Vi lascio un po' di link a cose fighissime


6 novembre 2018

Libro VS Film - fida n°56, Le Terrificanti Avventure di Sabrina

A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò random) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.
FUMETTO VS SERIE TV
chi vincerà?

Oggi in sfida
Le Terrificanti Avventure di Sabrina

 
Vince il fumetto!
(e vince a mani basse)

Lettori, ma buongiorno! Ultimamente sono un po' latitante qui sul blog, ma in compenso sono decisamente attiva su instagram (@silvia_inunclick) dove vi rompo quotidianamente le scatole con le mie letture e le mie visioni e come alcuni già sapranno non appena Netflix ha caricato sulla sua piattaforma la prima stagione de Le Terrificanti Avventure di Sabrina mi ci sono buttata a pesce. Risultato? Una mezza delusione. Per non dire tutta intera...
La serie, mi preme sottolinearlo perché c'è un po' di confusione in merito, non è un reboot della nota sit-com degli anni 90, ma è l'adattamento del fumetto di Aguirre-Sacasa (qui la recensione) edito nel 2014. È roba nuova insomma, anche se la confezione ha un fantastico gusto retrò... un pelino tarocco a mio avviso, perché se nelle prime puntata vediamo i personaggi guidare vecchi catorci e comunicare attraverso i telefoni fissi, a un certo punto spuntano i cellulari. Il motivo? Boh. Probabilmente gli autori non volevano precludersi la possibilità di futuri cross-over con Riverdale e così ci hanno messo dentro un po' di passato e di presente. Magari prossimamente arriveranno gli ufo e saremo a posto 8)
Ma veniamo alla trama.
Sabrina Spellman è mezza strega e mezza mortale e alla soglia dei suoi sedici anni deve decidere quale strada intraprendere, abbracciare le tenebre o allontanarvisi per sempre?
La Chiesa della Notte impone rinunce non da poco, come dire addio al fidanzato Harvey e voltare le spalle anche alle sue migliori amiche, Sabrina è combattuta, ma si sa, capre e cavoli non si possono avere... o forse sì?


Inizia così il percorso di questa giovane donna che vuole cambiare le regole, ma ahimé, gli espedienti narrativi, necessari per produrre dieci episodi, si sono rivelati di una noia mortale.
Contrariamente al fumetto che segue una linea ben precisa offrendoci una chiara visione della trama, la serie tv divaga tantissimo, va da una parte all'altra, inserisce situazioni per nulla funzionali agli eventi principali attue solo ad allungare il brodo e inoltre, dettaglio non da poco, i personaggi hanno un approfondimento psicologico davvero misero.
Harvey da prestante giocatore di football si ritrova a vestire i panni del nerd sfigato che passa tutto il suo tempo con le amiche di Sabrina le quali, a loro volta, non sanno come affermare la loro identità, una a livello sessuale, l'altra razziale e si ritrovano spesso vittime di bullismo. Concetti non da poco insomma, al momento lasciati lì a macerare. Ma sono tanti i sassi lanciati, spero solo che non si vogliano nascondere troppe mani. Tra stregoneria e satanismo c'è un po' di confusione e le due pratiche sembrano quasi fondersi in alcuni frangenti (?!?!), tra le righe prende forma un chiaro messaggio femminista che vedremo dove vorrà andare a parare e anche la deliziosa Kiernan Shipka, tanto apprezzata in Flowers in the Attic (clicca qui per sapere di cosa parlo), non mi è sembrata al suo meglio, o forse è semplicemente questa "nuova" Sabrina che non è come la volevo io.
Chi non ha letto il fumetto mi ha detto di aver apprezzato la serie perché finalmente le streghe non sono brave, belle e buone, ma io ho avuto una sensazione diversa, come se si volesse tenere un piede in due scarpe. Sabrina a volte sembra compiere azioni riprovevoli per proteggere chi ama, ma c'è sempre il risvolto della medaglia, c'è sempre una motivazione che le fa onore, cosa che non accade nel fumetto.
Vi faccio uno spoiler. Evidenziate se siete curiosi come scimmie.
Nella serie tv muore il fratello di Harvey e Sabrina lo resuscita perché non sopporta di vedere il fidanzato soffrire. Tommy però è diventato una specie di zombie, qualcosa nell'incantesimo non ha funzionato e l'epilogo non sarà dei migliori.
Nel fumetto - udite udite - le cose vanno in modo leggermente diverso. Intanto Harvey non ha nessun fratello e a morire sarà proprio lui, divorato da una strega quando interromperà il battesimo di sangue di Sabrina. Lei, disperata, lo riporterà in vita e anche qui le conseguenze non saranno delle migliori.
Me l'aspettavo che la serie tv si sarebbe discostata da un evento simile (uccidere Harvey? rinunciando all'ennesimo triangolo amoroso? Ma quando mai?) e ci può stare, ma capite la differenza tra una cosa e l'altra? Capite che Sabrina avrebbe firmato se Harvey non avesse tentato di fermarla?

Resto comunque in attesa della seconda stagione sperando in qualche brivido in più, perché altra nota dolente, pur essendo un teen-drama siamo sempre di fronte a un prodotto di genere horror, ma non solo non ha saputo spaventare, ma non ha generato nemmeno un minimo di suspense.
Insomma, guardando Le Terrificanti Avventure di Sabrina ho sbadigliato davvero troppo e più che di paura sono morta di noia.


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