7 dicembre 2021

C'Era Due Volte di Franck Thilliez - Sezione Spoiler

 

Hai letto C'Era Due Volte di Franck THilliez
e vuoi discutere del finale?
Direi che sei nel posto giusto!


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Recensione, C'ERA DUE VOLTE di Franck Thilliez

Mamma mia, credo che i romanzi di Thilliez siano tra quelli che attendo maggiormente ogni anno; da questo autore non so mai cosa aspettarmi e la curiosità di scoprire cosa ha in serbo per noi lettori mi divora sempre, motivo per cui C'era Due Volte non l'ho lasciato sul comodino a prendere polvere, ma l'ho letto subito.
Bello. Bello, ma con delle riserve che potrebbero annullarsi in previsione di un terzo libro. In questo caso il voto potrebbe aumentare vertiginosamente, ma se Thilliez avesse deciso di fermarsi qui - ahi ahi - confermo le tre stelle e mezzo. Nel post vi dico perché...

C'era Due Volte di Franck Thilliez

| Fazi, 2021 - pag. 500 |
Nel 2008, in un piccolo paese di montagna, il tenente Gabriel Moscato è alla disperata ricerca della figlia, diciassettenne piena di vita scomparsa da un mese. Uniche tracce la sua bicicletta, i segni di una frenata e poi più nulla. Deciso a indagare sull’hotel due stelle dove la ragazza aveva lavorato l’estate precedente, Moscato si stabilisce nella stanza 29, al secondo piano, per esaminare il registro degli ospiti. Legge attentamente ogni pagina, prima di addormentarsi, esausto dopo settimane di ricerche infruttuose. All’improvviso, viene svegliato da alcuni suoni attutiti. Quando si avvicina alla finestra, si rende conto che piovono uccelli morti. E ora è nella stanza 7, al pianoterra dell’hotel. Si guarda allo specchio e non si riconosce; si reca alla reception, dove apprende che è il 2020 e che sono dodici anni che sua figlia è scomparsa: la memoria gli ha giocato uno scherzo crudele. Quello stesso giorno il corpo di una giovane donna viene trovato sulla riva del fiume Arve...
Voto:

Leggere un libro di Thilliez, pensare di essere arrivate alla fine con un paio di neuroni ancora integri, e poi scoprire, grazie alle magie dell'autore, che no... non è proprio così. E ormai è tardi, perché con due neuroni rimasti... che ci fai? Ovviamente niente 😐 

In breve. 
Lettura così 🤓😨😱 
Che finisce così 🤯🤯🤯 

C'Era Due Volte è l'ennesimo trucco di uno scrittore che ho sempre amato, ma che sotto sotto sto iniziando a odiare per l'altissimo livello di frustrazione che mi fa toccare. Per fortuna c'è stato il gruppo di lettura (leggasi supporto), un gruppo fatto di lettori più cervellotici, esauriti e visionari di lui 😂, ma almeno non mi sono sentita sola. 

Veniamo al libro.
Da una parte c'è la storia di un padre che cerca disperatamente la figlia scomparsa da anni. L'indagine sembra molto lineare sotto vari punti di vista, è fatta di indizi che portano ad altri indizi, ma è anche una vera e propria discesa verso gli inferi, un viaggio nel male il cui punto di arrivo credo sia impossibile anche solo immaginare. La cosa più sconvolgente è che Thilliez parla di cose reali, ed è quanto di più agghiacciante e meno etico mi sia mai capitato di leggere. Riassumo il tutto con "disturbante".

Dall'altra parte (😬 e qui arrivano i dolori, le emicranie, le visioni, gli scleri...) c'è il Thilliez mago. Colui che in extremis moltiplica i pezzi del puzzle e li incasina ancora di più. Ha lanciato sassi e nascosto mani. È stato la dea Kali degli inganni. Vi assicuro che leggere Il Manoscritto, a confronto, è stata una passeggiata di salute.
⚠️ Essendo i due libri in qualche modo collegati (potremmo parlare di un libro nel libro, di un effetto matrioska) consiglio non solo di aver letto il Manoscritto… ma anche di ricordarselo 😅 
Veniamo ai puntini sulle “i”. 
Nonostante la storia “principale” si segua benissimo ho trovato alcuni personaggi contestualizzati in modo un po' forzato e situazioni rimaste avvolte nel fumo, ma tutto potrebbe avere un senso, per questo esigo un terzo libro. E non voglio lo spiegone da Thilliez, sia chiaro, solo un filo che mi possa permettere di collegare il tutto senza farmi finire in un reparto di psichiatria.

Chiedo troppo 😅?


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Sezione SPOILER


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Recensione, LA MIA PREDILETTA di Romy Hausmann

| Giunti, 2020 - pag. 384 |
In una notte gelida, un'ambulanza porta in ospedale una donna investita da un'auto sul ciglio del bosco. È incosciente e senza documenti. Con lei c'è una bambina dalla pelle bianchissima e gli occhi di un azzurro glaciale. L'unica informazione che riesce a dare su sua madre è che si chiama Lena. A poco a poco, però, lo strano comportamento della piccola insospettisce i medici. Non conosce il suo cognome, né il nome di suo padre, né l'indirizzo di casa: vivono chiusi in una capanna perché «nessuno li deve trovare». E il terrore sale quando la bambina afferma innocentemente, come se fosse la cosa più normale del mondo, che sua madre «ha ucciso per sbaglio papà», ma non serve chiamare la polizia perché hanno lasciato il fratellino Jonathan a ripulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto... Appena viene avvisato, il commissario capo Gerd Brühling ha subito un'intuizione: quella donna non può essere che Lena Beck, la figlia del suo migliore amico, scomparsa 14 anni prima. Ma c'è qualcosa di vero in ciò che racconta quella strana bambina? Come ritrovare la capanna, il fratellino e il cadavere del rapitore, se davvero è stato ucciso? All'arrivo dei genitori di Lena in ospedale, una realtà ancora più sconcertante verrà alla luce. E sarà difficile districarsi in questa rete di verità, fantasie infantili, indizi contrastanti.
Voto:

Bomba 💣💥

La Mia Prediletta ha uno dei più grandi pregi che un lettore cerchi in un thriller: si divora!
Personalmente l'ho ingerito senza nemmeno masticarlo, me lo sono goduta, mi sono calata nelle atmosfere disturbate che Romy Hausmann ha portato in scena e nonostante tratti un tema decisamente abusato nel genere - quello dei rapimenti - è permeato da un tale senso di inquietudine che metterlo giù risulta impossibile.

Tutto ha inizio quando una donna e una bambina vengono portate in ospedale in seguito a un incidente e la piccola Hannah, incolume, spiega a un'infermiera che la mamma a volte non è brava, non rispetta le regole e finisce per fare cose strane... tipo cercare di uccidere papà...😐😐😐
Hannah ha dodici anni, ha vissuto l'orrore senza riconoscerlo, e la verità che ci restituisce è distorta, disarmante, terrificante eppure innocente: offrire al lettore il suo pov credo sia stato il vero colpo di genio dell'autrice 💡

Abbiamo però molto altro: un padre che non si arrende alla scomparsa della figlia, una donna che cerca di riaffacciarsi alla vita, e un passato fatto di porte chiuse a chiave e finestre sbarrate dove in pochi metri quadrati qualcuno ha cercato di far nascere un fiore e trasformarlo in un campo di girasoli.

La prima parte, estremamente nera, evocativa, claustrofobica e misteriosa, l'ho preferita alla seconda, ma è normale che con il diramare delle ombre adrenalina ed endorfine calino. La realtà spesso ha un volto fin troppo normale e quando le tessere del puzzle finiscono al loro posto la storia può avere il sapore del già visto. Ma il potere di un buon romanzo a mio avviso non risiede sempre nella trama quanto nel modo in cui questa ci viene svelata. E Romy Hausmann nel farlo è stata straordinaria 🖤

P.S. Super consigliato a chi amato Ellie All'Improvviso.




2 dicembre 2021

Recensione L'AMORE NON BASTA di Sophie Lambda

| Editori Laterza 05/2021 - pag. 300 |

Voto:

Che bello entrare in libreria e trovare quello che non si cercava 🤩

L'Amore Non Basta l'ho scovato su un ripiano dietro a pile di Ortolani e Zero Calcare, mi ha come chiamata e io - da personcina educata quale sono 😌 - ho risposto.

Trattasi di un diario a cuore aperto in cui l'autrice racconta la sua esperienza con un fidanzato narcisista manipolatore, ma è anche una guida alla sopravvivenza, un memoir che poco alla volta assume la forma di un saggio.

Sophie Lambda scava nelle pieghe di una relazione tossica sviscerandone i meccanismi, li testa uno a uno sulla sua pelle, stempera il dramma con l’ironia e affida la voce della sua coscienza a un peluche aspirante ubriacone, Chocolate.

Vero e spietato, illuminante e salvifico, L’Amore Non Basta è davvero tante cose.
Ti rende soprattutto consapevole delle conseguenze che possono avere comportamenti subdoli e sgradevoli in grado di alterare la percezione della realtà.
Il manipolatore infatti ha il grande potere di trasformarsi nella vittima della situazione e nel farti carico di tutti i suoi problemi. Sei tu la causa. Sei tu che lo rendi rabbioso, sei tu che rovini tutto, sei tu la paranoica, sei tu, sei tu, sei tu, sei sempre e solo tu.

Incontrarlo è come venire infettati da un virus. Sopravvivere a una relazione di questo tipo equivale a guarire dalla peste e l’unico vaccino sei tu.

Sophie Lambda ha fatto un grandissimo lavoro su se stessa e con questo fumetto ci consegna una testimonianza di cui far tesoro. Perché ricordiamocelo, ci sono ferite che non si vedono, ma non significa che non facciano male. Anzi ❤️‍🩹

Super consigliato.

⚠️ Attenzione. Chiunque può essere un manipolatore. Un marito, un amico, un collega di lavoro, un genitore. C’è un test per riconoscerlo, sei pronto a sottoporlo a tutti i tuoi conoscenti?! 😂






4 novembre 2021

Recensione L'UOMO CHE RIDE di David Hine e Mark Stafford

| Nicola Pesce Editore, 2021 | pag. 168 |
Tra luci e ombre di un'Inghilterra settecentesca, un orfano dall'animo nobile si guadagna da vivere portando in scena la propria sofferenza. Ha il volto sfigurato per una mutilazione subita nei primi anni di vita, che lo costringe a una maschera di eterno riso. Una bottiglia restituita dal mare farà luce sulle sue origini e sulle contraddizioni di una società corrotta. L'adattamento a fumetti del discusso romanzo "L'homme qui rit" di Victor Hugo, che ha ispirato la figura del Joker.
Voto:

Quando i romanzi non ci ispirano o - peggio ancora - ci spaventano (magari per la mole 😬), ecco che ci viene in aiuto la nona arte 🙌🏻
Devo dire che grazie ai fumetti ho scoperto storie a cui probabilmente non mi sarei mai avvicinata e una di queste è senza dubbio L'Uomo che Ride di Victor Hugo di cui avevo solo un vago ricordo grazie ai banchi di scuola.

Scritto durante l'esilio dalla Francia, Hugo sfoga tra le pagine di questo romanzo tutta la sua rabbia, scagliandosi contro la nobiltà, condannandone i privilegi e puntando il dito verso una politica palesemente corrotta.
Insomma non le manda a dire, se aveva qualche sassolino nella scarpa direi che se li è tolti tutti. 😅

Ma Hugo non è l'autore più easy del mondo e seicento pagine di romanzo con un sottotesto così ricco potrebbero essere difficili da digerire (leggasi 🌰🌰)


L'adattamento di David Hine alleggerisce tutta questa parte concentrandosi invece sulla storia del piccolo Gwynplaine, rapito, sfigurato e poi abbandonato…

Salvato dal vagabondo Ursus troverà la felicità in un mondo di reietti, emarginati, diseredati, saltimbanchi e scoprirà l'amore vicino a Dea, una fragile e sensibile ragazza cieca capace di vedere sotto la sua maschera di sfregi.


Per uno strano scherzo del destino però a Gwynplaine si apriranno le porte dell'aristocrazia e qui conoscerà l'amaro sapore della perdita, della sconfitta e del rimpianto.

Una storia fatta di contrasti fortissimi resi ancora più accesi dai vibranti ed efficaci disegni di Mark Stafford.

Come disse Pirandello "nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti" e questo romanzo riassume perfettamente una verità - ahimé - sempre attuale.


- Conrad Veidt -

🎥 Curiosità: Jerry Robinson, Brian Bolland e Bob Kane per il perenne ghigno sardonico del Joker si sono ispirati al Gwynplaine interpretato da Conrad Veidt nel film del 1928.





3 novembre 2021

Recensione, PINOCCHIO di Winshluss

Posso iniziare il post con compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo, compratelo... o non è carino?  

Allora ridimensiono il tutto con: leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo, leggetelo...😎

Pinocchio di Winshluss


Comicon Edizioni 2014 - pag 194
Una mattina Geppetto ha un'idea: perché non costruire un piccolo robottino indistruttibile da vendere come arma di distruzione di massa all'esercito? Il tutto mentre una dittatura autoritaria prende il potere nel Paese dei Balocchi e Jiminy lo Scarafaggio Parlante resta senza casa. Come dite? Non proprio il Pinocchio che vi ricordavate? È questo che accade quando l'italiano più famoso del mondo incontra il genio visionario di Winshluss alias Vincent Paronnaud, un autore dal percorso tanto atipico quanto prolifico, che divide il suo tempo tra il tavolo da disegno, la regia di film animazione, la scultura, la musica e le sue collezioni di giochi e giocattoli.
Voto:

Visto il titolo del fumetto questa storia dovrebbe iniziare con "c'era una volta", ma considerando il contenuto… direi che non è il caso 😅
Il #Pinocchio che troverete tra queste pagine infatti sembra un innocente robot domestico, ma in realtà è una pericolosa arma bellica che Geppetto vuole vendere all’esercito.
A scoprire per prima le doti nascoste di Pinocchio è Svetlana, l’annoiata moglie dell’avido inventore, che ha la bellissima idea di usare il naso del robottino come fosse un sexy toys, senza sapere che sta per trastullarsi su un lanciafiamme dall’innesco facile. È così che il matrimonio tra Geppetto e Svetlana va in fumo.
È così che inizia Pinocchio di #Winshluss.


Un unico consiglio: astenersi anime candide 🙅🏼‍♀️

Tutti gli altri corrano a leggerlo 💨

Vi aspetta una storia sporca, violenta, politicamente scorretta, dove il cinismo regna sovrano.
Nessuna bugia raccontata, solo tanta verità nel fotografare - in modo spietato - un mondo corrotto totalmente privo di etica. Ogni azione è mossa dall'avidità, dalla fame di potere, dallo spasmodico bisogno di arricchirsi. Non c'è pietà, non c'è giustizia, non c'è amore per il prossimo.

Lucifero ha un padre violento, Biancaneve vive con Sette Nani stupratori, il grillo parlante è un fastidioso scarafaggio che prende fissa dimora nella testa di Pinocchio mandando in tilt i suoi circuiti e trasformandolo in una mina vagante.
Tanti sono gli omaggi al mondo della letteratura, del cinema (quello a Superman è geniale), del fumetto undeground e pure della musica!

Nonostante sia in gran parte un Silent Book “Pinocchio” è un romanzo grafico dalla voce potentissima e non privo di morale: è meglio restare un burattino fatto di lamiere piuttosto che trasformarsi in un uomo dal cuore di ferro.

Riassumo il tutto con CAPOLAVORO 🤖

Nel 2009 Pinocchio ha vinto il "fauve d'or" al Festival d'Angoulême come miglior albo a fumetti uscito nel 2008.
Winshluss è lo pseudonimo di Vincent Parannaud, classe 1970, regista, fumettista e animatore franvese che ha collaborato con marjane Satrapi alla realizzazione del film Persepolis.



21 ottobre 2021

Recensione, Nelle Indie Perigliose

Di fumetti belli non posso non parlarvene e quindi eccomi qua.
Sarò breve, ma voi prendete carta e penna e segnatevi questo titolo. Ne varrà la pena 😎

Nelle Indie Perigliose di Ayroles - Guarnido

| Rizzoli Lizard, 2019 | 160 pag. | € 35,00 |

Mascalzone poco raccomandabile e narratore di irresistibile simpatia, don Pablos de Segovia ci offre il racconto delle sue picaresche avventure: dalla Spagna del Secolo d'oro a quell'America allora nota come "le Indie". La sua vita è un continuo rovesciamento di fronti e di fortune: miserabile e straricco, adorato e schernito, signore e servitore. Le sue tribolazioni lo condurranno dai bassifondi più meschini ai palazzi più sontuosi, dalle aspre vette delle Ande agli oscuri meandri del Rio delle Amazzoni, fino al luogo mitico su cui convergono i sogni e le brame di tutti gli esploratori del Nuovo Mondo: l'Eldorado. Una storia ideata da un maestro della scuola francese come Alain Ayroles e illustrata da Juanjo Guarnido.

Voto:

Francisco de Quevedo nel 1626 pubblica La vida del Buscón un romanzo picaresco che racconta la rocambolesca vita di Don Pablo di Segovia e i suoi tentativi (vani) di elevarsi nella scala sociale, prima attraverso gli studi e poi per mezzo di truffe e raggiri. Il libro finisce in un punto preciso. Nelle Indie Perigliose rirende da quel punto.
E così eccoci di nuovo alle prese con le peripezie di questo giovane che dalla vita vuole tanto senza però dare niente in cambio (il suo personalissimo codice d'onore gli vieta assolutamente di sporcarsi le mani con il lavoro!). Dalla Spagna si è spostato in America latina e il suo obiettivo sembra essere l'unico in grado di dargli la ricchezza: scoprire Eldorado!

Non aggiungo altro se non LEGGETELO.
Più nello specifico lo consiglio a quei lettori che:
- non hanno voglia di imbattersi in storielle leggere (qui c'è un mix di finzione e realtà - anche storica - incredibile)
- amano i classici del passato.
- si crogiolano nelle storie d'avventura.
- vogliono chiudere un libro a bocca aperta.
- non si accontentano di una bella storia, ma pretendono anche bei disegni (con Guarnido si va sul sicuro, potrebbe esserci la clausola "soddisfatti o rimborsati" che la Rizzoli Lizard non sborserebbe mai 1 cent.)
- "uffa ma i fumetti finiscono subito" (questo no, e quando l'avrete finito lo vorrete pure ricominciare!)


Nelle Indie Perigliose ha il respiro dei grandi classici del passato, la sceneggiatura di Ayroles riprende gli elementi tipici di Quevedo (la satira pungente, il linguaggio popolare, le metafore sulle differenze di classe), ma allo stesso tempo se ne distacca gradatamente, regalandoci una storia la cui verità ci verrà svelata solo alla fine. Un gioco di specchi. Un bluff forse. Di sicuro un gran divertimento.
Tra l'altro il fumetto, essendo ricco di flashback, ricostruisce la vita di Pablo alla perfezione, dall'infanzia all'età adulta, per cui non crucciatevi se non avete letto La vida del Buscón, non serve. Male che vada vi verrà voglia di recuperarlo a posteriori.

Un appunto sull'edizione bellissima inoltre non può mancare. Formato gigante, segnalibro di raso rosso, e i disegni di Guarnido in tutto il loro sconvolgente splendore. Gli echi delle collaborazioni con la Disney sono evidenti nel movimento, nelle espressioni, nell'uso del colore, ma è la sua arte a fare da padrona. Il mio cuore batte sempre per quel meraviglioso e tormentato gattone nero che è Blacksad, ma anche qui mi sono lustrata a dovere gli occhi. 
Davvero un gioiellino. Per gli amanti della nona arte e non.



13 ottobre 2021

Recensione, ETHEL FROST e il sussurro del bosco

| Rizzoli Lizard, 2021 | pag. 64 | € 20,00 |

Ho questo post pronto da un sacco di tempo, ma l'ho cambiato innumerevoli volte. Sapete quando rileggete quello che avete scritto e non vi convince? Quando sentite di non aver comunicato al meglio quello che volevate dire?

È che Ethel Frost e il Sussurro del Bosco non è un racconto facile.
Non ci si può limitare a dire bello o brutto. Mi è piaciuto molto/poco. Leggetelo assolutamente, ah no, non compratelo.

Intanto bisogna approcciarsi a questa lettura con una certa consapevolezza. Victoria Francés ci aveva abituati a trame gotiche con seducenti vampiri, ma questa è un'opera molto più matura e spirituale in cui le immagini - meravigliose - sono parte integrante della narrazione e vanno a completare quello che le parole non dicono.
È una storia molto intima che può travolgere il lettore così come sfiorarlo appena.

Si parla di redenzione e perdono, di stregoneria e superstizioni, e lo si fa attraverso un viaggio metafisico verso l’Aldilà in cui la natura ha un ruolo predominante.

Stilisticamente ricco e non sempre di immediata comprensione, il mio consiglio è di leggere Ethel Frost senza alcun tipo di aspettativa e vedere dove vi porta. Poi di rileggerlo, perché sono certa che nonostante il punto di arrivo sarà sempre lo stesso le strade che percorrerete per arrivarci saranno diverse.

Non riesco a incasellarlo in un genere ben preciso e non riesco a paragonarlo a nessun altro libro letto, gode di una sua unicità e forse è proprio questa la sua caratteristica principale.

A me è piaciuto molto, ma sono arrivata a sentirlo davvero “mio” dopo averlo sfogliato la terza volta. E non perché sia tonta (credo 🤔), ma proprio perché è una storia tanto breve quanto stratificata.

P.S. Male male che vada, nel caso non dovesse piacervi,
con le illustrazioni di Victoria Francés,
potete farci degli splendidi quadretti per tappezzare casa 😜

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