13 ottobre 2021

Recensione, ETHEL FROST e il sussurro del bosco

| Rizzoli Lizard, 2021 | pag. 64 | € 20,00 |

Ho questo post pronto da un sacco di tempo, ma l'ho cambiato innumerevoli volte. Sapete quando rileggete quello che avete scritto e non vi convince? Quando sentite di non aver comunicato al meglio quello che volevate dire?

È che Ethel Frost e il Sussurro del Bosco non è un racconto facile.
Non ci si può limitare a dire bello o brutto. Mi è piaciuto molto/poco. Leggetelo assolutamente, ah no, non compratelo.

Intanto bisogna approcciarsi a questa lettura con una certa consapevolezza. Victoria Francés ci aveva abituati a trame gotiche con seducenti vampiri, ma questa è un'opera molto più matura e spirituale in cui le immagini - meravigliose - sono parte integrante della narrazione e vanno a completare quello che le parole non dicono.
È una storia molto intima che può travolgere il lettore così come sfiorarlo appena.

Si parla di redenzione e perdono, di stregoneria e superstizioni, e lo si fa attraverso un viaggio metafisico verso l’Aldilà in cui la natura ha un ruolo predominante.

Stilisticamente ricco e non sempre di immediata comprensione, il mio consiglio è di leggere Ethel Frost senza alcun tipo di aspettativa e vedere dove vi porta. Poi di rileggerlo, perché sono certa che nonostante il punto di arrivo sarà sempre lo stesso le strade che percorrerete per arrivarci saranno diverse.

Non riesco a incasellarlo in un genere ben preciso e non riesco a paragonarlo a nessun altro libro letto, gode di una sua unicità e forse è proprio questa la sua caratteristica principale.

A me è piaciuto molto, ma sono arrivata a sentirlo davvero “mio” dopo averlo sfogliato la terza volta. E non perché sia tonta (credo 🤔), ma proprio perché è una storia tanto breve quanto stratificata.

P.S. Male male che vada, nel caso non dovesse piacervi,
con le illustrazioni di Victoria Francés,
potete farci degli splendidi quadretti per tappezzare casa 😜

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