21 gennaio 2016

Due chiacchiere con Claudio Chiaverotti

A cura di Gianfranco F.

Uno dei migliori regali di Natale (mi perdonino amici e parenti) è stato poter parlare con Claudio Chiaverotti al telefono. Avevo intuito - seguendolo da tempo - che è una persona decisamente disponibile e molto attenta alle opinioni dei suoi fan, ma mai mi sarei aspettato che alla mia richiesta (su facebook) di sottoporsi a una piccola intervista mi avrebbe risposto "certo! telefonami lunedì!"
Quello che segue è il frutto della nostra chiacchierata di un'ora e venti. Per fortuna ho potuto sedermi e mettere ordine a domande e risposte, perché ero davvero emozionatissimo e solo a posteriori mi sono reso conto che per un'intervista ufficiale (tipo davanti a una telecamera) devo ancora farmi le ossa. Intanto grazie infinite a Claudio che mi ha fatto rompere il ghiaccio.
Ovviamente l'idea dell'intervista è una conseguenza del successo di Morgan Lost, fumetto che mi ha colpito dal primo volume e che continua a far parlare e riflettere nonostante siamo solo alla quarta uscita. Spero vi piaccia, Claudio non poteva essere più esaustivo di così!


*dopo le presentazioni e bla bla bla*
Parto subito parlando del fenomeno Morgan Lost, un fumetto che ha riscosso un consenso praticamente immediato. Secondo te, qual è il suo segreto? Cos'ha colpito maggiormente i lettori?
Sinceramente non lo so, anche perché se ci fosse il "segreto del successo" ci andrebbero tutti dietro.
Al di là della campagna di lancio credo che Morgan sia un personaggio moderno, però guarda... voglio girarti la domanda, perché poi per me l'importante è sapere cosa ne pensano i lettori. Quindi dimmi... qual è il segreto di Morgan Lost secondo te?

Be' prima di tutto Morgan è un uomo normale che si racconta a persone normali, e poi credo che la tricromia, novità assoluta, sia stato un ulteriore incentivo ad acquistare il fumetto.
Quello che dici sull'impatto grafico è vero e aggiungerei che anche la grafica delle copertine non è passata sicuramente inosservata, e poi come dici tu Morgan è un uomo normale, anzi voglio definirlo con le parole che ho sentito da un lettore "è un personaggio raccontato attraverso le sue fragilità".
Morgan Lost è un action thriller, c'è del paranormale, ma alla fine, quella che ho voluto creare, è una serie sulla fragilità umana.

Parliamo della terza uscita, Mister Sandman, un titolo che si discosta parecchio dai primi due albi, la storia è molto onirica e alcuni lettori non si aspettavano un Morgan Lost così surreale. Tu cosa ne pensi?
Per alcuni lettori quella di Mister Sandman è stata una storia un po' arrovellata e forse la cosa più giusta me l'ha detta un'amica facendomi notare che avrei potuto pubblicarla più avanti.
Però a me piace spiazzare ed essere spiazzato. In generale guardo più film che serie tv proprio perché queste tendono a essere ripetitive, e io non voglio che un fumetto mensile cada in questo tranello. Con Mister Sandman volevo dire al lettore "non credere che in ogni albo ti beccherai sempre lo stesso schema narrativo!". A prescindere da tutto in Morgan Lost non propongo mai un'indagine classica, perché io per primo non saprei come svolgerla, non sono un CSI e nemmeno un RIS, e ci sono dei colleghi che lo fanno già egregiamente. Per me Morgan Lost è un viaggio nell'oscurità.
Una delle prime cose che mi avevano detto era "parlerai di serial killer, una cosa molto realistica"... emh, no! I veri serial killer sono terribilmente squallidi. Tu pensa a Pacciani... un essere orribile... come potrei parlare di uno così? A me piace l'idea che i cattivi di Morgan Lost siano un po' come quelli di Tarantino, ovvero due spanne sopra la realtà. Preferisco orientarmi sul Dottor Lecter tanto per fare un esempio, ecco lui è un personaggio figo, proprio perché non esiste e quindi puoi concederti il lusso di esserne affascinato, lo stesso vale per Freddy Kruger. Su questi personaggi inventati possiamo mettere follia e divertimento. Io ho creato Wallendream e mi sono potuto permettere di renderlo affascinante proprio perché non è reale.

da "Mister Sandman" #3
Sempre dopo aver letto Mister Sandman si è vociferato nel web che Morgan Lost rischia di diventare simile a Dylan Dog, secondo te è così?
No. Secondo me no.
Mister Sandman è apparentemente un vero e proprio delirio visionario, c'è sempre un serial killer, ma l'approccio, rispetto ad altri albi, è molto diverso.
C'è da dire che io racconto le cose che mi piacerebbe leggere, non vorrei mai trovare sempre lo stesso schema narrativo, altrimenti sai che noia terribile? O sei bravissimo come nei telefilm di Colombo nel trovare degli escamotage altrimenti è meglio cambiare strada.
Io penso a un giovane che mi legge... un giovane che si vede un tot di film e serie tv, insomma, se non mi invento qualcosa di davvero interessante, a pagina dieci sono già stato sgamato!
Per me un paragone con Dylan è un onore, però sono due personaggi diversi.
In molti hanno visto Mister Sandman come una storia paranormale che poteva richiamare il mondo di Dylan, ma per me è più semplicemente la storia di uno sguardo. E' come quando vai a scuola, incroci lo sguardo di una ragazza che ti piace un casino e ti fai un film. Una storia intera che nella realtà dura tre secondi... ecco, io ho dilatato quei tre secondi in 90 pagine. Mister Sandman è quello sguardo che ognuno di noi almeno una volta ha scambiato con qualcuno. E' la storia di un uomo e una donna che si incrociano; sono le passanti di De Andrè.
Certo, è una storia onirica perché in quel momento accade tutto, e sì, può anche ricordare Dylan Dog, ma quello dei primi cento albi, in cui anch'io ho scritto una quarantina di storie riprendendo il modo di raccontare di Sclavi, uno dei più grandi narratori del secolo.

Dylan è un personaggio con delle debolezze, Morgan invece è fatto di fragilità e contrasti.
Ha l'aspetto da duro, una maschera tatuata sugli occhi che potrebbe evocare uno Spirit moderno, ma quando è agitato balbetta, fa fatica a dormire, soffre di emicranie, non vede bene i colori... Dentro di lui c'è un po' di noi, e anche se è un cacciatore di serial killer non li combatte senza paura.
Morgan è un uomo e come tale può fallire. In questo è come Brendon, ed è giusto così, perché purtroppo la vita è fatta anche di sconfitte.

da "Non Lasciarmi" #2
La prima storia pubblicata - o film - è narrata in due albi, mentre le successive saranno autoconclusive, ma in futuro non sono previste altre interruzioni tra primo e secondo tempo?
Per ora no. Ho già scritto 25 storie e sono tutti albi autoconclusivi.
Il punto è che sono thriller e le interruzioni fanno perdere la tensione narrativa, non per niente molti lettori hanno iniziato Morgan Lost soltanto dopo la pubblicazione del secondo albo.
Per ora quindi no, poi non si sa.

Poco più di 90 pagine sono sufficienti per raccontare una storia, o ti vanno - come dire - un po' strette?
No, no, ormai sono abituato a stare in questo standard. Anzi, io sono uno abbastanza ossessionato dall'idea della velocità narrativa. Nelle mie storie ci sono un mucchio di cambi di scena, gli eventi si rincorrono in modo incalzante, quindi non ne vorrei più 94.
Ovviamente il primo numero è stato un'eccezione, in quel caso dovevo presentare il mondo di Morgan Lost e aprire uno scorcio sul suo passato, però solitamente le 94 pagine standard mi stanno bene.

Quanto è importante - sempre se lo è - che un personaggio somigli al suo creatore?
Fondamentale, almeno per me.
Prendi Brendon... lui ha la mia voglia di fuggire. Io amo molto i primi film di Salvatores soprattutto Marrakech Express, che esprime benissimo la voglia di staccare dalla quotidianità.
Morgan Lost invece è più metropolitano, io infatti vivo in una grande città come Torino...
Non potrei mai fare diversamente, devo mettere me stesso, soprattutto in un personaggio seriale che deve mantenere una grandissima coerenza per non risultare terribilmente finto.
Puoi ispirarti anche a una persona che conosci molto bene, ma alla fine chi conosci meglio di te stesso?
Anche navigando in rete, tra i blog di qualsiasi genere, trovo che i post più azzeccati siano proprio quelli in cui la gente racconta anche un po' di sé.
Con Morgan poi ho potuto esprimere la mia passione per il cinema (cosa impossibile con Brendon). Lui prima di diventare un cacciatore di serial killer aveva una piccola sala d'essai, cosa che avrei voluto anch'io e che non ho mai potuto fare, però ho trasferito la mia passione su di lui.
Quindi Morgan Lost non è solo me, ma è mille volte me.
Per creare un buon personaggio bisogna creare delle proiezioni di se stessi, rendendole ovviamente mille volte più interessanti, infatti in lui c'è anche tutta la mia follia.

Brendon
E analogie fisiche con Morgan?
Sì, ci sono anche delle analogie fisiche. E pensa che io non ci avevo nemmeno fatto caso e hanno dovuto farmelo notare.
Brendon ha le occhiaie come me e Morgan Lost la mascherina tatuata.
Gli occhiali scuri che non mi tolgo mai sono la mia mascherina, sono uno schermo verso la realtà.
Rappresentano una mia fragilità, perché anche se ormai mi sono sdoganato mi sono sempre vergognato a farmi fotografare, e mi fa piacere notare che senza rendermene conto sono stato sincero. Senza volerlo ho raccontato me stesso.
Sicuramente dietro a questo mio comportamento c'è una spiegazione, andrei psicanalizzato, ma un analista si suiciderebbe dopo poche sedute.
Probabilmente il bisogno di indossare sempre gli occhiali scuri è sinonimo della mia voglia di fuggire, grazie a loro posso rendermi in qualche modo un po' più invisibile.

da "L'Uomo dell'Ultima Notte " #1
Morgan Lost però non fugge, lui è uno che resta...
Sì, lui non è come Brendon, Morgan ha fatto una promessa e non intende infrangerla; è un uomo che non solo ha guardato nel baratro, ma ci è caduto dentro da cinque anni e adesso che è lì non intende scappare.
A me piacciono questi personaggi un po' alla Hitchcock, lui non metteva mai dei supereroi nei suoi film, ma puntava l'obiettivo su uno sfigato qualunque che improvvisamente finiva in un casino pazzesco. Pensa a Intrigo Internazionale o L'Uomo Che Sapeva Troppo...
In fondo Morgan gestiva un piccolo cinema, aveva una fidanzata, conduceva una vita normalissima. Non cambia in modo drastico, ma ci mette anni per diventare quello che è.
Poi nonostante abbia a che fare coi serial killer sa mantenere un certo sangue freddo nonostante le sue debolezze. Nella realtà non sarebbe possibile, prendi i veri profiler, loro hanno un rapporto regolare con terapeuti e analisti, basta leggere Red Dragon di Thomas Harris per capire che viaggiare nella mente di un serial killer può portarti alla follia, come succede a Will Graham, l'agente dell'FBI che aveva portato alla cattura di Hannibal Lecter.

Gli albi di Morgan Lost avranno in qualche modo una continuity?
Le storie sì, hanno una piccola continuity e lo capirete bene nell'albo numero 7.
In fondo quando si vive alla velocità della luce in una città - per quanto grande - è inevitabile scontrarsi e rincontrarsi, ed è quello che succederà.
Diciamo che Morgan si ricorda di tutto quello che gli è successo e lo stesso vale per i co-protagonisti, e anche se molti albi si potrebbero leggere in modo autonomo rispettare l'ordine cronologico sarebbe comunque meglio.

A tal proposito... Lisbeth tornerà?
No spoiler.

da "Mister Sandman" #3
Ultima domanda, questa volta personale.
Da bravo cinefilo, quali sono i tuoi tre film preferiti.
Posso citare quelli che mi hanno ispirato, infatti Morgan Lost nasce dall'incrocio de Il Silenzio degli innocenti con Blade Runner.
E poi vorrei inserire un film diverso, che non è un action thriller, guardo anche film molto intimisti, tipo Il Raggio Verde di Éric Rohmer che è la poetica del quotidiano.
Però, aspetta, facciamo quattro film, perché non posso non citare Kill Bill di Tarantino. E ci sarebbe anche Lynch... insomma parlare con me di cinema è un qualcosa di pericolosissimo, infatti aggiungo anche Strade Perdute.
E non posso escludere Carpenter, sarebbe un delitto mortale, lui quando ha pochi soldi fa dei capolavori del cinema, tipo Distretto 13, Fog, Fuga da New York. Sono film che non fanno paura, ma hanno una tensione pazzesca. Anche i suoi film meno riusciti come Fantasmi da Marte sono dei cult. Di suo potrei citare praticamente tutto, ma è meglio che mi fermi qui!

E i tuoi romanzi/fumetti preferiti (questa è davvero l'ultima, giuro!)
Difficile...
Tra i fumetti consiglio Garth Ennis, anche lui sopra le righe come Tarantino, un pazzo!
Come romanzi... mi viene in mente Jeffery Deaver, ma in realtà un autore che riesco a leggere con grande velocità è Thomas Harris. Poi c'è il King di Shining... ma in generale mi piacciono i libri non troppo lunghi, storie veloci che riesco a bruciare in poco tempo.

* * *

Ragazz* è tutto, nei saluti finali ci siamo scambiati altri consigli libreschi, io ovviamente ho fatto la mia solita propaganda a favore di Locke & Key e spero proprio di averlo incuriosito.
Ah, già che ci sono vi ricordo che a Luglio 2016 torna Brendon. Il primo figlio di Chiaverotti lo ritroveremo in edicola con una serie di speciali a colori. La cadenza non si sa ancora, ma molto dipenderà da noi, per cui mi raccomando, fate i bravi... ;)

Alla prossima 8)


Albi usciti

 

#1 L'Uomo dell'Ultima Notte >> recensione
#2 Non Lasciarmi >> recensione

 

#3 Mister Sandman >> recensione
#4 La Rosa Nera 

18 gennaio 2016

Le Migliori Letture Fumettose del 2015

E anche quest'anno è arrivato il momento di stilare la classifica delle migliori letture fumettose! Che siano serie infinite, o albi autoconclusivi non fa differenza, il top della nona arte è tutto qui sotto e come al solito passo la parola all'esperto ;)

* * * 

A cura di Gianfranco F.

Buon pomeriggio!
Piccola premessa, è stato un anno molto intenso di letture, ma poche mi hanno lasciato un segno indelebile, di conseguenza la top potrà sembrare "poco top" (soprattutto se paragonata a quella dell'anno scorso) ma tranquilli, quelli che andrò a elencare sono tutti ottimi fumetti. 
Non ho volutamente inserito tutte quelle serie che nel tempo hanno mantenuto il loro valore, come The walking dead (qui la recensione), The boys Saga (recensione #1 #2 #3). Si leggono stra-volentieri, ma non ci sono state svolte o novità particolari degne di nota.
Per i nerd puri (come il sottoscritto e ne vado fiero), fan di Star Wars e dell'ormai datata, ma sempre attuale Buffy l'ammazza vampiri, urgono due segnalazioni. Nel primo caso non perdetevi il mensile Star wars (titolo originalissimo!), dietro a questo fumetto c'è un team che è una bomba tra cui spiccano Jason Aaron e John Cassaday, gli addcited mi capiranno, gli altri spero che seguiranno il mio consiglio e si catapultino in edicola. Poi non perdetevi, Darth Vader anche questo (come il precedente) è una sorta di seguito del film Una Nuova Speranza, ma il punto d vista del signore oscuro ci regala qualcosa in più, qualcosa di decisamente originale e accattivante!

 

Torniamo invece a Buffy. Ricorderete che tutto è finito con la settima stagione televisiva, ma come è finito??? Insomma i fan non sono stati troppo soddisfatti di come sono andate le cose (dopo 29275 ore davanti alla tv il livello di frustrazione era un codice rosso!), così sceneggiatori e disegnatori si sono rimessi all'opera. Purtroppo il fumetto dell'ottava stagione è introvabile (unitevi con me in preghiera per una ristampa), ma anche se sono ripartito dalla nona è stato tutto comprensibilissimo e molto, molto godibile (bisogna però ammettere che le atmosfere tipiche della serie ne hanno un po' risentito). Quindi il fumetto di Buffy lo segnalo agli orfani della cacciatrice, di Spike & c., mentre se vi manca Angel, be', no problem, è uscito - ed è ancora in corso - Angel & Faith.

Spike, Buffy, Angel

E adesso partiamo con la classifica vera e propria :)

 [10]
DESCENDER
 
| Bao Publishing, serie in corso | volumi usciti: 1 |

Descender è stata una delle ultime graphic novel lette nel 2015 e ho tentennato fino all'ultimo non sapendo se inserirlo o meno in top ten. Poi il fanboy che è in me ha ceduto al fascino di Jeff Lemire, un autore che condiziona ogni mia scelta letteraria, perché se esce una sua opera tutto il resto passa in secondo piano.
Ci troviamo di fronte a una storia di fantascienza molto godibile, seppur poco di originale, e i riferimenti direi che sono chiari già dalla copertina del volume a cui ho volutamente affiancato la locandina del famosissimo film di Steven Spielberg - A.I. Artificial Intelligence - per rendere tutto palese a colpo d'occhio.
Avrete capito che il protagonista di Descender è un bambino-robot dal futuro ben poco roseo, ma se tutti lo vogliono eliminare perché lo credono un ostacolo alla pace, in molti vogliono mettere le mani sulle sue giovani lamiere che sembrano contenere la matrice dei Mietitori  (Lemire deve essere un fan di Mass Effect), la razza artificiale che in tempi passati aveva decimato la popolazione di interi paesi scatenando l'odio e il caos.
Questo primo albo (che conta 5 uscite americane) non ha stravolto la mia visione del panorama "fanta-fumettoso", ma Lemire non delude, quindi la serie potrebbe avere risvolti inaspettati, ma in caso contrario si confermerà una piacevolissima lettura.


[9]
Black Science
 
| Bao Publishing, serie in corso | volumi usciti: 2 |

Con Black Science, parliamo sempre di fantascienza, ma in termini molto diversi rispetto a Descender, in quanto ci addentriamo nel fascinoso e intricato mondo degli universi paralleli.
Tutto ha inizio quando Grant McKay riesce a costruire una macchina in grado di viaggiare in ogni singolo mondo parallelo, ma per colpa di un sabotaggio non riuscirà più a far ritorno nella sua dimensione con la squadra che lo seguiva in missione.
Per tornare a casa lo attendono insidie e pericoli a non finire e Rick Remender è stato abilissimo nell'ideare una trama che non da tregua, ricchissima di azione e piena di misteri, perché ogni singolo personaggio porta con sé un armadio pieno di scheletri.


[8]
the UNWRITTEN
| Planeta deAgostini, serie in corso | volumi usciti: 11 di 12 ]

Questa serie è divertentissima, piena zeppa di citazioni letterarie e strizza pure l'occhio a Harry Potter.
Spiegarvi di cosa parla e di come ne parla è complicatissimo. Unwritten è un misto tra un metaromanzo, un fantasy, un classico, un romanzo d'avventura, tra queste pagine troverete davvero di tutto e di più. Sappiate solo che c'è un autore che scrive dei libri che hanno per protagonista il giovane mago Tommy Taylor e che suo figlio (che guarda caso si chiama proprio Tom) si ritroverà, non si sa bene come, a vivere le stesse situazioni del suo fittizio alter ego, come se la finzione dei romanzi si incastrasse con la realtà.
Una storia intricata da raccontare, ma di impatto e molto coinvolgente da leggere.


[7]
Invincible

   
| Salda Press, serie in corso | volumi usciti 24 |

L'anno scorso avevo messo Invincible al decimo posto e mentre stilavo questo post per un attimo sono stato tentato di metterlo al primo. Di sicuro batte tutte le serie regolari che escono da anni, affossa addirittura il mondo Marvel e Dc, perché ragazzi miei, il genio qui è solo uno e si chiama Robert Kirkman. 
Invincible mi appassiona addirittura più di the Walking Dead, forse perché è una serie giovane e fresca che cavalca l'onda del filone "supereroi" senza cadere mai dalla cresta. 
Come dicevo a inizio post, non ho inserito in top ten quei titoli che nel tempo hanno mantenuto lo stesso livello di gradimento, ma qui c'è stata una vera e propria impennata. Se l'anno scorso lo ritenevo una lettura molto divertente e piacevole, adesso è l'uscita mensile che attendo di più.


[6]
XIII
 
| Mondadori Comics | volumi usciti 9 di 16 ]

Uscito a Maggio 2015 per la Mondadori Comics che finalmente ha deciso di ristampare questo fumetto franco belga praticamente introvabile, XIII è una spy story a tutti gli effetti. Come un'intricata scatola cinese nasconde un segreto dopo l'altro, non c'è mai un momento in cui possiamo dire per certo di trovarci di fronte alla verità, ed è questo il bello del capolavoro di Van Hamme. Dubitare sempre e comunque, e farlo attraverso un protagonista che non può darci nessuna certezza avendo perso la memoria ed essendo spesso una marionetta nelle mani di polizia, spie, criminali, organizzazioni segrete e chi più ne ha più ne metta.
L'opera si concluderà con il volume 16 a Luglio di quest'anno (per info clicca qui) e finalmente sapremo cosa significa quel XIII, il numero che il nostro uomo ha tatuato sulla clavicola...

[5]
OUTCAST
 
| Salda Press, serie in corso | volumi usciti: 1 di | edizione a colori |

Quando si ha a che fare con Kirkman non c'è trippa per gatti. Solo lui sa essere convincente già dal primo volume, solo lui ti fa provare il vero piacere di una sana lettura horror. In questo caso avremo a che fare con esorcismi, possessioni demoniache, riti satanici e sangue.
Di Outcast esiste anche la versione in b/n, ma il fumetto nasce a colori, quindi credo sia assurdo snaturarlo solo per venderlo a un prezzo ridotto. Idem il contrario, non amo le serie che nascono in bicromia e che vengono colorate successivamente per attirare nuovi lettori. Va be', ma questa è solo un'opinione personale, il valore di questa collana (che raccoglie vari albi) prescinde dalla parentesi appena fatta. Vi voglio solo ricordare che Kirkman non è solo the Walking Dead, ma è soprattutto altro.


Nota: E' slittata al 2016 la serie tv che sembrava potesse uscire entro il 2016.

[4]
Sweeth Tooth
  
| Rw Lion, serie completa | albi: 6 serie conclusa |

Ed ecco l'opera che mi ha fatto amare Jeff Lemire. Sweeth Tooth è orrore, sentimento, emarginazione, paura, nostalgia, distopia, speranza e amore. Sweeth Tooth è un'opera emozionante che ci mostra un futuro post apocalittico devastante. Un'epidemia virulenta come non se ne erano mai viste, ha sterminato intere popolazioni e da allora ha iniziato a prendere forma una razza ibrida, metà uomo, metà animale.
Il nostro protagonista, Gus, è un ragazzo cervo e quelli come lui, immuni al virus, sono delle perfette cavie da laboratorio. In un mondo in cui la gente sembra non avere più un cuore e sentimenti come la compassione e il rispetto sono un lontano ricordo, Lemire ci parla di emarginazione e riscatto come solo lui sa fare. Da leggere.


Daytripper

| Planeta deAgostini | volume unico |

Mia madre mi odierà, ma per me il terzo posto è la giusta collocazione per questa piccola perla che si merita il podio ma si deve accontentare della medaglia di bronzo. Oggettivamente ne riconosco il valore (immenso), Daytripper (qui la recensione) non è un semplice romanzo grafico, è molto di più, ma voglio dare la colpa ai miei 18 anni se a "prendermi" maggiormente sono state storie più dirette, costruite in modo più classico e senza alcun messaggio filosofico tra le righe.
In ogni caso è un libro che non si può non amare, definirlo romanzo è quasi riduttivo, forse è più semplicemente un manuale di vita da sfogliare e risfogliare...


Fables
  
| Rw Lion | serie conclusa in America | volumi usciti 22 |

Fables ha tutto il mio cuore. Dovrò fare un altarino per questa serie, perché recuperarla tutta è stato un vero e proprio tour de force dal momento che i primi volumi sono usciti per la Magic Press, poi i diritti sono passati alla Planeta deAgostini che a un certo punto ha passato il testimone alla RW Lion.
Un casino insomma, e non ne capisco il motivo, perché la serie di Willingham è stre-pi-to-sa!
Protagonisti indiscussi restano Biancaneve e Wolf (il Lupo Cattivo delle Favole), una coppia decisamente atipica, ma come saprete il mondo delle favole è stato completamente stravolto quindi preparatevi a tutto. In Fables (qui la review dei primi numeri) ci sono misteri, tradimenti, colpi di scena, omicidi, voltafaccia e quel pizzico d'amore che non può mancare in ogni fiaba che si rispetti.
Una serie che mi fa tornare bambino nonostante i connotati siano decisamente adulti e che si concluderà in Italia a Febbraio di quest'anno. Come sopravviverò dopo, è un mistero!

Nota: in edicola sta uscendo anche in un formato più piccolo e in bianco e nero. Il prezzo è decisamente abbordabile (€3,30), ma sinceramente questa edizione non la trovo eccezionale e a conti fatti non è nemmeno così conveniente. Un albo della serie Vertigo Hits (formato grande e a colori) ha un prezzo che oscilla intorno ai 15 euro e conta circa 9 storie, mentre un albo della nuova collana economica (vedi catalogo) ne ha solo 2 storie. No, direi che non è per niente conveniente...



Il Porto Proibito

| Bao Publishing, 2015 | volume unico |

Ed ecco la migliore lettura del 2015. Ho comprato Il Porto Proibito a scatola chiusa, cosa che faccio raramente ed è stata una vera botta di... emh, è stato un vero colpo di fortuna.
Questa storia si è rivelata un continuo colpo di scena, ma non è questo che me l'ha fatta amare, bensì la ricchezza dei particolari, la profondità della narrazione e il tratto grafico di Turconi che è pura arte.
Vi lascio il link alla recensione. Concordo su tutto tranne che sul voto (che madre tirchia!!!), per me si merita cinque brillantissime e luminosissime stelle!


Ho inserito storie di tutti i genere e per tutti i gusti,
quindi non avete davvero più scuse.
Chi non si è ancora convertito alla nona arte...
lo faccia subito!!!

13 gennaio 2016

Recensione, Rebel di Alwyn Hamilton

Buongiorno cari lettori, oggi parliamo di una delle mie prime letture dell'anno.
Rebel è il primo titolo di una serie ambientata in un deserto ostile ma pieno di fascino e vi dirò... avrebbe potuto piacermi parecchio, invece la componente fantasy mi ha destabilizzato e la mia curva di gradimento è crollata. De gustibus...

Rebel, il deserto in fiamme di Alwyn Hamilton

| Giunti, 10/2015 | pag. 272 | Rebel of the Sands #1 |
Leggi un estratto  -

Amani non ha mai avuto dubbi: è sempre stata sicura che prima o poi avrebbe trovato una via di fuga dal deserto spietato e selvaggio in cui è nata. Andarsene è sempre stato nei suoi piani. Quello che invece non si aspettava era di dover fuggire per salvarsi la vita, in compagnia di un ricercato per alto tradimento. Tiratrice infallibile, per guadagnare i soldi necessari a realizzare il suo sogno Amani partecipa infatti a una gara di tiro travestendosi da uomo. Tra gli avversari, il più temibile è Jin, uno straniero sfrontato, misterioso e affascinante. Troppo tardi Amani scoprirà che Jin è un personaggio chiave nella lotta senza quartiere tra il sultano di Miraji e il figlio in esilio, il principe Ribelle. Presto i due si troveranno a scappare attraverso un deserto durissimo e meraviglioso, popolato di personaggi e creature stupefacenti: come i bellissimi e pericolosi Buraqi, fatti di sabbia e vento ma destinati a trasformarsi in magnifci destrieri per chi abbia l'ardire di domarli; i giganteschi rapaci Roc; indomite donne guerriere dalla pelle color oro e sacerdoti capaci di leggere i ricordi altrui nell'acqua... Quando Amani e Jin si troveranno di fronte alle rovine di una città annientata da un fuoco di calore innaturale capiranno che la posta in gioco è più alta di quanto pensassero. Amani dovrà decidere se unirsi alla rivoluzione e capire se davvero quello che vuole è lasciarsi alle spalle il suo deserto.
Voto:
"Io non avevo scelto di restare. Avevo scelto di scappare o di morire provandoci.
E in quel momento avevo visto tutto con chiarezza. Me stessa, il mio obiettivo. Nient'altro contava.
Premetti il grilletto."
Un paio di giorni fa ho postato su Facebook la foto di Rebel, sbandierando ai quattro venti il mio entusiasmo, in primis perché con le letture di inizio anno sono sempre fortunata, in secundis (???) perché lo stile dell'autrice mi aveva fatto presa su cuore e pancia (lui sensibile, lei mai sazia).
Ultimamente però dovrei mordermi la lingua prima di aprire bocca.
Sicuramente Rebel si distingue da tanti young adult per la scrittura densa e corposa, a cui si aggiunge un'insolita ambientazione esotica fatta di sole e sabbia, ma... sì, c'è un "ma", l'avevate già capito, vero?.
Siamo nel deserto, in luoghi in cui la polvere ti oscura l'orizzonte e la gente sembra avere sempre un buon motivo per uccidere qualcuno.
In un paese asciutto e morto, in una delle tante case ammassate tra le dune, vive Amani, una ragazza fermamente decisa a scappare da un posto che non ha nulla da offrirle e da una società in cui la donna vale meno di un vaso di coccio.
Abile con la pistola, coraggiosa e determinata - perché la morte non è la peggiore delle cose che potrebbero capitarle - inizia un viaggio che dovrebbe essere una fuga, ma che la porterà alla scoperta delle proprie origini.
Nonostante il romanzo sia decisamente breve e le prime cento pagine promettano scintille, nella seconda metà io mi sono persa. E sappiatelo, devo ancora ritrovarmi.
Quello che per me doveva essere un romanzo d'avventura, pieno di valori e sentimenti, con guerre ancestrali e protagonisti pieni d'onore fino al midollo, improvvisamente si deteriora. Le antiche leggende arabe che spesso Amani racconta prendono vita in modo dirompente e il romanzo assume i connotati di un vero e proprio fantasy straripante di esseri che ti risucchiano l'anima, animali mutaforma (Harry Potter, dove sei?) fatti di sabbia e vento, creature dai magici poteri...
Per me la Hamilton non ha capito una cosa. Non c'era bisogno di ricorrere a tutto questo, perché la magia era nella sua penna. Invece a un certo punto il romanzo diventa addirittura confusionario, ci sono dei brevi salti temporali che danno la sensazione di un montaggio mal riuscito (al viaggio in carovana sono dedicate due pagine quando dura mesi) e anche Amani, un'eroina che poteva essere quasi perfetta, poco alla volta perde quella luce che tanto la faceva brillare nei primi capitoli.
Sicuramente chi ama il genere troverà pane per i suoi denti, e sicuramente per molti Amani brillerà moooolto di più nella parte conclusiva del libro piuttosto che all'inizio, ma non per me, infatti mi fermo qui.
Non importa se non saprò cosa succederà tra lei e Jin, un personaggio misterioso, ma dal grande potenziale. Non importa se non scoprirò dove la porterà il destino. Non importa se anche gli altri libri conteranno meno di trecento pagine e mi porterebbero via poche ore di lettura.
Tra le pagine di Rebel credevo di trovare il fascino dell'oriente e il funesto incanto de Le Mille e Una Notte, il tutto condito da guerre sanguinarie, Sultani avidi di potere e uno squarcio culturale e sociale sul mondo medio orientale, invece mi sono sbagliata... Oddio, non che tutto questo non ci sia, ma è l'elemento magico a fare da collante, e su di me ha avuto l'effetto di un potentissimo deterrente.
Tre stelline se le merita comunque, perché se una lettrice restia al genere come me è arrivata alla fine è quasi un miracolo, ma avrei preferito che l'autrice non si nutrisse di soli mostri e incantesimi.

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