21 gennaio 2016

Due chiacchiere con Claudio Chiaverotti

A cura di Gianfranco F.

Uno dei migliori regali di Natale (mi perdonino amici e parenti) è stato poter parlare con Claudio Chiaverotti al telefono. Avevo intuito - seguendolo da tempo - che è una persona decisamente disponibile e molto attenta alle opinioni dei suoi fan, ma mai mi sarei aspettato che alla mia richiesta (su facebook) di sottoporsi a una piccola intervista mi avrebbe risposto "certo! telefonami lunedì!"
Quello che segue è il frutto della nostra chiacchierata di un'ora e venti. Per fortuna ho potuto sedermi e mettere ordine a domande e risposte, perché ero davvero emozionatissimo e solo a posteriori mi sono reso conto che per un'intervista ufficiale (tipo davanti a una telecamera) devo ancora farmi le ossa. Intanto grazie infinite a Claudio che mi ha fatto rompere il ghiaccio.
Ovviamente l'idea dell'intervista è una conseguenza del successo di Morgan Lost, fumetto che mi ha colpito dal primo volume e che continua a far parlare e riflettere nonostante siamo solo alla quarta uscita. Spero vi piaccia, Claudio non poteva essere più esaustivo di così!


*dopo le presentazioni e bla bla bla*
Parto subito parlando del fenomeno Morgan Lost, un fumetto che ha riscosso un consenso praticamente immediato. Secondo te, qual è il suo segreto? Cos'ha colpito maggiormente i lettori?
Sinceramente non lo so, anche perché se ci fosse il "segreto del successo" ci andrebbero tutti dietro.
Al di là della campagna di lancio credo che Morgan sia un personaggio moderno, però guarda... voglio girarti la domanda, perché poi per me l'importante è sapere cosa ne pensano i lettori. Quindi dimmi... qual è il segreto di Morgan Lost secondo te?

Be' prima di tutto Morgan è un uomo normale che si racconta a persone normali, e poi credo che la tricromia, novità assoluta, sia stato un ulteriore incentivo ad acquistare il fumetto.
Quello che dici sull'impatto grafico è vero e aggiungerei che anche la grafica delle copertine non è passata sicuramente inosservata, e poi come dici tu Morgan è un uomo normale, anzi voglio definirlo con le parole che ho sentito da un lettore "è un personaggio raccontato attraverso le sue fragilità".
Morgan Lost è un action thriller, c'è del paranormale, ma alla fine, quella che ho voluto creare, è una serie sulla fragilità umana.

Parliamo della terza uscita, Mister Sandman, un titolo che si discosta parecchio dai primi due albi, la storia è molto onirica e alcuni lettori non si aspettavano un Morgan Lost così surreale. Tu cosa ne pensi?
Per alcuni lettori quella di Mister Sandman è stata una storia un po' arrovellata e forse la cosa più giusta me l'ha detta un'amica facendomi notare che avrei potuto pubblicarla più avanti.
Però a me piace spiazzare ed essere spiazzato. In generale guardo più film che serie tv proprio perché queste tendono a essere ripetitive, e io non voglio che un fumetto mensile cada in questo tranello. Con Mister Sandman volevo dire al lettore "non credere che in ogni albo ti beccherai sempre lo stesso schema narrativo!". A prescindere da tutto in Morgan Lost non propongo mai un'indagine classica, perché io per primo non saprei come svolgerla, non sono un CSI e nemmeno un RIS, e ci sono dei colleghi che lo fanno già egregiamente. Per me Morgan Lost è un viaggio nell'oscurità.
Una delle prime cose che mi avevano detto era "parlerai di serial killer, una cosa molto realistica"... emh, no! I veri serial killer sono terribilmente squallidi. Tu pensa a Pacciani... un essere orribile... come potrei parlare di uno così? A me piace l'idea che i cattivi di Morgan Lost siano un po' come quelli di Tarantino, ovvero due spanne sopra la realtà. Preferisco orientarmi sul Dottor Lecter tanto per fare un esempio, ecco lui è un personaggio figo, proprio perché non esiste e quindi puoi concederti il lusso di esserne affascinato, lo stesso vale per Freddy Kruger. Su questi personaggi inventati possiamo mettere follia e divertimento. Io ho creato Wallendream e mi sono potuto permettere di renderlo affascinante proprio perché non è reale.

da "Mister Sandman" #3
Sempre dopo aver letto Mister Sandman si è vociferato nel web che Morgan Lost rischia di diventare simile a Dylan Dog, secondo te è così?
No. Secondo me no.
Mister Sandman è apparentemente un vero e proprio delirio visionario, c'è sempre un serial killer, ma l'approccio, rispetto ad altri albi, è molto diverso.
C'è da dire che io racconto le cose che mi piacerebbe leggere, non vorrei mai trovare sempre lo stesso schema narrativo, altrimenti sai che noia terribile? O sei bravissimo come nei telefilm di Colombo nel trovare degli escamotage altrimenti è meglio cambiare strada.
Io penso a un giovane che mi legge... un giovane che si vede un tot di film e serie tv, insomma, se non mi invento qualcosa di davvero interessante, a pagina dieci sono già stato sgamato!
Per me un paragone con Dylan è un onore, però sono due personaggi diversi.
In molti hanno visto Mister Sandman come una storia paranormale che poteva richiamare il mondo di Dylan, ma per me è più semplicemente la storia di uno sguardo. E' come quando vai a scuola, incroci lo sguardo di una ragazza che ti piace un casino e ti fai un film. Una storia intera che nella realtà dura tre secondi... ecco, io ho dilatato quei tre secondi in 90 pagine. Mister Sandman è quello sguardo che ognuno di noi almeno una volta ha scambiato con qualcuno. E' la storia di un uomo e una donna che si incrociano; sono le passanti di De Andrè.
Certo, è una storia onirica perché in quel momento accade tutto, e sì, può anche ricordare Dylan Dog, ma quello dei primi cento albi, in cui anch'io ho scritto una quarantina di storie riprendendo il modo di raccontare di Sclavi, uno dei più grandi narratori del secolo.

Dylan è un personaggio con delle debolezze, Morgan invece è fatto di fragilità e contrasti.
Ha l'aspetto da duro, una maschera tatuata sugli occhi che potrebbe evocare uno Spirit moderno, ma quando è agitato balbetta, fa fatica a dormire, soffre di emicranie, non vede bene i colori... Dentro di lui c'è un po' di noi, e anche se è un cacciatore di serial killer non li combatte senza paura.
Morgan è un uomo e come tale può fallire. In questo è come Brendon, ed è giusto così, perché purtroppo la vita è fatta anche di sconfitte.

da "Non Lasciarmi" #2
La prima storia pubblicata - o film - è narrata in due albi, mentre le successive saranno autoconclusive, ma in futuro non sono previste altre interruzioni tra primo e secondo tempo?
Per ora no. Ho già scritto 25 storie e sono tutti albi autoconclusivi.
Il punto è che sono thriller e le interruzioni fanno perdere la tensione narrativa, non per niente molti lettori hanno iniziato Morgan Lost soltanto dopo la pubblicazione del secondo albo.
Per ora quindi no, poi non si sa.

Poco più di 90 pagine sono sufficienti per raccontare una storia, o ti vanno - come dire - un po' strette?
No, no, ormai sono abituato a stare in questo standard. Anzi, io sono uno abbastanza ossessionato dall'idea della velocità narrativa. Nelle mie storie ci sono un mucchio di cambi di scena, gli eventi si rincorrono in modo incalzante, quindi non ne vorrei più 94.
Ovviamente il primo numero è stato un'eccezione, in quel caso dovevo presentare il mondo di Morgan Lost e aprire uno scorcio sul suo passato, però solitamente le 94 pagine standard mi stanno bene.

Quanto è importante - sempre se lo è - che un personaggio somigli al suo creatore?
Fondamentale, almeno per me.
Prendi Brendon... lui ha la mia voglia di fuggire. Io amo molto i primi film di Salvatores soprattutto Marrakech Express, che esprime benissimo la voglia di staccare dalla quotidianità.
Morgan Lost invece è più metropolitano, io infatti vivo in una grande città come Torino...
Non potrei mai fare diversamente, devo mettere me stesso, soprattutto in un personaggio seriale che deve mantenere una grandissima coerenza per non risultare terribilmente finto.
Puoi ispirarti anche a una persona che conosci molto bene, ma alla fine chi conosci meglio di te stesso?
Anche navigando in rete, tra i blog di qualsiasi genere, trovo che i post più azzeccati siano proprio quelli in cui la gente racconta anche un po' di sé.
Con Morgan poi ho potuto esprimere la mia passione per il cinema (cosa impossibile con Brendon). Lui prima di diventare un cacciatore di serial killer aveva una piccola sala d'essai, cosa che avrei voluto anch'io e che non ho mai potuto fare, però ho trasferito la mia passione su di lui.
Quindi Morgan Lost non è solo me, ma è mille volte me.
Per creare un buon personaggio bisogna creare delle proiezioni di se stessi, rendendole ovviamente mille volte più interessanti, infatti in lui c'è anche tutta la mia follia.

Brendon
E analogie fisiche con Morgan?
Sì, ci sono anche delle analogie fisiche. E pensa che io non ci avevo nemmeno fatto caso e hanno dovuto farmelo notare.
Brendon ha le occhiaie come me e Morgan Lost la mascherina tatuata.
Gli occhiali scuri che non mi tolgo mai sono la mia mascherina, sono uno schermo verso la realtà.
Rappresentano una mia fragilità, perché anche se ormai mi sono sdoganato mi sono sempre vergognato a farmi fotografare, e mi fa piacere notare che senza rendermene conto sono stato sincero. Senza volerlo ho raccontato me stesso.
Sicuramente dietro a questo mio comportamento c'è una spiegazione, andrei psicanalizzato, ma un analista si suiciderebbe dopo poche sedute.
Probabilmente il bisogno di indossare sempre gli occhiali scuri è sinonimo della mia voglia di fuggire, grazie a loro posso rendermi in qualche modo un po' più invisibile.

da "L'Uomo dell'Ultima Notte " #1
Morgan Lost però non fugge, lui è uno che resta...
Sì, lui non è come Brendon, Morgan ha fatto una promessa e non intende infrangerla; è un uomo che non solo ha guardato nel baratro, ma ci è caduto dentro da cinque anni e adesso che è lì non intende scappare.
A me piacciono questi personaggi un po' alla Hitchcock, lui non metteva mai dei supereroi nei suoi film, ma puntava l'obiettivo su uno sfigato qualunque che improvvisamente finiva in un casino pazzesco. Pensa a Intrigo Internazionale o L'Uomo Che Sapeva Troppo...
In fondo Morgan gestiva un piccolo cinema, aveva una fidanzata, conduceva una vita normalissima. Non cambia in modo drastico, ma ci mette anni per diventare quello che è.
Poi nonostante abbia a che fare coi serial killer sa mantenere un certo sangue freddo nonostante le sue debolezze. Nella realtà non sarebbe possibile, prendi i veri profiler, loro hanno un rapporto regolare con terapeuti e analisti, basta leggere Red Dragon di Thomas Harris per capire che viaggiare nella mente di un serial killer può portarti alla follia, come succede a Will Graham, l'agente dell'FBI che aveva portato alla cattura di Hannibal Lecter.

Gli albi di Morgan Lost avranno in qualche modo una continuity?
Le storie sì, hanno una piccola continuity e lo capirete bene nell'albo numero 7.
In fondo quando si vive alla velocità della luce in una città - per quanto grande - è inevitabile scontrarsi e rincontrarsi, ed è quello che succederà.
Diciamo che Morgan si ricorda di tutto quello che gli è successo e lo stesso vale per i co-protagonisti, e anche se molti albi si potrebbero leggere in modo autonomo rispettare l'ordine cronologico sarebbe comunque meglio.

A tal proposito... Lisbeth tornerà?
No spoiler.

da "Mister Sandman" #3
Ultima domanda, questa volta personale.
Da bravo cinefilo, quali sono i tuoi tre film preferiti.
Posso citare quelli che mi hanno ispirato, infatti Morgan Lost nasce dall'incrocio de Il Silenzio degli innocenti con Blade Runner.
E poi vorrei inserire un film diverso, che non è un action thriller, guardo anche film molto intimisti, tipo Il Raggio Verde di Éric Rohmer che è la poetica del quotidiano.
Però, aspetta, facciamo quattro film, perché non posso non citare Kill Bill di Tarantino. E ci sarebbe anche Lynch... insomma parlare con me di cinema è un qualcosa di pericolosissimo, infatti aggiungo anche Strade Perdute.
E non posso escludere Carpenter, sarebbe un delitto mortale, lui quando ha pochi soldi fa dei capolavori del cinema, tipo Distretto 13, Fog, Fuga da New York. Sono film che non fanno paura, ma hanno una tensione pazzesca. Anche i suoi film meno riusciti come Fantasmi da Marte sono dei cult. Di suo potrei citare praticamente tutto, ma è meglio che mi fermi qui!

E i tuoi romanzi/fumetti preferiti (questa è davvero l'ultima, giuro!)
Difficile...
Tra i fumetti consiglio Garth Ennis, anche lui sopra le righe come Tarantino, un pazzo!
Come romanzi... mi viene in mente Jeffery Deaver, ma in realtà un autore che riesco a leggere con grande velocità è Thomas Harris. Poi c'è il King di Shining... ma in generale mi piacciono i libri non troppo lunghi, storie veloci che riesco a bruciare in poco tempo.

* * *

Ragazz* è tutto, nei saluti finali ci siamo scambiati altri consigli libreschi, io ovviamente ho fatto la mia solita propaganda a favore di Locke & Key e spero proprio di averlo incuriosito.
Ah, già che ci sono vi ricordo che a Luglio 2016 torna Brendon. Il primo figlio di Chiaverotti lo ritroveremo in edicola con una serie di speciali a colori. La cadenza non si sa ancora, ma molto dipenderà da noi, per cui mi raccomando, fate i bravi... ;)

Alla prossima 8)


Albi usciti

 

#1 L'Uomo dell'Ultima Notte >> recensione
#2 Non Lasciarmi >> recensione

 

#3 Mister Sandman >> recensione
#4 La Rosa Nera 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Figata!
Cioè fammi capire... hai fatto l'intervista al telefono? Cioè... troppo bello e che "coraggio" io entrerei nel pallone subito!
Comunque bellissime le risposte di Claudio, sembra proprio di sentirlo parlare!
Fabio

Mr Ink ha detto...

Concordo con Fabio.
La mia ignoranza in materia è sterminata, ma è impossibile non apprezzare lo spirito di iniziativa e la "faccia tosta" di Gianfranco. Silvia, quando mi chiama la tutor, che dici, la chiamata la trasferisco a lui?

Anonimo ha detto...

Grazie mille,
sto già pensando di ripetere l'esperienza, chissà se troverò qualcun altro disponibile come Claudio!
Gianfranco

Anonimo ha detto...

@Mr Ink
Visto che ami tanto il cinema con Chiaverotti ti passerebbe l'imbarazzo dopo tre secondi. E' un piacere ascoltarlo.
Gianfranco