4 novembre 2021

Recensione L'UOMO CHE RIDE di David Hine e Mark Stafford

| Nicola Pesce Editore, 2021 | pag. 168 |
Tra luci e ombre di un'Inghilterra settecentesca, un orfano dall'animo nobile si guadagna da vivere portando in scena la propria sofferenza. Ha il volto sfigurato per una mutilazione subita nei primi anni di vita, che lo costringe a una maschera di eterno riso. Una bottiglia restituita dal mare farà luce sulle sue origini e sulle contraddizioni di una società corrotta. L'adattamento a fumetti del discusso romanzo "L'homme qui rit" di Victor Hugo, che ha ispirato la figura del Joker.
Voto:

Quando i romanzi non ci ispirano o - peggio ancora - ci spaventano (magari per la mole 😬), ecco che ci viene in aiuto la nona arte 🙌🏻
Devo dire che grazie ai fumetti ho scoperto storie a cui probabilmente non mi sarei mai avvicinata e una di queste è senza dubbio L'Uomo che Ride di Victor Hugo di cui avevo solo un vago ricordo grazie ai banchi di scuola.

Scritto durante l'esilio dalla Francia, Hugo sfoga tra le pagine di questo romanzo tutta la sua rabbia, scagliandosi contro la nobiltà, condannandone i privilegi e puntando il dito verso una politica palesemente corrotta.
Insomma non le manda a dire, se aveva qualche sassolino nella scarpa direi che se li è tolti tutti. 😅

Ma Hugo non è l'autore più easy del mondo e seicento pagine di romanzo con un sottotesto così ricco potrebbero essere difficili da digerire (leggasi 🌰🌰)


L'adattamento di David Hine alleggerisce tutta questa parte concentrandosi invece sulla storia del piccolo Gwynplaine, rapito, sfigurato e poi abbandonato…

Salvato dal vagabondo Ursus troverà la felicità in un mondo di reietti, emarginati, diseredati, saltimbanchi e scoprirà l'amore vicino a Dea, una fragile e sensibile ragazza cieca capace di vedere sotto la sua maschera di sfregi.


Per uno strano scherzo del destino però a Gwynplaine si apriranno le porte dell'aristocrazia e qui conoscerà l'amaro sapore della perdita, della sconfitta e del rimpianto.

Una storia fatta di contrasti fortissimi resi ancora più accesi dai vibranti ed efficaci disegni di Mark Stafford.

Come disse Pirandello "nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti" e questo romanzo riassume perfettamente una verità - ahimé - sempre attuale.


- Conrad Veidt -

🎥 Curiosità: Jerry Robinson, Brian Bolland e Bob Kane per il perenne ghigno sardonico del Joker si sono ispirati al Gwynplaine interpretato da Conrad Veidt nel film del 1928.





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