La novella da cui è stato tratto il celebre film Hellraiser (1987) e che ha dato vita all'iconico personaggio di Pinhead. L'insaziabile appetito di Frank Cotton per i piaceri più estremi lo ha condotto a risolvere l'enigma della scatola di Lemarchand, un portale in grado di garantire l'accesso a un mondo extra-dimensionale abitato dai Cenobiti, membri di un ordine religioso dedicato a insondabili ed estremi piaceri carnali, che lo hanno imprigionato in uno stato di non-esistenza di eterna tortura e sofferenza. Ma la moglie di suo fratello, Julia, ha scoperto un modo per riportare in vita Frank e liberarlo dalla sua prigione di dolore, anche se il prezzo da pagare sarà terribile.
| Ed. Club, 1993 |
Voto:
Frank, uomo annoiato e dissoluto, è alla costante ricerca di esperienze prive di limiti morali 🔞 e quando entra in possesso del Cubo di Lemarchand pensa di aver sbloccato l’accesso a un mondo in cui poter sperimentare il piacere nella sua forma più estrema. Si aspetta “donne spalmate di unguenti; donne lavate nel latte; donne rasate e con muscoli adatti all’atto dell’amore: labbra profumate, cosce frementi di desiderio di spalancarsi [...] sospiri e corpi languidi; puttane vergini che a lui dedicassero ogni loro fessura […]”.
Invece stocaxxo 🖕🏻
Al suo cospetto si palesano i Suppliziati, esseri deformi, dalle carni marce e puzzolenti che trovano l’estasi suprema nel dolore più estremo (riferimenti al sadomaso? ovvio che sì) e Frank non farà in tempo a dire “emh, come se avessi accettato, ma proprio oggi ho un impegno” che si ritroverà prigioniero del peggiore dei suoi incubi.
Storia malata? 😏 Oh sì. Ma ancor più malata perché di storia d’amore si tratta.
Julia infatti, la cognata di Frank, farà di tutto per riportare l’amato (sì, 🤘🏻ha sposato il fratello sbagliato) nel suo mondo e quando dico tutto, intendo proprio tutto.
Nemmeno il loro primo incontro la getterà nello sconforto: “vide che era, o era stato, qualcosa di umano, ma il corpo era stato spolpato e poi ricucito alla bell’e meglio, per cui sullo scheletro, tra zone rimaste orbate, erano appesi pezzi sgranati e anneriti come fossero passati in una fornace. C’era un occhio che la fissava scintillante e c’era la scala di una spina dorsale con le vertebre ripulite dai muscoli; pochi irriconoscibili frammenti di anatomia. Niente di più. Che un essere del genere potesse vivere era una sfida alla ragione: quel po’ di carne che aveva addosso era irrimediabilmente marcita. Eppure viveva.”
Quindi, ricapitoliamo. Libro malato, malato, malato.
Con due protagonisti malati, malati, malati. E pure parecchio stronzi.
Mi è piaciuto? Ovvio che sì.
Perché - palese - pure io tanto bene di cervello non sto 🤪
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