The Mill on the Floss
| Mondadori, 1993 | pag. 638 | € 10,50 |
Cresciuti insieme e legati da un tenace affetto i due figli del mugnaio Tulliver vedono le loro strade dividersi drammaticamente quando l'impetuosa Maggie scopre che la società, e il suo stesso fratello, non le lasciano spazio per vivere e amare. Uno dei più vigorosi e sferzanti romanzi dell'epoca vittoriana, caratterizzato da una coraggiosa presa di posizione femminista di chiara matrice autobiografica.
Voto:
"Le donne
intelligenti sono come pecore dalla coda lunga: non vengono pagate ad
un prezzo maggiore per questo."
...Così la pensa il signor Tulliver, proprietario del mulino di Dorlcote, sulle rive del fiume Floss, a St. Ogg's, quando si tratta della figlioletta Maggie: una bambina di nove anni, vivace, intelligente e dotata di una sensibilità fuori dal comune; una bimba curiosa, che ama leggere, fantasticare, ed abbandonarsi alla più fervida immaginazione.
Maggie non è una bambina come le altre, e questo non solo per le sue particolari doti intellettuali e per il suo carattere impulsivo (che le procura non pochi guai!), ma anche perché, a differenza della cuginetta Lucy (emblema di perfezione vittoriana), ha la carnagione scura, grandi occhi nerissimi, ed una folta chioma corvina che rifiuta di arricciarsi... Una diversità che la madre, e le sdegnose sorelle di lei, non riescono proprio a perdonarle! A dispetto delle critiche, però, Maggie trova conforto nell'affettuosa protezione del padre (che malgrado le proprie considerazioni è sinceramente orgoglioso di lei) e, specialmente, nello sconfinato amore per Tom, il fratello maggiore: il suo idolo, l'eroe della sua vita e l'unico che, coi suoi rimproveri, riesca a ferirla profondamente. Tom vuole bene alla sorellina, ma ha un carattere duro, severo ed intransigente, e quando lei sbaglia, non si pone alcuno scrupolo nel punirla duramente. Sono questi i primi dolori di Maggie, le prime ferite ch'ella deve affrontare quando, ancora troppo piccola per razionalizzare la sofferenza, non trova altro modo di sfogarsi che chiudersi in soffitta e maltrattare una vecchia bambola di legno.
Le pene di Maggie, le sue inquietudini, la rabbia e i piccoli grandi drammi che caratterizzano buona parte della sua vita di bambina, sono raccontati dalla Eliot con una sensibilità ed una lucidità che fanno di lei, accanto a Charles Dickens, una degli autori che meglio hanno saputo descrivere e comprendere il mondo dell'infanzia, evitando stereotipi e banalità.
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...Così la pensa il signor Tulliver, proprietario del mulino di Dorlcote, sulle rive del fiume Floss, a St. Ogg's, quando si tratta della figlioletta Maggie: una bambina di nove anni, vivace, intelligente e dotata di una sensibilità fuori dal comune; una bimba curiosa, che ama leggere, fantasticare, ed abbandonarsi alla più fervida immaginazione.
Maggie non è una bambina come le altre, e questo non solo per le sue particolari doti intellettuali e per il suo carattere impulsivo (che le procura non pochi guai!), ma anche perché, a differenza della cuginetta Lucy (emblema di perfezione vittoriana), ha la carnagione scura, grandi occhi nerissimi, ed una folta chioma corvina che rifiuta di arricciarsi... Una diversità che la madre, e le sdegnose sorelle di lei, non riescono proprio a perdonarle! A dispetto delle critiche, però, Maggie trova conforto nell'affettuosa protezione del padre (che malgrado le proprie considerazioni è sinceramente orgoglioso di lei) e, specialmente, nello sconfinato amore per Tom, il fratello maggiore: il suo idolo, l'eroe della sua vita e l'unico che, coi suoi rimproveri, riesca a ferirla profondamente. Tom vuole bene alla sorellina, ma ha un carattere duro, severo ed intransigente, e quando lei sbaglia, non si pone alcuno scrupolo nel punirla duramente. Sono questi i primi dolori di Maggie, le prime ferite ch'ella deve affrontare quando, ancora troppo piccola per razionalizzare la sofferenza, non trova altro modo di sfogarsi che chiudersi in soffitta e maltrattare una vecchia bambola di legno.
Le pene di Maggie, le sue inquietudini, la rabbia e i piccoli grandi drammi che caratterizzano buona parte della sua vita di bambina, sono raccontati dalla Eliot con una sensibilità ed una lucidità che fanno di lei, accanto a Charles Dickens, una degli autori che meglio hanno saputo descrivere e comprendere il mondo dell'infanzia, evitando stereotipi e banalità.
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6 commenti:
è uno del classici che adoro, mi piace proprio il modo di scrivere dell'autrice, anche le descrizioni non mi son pesate (com'è di solito), i personaggi mi son rimasti nel cuore, maggie soprattutto!1 bello!!
Ce l'ho da leggere! Ne ho sempre sentito parlare molto bene ^_^
Non ho mai letto nulla di George Eliot e questa recensione mi hanno incuriosita.
Neanche io ho mai letto nulla di quest'autore,visto che il mio genere è differente, ma come al solito con le tue recensioni riesci sempre ad invogliarmi a leggerlo e credo che non mancherà molto a convincermi!
Complimenti!!!come sempre scrivi benissimo. Continua così...Alessandra.
Credo che nessuno romanzo di unno scrittore inglese mi abbia mai commosso come the mille on the flodd
Correggere gli errori miei involontari scusate
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