3 dicembre 2013

Recensione, THE RETURNED di Jason Mott

Buonasera cari lettori, finalmente pubblico la recensione di The Returned, un romanzo particolarissimo, ma che a mio avviso non sfrutta tutto il suo potenziale. E il problema forse è che di potenziale ne ha troppo...
Anche mettere il voto è stato complicatissimo. Tre stelle erano poche, tre e mezzo forse un pelo troppe, quindi come al solito se volete sapere cosa mi è piaciuto e cosa mi ha lasciato perplessa vi rimando alla recensione!

The Returned di Jason Mott

| Harlequin Mondadori, 2013 | pag. 331 | € 16,00 |

Per Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.
Voto:

Non che mi servisse un libro per capire che l'uomo è tendenzialmente stupido, ignorante ed egoista, ma con The Returned ho avuto modo di rielaborare questa riflessione e purtroppo la mia idea non è cambiata, anzi...
Lo spunto di questa personalissima considerazione nasce in seguito alla lettura del romanzo d'esordio di Jason Mott, un autore che ha dato vita a un plot originalissimo, a mio avviso uno dei più interessanti proposti in quest'annata di pubblicazioni qualitativamente altalenanti, tanto più che nel 2014 uscirà in America l'omonima serie TV.
Cosa succederebbe se i morti tornassero dall'Aldilà?
Credo che tutti, di primo acchito, direbbero che sarebbe meraviglioso poter riabbracciare una persona cara, ma basterà sfogliare poche pagine del libro per capire che le cose non sarebbero così semplici. Quando Lucille e Harold si vedono consegnare a casa il piccolo Jason, il bambino che avevano perso mezzo secolo prima quando in tragiche circostanze era annegato nel fiume a soli otto anni, le reazioni dei due coniugi sono completamente diverse. Per Lucille è una benedizione, un motivo infinito di gioia, un chiaro segno divino, mentre per Harold quel ragazzino non è più suo figlio, e nonostante provi conforto nella sua presenza non riesce ad accettare una situazione che di normale non ha nulla. Eppure quella che vivono Harold e Lucille ormai è da considerarsi la normalità assoluta, perché i morti stanno tornando e vogliono ricongiungersi alle persone amate...
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11 commenti:

Giada ha detto...

Bella recensione! Dici poco della trama, ma la tua analisi è precisa come sempre ♥. Inutile dire che ero curiosa di leggere il libro e ancora lo sono, però ammetto che sono un po' delusa al pensiero che non sfrutti tutto il suo potenziale. Perchè dalla trama prometteva di essere un libro emozionante e straziante, proprio come piace a me.

SilviaLeggiamo ha detto...

@Giada
Grazie ♥
Eh lo so, infatti mi è mancato lo strazio, quando leggo certi libri esigo lacrime e sofferenza. Devo soddisfare il mio lato masochista.

Anonimo ha detto...

Ahhh, ma allora qualche difettuccio ce l'ha questo libro!
Sono curiosa di leggerlo, ma immaginavo non fosse esente da difetti.
Bella recensione, ma ormai che te lo dico a fare?
Sarah

SilviaLeggiamo ha detto...

@Sarah
Come che me lo dici a fare? Dimmelo, dimmelo così mi ricarico in previsione dei momenti out (quale lettore non li ha?!) xD
Comunque sì, è un libro interessante, ma qualche difetto lo ha.

Anonimo ha detto...

La recensione è bella, ma se nella prima parte mi hai incuriosito, nella seconda mi è passata la voglia di leggere questo romanzo. Soprattutto perchè dici che sei rimasta tutta intera...
Altri punti a favore?

Marta

SilviaLeggiamo ha detto...

@Marta
Dipende dal proprio piatto della bilancia. Che la storia non mi abbia fatto piangere quando c'erano tutti i presupposti per farlo, sul mio piatto ha pesato tantissimo.
Oggettivamente è un romanzo scritto bene, in modo semplice, lineare, con qualche bella frase da segnarsi e da andare a rileggere. Ha un buon incipt e un buon finale. Ci sono tanti passaggi su cui riflettere ( e a me piace farlo). Però avrei voluto che quelle riflessioni fossero più esplicite, avrei voluto che l'autore ci mettesse del suo, non che lasciasse al lettore la libertà di interpretare le cose. A volte bisogna metterci anche la faccia oltre che la penna, no?

Emy ha detto...

Visto il tuo tiepido parere metterò il romanzo nella lista dei forse.
Che mi dici dei tre racconti prequel? Hai letto anche quelli? :)

SilviaLeggiamo ha detto...

Ciao Emy,
ho letto L'Inizio e lascia ben sperare, l'autore ha una scrittura sciolta e leggera quindi si legge bene, facilmente e volentieri, il problema, se così lo vogliamo chiamare, è quando si ha a che fare con un romanzo e si deve andare "oltre".
Però vedi, nonostante i difetti sono ancora qui che ci penso. E forse non ho capito niente di questo libro: l'autore l'ha scritto per superare il dolore per la morte della madre, io, considerando la storia che racconta, non ci vedo nessun "superamento". Al contrario ci vedo altro dolore...

SilviaLeggiamo ha detto...

Ah dimenticavo. Visto che odio dare i voti, ammetto che in questo caso i decimi mi sarebbero stati d'aiuto e il giudizio sarebbe stato di 6½

Emy ha detto...

Grazie per le precisazioni :)
Magari la serie TV donerà alla storia quel pathos che manca nel libro e la porterà "oltre" ^_^

SilviaLeggiamo ha detto...

Sì sono d'accordo. Secondo me la serie TV saprà regalare quel qualcosa che mi è mancato nel romanzo.