Approfitto però di pochi minuti di relax per pubblicare questa recensione che non poteva più aspettare e per augurare a tutti una felice Pasqua!
Oddio, forse il libro in questione non è proprio adatto all'occasione, ma il mio tempismo è proverbiale!
Stiamo per parlare di un romance erotico. Anzi di un romance BDSM per l'esattezza e se per caso state già pensando a 50 Sfumature di Grigio vi consiglio di togliervelo subito dalla testa.
Per farla breve...
- Se tutti gli altri libri di questo genere avrebbero fatto sbadigliare Tinto Brass questo lo farebbe arrossire.
- Se tutti gli altri libri di questo genere si potrebbero paragonare a una fiction con Garko e la Arcuri, questo meriterebbe un Donatello.
- Se tutti gli altri libri di questo genere mi sono sempre sembrati fasulli, questo è dannatamente credibile.
Sì, credibile. Per un semplice motivo. Il rapporto dominatore/sottomessa è una realtà complessa che non si può riassumere con un paio di manette di peluche rosa e per quanto non sia un'esperta del settore ho trovato tra queste pagine quello che finora nessuno aveva avuto il coraggio di raccontare. Una realtà sviscerata in ogni singola sfumatura, un amore malato, una storia capace di alternare soddisfazione e insoddisfazione, piacere e degrado e che diventa per i due protagonisti l'aria che respirano, l'acqua che li disseta, il cibo che li sfama. Tutto quello che apparentemente è condannabile per loro è giusto.
Tutto inizia per i motivi più sbagliati.
Guy Spencer, quarto conte di Ashbourne, è un uomo facile da odiare, e da quel gran bastardo che è, approfitta della caduta in miseria della sorellastra Jane per proporle un patto. Lui pagherà tutte le cambiali che pesano sulla sua famiglia, lei sarà la sua schiava per sei mesi.
Ma quello a cui sottopone Jane sarà in realtà un vero e proprio addestramento che prevede un solo fine: renderla totalmente dipendente da lui. Guy vuole svuotarla, privarla di ogni forma di dignità, e non importa quali mezzi dovrà usare, perché tanto la desidera quanto la odia.
E anche Jane lo odia. Odia tutto quelle che la costringe a fare, ma ama il ragazzo che conosceva e che sognava di sposare, quel ragazzo che la evitava in continuazione, ma che lei tormentava incessantemente. Poi tutto è cambiato. In un attimo. Jane non sa cosa spinga Guy a essere un insieme imprescindibile di crudeltà e dolcezza, ma poco alla volta si rende conto che la sua vicinanza e il gioco a cui sta prendendo parte è troppo pericoloso, la sta portando all'autodistruzione, perché per una sua parola gentile sarebbe disposta a tutto. Guy è il padrone della sua anima e a lei va bene così.
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Schiava Per Vendetta di Ann Owen
| auto pubblicato | pag. 463 | € 2,99 |
Londra, 1851. Guy Spencer, quarto conte di Ashbourne, odia profondamente Jane Hartwell, la ragazza con la quale ha condiviso l’infanzia. E quando i problemi economici della famiglia Hartwell spingono Jane a chiedere il suo aiuto, Guy le propone un patto ignobile: lui salverà suo padre dalla prigione, in cambio lei diventerà la sua schiava sessuale per sei mesi.Costretta a sottomettersi a ogni suo desiderio, in una sconvolgente alternanza di estasi e umiliazione, Jane si sente sempre più confusa.È proprio odio quello che prova per il suo crudele padrone?E Guy, perché si sta vendicando di lei? Cos’è accaduto tra loro anni prima, da spingerlo a cercare una tale scioccante rivalsa?
Voto:
Stiamo per parlare di un romance erotico. Anzi di un romance BDSM per l'esattezza e se per caso state già pensando a 50 Sfumature di Grigio vi consiglio di togliervelo subito dalla testa.
Per farla breve...
- Se tutti gli altri libri di questo genere avrebbero fatto sbadigliare Tinto Brass questo lo farebbe arrossire.
- Se tutti gli altri libri di questo genere si potrebbero paragonare a una fiction con Garko e la Arcuri, questo meriterebbe un Donatello.
- Se tutti gli altri libri di questo genere mi sono sempre sembrati fasulli, questo è dannatamente credibile.
Sì, credibile. Per un semplice motivo. Il rapporto dominatore/sottomessa è una realtà complessa che non si può riassumere con un paio di manette di peluche rosa e per quanto non sia un'esperta del settore ho trovato tra queste pagine quello che finora nessuno aveva avuto il coraggio di raccontare. Una realtà sviscerata in ogni singola sfumatura, un amore malato, una storia capace di alternare soddisfazione e insoddisfazione, piacere e degrado e che diventa per i due protagonisti l'aria che respirano, l'acqua che li disseta, il cibo che li sfama. Tutto quello che apparentemente è condannabile per loro è giusto.
Tutto inizia per i motivi più sbagliati.
Guy Spencer, quarto conte di Ashbourne, è un uomo facile da odiare, e da quel gran bastardo che è, approfitta della caduta in miseria della sorellastra Jane per proporle un patto. Lui pagherà tutte le cambiali che pesano sulla sua famiglia, lei sarà la sua schiava per sei mesi.
Ma quello a cui sottopone Jane sarà in realtà un vero e proprio addestramento che prevede un solo fine: renderla totalmente dipendente da lui. Guy vuole svuotarla, privarla di ogni forma di dignità, e non importa quali mezzi dovrà usare, perché tanto la desidera quanto la odia.
E anche Jane lo odia. Odia tutto quelle che la costringe a fare, ma ama il ragazzo che conosceva e che sognava di sposare, quel ragazzo che la evitava in continuazione, ma che lei tormentava incessantemente. Poi tutto è cambiato. In un attimo. Jane non sa cosa spinga Guy a essere un insieme imprescindibile di crudeltà e dolcezza, ma poco alla volta si rende conto che la sua vicinanza e il gioco a cui sta prendendo parte è troppo pericoloso, la sta portando all'autodistruzione, perché per una sua parola gentile sarebbe disposta a tutto. Guy è il padrone della sua anima e a lei va bene così.
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8 commenti:
La trama mi pare sempre la solita, ma mi fido del tuo parere. Se mai ce ne sarà occasione, ci faccio un pensiero :)
sì la trama non gli rende giustizia anche se in effetti... racconta quello che effettivamente succede, ma c'è molto altro.
Di solito in questi romanzi c'è solo erotismo circense, mentre a Owen tratteggia i suoi personaggi con grande dovizia di particolari.
Ammetto che l'erotico non è il mio genere preferito, ma per un'autrice di cui mi fido farò sempre un'eccezione!
Incredibile, hai promosso un erotico, si festeggia!!!
Sarah
Ciao Sarah, sì, assolutamente promosso, anche se non posso consigliarlo senza riserve: "anime candide astenetevi"!
E mai come questa volta mi è stato difficile incanalare la mia opinione in un voto.
Non dovrebbe essere un libro da "voto medio", osa troppo, lascia troppi segni, ferisce e graffia, però la soggettività e quella piccola parte di me che ancora è innocente (molto piccola ma c'è), mi hanno portato a conciliare oggettività e soggettività... e tant'è!
Credo cmq che in generale un libro come questo sia più propenso a spaccare in due i lettori. O lo odi o lo ami.
Ciao Silvia complimenti per la recensione.
L'ho letto e mi è piaciuto molto.Sicuramente non è un libro per tutti come hai detto tu,però è scritto davvero bene e solo per questo merita un ottimo voto.
Grazie Cristina
Ciao Cristina, ti ringrazio, e a proposito del voto... ma sai che una mia amica mi ha detto "da come l'hai recensito 4 stelle dovevi dargliele". Eh... forse, ma vi prego non fermatevi mai al voto, entro profondamente in crisi quando devo darli in quanto dovrebbero riassumere oggettività e soggettività. Solo che a volte una cosa schiaccia l'altra.
Mi è piaciuto, punto. E spero che tutte quelle lettrici che lo prenderanno in mano non si soffermino solo su "certe" scene. C'è molto altro.
Ciao Silvia. Hai descritto molto bene la storia e su molte cose concordo con te. Io lo sto leggendo adesso, anche se a tratti perché ho altre letture in corso, cmq il modo di raccontare dell'autrice mi piace ed è un continuo voler sapere cosa accadrà dopo. Però a livello psicologico questo libro ti annienta proprio ;)
CIao Violet, sì è vero, psicologicamente è un tantino devastante, ma io ero inciampata solo in erotici con zero psicologia, quindi ho apprezzato il percorso (malato xD) dei due protagonisti. E ti dirò... leggendolo tutto d'un fiato mi ero pure abituata ai loro eccessi, anche se non mangerò più torte alla panna per tutta la vita... ma mica è una cosa negativa :P
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