Un Buon Presagio di Gillian Flynn
| Rizzoli | pag. 80 | € 12,00 |
La incontriamo in un piovoso mattino d'aprile, nel bugigattolo dove legge l'aura a signore fragili di nervi, dispensando loro consigli e previsioni. Di lei non conosciamo il nome, sappiamo solo che è una giovane donna intraprendente, scaltra, cresciuta da una madre bizzarra e spesso assente, e che fin da bambina è stata abituata a vivere di espedienti, a escogitare ogni giorno un modo per tirare avanti. Quando nel piccolo locale entra Susan Burke, bionda, bella, occhi azzurri e ben vestita, da una analisi veloce la nostra "sensitiva" si convince che si tratta dell'ennesima signora benestante e infelice, in cerca di emozioni forti. In realtà Susan è lì per chiedere aiuto: nella vecchia casa dove vive con la famiglia si verificano fatti inquietanti. Fiutato l'affare, la truffatrice si propone per una "purificazione" dell'ambiente domestico a base di spargimenti di sale, erbe da bruciare e formule pseudomagiche. Nel varcare la soglia della sinistra casa vittoriana, però, si rende conto che qualcosa davvero non va, e l'incontro con il figliastro di Susan non fa che confermare le sue impressioni. Miles è un quindicenne indecifrabile, dal comportamento disturbato e violento, capace con le sue storie di creare nuove realtà. Ma sono davvero soltanto storie, le sue? In presenza di Miles nulla è come sembra, verità e invenzione si sovrappongono e si mescolano fino a confondersi.
Venduto come romanzo breve all'esorbitante cifra di 12 euro - un furto! - trattasi invece di un racconto forse più lungo della media, ma che vi porterà via non più di tre quarti d'ora. Facendo una rapida botta di conti, ogni pagina (ne ha in tutto un'ottantina) costa circa 15 centesimi.
Tralasciando l'ovvia riflessione che mi porterebbe a dire cose poche carine, posso affermare che la Flynn non è sempre un acquisto sicuro, ma quasi. Non mi aveva entusiasmato Sulla Pelle (qui la recensione) nonostante alcune trovate davvero geniali, invece mi sono divertita tantissimo con L'Amore Bugiardo (qui la recensione) un concentrato ineccepibile di follia e talento.
Che l'autrice sappia scrivere è quindi un dato di fatto, almeno per me, e le prime pagine di Un Buon Presagio me ne hanno dato ulteriore conferma grazie soprattutto a una protagonista fuori dagli schemi, astuta, ambiziosa e aspirante nerd. L'innominabile (perché un nome in effetti non ce l'ha) lavora come veggente presso Palmi Spirituali, ma se ufficialmente offre visioni future ai suoi clienti, ufficiosamente vende sesso soft sul retro del locale. Per capire quale delle due attività le frutti di più vi basti sapere che a trent'anni si ritrova con il polso di un'ottantenne...
Poi un giorno si trova al cospetto di una donna che ha bisogno di aiuto, perché a casa sua (una suggestiva dimora vittoriana) stanno succedendo cose molto, ma mooolto strane...
Una storia dalle tinte torbide e oscure, in cui sul finale si susseguono continui colpi di scena che ribaltano la prospettiva dell'intreccio dandoci continuamente nuove forme, ma se come esercizio di stile la Flynn si merita un 8, Un Buon Presagio come romanzo non ha molto senso di esistere. Potrebbe essere l'incipit di qualcosa di più corposo, in fondo finisce proprio sul più bello lasciando il lettore con un cruciale e sibillino quesito: e quindi?
* * *
1) Se volete ridere (le protagoniste dissacranti io le amo!), leggete le prime righe qui.2) In origine il racconto (perché non è un romanzo!!!) faceva parte dell'antologia Rogues curata da George R. R. Martin e Gardner Dozois. Tradurla tutta, no?
3) Leggetelo solo se amate le storie brevi e i finali aperti.
L'Amica Geniale di Elena Ferrante
| Edizioni E/O | tetralogia l'Amica Geniale #1 | pag. 400 | € 18,00 |
L’amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità.
L’autrice scava intanto nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati...
Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura.
Mi sono poi decisa a leggere Elena Ferrante e la sua Amica Geniale anche se, mi tocca ammetterlo, non so se è proprio il genere di libro che fa per me... L'ho trovato senza dubbio un testo scritto bene, ma speravo mi coinvolgesse maggiormente a livello emotivo. Cosa? Non capisco una mazza, sono una povera mentecatta, ho i gusti libreschi di un'analfabeta? Che vi devo dire... avete ragione. Come sempre quando leggo un romanzo amato dall'intero universo mi sento quasi in colpa per non aver saputo cogliere quello che milioni di lettrici hanno osannato su blog e social, tanto più che non ho particolari critiche da muovere, semplicemente non fremo dalla voglia di sapere come continuerà la storia. Anzi, bugia, se proprio devo dirla tutta vorrei passare direttamente all'ultimo titolo della quadrilogia e scoprire che fine ha fatto Lila. Il libro infatti si apre con la sua scomparsa e con Elena che, attraverso un viaggio a ritroso di quasi mezzo secolo, racconta la loro amicizia: speciale, unica, geniale.
La Ferrante scrive bene, la psicologia delle due protagoniste è ben delineata, e come se non bastasse ho sottolineato tantissimi passaggi. Eppure, per quanto il complicato mondo femminile di Lenù e Lila venga sviscerato a dovere e lo spaccato di una vecchia Napoli violenta e maschilista sia reso al meglio, non ho avuto nessun fremito. Niente pelle d'oca, niente battiti accelerati del cuore.
Il romanzo ha quasi il respiro di una fiction (non per niente ne verrà tratta una serie TV), tantissimi aneddoti sono ininfluenti al proseguo della trama eppure risultano ricchissimi di particolari, e una certa ridondanza ha impedito che consumassi le pagine con avidità, cedendo a qualche sbadiglio tra un passaggio e l'altro.
Insomma, considerando il passaparola che ne è stato fatto, visto il mistero (volutamente?) creato intorno allo pseudonimo dell'autrice e tenendo conto che i diritti sono stati venduti anche all'estero, devo ammetterlo, mi aspettavo di più.
Il Metodo 15/33 di Shannon Kirk
| Rizzoli, 2017 | pag. 280 | € 18,00 |
Ha sedici anni, è incinta e vulnerabile, ed è appena stata rapita, scaraventata sul pianale di un furgoncino lurido. Dovrebbe essere terrorizzata, dovrebbe supplicare di essere liberata, ma non lo fa. Dal primo istante del suo sequestro, con freddezza, ha iniziato a pianificare la fuga, pregustando la vendetta. È metodica, calcolatrice, analitica; tutto ciò che scorge intorno a lei diventa una risorsa utile per il suo fine. Senza lasciare nulla al caso, sicura dei suoi tempi e delle sue mosse, aspetta il momento per colpire, e i rapitori si muovono ignari di avere tra le mani una fredda sociopatica. Gli agenti dell’FBI Roger Liu e la sua compagna Lola devono fare in fretta, ma per salvare chi? La vittima o l’aggressore? La linea che li separa, infatti, si assottiglia sempre di più. Vincitore di diversi premi letterari – Gold Medal IBPA Benjamin Franklin; National Indie Excellence Award; School Library Journal Best Adult Books – il thriller d’esordio di Shannon Kirk ci fa sussultare, trasalire, trattenere il respiro. E incollati alla pagina, noi seguiamo le mosse di chi, da vittima, si trasforma in carnefice.
Il Metodo 15/33 di Shannon Kirk mi ha infastidito da subito. Dopo tre righe odiavo la protagonista, una povera sedicenne rapita da un pazzo che non mi ha mosso a compassione nemmeno per un secondo. Colpa dei suoi modi freddi e razionali e di come abbia fatto sembrare il sequestro di persona una mezza passeggiata. Basta avere sangue freddo, una mente allenata e un QI di tutto rispetto che - #sapevatelo - potrete farla franca... anzi a tremare sarà l'uomo nero che ha avuto la pessima idea di sottrarvi alla vostra vita tutta soli, cuori e amori...
Stavo per salvare le ultime settanta pagina, ma l'epilogo, nauseante e inutile, ha mandato all'aria tutto quello che di buono l'autrice aveva costruito. Ho apprezzato il ribaltamento dei ruoli, le vittime diventano carnefici e viceversa, ma purtroppo è tutto così poco credibile che la suspense risulta impalpabile. Gli escamotage narrativi poi sono di bassissimo livello: i protagonisti sono astuti e intelligenti, tutti gli altri rasentano la demenza, polizia compresa.
L'epilogo poi mi ha fatto tremare di paura. No, non è un buon segno. L'autrice rivela un particolare che ovviamente non vi svelo (ma sappiate che mi ha fatto cadere le braccia) e che potrebbe fare da apripista a una serie... no, vero???!? Ditemi che mi sbaglio. Please...
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5 commenti:
Nooo, il metodo 15/33 mi ispirava, ma tu l'hai ucciso!
Romina
Il metodo 15/33 ispirava anche me, infatti pensavo di cercarlo in biblioteca, ma a questo punto passo e dedico il mio tempo a letture più meritevoli.
@Romina
No, no, è lui che ha ucciso me xD
@Emy
Emh... non so, magari ti piace, ma io ho proprio percepito l'elemento fregatura, quindi passerei ad altro senza troppi rimpianti. Oppure leggi anche solo il primo capitolo... io l'ho odiato da subito, se capita anche a te direi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda ;)
Ok, testerò il primo capitolo e ti farò sapere :)
Ho letto solo Un buon presagio e la penso come te.
E quindi? Boh XD
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