A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò random) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.
LIBRO VS FILM
chi vincerà?
Oggi in sfida
Sette Minuti Dopo la Mezzanotte
Parità!
Il romanzo che Patrick Ness ha scritto sul soggetto di Siobhan Dowd, talentuosa autrice di romanzi per ragazzi prematuramente scomparsa, è delicato, struggente, sospeso tra realtà e fantasia per tutte le sue duecento bellissime pagine.
La storia credo che ormai la sappiate tutti. Colin, ogni sera, riceve una visita sette minuti dopo la mezzanotte, quella del grande tasso che veglia sulla collina che si sradica dal suolo e va alla sua finestra per raccontargli tre storie. Tre storie in cui la verità non è mai assoluta.
Colin ha solo tredici anni, ma non ha paura, sono altre le cose che lo spaventano veramente, come l'arrivo improvviso del padre e della nonna, le ore da passare a scuola quando dovrebbe fare le lavatrici e accudire la mamma malata.
Una storia amara e crudele permeata da un alone fantastico, un espediente narrativo già utilizzato al cinema in film come Un Ponte per Terabitha (tratto dall'omonimo romanzo di Katherine Paterson) o Il Labirinto del Fauno di Guillermo del Toro. Si fugge dalla realtà attraverso l'immaginazione. Ci si rifugia in un luogo dove il dolore sembra attutito.
Il film è una fedele e ben fatta trasposizione, ma sinceramente da Juan Antonio Bayona, dopo capolavori come The Orphanage e the Impossible, non mi aspettavo niente di meno. Sette Minuti Dopo la Mezzanotte chiude meravigliosamente una sorta di trilogia in cui il regista spagnolo ci parla - in modi sempre differenti - dell'incredibile rapporto madre/figlio.
Rispetto al romanzo solo le parti in cui il "mostro" racconta le tre storie non le ho trovate visivamente d'impatto. Abituata agli schizzi di Jim Key mi aspettavo qualcosa di più vibrante, di sagome in bianco e nero che prendevano vita sullo schermo, di macchie informi che si modellavano poco alla volta, invece le sequenze animate, anche se particolarissime, mi sono sembrate poco consone al contesto. Ma è davvero un dettaglio, un qualcosa a cui ci si abitua anche.
Rispetto al romanzo solo le parti in cui il "mostro" racconta le tre storie non le ho trovate visivamente d'impatto. Abituata agli schizzi di Jim Key mi aspettavo qualcosa di più vibrante, di sagome in bianco e nero che prendevano vita sullo schermo, di macchie informi che si modellavano poco alla volta, invece le sequenze animate, anche se particolarissime, mi sono sembrate poco consone al contesto. Ma è davvero un dettaglio, un qualcosa a cui ci si abitua anche.
il mostro di Jim Key |
il mostro del film doppiato da Liam Neeson |
Al contrario il grande albero - il mostro - è perfetto, e se devo dirla tutta ho guardato il film in inglese perché non potevo perdermi il doppiaggio di Liam Neeson. Voce roca, palpabile, suadente. Amo.
Sul resto del cast niente da dire, solo applausi. Sigourney Weaver regala sempre performance di alto livello, Felicity Jones è bellissima anche coi capelli rasati e 3 centimetri di occhiaie, ma la vera rivelazione è il piccolo Lewis MacDougall, un bambino nato per recitare e bucare lo schermo. Mi ha ricordato Barret Oliver, il piccolo Bastian de La Storia Infinita, ma sinceramente gli auguro una carriera più brillante e un parrucchiere con più gusto (capisci a me...).
Detto questo non posso far altro che consigliarvi il film, ma se non avete letto il libro non fate i furbi. Prima il romanzo (qui la recensione), poi, dopo, potrete andare al cinema.
Sul resto del cast niente da dire, solo applausi. Sigourney Weaver regala sempre performance di alto livello, Felicity Jones è bellissima anche coi capelli rasati e 3 centimetri di occhiaie, ma la vera rivelazione è il piccolo Lewis MacDougall, un bambino nato per recitare e bucare lo schermo. Mi ha ricordato Barret Oliver, il piccolo Bastian de La Storia Infinita, ma sinceramente gli auguro una carriera più brillante e un parrucchiere con più gusto (capisci a me...).
Detto questo non posso far altro che consigliarvi il film, ma se non avete letto il libro non fate i furbi. Prima il romanzo (qui la recensione), poi, dopo, potrete andare al cinema.
Trailer
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7 commenti:
Quanto ho pianto, detto inter nos.
Come sai, concordo.
Riuscitissimo, nonostante una CGI non sempre perfetta.
E della computer grafica ho letto meraviglie. Vabbe', de gustibus! Siamo noi quelli che non capiamo evidentemente xD
Lacrime a fiumi comunque.
Nel bel mezzo di una recensione serie mi metti la foto di Bastian oggi??? Che mito xD Ti adoro!!!
Bellissimo romanzo, il film devo vederlo ma lo farò presto.
Romina
Eh... ci sono cose che non puoi tralasciare Romina xD
Io ancora non ho letto il libro, ma prevedo di rimediare al più presto così poi posso vedere anche il film! ;)
Libro/capolavoro letto, quindi via libera per il film! ٩◔‿◔۶
@Alisya recuperalo è un gioiellino!
@Emy, sei promossa xD Poi mi dirai come l'hai trovato!
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