5 aprile 2018

Recensione, GLI ANNIENTATORI di Gianluca Morozzi

A volte dimentico di amare un autore e per fortuna c'è chi me lo ricorda. Grazie Michele.
Adesso, prima che la demenza senile torni a colpirmi, mi faccio un appunto grande come una casa: "recuperare TUTTI i libri di Morozzi" E aggiungerei anche "il più in fretta possibile".

Gli Annientatori di Gianluca Morozzi

| Edizioni Tea | pag. 196 | € 13,00 |
«Quand'è iniziato il percorso che mi ha portato a quest'inumana dannazione?» A chiederselo è Giulio Maspero, giovane autore bolognese con due radicatissime passioni: la scrittura e le ragazze. Due strade certe per la rovina. Infatti, tra qualche romanzo più o meno di successo e qualche flirt non proprio innocente, nel mezzo di una calda estate si ritrova senza fidanzata - soprattutto senza la sua casa in cui vivere comodamente - e privo della pace necessaria per completare il romanzo che possa liberarlo, una volta per tutte, dalle insidie di un conto pericolosamente in rosso. Ma poi, in una delle sue serate solitarie in giro per Bologna, si imbatte in un fumettista cialtrone e grottesco in partenza per l'Uruguay, che gli offre di trasferirsi a casa sua per prendersi cura delle piante durante la sua assenza. Una casa piccola, in periferia, senza l'aria condizionata e con vicini invadenti... ma pur sempre una casa gratis. Così Giulio, risollevato da quest'improvvisa fortuna, si trasferisce. Ma perché i vicini, tutti parenti tra loro, sono così gentili e accoglienti? E perché in quella mansarda non ci sono piante? Meglio non chiederselo, forse, visto quant'è affascinante e disinibita la nuova dirimpettaia... Sempre in equilibrio tra reale e surreale, con la consueta abilità Gianluca Morozzi accompagna i suoi lettori lungo una storia in cui, a poco a poco, dalle piccole crepe che si aprono in una situazione comune, filtra l'oscurità inquietante che si nasconde dietro la «normalità».
Voto:

Se non conosci Morozzi e per puro caso ti ritrovi tra le mani la sua ultima fatica, stai attento, perché potresti farti male. E molto anche. Ho letto commenti carichi di entusiasmo e altri del tipo "questa volta l'autore ha esagerato", ma io con sommo gaudio sto nella prima categoria. Morozzi diventa sempre più sadico e io sono sempre più felice.
Gli Annientatori non è un thriller, non è un horror, non è un noir, eppure è tutte e tre queste cose insieme: un gioiellino imbrattato di sangue capace di stravolgere e sconvolgere.
Quando lo inizi non sai bene dove possano portarti le strade deserte di una calda e afosa Bologna. La città si è svuotata, il Reno scorre stanco, e Giulio Maspero ha pochi ma chiari obiettivi: trovarsi una casa, visto che la fidanzata dopo l'ennesimo tradimento lo ha messo alla porta, e scrivere il libro che gli darà fama e gloria.
Per una fortuita coincidenza si ritrova ad abitare nella mansarda di un collega (un fumettista) che è partito per l'Uruguay, ma fin da subito quell'inaspettato colpo di fortuna mostra l'altro lato della medaglia. I vicini di casa, tutti imparentati tra loro, sono fin troppo disponibili, quasi invadenti; chi gli porta le lasagne, chi lo invita ai compleanni, chi gli fa troppi sorrisi quando lui vuole solo un po' di pace. Però tra tutti c'è Rachele Malavolta, la dirimpettaia, così bella e prorompente che sembra uscita da una pellicola degli anni Venti e Giulio resiste a tutto, tranne alle tentazioni e non è nemmeno colpa sua, ma di un vecchio patto stretto col demonio quando era ancora un ragazzino amorevolmente soprannominato Sacco di Merda.
Accantonate, in parte, le perplessità, Giulio scribacchia quello che riesce - quando ci riesce - passa le serate a comporre un misterioso puzzle, e intanto, a sua insaputa, un macabro disegno prende forma alle sue spalle. Un disegno assolutamente folle e crudele che affonda le radici in un terribile passato.
Preoccupati? Tranquilli, fino alle ultime pagine potrete respirare in modo regolare, nonostante il tarlo si sia già insinuato nelle vostre menti e la curiosità vi divori, Morozzi non ha fretta di annientarvi, lui è paziente, sa centellinare le informazioni, sa calcolare i tempi e sa quando infliggere il colpo fatale. Però preparatevi. Quello che temete arriverà. E già che ci siete elevate ogni vostra più nera aspettativa all'ennesima potenza, così, forse, il finale non vi toglierà il fiato. E dopo potrete tornare a respirare.
Io ve lo dico, Morozzi sa come solleticare il mio lato creepy, sa come alimentare i miei incubi, come tenermi sveglia la notte e io con lui mi diverto sempre un sacco. A volte esagera? No, cioè sì, ma se lui per primo non ha pietà per i suoi personaggi... perché dovrei averla io?

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4 commenti:

Mr Ink ha detto...

Quanto è figo, essì!

SilviaLeggiamo ha detto...

Dai, ci divertiamo poi con poco xD

Saya ha detto...

bene direi che mi devo appuntare anche io di recuperare subito i romanzi di questo autore! recensione molto stuzzicante Silvia! ;D

SilviaLeggiamo ha detto...

@Saya
Se hai un lato creepy, cinico e un po' malato, leggi Morozzi!