IL CACCIATORE DI AQUILONI
di Khaled Hosseini
Piemme, 2004
Pagine 394
Recensione
Trama: Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno, Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare a casa, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove le donne sono invisibili, la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.
2 commenti:
Sono d'accordo con te per la maggior parte della recensione. Mi piace soprattutto come hai descritto Amir, anche se definirlo anti-eroe è un po' eccessivo.
Un fatto mi convince poco del caso editoriale di questo libro: se non fosse così apertamente anti talebano e quindi pro America, avrebbe avuto lo stesso successo?
Se vuoi passare a lasciare un commento anche tu alla mia recensione: http://mebimeka.blogspot.it/2013/11/mebimeka02-il-cacciatore-di-aquiloni-di.html
Lo definisco un anti eroe solo per quanto riguarda la prima parte del libro, quella che precede la "famosa" telefonata, d'altronde non si comporta certo in modo onorevole.
Per quanto riguarda la domanda, sì, secondo me avrebbe avuto lo stesso successo, è comunque un romanzo politicamente corretto sotto ogni punto di vista, e poi come si fa a essere pro talebani?
Basta leggere E l'Eco Rispose per capire quando all'autore sia caro il suo paese, la sua cultura e la sua gente.
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