A volte vorrei parlare dei film che mi capita di vedere, ma poi penso che un blog di libri non sia il posto giusto. Allora penso di parlare dei film tratti dai libri, questa cosa avrebbe senso, no? Ma quello che ne viene fuori non è mai una recensione, ma continui paragoni tra due opere dalla struttura tanto diversa. E così nasce questa rubrica (che posterò di giovedì) in cui mi divertirò a mettere sul piatto della bilancia un'opera letteraria e una cinematografica e vedere da che parte penderà l'ago.
LIBRO VS FILM
chi vincerà?
Oggi in sfida
Il Grande Gatsby
Vince il film!
Oggi in sfida
Il Grande Gatsby
Sono una pazza ad asserire che il film di Baz Luhrmann è migliore dell'opera di Fitzgerarld, vero?
Faccio quindi una premessa. Lessi il Grande Gatsby molti anni fa, durante le superiori, in estate, e non nego che mi piacque. Ero in una fase in cui adoravo i classici, riuscivo a contestualizzarli benissimo, a calarmi in "quel" tempo e in "quel" luogo, ma nonostante il romanzo non sia lunghissimo feci un po' fatica ad appassionarmici. Rimasi comunque colpita dal messaggio malinconico dell'autore che aveva dato vita a un uomo ricco e solo, capace di costruire la propria esistenza sulla base dell'amore mai morto per Daisy, la ragazza che aveva dovuto lasciare prima di partire per la guerra. Daisy però più che una protagonista è un'antagonista, antagonista anche di se stessa alla fin fine. Butterà via l'amore dell'uomo che l'ama sopra ogni cosa per un posto di prestigio all'interno della società; poco male se il marito la tradisce, basta che non si sappia. Poco male se la figlia diventerà una ragazza sciocca e frivola, in fondo sarà solo la fotocopia della madre e sarà quello che la società richiede e accetta.
Solo Gatsby vuole riscattarsi, reinventarsi, vivere al massimo e amare come non mai. E non importa se per riuscirci dovrà usare mezzi illeciti, quello che conta non è come arrivare allo scopo, ma arrivarci e basta. E il suo scopo è riavere Daisy.
Il romanzo (sul sito la recensione), così come il film, è narrato dal punto di vista di Nick Carraway, vicino di casa di Gatsby e cugino di Daisy che cerca in qualche modo di riunire i due innamorati, senza sapere e immaginare cosa si celi in realtà dietro ai loro animi.
Cinica visione di una società superficiale, effimera, inappagata e perennemente scontenta, Fitzgerald dà il meglio di sè in un finale imprevedibile e angosciante che è la perfetta metafora del sogno americano ormai arrivato al capolinea. Erano gli anni '20, gli anni dei balli, delle feste, dell'opulenza e della prosperità, ma per l'autore erano gli anni della corruzione e del proibizionismo, oltre che dell'alienazione: non importava di quanta gente ti circondassi, potevi essere solo comunque.
Luhrmann rende al meglio tutti i messaggi dell'autore americano senza mai annoiare lo spettatore. Anche se all'inizio del film, come nel romanzo, non si capisce bene che sviluppo potrà prendere la storia (a meno che non la si conosca) il regista di Moulin Rouge incanta lo spettatore, lo rende schiavo delle immagini, dei suoni, della musica e dei colori. Il film è una vera gioia per gli occhi. E contrariamente al romanzo ti tiene in pugno per oltre due ore. Il suo lento intercedere non è tedioso, al contrario piace. Se nel romanzo non si vede l'ora di arrivare alla fine per scoprirne l'epilogo, nel film vorresti che quell'epilogo non arrivasse mai. Vorresti cambiare quel finale che hai già intuito, che condividi, ma che sotto sotto trovi ingiusto. Vorresti dare una seconda possibilità a Gatsby, ma soprattutto vorresti dare una coscienza a Daisy.
Credo che Luhrmann sia riuscito a vedere nell'opera di Fitzgerarld quello che lui non sempre attraverso le parole ha reso "visivo", e affidando a Leonardo di Caprio il ruolo di Gatsby ha reso questo personaggio malinconico, romantico, votato alla distruzione in nome del suo unico grande amore, assolutamente perfetto.
Forse chi ha amato il romanzo sarà rimasto deluso dal film, ma chi come me ha trovato il libro interessante, ma non stravolgente, si sarà fatto abbagliare dai mille scintilli di Luhrmann. Chissà, forse c'è un po' di Daisy in molti di noi, non è così, vecchi miei? ;)Solo Gatsby vuole riscattarsi, reinventarsi, vivere al massimo e amare come non mai. E non importa se per riuscirci dovrà usare mezzi illeciti, quello che conta non è come arrivare allo scopo, ma arrivarci e basta. E il suo scopo è riavere Daisy.
Il romanzo (sul sito la recensione), così come il film, è narrato dal punto di vista di Nick Carraway, vicino di casa di Gatsby e cugino di Daisy che cerca in qualche modo di riunire i due innamorati, senza sapere e immaginare cosa si celi in realtà dietro ai loro animi.
Cinica visione di una società superficiale, effimera, inappagata e perennemente scontenta, Fitzgerald dà il meglio di sè in un finale imprevedibile e angosciante che è la perfetta metafora del sogno americano ormai arrivato al capolinea. Erano gli anni '20, gli anni dei balli, delle feste, dell'opulenza e della prosperità, ma per l'autore erano gli anni della corruzione e del proibizionismo, oltre che dell'alienazione: non importava di quanta gente ti circondassi, potevi essere solo comunque.
Luhrmann rende al meglio tutti i messaggi dell'autore americano senza mai annoiare lo spettatore. Anche se all'inizio del film, come nel romanzo, non si capisce bene che sviluppo potrà prendere la storia (a meno che non la si conosca) il regista di Moulin Rouge incanta lo spettatore, lo rende schiavo delle immagini, dei suoni, della musica e dei colori. Il film è una vera gioia per gli occhi. E contrariamente al romanzo ti tiene in pugno per oltre due ore. Il suo lento intercedere non è tedioso, al contrario piace. Se nel romanzo non si vede l'ora di arrivare alla fine per scoprirne l'epilogo, nel film vorresti che quell'epilogo non arrivasse mai. Vorresti cambiare quel finale che hai già intuito, che condividi, ma che sotto sotto trovi ingiusto. Vorresti dare una seconda possibilità a Gatsby, ma soprattutto vorresti dare una coscienza a Daisy.
Credo che Luhrmann sia riuscito a vedere nell'opera di Fitzgerarld quello che lui non sempre attraverso le parole ha reso "visivo", e affidando a Leonardo di Caprio il ruolo di Gatsby ha reso questo personaggio malinconico, romantico, votato alla distruzione in nome del suo unico grande amore, assolutamente perfetto.
trailer
E secondo voi?
Libro o film?
10 commenti:
E siamo d'accordissimo! Il libro è un gran libro, per carità, ma è scritto in una maniera molto fredda e analitica che lo rende, all'apparenza, gelido. Lì per lì non mi è nemmeno piaciuto, ma col passare dei giorni l'ho capito meglio. Il film è una meraviglia. Luhrmann è una meraviglia.
Poi la Mullighan rende l'odiosa Daisy un tantino meno... odiosa :) Bravissimo Di Caprio, da Oscar la canzone "Young & Beautiful".
Ms che bella recensione *___*
Non vedo l'ora di vedere il film ♥
@Me Ink
E' quello, la storia mi è sempre piaciuta, ma ricordo una certa fatica nella lettura. La prima parte poi è lenta, nel film invece resti incantato dalla regia, dalla sceneggiatura, dai costumi, da tutto insomma.
Daisy è odiosa e anche se ogni tanto la Mulligham ha provato a sbattere una volta di troppo le ciglia con fare compassionevole... il suo resta un personaggio poco amabile.
@Giada
Grazie ♥
Il film devi assolutamente vederlo!
Leo, Leo, Leo! Cioè, film, film, film! No davvero, meglio il film! :))
Che belle parole Silvietta! Che dire? Io il libro non l'ho ancora letto, quindi non posso giudicare... ma in attesa del dvd (che sarà mio assolutamente u___u) ammetto che mi hai fatto venire voglia di leggerlo X°D ce l'ho lì sullo scaffale nella carinissima edizione Live ed è anche breve... quasi quasi v.v
Dopo aver lasciato il commento mi sono ritrovata a canticchiare Young & Beautiful °___° LOL
Ciao Deny, ma grazie ^^
Per me leggere un classico come Gatsby non potrà mai essere tempo perso, però è lento rispetto al film, e lo stile è un po' asettico.
P.S. Bellissima la colonna sonora del film!
Cara Silvia...assolutamente d'accordo con te...il film é pazzesco mentre il libro che ho trovato sicuramente interessante stenta a scorrere in molte parti! L'avevo letto anni fa e lo ripreso tra le mani di recente...stessa impressione.
@Lisa
Grazie Lisa, a volte a "criticare" un classico ci si sente quasi in colpa, ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare :P
Bellissima e verissima analisi, io almeno la condivido al 100%
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