Lettore avvisato mezzo salvato.
![]() |
| | La Bugia dell'Orchidea di Donato Carrisi | Longanesi, 11/2025 | |
Avevo molta paura di leggere l'ultima fatica di Carrisi, un po' per i vari commenti letti (in primis: "Manca il finale!"), un po' perché gli ultimi suoi titoli mi avevano un delusa. Stancata anche.
Devo però dire che stavolta in qualche modo sono uscita da questa lettura frustrata e soddisfatta al contempo. Carrisi compie sempre strani incantesimi su noi lettori e tutte le riflessioni che si è portata dietro questa lettura hanno sollecitato (in positivo) le mie sinapsi.
Ma cominciamo.
Basta togliere la sovraccoperta per capire che quello che abbiamo tra le mani non è un libro come tutti gli altri e che quello che andremo a leggere non è La Bugia dell'Orchidea di Donato Carrisi, ma Labia Sericea di Victoria Anthon.
Un meta romanzo. Sperimentale.
É il 2015 quando l'autrice, anche protagonista, racconta la sua personale indagine su un fatto di cronaca avvenuto nell'estate del 2005: Lorenzo C. Un giovane agricoltore - in preda a un raptus - ha sterminato tutta la sua famiglia.
La storia è abbastanza lineare, ci sono indizi e depistaggi, intuizioni anche affrettate, ambiguità, ma nonostante tutto poco alla volta una nuova verità prende forma. Anzi, una doppia verità, in bilico tra la logica e l'oltreumano.
Il romanzo termina con una frase di Alfredo, il giornalista amico di Victoria:
Gli scrittori colgono connessioni dove in apparenza non esistono legami. L'irrazionale non li spaventa, perché percepiscono la magia segreta delle cose. Non si rassegnano all'evidenza, perché per loro non è sufficiente. Gli scrittori vedono cose che gli altri non riescono a vedere.
E tu, lettore, cosa vedi?
Quelle che emerge sul fatto di cronaca è abbastanza chiaro.
Beatrice e Lorenzo si trasferiscono nel casale rosso con i loro due figli. Qui Beatrice resta incinta, non si fa mai visitare in casa e partorisce Caterina. In seguito si scopre che i bambini però erano due, uno nato morto e tenuto segreto, seppellito probabilmente in un campo lì vicino.
Beatrice inizia a soffrire di depressione post-partum e poco alla volta la follia si fa strada in lei (vedi le lettere che scrive al pupazzo della sua infanzia), finché non uccide i suoi tre bambini. Lorenzo a sua volta uccide la moglie e poi si consegna alla polizia perché la sua vita non ha più senso.
Tutto quello che di strano succede durante il romanzo, le allucinazioni, gli odori percepiti all'interno del casale possono essere:
1) frutto del paranormale (👻il bambino morto non se ne è mai andato)
2) le tragiche conseguenze del veleno che Beatrice aveva messo nell'acqua per rovinare il raccolto del marito e convincerlo ad abbandonare la campagna dove lei odiava vivere.
Fin qui tutto bene, anche tutto abbastanza lineare direi, perché Victoria prende letteralmente il lettore per mano e gli fa credere quello che vuole. In fondo è la degna "figlia" di Carrisi. Poi però il libro finisce con la nota dell'editore di "Labia Sericea" che smonta ogni possibile verità.
Scopriamo che:
- "Labia Sericea" di Victoria Anthon è pervenuto in CE il 7/06/2025.
- La strage della famiglia C. risale al lontano 1905 (non al 2005)
- Alfredo, il giornalista, e Greta, sua figlia, non hanno mai conosciuto Victoria.
- Il romanzo in cui Victoria racconta la sua relazione tossica con Nic in "Il Caso di Via Beyle" non esiste.
- Victoria è morta nell'agosto del 2015, brutalmente assassinata nel casale rosso della famiglia C.
Se la struttura a finali multipli in un thriller tende a smontare una verità per crearne un'altra, in questo caso succede l'esatto contrario, perché la nota dell'editore non spiega, ma annulla. E adesso tutto va riscritto.
Perché un finale simile?
Per far capire a un lettore quanto sia facile credere a una storia quando questa è ben raccontata. É un inganno. Come quello che compie la labia sericea, un'orchidea che nessuno ha mai visto, ma esiste semplicemente se ne parla.
In breve.
Storia della strage al casale ➝ finzione dichiarata (l'orchidea)
Voce narrante ➝ Victoria, POV inaffidabile
Editore ➝ POV affidabile (ci dice che Victoria ha mentito)
Lettore ➝ l'insetto
La "Labia Sericea" è solo una gigantesca bugia ben orchestrata, ma attenzione perché la verità, quella assoluta, esiste sempre, ma non è detto che ci venga svelata. Sta a noi capire quali indizi sono certi e quali manipolati. E la nostra conclusione potrebbe essere un'altra orchidea.
Tiriamo le somme.
Victoria Anthon crea un romanzo sulla strage al casale rosso. Il lettore legge questo romanzo e la nota dell'editore ci dice che la scrittrice ha mentito.
Perché? Perché lo scopo non era consegnarci una verità, ma nasconderne un'altra, mantenere un segreto. E se quel segreto non fosse di Victoria (in fondo lei è morta), ma di qualcun altro?
Quando Labia Sericea finisce Victoria e Alfredo sono soli all'interno del casale. Ed è il 2015. Forse una delle poche certezze è che Victoria sia stata uccisa proprio in quel momento.
Ma da chi?
Orchidea #1
Da Alfredo. Forse Alfredo F. ha ucciso Victoria, forse si è impossessato del suo manoscritto e forse l'ha spedito all'editore anni dopo la morte della donna.
Orchidea #2
Da Greta. Greta in fondo odiava Victoria e Alfredo, suo padre, l'ha dovuta coprire.
Orchidea #3
Da Nic. L'aveva già ridotta in fin di vita anni prima e ha voluto finire quello che aveva cominciato.
Quando Victoria si risveglia al casale (parte 12, cap. 5) e si trova davanti Alfredo per me è già morta. E tutti e tre i nomi sopra citati potrebbero essere i colpevoli. Le poche pagine che seguono sono state scritte da chi ha poi spedito il manoscritto in CE, infatti stonano completamente con tutto il resto della storia. Alfredo che bacia Victoria, Greta e Victoria che stringono un legame, la famiglia del mulino bianco che si trasferisce lontano da tutto e da tutti. Ci avete creduto? Io neanche per un secondo.
Inoltre c’è un dettaglio molto curioso che ho scoperto. Quando Victoria viene trovata in fin di vita dopo essere stata massacrata da Nic é il 7 giugno 2001 e il suo manoscritto è stato consegnato in CE il 7 giugno 2025. Coincidenze? Non credo 😎
Alla fine Labia Sericea ci fa riflettere su come ogni storia possa essere manipolata e raccontata in mille modi, ma la verità non è mai così semplice da trovare.
* * *
Veniamo al dunque, La Bugia dell'Orchidea mi è piaciuto?
Nonostante io non sia una fan dei finali aperti, sì, perché l'epilogo segna un nuovo inizio e gli indizi per riscriverlo (o riscriverli) ci sono tutti.
Quando in fase di promozione sentivo dire dall'autore "questo libro ha un segreto e alla fine l'avrai anche tu", oppure "non ho voluto scrivere una storia, ma raccontare un'emozione" lo ammetto, ho pensato "Se vabbe', chissà che fregatura che ci aspetta" e invece no, mi sono ritrovata in tutto quello che ha dichiarato.
Mi manca il "vecchio" Carrisi? Sì. Mi manca la ricca narrazione che caratterizzava i suoi primi romanzi, tipo Il Suggeritore. Oggi le sue storie sono anche troppo cinematografiche: ritmo serrato, capitoli brevi, inganni, distorsioni cognitive. La saga di Pietro Gerber era iniziata benissimo, ma ad un certo punto il "trucco" utilizzato per arrivare al colpo di scena era diventato quasi prevedibile. Personalmente, mi piacerebbe che smettesse di scrivere un libro all'anno e tornasse a dedicare più tempo a ciascun progetto. Vorrei meno trama, ma più introspezione psicologica, più attenzione ai personaggi. Perché io di Mila mi ricordo ancora, mentre di Victoria mi dimenticherò presto. Ma forse quel Carrisi non c'è più, forse nel tempo è cambiato e i libri che vuole scrivere oggi sono effettivamente quelli che ci ritroviamo in libreria. Io spero sia così. Pensare che abbia l'obbligo di un titolo all'anno sarebbe davvero triste.
ti è piaciuto il romanzo?



