15 novembre 2014

Recensione, UNRAVEL ME di Tahereh Mafi

Buonasera! Finalmente i punti sul pancino iniziano a tirare un po' meno e così posso stare seduta senza invocare Santo Oki e Beato Aulin.
Come vi avevo anticipato nel precedente post avevo in lettura Unravel Me e che dire... forse mi è piaciuto anche più di Schegge di Me e non vedo l'ora di leggere il capitolo finale!

Unravel Me di Tahereh Mafi

| HarperCollins 2013 | pag.495 | shatter me #2 |
disponibile la traduzione amatoriale su


Voto:

Avevo terminato Schegge di Me rivolgendomi all'autrice e pregandola di non far cadere Juliette, la protagonista, nel solito triangolo amoroso, ma a quanto pare non mi ha ascoltata e per questo affronto la pagherà cara, molto cara. Però devo ammetterlo... è stata brava. Brutalmente brava! Alla fine del primo libro della serie avevo gli occhi a cuoricino per Adam, mentre adesso sto in subbuglio ormonale per Warner. No dico, Warner. L'avete presente? Lui è un vero cattivo, un antagonista che dovresti sperare di vedere schiacciato, sterminato, sbriciolato, perché non conosce la pietà, perché è meschino e perché sì (l'ultimo motivo è il più valido di tutti!).
Adesso però mi rendo conto che l'autrice ha solo appagato il mio lato più oscuro, quello che si scioglie per personaggi mentalmente instabili e con qualche turba cerebrale, della serie "I ♥ psycho".
Ero davvero convinta che avrei sofferto nel vedere Adam - un protagonista buono, onesto e che ha sempre messo Juliette in cima alle sue priorità - doversela vedere con Mr Sociopatico, invece no. Non più di tanto. Forse Adam aveva già raccontato troppo di sé, mentre Warner era rimasto un libro chiuso da cento lucchetti di cui non si trovavano le chiavi. Juliette entra tra le sue pagine macchiate di sangue e dolore e ci fa scoprire un ragazzo che in parte è una menzogna. Warner è spietato, insensibile, indifferente e non potrebbe essere altro che così, perché suo padre, l'esercito e la guerra l'hanno reso incapace di provare compassione.
"La verità è un doloroso promemoria
del perché preferisco vivere tra le bugie"Warner
Juliette e Warner sono simili. Condividono un passato di solitudine, hanno conosciuto il disprezzo, gli abusi e i maltrattamenti, ma se lei tenta di cambiare, lui è ben conscio di non poterlo fare. Entrambi sono la conseguenza di quella stessa catastrofe che sta distruggendo non solo le persone, ma il mondo intero. Catastrofe di cui, secondo me, si sa ancora troppo poco. L'elemento distopico e l'azione spesso vengono assorbiti e messi in ombra da una componente romance dirompente e trascinante e con questo non voglio muovere una critica, ma esprimere quello che per me è proprio un dato di fatto. I romanzi sono sempre narrati dal punto di vista di Juliette, una ragazza che non sa come si sia arrivati a uno stato di tale rovina sulla Terra, ma lo stile - originale, visionario, claustrofobico - dell'autrice, è lo specchio perfetto di una protagonista alla costante ricerca di se stessa e costretta continuamente a fare i conti con il suo "io" più mutevole, insicuro e fragile.
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la serie

1. Shatter Me
Schegge di me (recensione)
2. Unravel Me
3. Ignite Me

le novelle


 1.5 Destroy Me
2.5 Fracture Me
Nota: I commenti rilasciati a questo post, saranno visibili anche nella pagina del sito dedicata alla recensione.

12 novembre 2014

Weekly Recap #114

Weekly Recap nasce dalla voglia di non parlare solo delle mie new entry libresche, ma anche di altre piccole curiosità settimanali. Libri che ho adocchiato, un estratto che mi ha particolarmente colpito, un film che ho visto, e così via. Un po' come fanno alcuni blog con la rubrica Clock Rewinders on a Book Binge [X - X]. Ma tutto senza regole. Un po' alla cavolo insomma. Sostituisce In My Mailbox.

Buongiorno lettori del web, finalmente torno on line e finalmente riprendo a scrivere sul blog! Mi è mancato tanto smanettare nel mio piccolo spazietto virtuale, ma cause di forza maggiore (un fantastico intervento chirurgico all in one) mi hanno tenuta lontana più del previsto. Adesso mi aspetta una bella (si spera) convalescenza all'insegna delle letture. Quindi insomma... ogni cosa ha poi il suo lato positivo!
In questa settimana purtroppo sono stata troppo in coma anche solo per sfogliare una pagina quindi le recensioni si faranno attendere, ma prima di entrare in ospedale mi ero data da fare come se non ci fosse un domani e ho recuperato un bel po' di romanzi che poco alla volta stanno arrivando.
Vediamo quali.


La maggior parte sono il frutto di scambi e per chi fosse interessato a questa attività abbastanza drogante (una volta che si inizia non riuscirete più a smettere) vi segnalo la pagina Facebook Scambio di Copie e il mio link a Bookmooch, sito che ho scoperto da poco e che non ho ancora inquadrato per bene. Ma ci lavorerò su.

  

La Casa di Vetro è un bel mattone e forse sarà anche un po' polpettone, ma non ho resistito al mix storico e sentimentale che Simon Mawer ha voluto tratteggiare ponendo come sfondo degli eventi la famosa casa di vetro e acciaio costruita alla fine degli Anni Venti in Cecoslovacchia. Spero che questo libro possa fondere il mio amore per l'arte e l'architettura con quello per i libri.
Zia Mame è il capolavoro indiscusso di Patrick Dennis e se in America ottenne un grandissimo successo quando uscì negli Anni Cinquanta in Italia non se lo fumò nessuno e chi ci provò ne restò pure deluso. Che ci faccio io con Zia Mame? Amo le cause perse che vi devo dire. Amo sbattere il naso tra le pagine di un libro, soprattutto se è un classico. Quindi Zia Mame...a  noi due!
Quando ho messo gli occhi sui romanzi di Winifred Wolfe (ci ho fatto pure un post) ho subito desiderato follemente di averne uno tra le mani, complici i film che ne hanno tratto: impazzisco per le commedie Anni Cinquanta!
Come sapete leggo un sacco di primi capitoli per farmi un'idea di cosa mi aspetta e questo non mi ha delusa affatto, anzi! E' fresco, giovane, moderno e spiritoso.

   

A volte sono proprio distratta. Diciamo pure scema. Ma l'avete letta la trama di Ho Lasciato Entrare la Tempesta? Io evidentemente non l'avevo fatto, non con attenzione almeno, o già dopo le prime due righe avrei dovuto desiderare questo libro con tutta la mia anima. Ma ho rimediato e il libro della Kent è già sul mio comodino.
L'Amante Inglese di Sissi lo volevo per un semplice motivo. Adoro la principessa austriaca. Sono cresciuta con un'idea sbagliata per colpa dei film che fanno sembrare la vita di questa donna una specie di favola, ma quando la verità mi ha schiaffeggiato e ridestata dal torpore dell'illusione mi sono interessata ancora di più alla storia di questa principessa triste.
Ultimo libro, Heike Riprende a Respirare di Helga Schneider. Era da un po' che mi ripromettevo di leggere qualcosa della Schneider, chi meglio di lei può raccontare l'Olocausto avendolo vissuto (era una guardiana delle SS nei campi di sterminio nazisti), ma facevo il "filo" a un altro suo titolo, Il Piccolo Adolf non aveva le Ciglia. Va be', partirò con questo, spero solo di non volermi fermare qui.

Cosa Sto Leggendo

  

Grazie al sito the books we want to read sto leggendo i seguiti di Schegge di Me: Destroy Me (racconto) Unravel Me e Fracture Me (racconto) di Tahereh Mafi. Devo dire che le ragazze hanno fatto davvero un ottimo lavoro con la traduzione pertanto, Case Editrici.. occhio eh?!
Comunque lo dico sempre e non mi stancherò di farlo. Perché abbiano bloccato questa serie non l'ho mica capito. Il libro aveva venduto e aveva trovato anche il consenso del pubblico... quindi cos'è successo? Insomma per una volta che abbiamo una serie particolare, originale e soprattutto scritta con personalità, la droppiamo? No eh...!!! Non si fa! Fortuna vuole che delle anime pie siano giunte in soccorso di quelle lettrici che hanno voglia zero di comprarsi i romanzi in inglese.
Dopo Unravel Me mi butterò su Ho Lasciato Entrare la Tempesta. Sento già profumo d'Islanda...

Per oggi mi fermo qui,
alla prossima!

3 novembre 2014

Recensione in Pillole #9

Buon pomeriggio miei cari lettori, visto che il blog andrà in stand by per qualche giorno mi sembrava doveroso parlare un po' di libri prima della mia assenza.
Pronti?

L'Assassino che Viaggiava nel Tempo di A. K. Benedict 

| Castelvecchi, 2013 | pag. 380 | € 19,50 |
Da quando è arrivato a Cambridge per insegnare metafisica al Sepulchre College, il giovane Stephen Killigan ha freddo. C'è qualcosa, in quelle pietre austere che hanno visto passare settecento anni di storia, che gli dà i brividi. E quando una sera scopre il cadavere di una reginetta di bellezza scomparsa un anno prima, con il volto coperto da una maschera di pietra, crede di aver compreso il motivo. Ma all'arrivo della polizia il corpo è scomparso senza lasciare traccia, e Killigan si ritrova di fronte a un mistero inquietante, e a un assassino che sembra agire secondo le leggi del paradosso. Con l'aiuto di un'affascinante archivista e di un'anziana e screditata professoressa di fisica, comincia a muoversi tra il presente e la Cambridge del Seicento, cercando di districare i fili aggrovigliati dello spazio-tempo e di capire se lui stesso sia sull'orlo della follia o di una scoperta straordinaria. Tra visite a cittadine costiere dal fascino
Voto:

Se la Casa Editrice avesse mantenuto il titolo originale, The Beauty of Murder, forse mi sarei posta più domande prima di buttarmi a pesce su questo libro e forse (con un po' di fortuna) non l'avrei letto. L'Assassino Che Viaggiava nel Tempo è, molto semplicemente, un trattato filosofico sull'estetica della morte. L'autore si gioca la carta del thriller per non so quale motivo, forse per risultarere più avvincente, o forse per accaparrarsi più lettori, ma se la trama fa pensare a qualcosa di adrenalinico e carico di tensione, la sostanza offre ben altro.
Bisogna approcciarsi a questa lettura sapendo cosa ci aspetta. Sapendo che le pagine richiederanno tutta la nostra attenzione. Sapendo che sarà facile perdere il filo e difficile ritrovarlo.
Il killer che uccide viaggiando nel tempo beffeggiandosi della polizia, e il professore che scopre come attraversare le varie epoche per dargli la caccia, sono i due elementi che fanno da pretesto per calpestare territori che avrei voluto lasciare inesplorati. Si toccano temi troppo filosofeggianti, ci si addentra anche nella metafisica, ma insomma, se siete dei comuni mortali come me, dotati di una media intelligenza e soliti a parlare come magnate... evitatelo. In caso contrario buttateci a pesce e buone elucubrazioni mentali a tutti!


Alter Ego di Susanne Winnacker

| DeAgostini, 2014 | pag.317 | € 14,90 |
Per entrare nell'Agenzia Forze Eccezionali dell'FBI e seguire l'addestramento per diventare una spia, è necessario possedere un unico requisito: essere un Mutante. Negli ultimi due anni Tessa ha vissuto nel quartier generale dell'AFE, imparando a controllare la sua straordinaria capacità, che le consente di assumere le sembianze di chiunque tocchi. Questo la rende il soggetto perfetto per un incarico molto pericoloso: prendere l'identità di Madison Chambers, l'ultima vittima di un serial killer, infiltrarsi nella sua vita e smascherare il suo assassino prima che possa colpire di nuovo. Tessa inizia così la sua prima missione alla ricerca della verità, affiancata da Alec, giovane Mutante con cui condivide un'infanzia dura, un'intensa amicizia e - forse - qualcosa di più...
Voto:

Questo romanzo meritava una recensione vera e propria, ma come si dice "passato il santo, passata la festa". Ho letto Alter Ego durante le vacanze estive e come lettura da ombrellone l'ho trovata, non dico perfetta, ma piacevole. Se avessi avuto il seguito a disposizione probabilmente l'avrei iniziato immediatamente, ma adesso, a distanza di pochi mesi, so già che la serie della Winnacker sarà una delle tante che non continuerò.
E approfitto del momento per appellarmi come al solito al buon senso delle Case Editrici. Non iniziate serie per pubblicarle a intervalli di mesi e mesi, se non anni. Non fatelo. La maggior parte delle volte queste uscite sono degli esperimenti. Alter Ego ha venduto bene? Allora forse saremo fortunati e leggeremo il seguito. Alter Ego ha venduto poco? Scordiamoci di veder continuare la serie. Ma noi lettori tutto questo lo scopriremo a babbo morto.
Alter Ego - un romanzo in stile X-Men con personaggi dai poteri soprannaturali - ha la struttura del thriller. C'è un assassino da stanare, una protagonista che rischia la vita, personaggi di cui fidarsi e altri da sospettare. Purtroppo l'epilogo non regala nulla di nuovo e l'eco che lascia è di quelli che si dimenticano in fretta.


La Spiaggia del Destino di Anita Shreve

| Salani, Tea 2005 | pag. 372 | € 9,00 |
In una comunità estiva nella costa del New Hampshire, agli albori del Novecento, una ragazza viene travolta da una relazione passionale con un uomo che ha tre volte la sua età. È la storia di Olympia Biddeford, ragazza di buona famiglia, privilegiata, educata nelle migliori scuole, molto matura per la sua età. Inesorabilmente attratta nella notte del solstizio d'estate, la coppia diventa protagonista di una serie di eventi con conseguenze determinanti per la vita di entrambi.





Voto:

Dire che il romanzo racconta la storia di una ragazzina molto giovane che s'innamora follemente di un uomo decisamente più maturo di lei, forse sminuisce la vera essenza del libro - libro che parla di crescita, compromessi, sentimenti e ostacoli - ma il fulcro è proprio quello alla fine. E secondo me se un'autrice decide di raccontare la storia di un amore impossibile deve saperlo fare con grande maestria e tanta, tantissima, passione. Invece io ho solo letto un romanzo che scorre senza troppe emozioni. Ho trovato belle parole, una prosa fluida, una costruzione narrativa impeccabile, ma in tutto questo è mancato l'elemento fondamentale, quello che ti fa sfogliare le pagine con avidità e vivere sulla pelle le vite dei protagonisti. Peccato. Tra me e la Shreve non è scattata la scintilla.



E adesso qualche rapido consiglio.

 

Voto:

Trappola per Topi è senza dubbio una delle opere che preferisco della Christie. L'autrice ripropone l'ambientazione a camera chiusa e si diverte ancora una volta a tratteggiare un assassino che uccide seguendo le battute di una filastrocca. Tutte cose già viste in Dieci Piccoli Indiani forse, ma le somiglianze sono solo apparenti. Il romanzo, che non è un romanzo ma un'opera teatrale, si ispira al racconto breve Tre Topolini Ciechi e ha un finale intricato e intrigante, uno dei più riusciti della scrittrice britannica.
Non è consigliato. Di più. E bisogna vederlo almeno una volta a teatro.

  

Voto:
+

La serie dei romanzi di Amelia Peabody la consiglio a chi ha voglia di calarsi nell'Egitto del 1800.
Elizabeth Peters ci presenta una sorta di Indiana Jones in gonnella, una donna decisamente troppo moderna per l'epoca e particolarmente difficile da tenere "al suo posto". Tutti i romanzi hanno una componente gialla (molto soft) e una romantica (altrettanto soft), e vedere Amelia battibeccare continuamente con l'archeologo Radcliffe Emerson, mentre i morti intralciano lo sviluppo della loro relazione, si rivelerà decisamente piacevole. Una lettura leggera e gradevole che al momento si compone di ben 19 romanzi (13 tradotti in italiano).



E anche per oggi è tutto!
Alla prossima!