8 marzo 2012

Intervista a Stefano Iannaccone

Dopo aver letto Andrà Tutto Bene di Stefano Iannaccone (Qui la recensione) ho avuto il piacere di porgli qualche domanda e di soddisfare alcune mie curiosità!

INTERVISTA
Ciao Stefano benvenuto nel mio blog, ti va presentarti ai lettori de "...il piacere della lettura"?
Ho 30 anni e lavoro come giornalista... anche se a volte quasi mi vergogno a dirlo vista la scarsa reputazione di cui gode il settore. Attualmente sono redattore del settimanale Il Punto e coordinatore di redazione dell’agenzia Iris press. Cerco di essere rigoroso nel lavoro e nel mio piccolo spero di ridare credibilità a un mestiere massacrato da luoghi comuni e... da colleghi non proprio rispettosi della deontologia. Ho conseguito, ormai 4 anni fa (sic!), la laurea specialistica nel tanto vituperato corso di Scienze della Comunicazione: è un titolo che rivendico con orgoglio, nonostante le insensate ironie su quel corso di studio. Si tratta di una laurea formativa, altroché. Sono stato co-fondatore e sono autore del sito di comunicazione politica, sferapubblica.it; è un progetto verso cui nutro uno smisurato amore. Andrà tutto bene è il mio primo romanzo. Scusatemi: mi sono dilungato, sono un pessimo giornalista che non rispetta la sintesi!

Com'è nata l'idea di "Andrò Tutto Bene"?

Ho iniziato a scrivere per passione, per puro piacere personale. Nemmeno avevo idea che potesse diventare un libro. Poi, dietro qualche pressione di amici e familiari, ho mandato il testo a una sola casa editrice, senza ricevere risposta, e ho partecipato a un concorso, senza classificarmi tra i finalisti. Allora avevo deciso di non mandare più a nessuno il “manoscritto”. Per fortuna, però, è arrivato l’incontro con Miryam Gison, presidente de “La Bottega delle Parole”, grazie a Cecilia Buonifacio (ora componente attivissimo dell’associazione). Ed è iniziato un percorso stupendo con un lavoro di editing minuzioso. Alla fine eravamo tutti soddisfatti.

E la sua stesura quant'è durata?

Ho iniziato a scrivere circa 7 anni fa, lasciando la bozza “a mollo” per tanto tempo. Quando Miryam ha apprezzato il testo, suggerendomi modifiche e integrazioni, ho ripreso a scrivere. Al netto delle pause, tra stesure e revisioni, ci sono voluti 10-12 mesi.

Cosa e quanto c'è di te nel protagonista del tuo libro?
Tanto, ma non tutto! Marco, il protagonista maschile, mi assomiglia molto, ma ho romanzato gran parte del suo carattere. Anche la vicenda trae spunto dalla mia vita: un giovane che si trasferisce a Roma, sognando di fare il giornaliste e diventare scrittore. Tuttavia, lo dico con tutta la sincerità, non è un racconto “biografico”: le mie esperienze sono solo un punto di partenza. Il resto è una storia inventata, che ha “rubato” qualcosa da alcuni fatti. Ma sono davvero episodi marginali nella narrazione.

Il romanzo ha un doppio punto di vista, quello di Marco e quello di Fabiana. Per distinguerli è stato usato un ulteriore espediente, ovvero un diverso font, è stata una tua scelta? È stata un’intuizione di Miryam. Io ho solo accettato, perché mi sembrava perfetta sia l’idea sia la scelta dei font.

Come vedi le prospettive editoriali per gli scrittori italiani emergenti?
Difficili, ma non catastrofiche come si dice spesso. Oggi c’è l’illusione del self-publishing: l’esperienza mi ha insegnato che è necessario la revisione di un editor. Soltanto un fenomeno potrebbe fare stesura ed editing senza un sostegno. Inoltre, c’è l’incognita dell’e-book: può essere un’opportunità, ma allo stesso tempo rappresenta un rischio. Insomma, lo scenario è in piena evoluzione, ma io dico sempre: bisogna puntare sulla qualità. La qualità nel lavoro è l’antidoto contro qualsiasi male. E qualità fa rima con umiltà (quella che è necessaria per accettare suggerimenti esterni sul proprio testo).

Un romanzo che ami e uno che odi.
Amo Underworld di Don De Lillo. E per “par condicio”... odio Running dog di Don De Lillo. Ma vi garantisco che leggo anche altri autori oltre a De Lillo!

Progetti nel cassetto?
Un testo è già terminato: serve solo la fase di revisione. Un altro è fase di stesura. Ora mi concentro sulla promozione di Andrà tutto bene, ma dopo l’estate penso di dedicarmi al secondo romanzo. La sensazione è che “La Bottega delle Parole” sia interessata all’altro materiale che ho scritto. Speriamo bene.

Eh sì. Speriamo che vada tutto bene! ^_*
Non mi resta fare a Stefano un enorme in bocca al lupo, per una vita piena di soddisfazioni!

1 commenti:

Luigi87 ha detto...

intervista interessante