L'UOMO DI GESSO di C. J. Tudor
| Rizzoli, 30/01/2018 | pag. 347 |
Sono trascorsi trent'anni. Ed Munster adesso è un uomo, è rimasto a vivere nella stessa cittadina e insegna nella scuola locale. Abita nella bella casa che gli ha lasciato la madre e affitta una stanza a una studentessa vivace da cui è attratto, suo malgrado. Ed sembra essersi lasciato il passato alle spalle, quell'estate del 1986 in cui era un ragazzino e trascorreva giorni interi con i suoi amici. Tra infinite corse in bicicletta, spedizioni nei boschi che circondano la pittoresca e decadente Anderbury e i pomeriggi a scuola, il loro era un tempo sereno: erano una banda, amici per la pelle. E avevano un codice segreto: piccole figure tracciate col gesso colorato, per poter comunicare con messaggi comprensibili solo a loro. Poi, un giorno, quei segni li avevano condotti fino al bosco. Fino al corpo smembrato di una ragazza. Chi sia stato l'artefice di un simile delitto, in questi trent'anni, non si è mai saputo. Sono state percorse innumerevoli piste, tutte finite in vicoli ciechi, tutte rimaste fredde. La verità di cosa sia successo quel giorno nel bosco non è mai emersa. Ma adesso Ed ha ricevuto una lettera: un unico foglio, un uomo stilizzato, disegnato col gesso. Anche gli altri hanno ricevuto lo stesso messaggio. L'uomo di gesso è tornato. Con un thriller ispirato alla migliore tradizione anglosassone, C.J. Tudor afferra il lettore in una spirale progressiva e inesorabile, dentro la quale, solo nelle ultime pagine, ogni tassello troverà il proprio posto. Quando il quadro si farà d'un tratto necessariamente chiaro.
Voto:
Inaspettato. E le cose inaspettate sono le più belle. Raramente mi capita di buttarmi alla cieca su un libro, solitamente ci arrivo preparata dopo aver ribaltato il web come un calzino alla ricerca di recensioni e commenti. Non ho voglia di perdere tempo e non ho voglia di farne perdere alle case editrici. Ma questo è stato un colpo di fulmine. Visto e voluto.
L'Uomo di Gesso più che un thriller è un mistery, ed è quel tipo di romanzo capace di far presa sul lettore attraverso una trama che si costruisce e distrugge nel corso del tempo. Ben trent'anni separano il prima e il dopo, ma passato e presente restano sempre legati; gli amici che ci hanno accompagnato, le scelte che abbiamo fatto, il bene e il male seminato, sono nodi che non si possono sciogliere.
L'estate del 1986 per Ed, Nicky, Gav la Palla, Hoppo e Mickey Metallo doveva essere felice e spensierata, senza scuola, senza impegni, solo loro, un gruppo di ragazzini con il moccio al naso e le ginocchia sbucciate pronti a esplorare la vita a bordo di biciclette scassate.
Ma le giornate ad Anderbury sarebbero state terribilmente monotone senza quegli scossoni che il destino aveva deciso di riservare a una comunità solo apparentemente solida e serena. E quando hai dodici anni, cosa c'è di più emozionante di un cadavere? Forse un'astronave, magari un giornaletto porno, ma il gusto del macabro, per quanto sbagliato, ha sempre un fascino impareggiabile.
C. J. Tudor, attraverso la voce di Ed, un ragazzino un po' nerd, timido, ma sveglio, esplora l'età dell'inadeguatezza, delle convinzioni sbagliate e delle scelte difficili. Lo fa attraverso gli occhi innocenti di chi forse ha troppa fantasia per razionalizzare i fatti, ma è così labile il confine tra quello che vedi e quello che credi di aver visto che spesso la verità può sfuggire di mano.
E ad Anderbury niente è come sembra. E niente è come dovrebbe essere. Dalle strane indicazioni lasciate coi gessetti sui muri, alle concitate prediche di un pastore che esorta alla vita e condanna l'aborto. Dalle sfavillanti luci di un Luna Park al rosso del sangue che imbratta le giostre. Dai giochi innocenti alle sfide crudeli. Dalle sonore risate alle urla soffocate.
Trent'anni dopo quei bambini sono diventati uomini logorati dal tempo. Il 1986 li ha cambiati, trascinandoli in oscure spire da cui devono, una volta per tutte, liberarsi. Ma sarà davvero possibile?
Un romanzo davvero bello, in cui un inquietante senso di declino e morte sembra contaminare, poco alla volta, cose e persone. Le atmosfere del passato riportano a grandi titoli come It e Stand By Me e anche se C. J. Tudor non è Stephen King ha saputo catturare con un misto di tenerezza e morbosità tutte le ombre della preadolescenza per poi riconsegnarle alla luce con disillusione e amarezza. Alla fine L'Uomo di Gesso forse non è nemmeno un mistery, ma "solo" una terribile storia di segreti, bugie e amicizie. Alcune scomode, altre un po' meno. Ti sorprende, ti ferisce, ti confonde. E ti lascia con uno strano prurito addosso. Come se ad Anderbury ci fossi stato anche tu.
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14 commenti:
Dovrebbe arrivare...
Speriamo!
Questo finisce in WL!
Lo sto leggendo *_*
@Angela, spero ti piaccia!
Ok, confermo. Questo libro mi ispira alla follia, ho fatto bene a metterlo in wishlist, ora spero solo di riuscire a procurarmelo presto *_*
Sembra molto interessante, grazie per questa recensione penso proprio che sarà il mio prossimo acquisto.
Anche io ho un blog letterario ti aspetto https://miconcedounlibro.wordpress.com
Io al contrario di te che ami rivoltare il web come un calzino ;P ho preferito stare alla larga da tutte le recensioni prima di terminare il libro. Come mi avevi però anticipato su Instagram, è un thriller che lascia il segno e sono pienamente d'accordo con te. Mi è piaciuto tutto: dallo stile narrativo alla storia in sé, ma soprattutto mi è piaciuto il finale ;)
Ahaha, ciao @Sara
in realtà io ribalto il web, è vero, però non leggo mai le recensioni, quello lo faccio dopo, cerco solo pareri e opinioni molto stringate del tipo "bello", "brutto", "prolisso", "noioso". Questo proprio per non rovinarmi la lettura ma tentando di capire se il libro potrebbe fare al caso mio. Un semplice commento spesso la dice lunga xD più di una recensione (mhhh... sento che mi sto dando la zappa sui piedi!)
Comunque sono felicissima che ti sia piaciuto!
Non sono d'accordo per nulla sulla recensione, dal mio punto di vista un libro troppo dispersivo e assolutamente assurdo nel finale, non mi ha lasciato proprio alcun prurito, comunque è scritto bene ma poteva esserci un ordine più preciso nello spiegare gli eventi. Inoltre ci si fissa troppo sui nomignoli, e in tutti i personaggi c'è del male grave forzato, più che Anderbury sembra Amytville Possessions!!!!
Ci mancherebbe @Giulio60 non è che dobbiamo essere d'accordo, la recensione esprime esclusivamente il mio parere totalmente personale.
Il finale invece più che assurdo io l'ho trovato prevedibile perché l'ho intuito dalla prima pagina, ma in certi libri trovare conferma delle proprie supposizioni non è un male. Anzi. :)
Ero indecisa... devo dire che mi hai abbastanza convinta a farci un serio pensierino u.u ottimo!
Denise, è stata una bella scoperta questo libro, che è thriller, ma nemmeno troppo.
Mi è piaciuto molto, inaspettato :)
Mi fa molto piacere Rosanna :)
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