Ragazzi bentrovati su questi schermi con un post che voglio dedicare alle mie letture da quarantena.
All'inizio pensavo che avrei letto tutti quei romanzi che mi stavano aspettando fin da troppo tempo in libreria, poi le cose hanno preso una piega decisamente inaspettata. Sono stata travolta (ma forse dovrei dire "stravolta") da una sorta di apatia che non mi permetteva di fare altro se non pensare al lavoro (
quello vero, quello che mi sono ritrovata a svolgere in smart working, quello che mi da la pappa a fine mese) e vegetare davanti alla tv nella speranza che le cose andassero meglio, ma non era così... A un certo punto staccare la spina era questione di vita o di morte, di sanità mentale o delirium tremens e così
ho trovato la mia bombola di ossigeno nei fumetti. Ahhh, che grande cosa la nona arte!
Devo dire che la Bao Publishing - grazie alla sua iniziativa
#iostoacasaconBao - è stata un po' la mia salvezza. Ogni tot giorni un blocco diverso di fumetti in digitale per allietare la quarantena. Parto con loro. Pagati € 1,99 e letti sul cellulare o sul computer a seconda del momento. Non il massimo, ma la
poveranza ci fa scendere a compromessi, è un dato di fatto, e non avendo un reader mi sono arrangiata.
Prima gioia assoluta
Freezer di
Veronica "Veci" Carratello. Avendo una vera e propria passione per le famiglie disfunzionali e le storie ironiche che nascondono messaggi più profondi non potevo far altro che amarlo. Così tanto che mi sono comprata il cartaceo e ho anche acquistato
Sognando Elvis, l'ultimo romanzo grafico sempre di Veronica. Belli entrambi. Si ride, ma sotto sotto ci si ferma anche a riflettere. Ho passato giorni interi a canticchiare
Mrs Robbinson (di Simon & Garfunkel) perché non mi volevo separare da questa strampalata famiglia composta da un'adolescente che si rifiuta di crescere, una nonna in silenzio stampa da quando è rimasta vedova, un padre che si definisce attore ma fa le pubblicità dei lassativi, uno zio che la fobia del sedersi che vive in piedi e un gatto, Kafka, con tendenze suicide. Ho amato tutti. Indistintamente.
Poi con
Sognando Elvis mi sono trovata a fare il tifo per Carlo che alla soglia dei 45 anni decide di affrontare la sua ipocondria cronica e fare un super-mega viaggio: direzione Australia, più precisamente Parkes dove si tiene ogni anno il raduno mondiale dei sosia di Elvis Presley, l'idolo indiscusso di Carlo. Una storia on the road divertente, intelligente e tanto, tanto introspettiva! Ah, in questo caso per giorni ho cantato
Blue Suede Shoes.
Risultati di ricerca
È arrivato poi il giorno (
tanto atteso!) in cui la Bao ha messo in promozione tutti i lavori di
Stefano Turconi e Teresa Radice. A Lucca Comics (
novembre 2019... bei tempi!) sono rimasta inebetita davanti alla bellissima edizione
variant de
Le Ragazze del Pillar per tipo venti minuti, poi me ne sono andata a mani vuote,
sigh!. Sapete, vero, quanto abbia amato
Il Porto Proibito (
qui la recensione)? E sapete anche quanto mi sia innervosita durante la lettura di
Non Stancarti di Andare per una serie di motivi che elenco
qui. Sono pazzamente innamorata del tratto di Stefano, un po' meno della narrazione di Teresa che a volte mi incanta, ma che altre volte trovo eccessiva. Mi sono tolta la curiosità di scoprire cosa si nascondesse tra le pagine di questa sorta di sequel del Porto alla modica cifra di 1 euro e 99. Ho fatto bene. Adesso so che posso vivere senza il cartaceo.
Non c'è logorrea tra queste pagine, e di questo sono stata contenta, però le prostitute disneyane, le tre storie dai tratti "da favola" e le morali buoniste, le avrei viste di più su Topolino. Mi sono mancate le atmosfere tese, drammatiche e poetiche del
Porto Proibito. La lettura è stata carina, ma non sono riuscita a vedere un legame tra le due opere. Peccato.
Voglio invece avere in formato cartaceo
La Giusta Mezura di
Flavia Biondi. Ma che bella lettura. Una storia che parla di un rapporto di coppia che dopo anni arriva a un momento di stasi, quel momento in cui la quotidianità e le abitudini possono rovinare tutto, quel momento in cui si debbono fare delle scelte, si deve andare avanti, perché è tempo di crescere e non si può più guardare indietro. Una storia in cui credo tutti potranno identificarsi. Una storia di crisi e di rinascita. Bello davvero.
Molto bello anche
Le Malerbe, la storia vera di una sopravvissuta e il suo drammatico racconto come donna di conforto durante la guerra che i soldati giapponesi mossero contro la Corea e la Cina negli anni Quaranta. Abusi, sottomissione, violenza, ma soprattutto un'esistenza priva di riscatto, un marchio indelebile che ha impedito a queste donne di avere una vita normale anche a conflitto terminato. Assolutamente da leggere nonostante non mi abbia fatto impazzire il tratto grafico di Keum Suk Gendry-Ki.
Carinissimo poi Nina Che Disagio di Ilaria Palleschi. È la storia di una ragazza super timida e piena zeppa di insicurezze che un giorno si ritrova faccia a faccia con il suo doppio, una tipa tutto pepe che le prometterà di aiutarla... ma sarà proprio così?
L'autrice ha un'ottima capacità di comunicazione e come sempre non riesco a non fare un applauso a tutti quei fumetti che accostano a tematiche serie una buona dose di ironia. Dedicato a chiunque, almeno una volta nella vita, abbia desiderato scomparire, essere invisibile, sprofondare venti metri sotto terra per non aver collegato bocca e cervello e non essere riuscito a dire quello che realmente pensava. Siamo stati tutti un po' Nina dai, ammettiamolo.
Una Sorella (titolo poco azzeccato) racconta i primi turbamenti amorosi (ma direi più che altro sessuali) di un ragazzo che si ritrova in casa una quindicenne sveglia e dai bollenti spiriti con cui intreccerà un'amicizia proibita e peccaminosa.
Peccato che la loro storia, lasciatemelo dire, a me più che segreta, passionale e all'insegna delle scoperte, sia sembrata un po' squallida... Inoltre il disegno l'ho trovato orrendo, vi dico solo che il protagonista all'inizio mi sembrava una femmina, poi la madre l'ha chiamato Antoine e ok... ho capito. Bocciato.
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Ho poi fatto l'abbonamento a #kindleunlimited per usufruire dei due mesi di prova e vedere un po' cosa offrisse. Direi bene ma non benissimo. Ho letto un bel po' di fuffa infatti.
Il titolo più meh di tutti è sicuramente stato La Distanza di Baronciani. L'autore, dopo la delusione di Quando Tutto Diventò Blu si conferma essere lontanissimo dal mio mondo e dalle mie corde. Non mi piace proprio il suo modo di raccontare. Quando Tutto Diventò Blu l'avevo trovato superficiale in relazione all'argomento che trattava (gli attacchi panico), La Distanza è semplicemente noia pura. Una storia in cui si vorrebbe dire che non è importante il viaggio in sé ma quello che si compie interiormente. Un sacco di bla bla che mi hanno fatto fare solo un sacco di sbadigli.
Non sarebbe stato malaccio invece Vincent di Barbara Stock un fumetto in cui l'autrice ripercorre gli ultimi anni di Van Ghog, peccato che il disegno non sia proprio in linea con la narrazione. Scene tesissime e drammatiche in cui mi scappava da ridere per come venivano rappresentate. Boh. A cinque anni disegnavo meglio.
E poi c'è stato L'Ultimo Splendore (Favia - Bufi) che parte bene poi si perde. È la storia di un ragazzo con una serie di questioni irrisolte a causa del suicidio della madre avvenuto quando lui era solo un bambino. Modì ha dei buchi nell'anima che deve colmare per ritrovare se stesso, quello che abbiamo tra le mani è un fumetto quindi intimo, introspettivo, delicato, però l'autore non è riuscito a mantenere alto il mio interesse e le ultime pagine - che in qualche modo dovevano emozionare - mi hanno fatto tirare quasi un sospiro di sollievo. Finalmente potevo passare ad altro.
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Ecco invece cosa avevo in casa di cartaceo. Poca roba, e l'ho fatta fuori quasi tutta.
Questi sono due top!
In Hitler di Mizuki ripercorrerete la vita del führer, dagli anni della scuola, fino al crollo del credo nazista e scoprirete un uomo che forse credevate di conoscere, ma non è proprio così.
A muovere ogni suo passo una cieca determinazione e l'assoluta convinzione di essere migliore degli altri. Il tratto grafico quasi caricaturale, in netto contrasto con una narrazione lucida e spietata, tratteggiano la figura di un uomo che in qualche modo è stato uno scherzo della natura, ma la sua indole gli ha permesso di portare l'intera umanità a un passo dall'apocalisse.
Con La Casati si conferma il mio grande amore per le biografie di Vanna Vinci che in questa opera ci racconta la storia di una donna che non ambiva a essere un'artista, ma voleva essere - lei stessa - un'opera d'arte. Eccentrica oltre ogni dire, unica e sola promotrice dello smokey eyes, amante di D'annunzio, dignitosa, orgogliosa e sfacciata dalla punta dei capelli arancioni fino all'unghia dell'alluce, La Casati ha fatto parlare di sé come poche altre e se voleva essere ricordata, be', ce l'ha fatta.
Alberto Mandrigal si racconta in Pigiama Computer Biscotti, ma nonostante nell'ordinario io veda sempre lo straordinario, qui no, qui ho visto solo una grigia quotidianità fatta di troppe ansie e poche emozioni. Cosa che non è successa invece tra le pagine di Dimentica il Mio Nome in cui Zerocalcare parla dell'elaborazione del dolore attraverso la morte della nonna con un mix incredibile di ironia e sentimento. Davvero bello. Arriva al cuore, te lo smonta e poi te lo rimette insieme con una risata. Perché abbia aspettato tanto a leggere Zero non lo so nemmeno io...
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La passione manga è tornata prepotentemente in auge durante la quarantena, sicuramente vedere la camera di mio figlio piena di fumetti mi ha dato il "la" per prenderne in mano uno... Ho optato - sotto suo consiglio - per The Promised Neverland e nel giro di pochi giorni mi sono fatta fuori tutti i 14 volumi disponibili. Ieri mi è arrivato il 15 e l'ho già letto. In tutto dovrebbero essere una ventina e - A I U T O O O O O - l'attesa sarà logorante.
La trama è molto mia. C'è un orfanotrofio dove i bambini crescono felici e contenti, ma niente è come sempre, perché quel luogo dove tutto sembra perfetto è in realtà una fattoria e i pargoli sono carne da macello.
Spero solo che non si riveli una saga buonista in cui tutto finirà a tarallucci e vino, perché da una premessa simile mi aspetto dolore e sofferenza.
P.S. Su amazon Prime trovate la prima stagione dell'anime che riassume circa i primi cinque volumi.
Ok, credo sia tutto. Ho dimenticato qualcosa... mhhh, sicuramente sì perché i neuroni li ho ancora in quarantena, ahhhh, giusto, ho dimenticato loro, i volumi dei Capolavori della Letteratura rivisitati dalla Disney che stanno uscendo in edicola e che tra mille ripensamenti (perché 7,99 non sono pochi!) alla fine mi sto portando a casa. Il mio preferito è I Promessi Sposi, ma ho riletto da poco Guerra e Pace ed è stato meraviglioso! Ahhh, che ricordi! Che tuffi nel passato!
Stavolta penso davvero di aver esaurito le cartucce, quindi passo e chiudo. Baci virali!